lunedì 30 aprile 2018

È la tua risposta definitiva? La accendiamo?

Leggendo questo articolo di TPI sono venuta a conoscenza del test di riflessione cognitiva (Cognitive Reflection Test, CRT), definito fin dal titolo "il test del QI più breve del mondo" con appena tre domande.
  1. Una mazza da baseball e una palla costano un dollaro e dieci centesimi in totale. La mazza costa un dollaro in più rispetto alla palla. Quanto costa la palla?
  2. Se occorrono cinque macchine per produrre cinque oggetti in cinque minuti, quanto tempo impiegherebbero cento macchine per produrre cento oggetti?
  3. In un lago c'è una foglia di ninfea. Ogni giorno le sue dimensioni raddoppiano. Se ci vogliono quarantotto giorni perché la foglia ricopra l'intero lago, quanto tempo ci vuole perché la foglia ricopra solamente metà del lago?
Se hai risposto d'impulso dieci centesimi, cento minuti e ventiquattro giorni... ebbene, sappi che non ne hai azzeccata una! ;-) Rifletti meglio, e comprenderai che le risposte corrette sono cinque centesimi (mentre la mazza costa un dollaro e cinque centesimi), cinque minuti (il tempo che occorre a una singola macchina per produrre un singolo oggetto) e quarantasette giorni (dato che la foglia raddoppia di dimensioni ogni giorno). Se invece le hai indovinate tutte e tre, mi spiace deluderti ma non è affatto detto che tu sia un genio, ma più banalmente un tipo sensato che non dice la prima cosa che gli passa per la testa... e magari ce ne fossero di più, al mondo, di persone così! :-)
In effetti paragonare il CRT ai test del quoziente di intelligenza (come la WAIS che mi venne somministrata anni fa in seguito a un trauma cranico, con esiti confortanti), che tipicamente sono assai più articolati e permettono di valutare il QI con un alto grado di accuratezza, mi sembra eccessivo: per essere precisi, citando Wikipedia, il CRT «è un compito ideato per misurare la tendenza di una persona ad ignorare una risposta istintiva ma errata ed impegnarsi a riflettere ulteriormente per trovare una risposta corretta. Esso è stato descritto per la prima volta nel 2005 dallo psicologo Shane Frederick. Il CRT ha una moderata correlazione positiva con le misure di intelligenza, come il test del quoziente di intelligenza (QI)».

domenica 29 aprile 2018

Un mondo senza colori

Qualche giorno fa nella pagina Facebook The Science Scoop è stata pubblicata l'immagine qui accanto, che mostra in che modo vedono i colori le persone affette da diversi tipi di daltonismo (altri esempi puoi trovarli su BoredPanda). Mi è venuto spontaneo ricollegarla a un post nel quale Paolo Attivissimo spiegava come impostare i dispositivi mobili in modo tale che visualizzino tutto in bianco e nero. A che pro?, verrebbe da chiedersi. Secondo il Disinformatico, così facendo si rende il dispositivo «meno appetibile per esempio per i bambini attratti dal telefonino/tablet dei genitori o anche per gli utenti adulti che vogliono disintossicarsi dalla distrazione continua delle notifiche di mail e social network». Mah, se lo dice lui... ;-) Comunque, in ambiente Android si deve andare in ImpostazioniInformazioni sul telefono nel gruppo Sistema (ultima voce in fondo) e premere cinque volte volte su Numero build per attivare la modalità sviluppatore. Dopodiché si va in ImpostazioniOpzioni sviluppatore (sempre nel gruppo Sistema), si scorre verso il basso fino a Simula spazio colore...


... e si seleziona Monocromìa. Ma sono presenti per l'appunto anche le opzioni Deuteranomalìa (rosso-verde), Protanomalìa (rosso-verde) e Tritanomalìa (blu-giallo).


Peccato non poter condividere gli screenshot che mostrano i vari effetti: li avevo acquisiti, ma mi sono accorta che presentavano tutti e quattro i colori normali.

sabato 28 aprile 2018

OK Google, non ce l'avevo con te!

