mercoledì 2 maggio 2018

La varicella, che sarà maOH WAIT

È da un paio di giorni che si parla del post riportato qui accanto sotto forma di screenshot. C'è questa tizia che, ignorando con ogni probabilità l'articolo 438 del codice penale, invita i suoi contatti a un Varicella Party, cioè una festa organizzata per contagiare volontariamente con il virus della varicella il maggior numero possibile di bambini. Ma che accidenti di senso ha?! Oggi ha provato a spiegarlo MedBunker, al secolo Salvo Di Grazia, medico, dissociandosi comunque inequivocabilmente da tale assurda prassi.
In questo modo, evitando il vaccino e contraendo la malattia naturale, si svilupperanno gli anticorpi ed il bambino non prenderà la malattia da adulto.
Questo si faceva in passato, quando non c'erano le medicine, quando avere una malattia in età adulta significava perdere settimane di lavoro (e quindi soldi) e forse avere anche complicazioni gravi.
Poi l'uomo si evolve, arriva la civiltà, il progresso, le invenzioni e non abbiamo più bisogno di trovare rimedi "artigianali" per le nostre sventure. D'altronde quale genitore normale farebbe infettare volontariamente il proprio figlio? Quale genitore normale ha piacere a vedere il figlio soffrire? E quale genitore vorrebbe rischiare i rari (molto rari) ma pur presenti rischi di questa malattia?
Basta una puntura e saremo protetti, senza tornare all'ignoranza e senza far soffrire i bambini.
Insomma, non si capisce perché mai un genitore debba preferire che suo figlio consegua l'immunità alla varicella ammalandosi – per quanto mi riguarda la varicella l'ho presa da bambina, e anche se guarii perfettamente senza riportare gravi conseguenze non fu per niente piacevole: ho sul volto delle piccole cicatrici come ricordo dell'irresistibile prurito che mi costringeva a grattarmi le vescicole – anziché facendo il vaccino, che è sicuro ed efficace, a meno di specifiche controindicazioni.
Il dottor Roberto Burioni, virologo, ieri ha commentato il post della tizia di cui sopra in maniera piuttosto laconica, ma oggi si è dilungato un po' di più raccontando la vicenda dell'australiano Brenden Hall, campione di nuoto paralimpico. A sei anni Brenden «ha contratto la varicella, che non solo gli ha fatto perdere il 70% dell’udito, ma gli ha anche causato un arresto cardiaco prolungato e una trombosi venosa profonda in una gamba, costringendo i medici all’amputazione. Avete capito bene: è sordo e senza una gamba a causa della varicella. Lui è stato particolarmente sfortunato, ma contrarre questa malattia da bambini e ancora più essere infettati da questo virus da adulti può essere molto grave».
A questo punto quale genitore ha ancora il coraggio di affermare che, se suo figlio si ammala di varicella, non c'è nulla di cui preoccuparsi?

Nessun commento:

Posta un commento