mercoledì 20 dicembre 2017

No, non stiamo tutti bene

Venerdì scorso Raiuno ha trasmesso Sarà Sanremo, la serata dedicata a selezionare i cantanti ammessi alla sezione Nuove Proposte del prossimo Festival di Sanremo. Benché i sedici brani finalisti non fossero inediti, l'unico che avevo già avuto modo di ascoltare era Il congiuntivo di Lorenzo Baglioni, un artista che seguo e apprezzo almeno dall'anno scorso, pur non potendolo considerare un cantante tradizionale; diciamo che facevo il tifo per lui sulla fiducia, ecco.
A un certo punto sul palco di Villa Ormond a Sanremo è salito un certo Mirkoeilcane, al secolo Mirko Mancini, e confesso che, quando l'ho sentito presentare il suo brano, dal titolo Stiamo tutti bene. ammettendo che non era orecchiabile, ho storto il naso: allora che ci fai tu, giovanotto, al festival della canzone italiana?! Ma ascoltando il suo pezzo, che racconta in maniera sincera e per nulla retorica l'odissea dei migranti dal punto di vista di un bambino, mi sono dovuta ricredere: la sua esibizione mi ha lasciata quasi senza fiato, e non credo di esagerare se affermo che in questo momento storico l'Italia ha bisogno di cantautori come lui. Mi ha fatto davvero tanto piacere che abbia passato il turno (assieme tra gli altri al suddetto Lorenzo Baglioni, che però non è più il mio preferito, ahilui).


Ecco il testo di Stiamo tutti bene.
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Ciao, mi chiamo Mario e ho sette anni, sette e mezzo per la precisione
Mi piace il sole, l'amicizia, le persone buone
Il calcio, le canzoni allegre ed il profumo buono della pelle di mia madre
Papà mio è da qualche mese che non torna
Ma guai a parlarne con qualcuno
Specialmente con la mamma
Perché si sente male, grida, piange e non la smette più
E per tre giorni si nasconde e non si fa vedere
Ma oggi è un giorno felice, che qui è arrivato un pallone
E finalmente potrò diventare forte e fare il calciatore
So già palleggiare, con i sassi è diverso
Ma sono avvantaggiato perché corro forte come il vento
E allora volo alla radura insieme agli altri bambini
Chi arriva ultimo in porta sai che rottura di co…
Arrivo primo, come sempre, e allora sono attaccante
Scarto, dribblo, tiro in porta ed il portiere non può farci niente
Poi da più lontano sento «Mario, vieni qua,
Prendiamo tutto quel che abbiamo e raggiungiamo papà»
Mamma, proprio adesso, sto tirando un rigore
Non c'è verso, ce ne andiamo, meglio non polemizzare
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Ma guarda te la jella, proprio a me doveva capitare
Quattro giorni su 'sta barca, intorno ancora solo mare
Ma ti pare giusto, uno va in vacanza per la prima volta
E quelli lì davanti son capaci di sbagliare rotta
Che poi a chiamarla barca ci vuole un bel coraggio
Stare in tre seduti in mezzo metro di spazio
E come me e gli altri duecento tutti intenti a pregare
Ed io vorrei soltanto alzarmi e palleggiare
Ma se soltanto sposto anche di un centimetro il piede
Questo davanti si sveglia e inizia a dire che ha sete
Io pure ho sete, fame, sonno e mi fa male la schiena
Ma non c'è mica bisogno di fare tutta 'sta scena
Che poi c'è questo di fianco che ha chiuso gli occhi e non li apre più
È da tre giorni che dorme che pare non respiri
Non ho mai visto nessuno dormire così tanto
Ho chiesto a mamma e ha detto che era proprio stanco
Boh, tre giorni fa ne hanno buttati una ventina in mare
Mamma dice che volevano nuotare
Io li sentivo gridare e non sembravano allegri
Ma almeno adesso ho un po' di spazio per i piedi
È il sesto giorno e adesso dorme pure mamma, e un tipo magro
Qualche fila più in là grida che vede la Madonna
E questa barca adesso puzza di benzina, di morte
Mamma ha detto di non farci caso, di essere forte
Di fare il bravo bambino e star seduto qua
Che mamma adesso s'addormenta e raggiunge papà
Però piangeva e si sforzava di sorridere
Forse era proprio tanto stanca pure lei
E c'è un silenzio tutto intorno che mi mette paura
S'è fatta notte, ho freddo e in cielo non c'è neanche la luna
La gente grida, chiede aiuto ma nessuno risponde
Mi guardo intorno e neanche a dirlo vedo sempre e solo onde
Dopo onde, ancora onde, allora onde evitare
Di addormentarmi come gli altri ed esser buttato in mare

Mi unisco al coro della barca e inizio a piangere e a gridare
Non ho forza, chiudo gli occhi e non so neanche nuotare
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Stiamo tutti bene
Già che ci siamo... Mi è venuto in mente che questo testo si ricollega a un post pubblicato proprio oggi da Dania su Facebook, e che in poche righe dice tantissimo.
Ho appena offerto il pranzo al ragazzo, credo sia rom, che chiede l’elemosina accanto a Giannasi. Voleva del pollo fritto. La signora anziana in coda dopo di me mi ha ripresa, perché fare l’elemosina è sbagliato e bisogna pretendere sempre un lavoro o un servizio in cambio (sic!). Le ho detto che il lavoro di quel poveretto era ricordarmi che sono fortunata. Poi ho augurato buon Natale a tutti e me ne sono andata.
P.s. Per me ho preso l’insalata di pollo, ma avrei voluto anche io il pollo fritto

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