La sottoscritta si è ormai abituata a fare largo uso dell'assistente Google, noto anche come "OK Google", per ottenere informazioni dallo smartphone dialogando con esso, letteralmente, senza perdere tanto tempo a digitare. Questo articolo pubblicato su Wired, per quanto risulti un tantino datato, elenca parecchi comandi vocali potenzialmente utili.
Il problema è che a volte il mio assistente Google si sente chiamato in causa senza motivo... e a quanto pare non capita solamente a me: Paolo Attivissimo ha raccontato la sua esperienza al riguardo, sottolineando che...
il riconoscimento vocale dell’Assistente Google implica quasi sempre l’invio a Google degli spezzoni di voce. Quindi se tenete attiva l’opzione di pronunciare OK Google, lo smartphone manderà a Google non solo le cose che dite dopo aver detto “OK Google” (e quindi quando sapete di avere Google in ascolto), ma anche quelle che dite quando lo smartphone crede che abbiate detto “OK Google”.
E questo per chi ha la fissa della privacy – non è esattamente il mio caso – può essere difficile o impossibile da accettare...
[Lo screenshot che apre il post mostra cosa compare sullo schermo del mio Nexus 6 quando dico "OK Google" e poi smetto di parlare]

venerdì 27 aprile 2018

Stai a guarda' er centesimo...?

Di recente le compagnie telefoniche sono state costrette a dire basta alla cosiddetta tredicesima al contrario, ma per il consumatore cambia poco o niente: come ho riferito a gennaio, infatti, entro aprile gli operatori telefonici che operano sul territorio nazionale devono tornare dalla tariffazione ogni ventotto giorni a quella con cadenza mensile, ma comunque era prevedibile un ricalcolo del costo delle offerte su base mensile in modo tale da mantenere invariata la spesa annuale. Nel mio caso, il mese scorso ho verificato su wind.it/mensile che il costo del mio piano tariffario All Inclusive Gold sarebbe passato da 7,50 a 8,14 euro mensili; tre giorni fa però mi è stato comunicato, tramite un SMS che ho letto soltanto oggi...
Gentile Cliente ti ricordiamo che il 28/04/18 l'offerta All Inclusive Gold si rinnovera' su base mensile. Ti informiamo inoltre che la variazione del costo nominale precedentemente comunicata passera' dal +8,6% al +8,3%, con conseguente diminuzione della spesa annuale. Pertanto il costo addebitato sara' di 8,12 euro, salvo eventuali promozioni attive. Info su wind.it/info
Fréghete!!! (Esclamazione di stupore tipica del dialetto abruzzese, NON lombardo) Ogni mese risparmierò ben DUE CENTESIMI rispetto a quanto previsto: troppa grazia, signor Wind! Del resto, come spiega wikiHow, si può diventare ricchi partendo da un solo centesimo... Zio Paperone docet! ;-)

giovedì 26 aprile 2018

Cibi che fanno bene (?)

Mia madre, che a differenza della sottoscritta ha il televisore acceso dalla mattina alla sera, parlandomi del programma Buono a sapersi condotto da Elisa Isoardi, mi ha riferito che ciascuna puntata è dedicata a un alimento specifico e ai suoi effetti benefici. Ho verificato su RaiPlay: limitandomi alle ultime tre puntate andate in onda, pare che la rucola possa aiutare a combattere i crampi notturni, la carne di agnello torni utile in caso di pericardite e le torte rustiche fatte con la farina integrale siano utili contro la pesantezza allo stomaco. Siccome ho interrotto la visione dopo l'annuncio iniziale, non ho idea di come sia stato sviluppato l'argomento in seguito... ma mi è venuto spontaneo ricollegare tutto questo al video che "il nostro amichevole chimico di quartiere" Dario Bressanini ha pubblicato il 9 aprile scorso nel canale YouTube che porta il suo nome (di recente ho scoperto che ne ha aperto anche un altro di appoggio, che si chiama Scienza in Cucina come il suo blog ospitato nel sito de Le Scienze).


Riporto qui di seguito un ampio estratto della trascrizione corredato dagli opportuni link (solamente dopo averlo preparato ho scoperto che nel 2013 Bressanini aveva già pubblicato un post al riguardo).
Quante volte avete letto «Mangiare il cibo tale previene la patologia X», o viceversa «Il consumo dell'alimento X è associato alla patologia Y»? Beh, io tutti i giorni leggo notizie di questo genere. Come dobbiamo interpretarle? Purtroppo, andando a leggere magari gli articoli originali, si scopre che semplicemente è stata scoperta una correlazione. [...]
Per esempio, in Francia è noto che fanno un gran consumo di formaggi, mentre negli Stati Uniti il consumo di formaggio è molto molto inferiore. D'altra parte in Francia l'incidenza delle malattie cardiovascolari è inferiore che negli Stati Uniti. In più in Francia consumano molto più vino che non negli Stati Uniti. Questo significa che mangiare formaggio e vino previene l'infarto?
Non passa giorno senza che io lega titoli tipo «La menta fa dimagrire», oppure «Il tè verde previene l'invecchiamento», o ancora «Il limone previene l'insorgenza dei tumori». Che valore dare a queste notizie? Beh io personalmente ZERO, a meno che ci siano altre e robuste evidenze che ci sia un qualche rapporto di causa ed effetto tra il consumo di quegli alimenti e le presunte proprietà.
Nel 2012 una prestigiosa rivista scientifica, il New England Journal of Medicine, ha pubblicato un articolo dal titolo «Consumo di cioccolato, funzioni cognitive e premi Nobel». L'autore confronta il consumo di cioccolato pro capite in varie nazioni del mondo con il numero di premi Nobel vinti da cittadini di quelle nazioni diviso per 10 milioni di abitanti; questo per poter confrontare nazioni con pochi abitanti con nazioni che ne hanno molti di più. Beh, quello che l'autore trova è che c'è una correlazione lineare molto forte tra il consumo di cioccolato e il numero di premi Nobel vinti in quella nazione normalizzato per il numero di abitanti. Dal grafico si vede immediatamente come più in un Paese si consuma cioccolato e più è alto il numero di premi Nobel vinti da quel Paese. Come mai? Beh, ovvio! Il cioccolato contiene dei flavonoidi; questi sono un gruppo di sostanze che sono coinvolte nelle funzionalità cognitive. È stata dimostrata la loro capacità di migliorare le funzioni cognitive, per esempio negli anziani. In particolare uno studio sui flavonoli, che sono una sottofamiglia dei flavonoidi presenti nel vino rosso, nel cacao e così via, ha mostrato che chi assumeva dosi medio-alte di flavonoli nel cacao mostrava in genere performance migliori in termini di funzionalità cerebrale, memoria a breve termine e a lungo termine, velocità di pensiero, capacità cognitive complessive rispetto a chi ne consumava meno. Quindi lo studio pubblicato sulla rivista partiva dall'ipotesi che, poiché noi non abbiamo dati sulle capacità cognitive delle varie persone nei vari Paesi del mondo, un buon sostituto potrebbe essere il numero di premi Nobel vinti in quella nazione. Ed ecco quindi il grafico che vi ho fatto vedere. È ovvio dal grafico che il cioccolato fa diventare più intelligenti, perché se aumenta il consumo di cioccolato aumentano i premi Nobel vinti da una nazione. Guardate la Svizzera: ha il numero più alto di premi Nobel, e guarda caso ha il consumo più alto di cioccolato. [...]
Quell'articolo, basato su dati assolutamente reali, è volutamente umoristico e provocatorio e serve per mettere in luce alcuni degli errori che comunemente vengono compiuti in questo campo. Ve ne illustro due, perché sono comuni a tantissimi altri studi riportati dalla stampa.
Il primo è quello di trarre delle conclusioni sui singoli, cioè i vincitori dei premi Nobel, basandosi su dati aggregati, in questo caso il consumo medio pro capite all'interno di una nazione. È quello che si chiama fallacia ecologica o distorsione ecologica. Noi in realtà non sappiamo quali siano stati i consumi alimentari di tutti quelli che hanno vinto il premio Nobel, e non siamo assolutamente autorizzati a immaginarceli solamente prendendo dei dati aggregati medi di una popolazione. Per quel che ne sappiamo potrebbero addirittura mangiarne di meno della media della popolazione. Quindi il confronto è sbagliato in partenza. Noi non possiamo dedurre nulla sul comportamento, sulle proprietà, sulle caratteristiche dei singoli basandosi solamente sui dati generali medi. [...]
Il secondo errore, purtroppo molto diffuso, è che una relazione di correlazione, cioè ancora una volta se aumenta una certa variabile ne aumenta anche un'altra, cioè se aumenta il consumo di cioccolato allora aumenta il numero di premi Nobel, non significa affatto un rapporto di causa-effetto. Cioè noi non siamo autorizzati ad affermare che una cosa causa l'altra. [...]
Certamente, se due fenomeni sono collegati, io posso trovare una correlazione tra questi due fenomeni. Ma la correlazione si può anche manifestare se c'è per esempio una causa comune ai due fenomeni, magari anche molto lontana.
Nella discussione pubblica che è avvenuta dopo la pubblicazione dell'articolo sul New England Journal of Medicine sono apparsi altri articoli, come normalmente accade in una discussione scientifica. In particolare ne è apparso uno che mostra come ci sia una correlazione ancora più forte tra il numero di premi Nobel vinti e il numero di negozi dell'IKEA presenti in quel Paese. Ora possiamo fare delle ipotesi. Per esempio, magari l'IKEA apre i suoi negozi in Paesi dove prevalentemente le persone sono più intelligenti, altrimenti non riuscirebbero a montare i suoi mobili. Oppure, al contrario, lo sforzo cognitivo cerebrale per montare una poltrona POÄNG o una libreria BILLY sono talmente elevati da allenarci e da aumentare le nostre facoltà cognitive. Quindi in questo senso è l'IKEA a generare premi Nobel. Nessuno ci crede, ovviamente. E l'articolo correttamente riporta anche una correlazione tra il prodotto interno lordo e i premi Nobel vinti, e tra il prodotto interno lordo e il consumo di cioccolato, e tra il prodotto interno lordo e il numero di negozi IKEA. L'ipotesi più sensata è che il consumo di cioccolato, che è un prodotto costoso, così come l'apertura di negozi dell'IKEA, siano in qualche modo una misura della ricchezza di un Paese, e se un Paese è ricco è probabile che investa di più anche nell'istruzione superiore, nelle scuole, nella ricerca, nell'università, aumentando quindi le probabilità di vincere un premio Nobel. Facciano gli spettatori delle ipotesi sulla situazione italiana. Quindi probabilmente esiste un'origine comune, la ricchezza di un Paese, che lega in qualche maniera, ma non in una relazione di causa ed effetto, il consumo di cioccolato e il numero di premi Nobel vinti.
[...] questo genere di correlazioni sono all'ordine del giorno se si parla di salute, di nutrizione, di alimenti e di benessere. E non ci sembrano strane, perché l'essere umano è programmato per cercare delle cause, per andare a trovarle anche se queste non ci sono. Noi non accettiamo la casualità. È il meccanismo psicologico che sta alla base, per esempio, della trasformazione di coincidenze in superstizioni. Se poi a parlare di queste cose sono delle figure professionali, come medici, dietisti, nutrizionisti e così via, beh, automaticamente ci fidiamo molto di più di loro, e quindi abbassiamo le difese del senso critico. [...]
Una correlazione può anche scaturire in modo completamente casuale dall'analisi di tantissimi dati, senza che ci sia veramente una causa comune.
Qualche esempio: numero di casi di autismo e consumo di prodotti biologici, quota di mercato di Internet Explorer come browser e numero di omicidi negli Stati Uniti, numero di pirati e riscaldamento globale (in quest'ultimo caso la correlazione è negativa). Il sito Spurious Correlations raccoglie questo genere di correlazioni spurie tanto divertenti quanto prive di senso.
Ma allora, mi potreste chiedere, tutte queste correlazioni sono da buttare: a che servono questi studi? Beh, servono prima di tutto a verificare quando una correlazione non c'è, e poi servono soprattutto per generare delle ipotesi, suggerire delle possibili relazioni di causa ed effetto, e quindi suggerire nuovi esperimenti, nuovi studi, suggerire magari un meccanismo biologico che leghi le due cose. Questo è successo, per esempio, tra il fumo e il cancro ai polmoni, ma una correlazione da sola in un campo come la nutrizione, gli alimenti, dove gli esperimenti controllati affidabili sono molto molto difficili da fare, beh, non vale nulla e quindi è da prendere molto molto con le pinze.

mercoledì 25 aprile 2018

Tagliati per la matematica

Oggi, 25 aprile, ricorre il centosessantanovesimo anniversario della nascita del matematico tedesco Felix Klein. Forse il suo nome non ti dirà nulla, ma magari può darsi che tu abbia sentito parlare della bottiglia di Klein, legata al famoso nastro di Möbius, che prende il nome da un altro matematico tedesco, August Ferdinand Möbius. Per la precisione, «La bottiglia di Klein può essere costruita (in senso matematico) "incollando" i margini di due nastri di Möbius. Se una bottiglia di Klein è divisa in due lungo il suo piano di simmetria, il risultato è un nastro di Möbius».
Ed è proprio dalla data di nascita di Klein e dalle proprietà del nastro di Möbius che ha preso spunto Alex Bellos per il suo Monday puzzle di due giorni fa, suggeritogli da Simon Singh, promotore di un progetto dedicato ai giovani(ssimi) matematici.
Gli enigmi di oggi sono in onore del matematico tedesco Felix Klein, nato questa settimana 169 anni fa, il 25 aprile 1849.
1) Cosa c'è di numericamente interessante nella data di nascita di Klein, e perché l'anniversario di quest'anno è particolarmente degno di nota?
Klein è noto per aver descritto, nel 1882, la bottiglia di Klein, un oggetto matematico che sembra un fiasco con il becco che si rigira al suo interno. La bottiglia di Klein è interessante perché ha un solo lato. È strettamente legata al nastro di Möbius, che ha anch'esso un solo lato ed è stato descritto dal suo compatriota August Ferdinand Möbius nel 1858.
Ecco come si costruisce un nastro di Möbius. Per prima cosa ritaglia una striscia di carta.
Se unisci le estremità ottieni una striscia come questa.
Ma se imprimi a un'estremità una torsione di 180 gradi prima di unire le estremità – il che significa che, quando le estremità si incontrano, la faccia superiore della striscia è allineata con la faccia inferiore, e viceversa – ottieni un nastro di Möbius.
Il nastro di Möbius ha un solo lato. Pensala in questo modo. Immagina di essere una formica che cammina lungo tutta la lunghezza della striscia. Dopo un giro ti ritroveresti nello stesso punto del foglio, ma sul "retro". Dopo un altro giro torneresti al punto di partenza, sul "fronte". Dal momento che non hai mai oltrepassato un bordo, il "fronte" e il "retro" devono essere lo stesso lato. (M.C. Escher lo illustra qui)
Il nastro di Möbius è ben noto nella cultura popolare, e spesso viene usato come metafora dei cicli infiniti e dell'infinità. Le sue proprietà si prestano anche per fantastici enigmi. Ad esempio puoi tracciare una linea lungo il centro del nastro.
Quando tagli lungo la linea, ottieni un anello singolo con due giri di torsione. Forte!
2) Cosa ottieni quando tracci due linee parallele sul nastro di Möbius, e poi tagli lungo tali linee?
L'enigma può essere risolto facilmente se costruisci un nastro di Möbius e lo ritagli. (Cosa che consiglio) Ma prima di farlo cerca di usare la tua intuizione spaziale per dedurre cosa succede.
E adesso passiamo alle soluzioni...
1) La sua data di nascita è il 25/4/1849, che è 52/22/432, e quindi ricorre il suo 169esimo = 132 anniversario. Tutti i numeri sono dei quadrati. Nota di merito se ti sei accorto che sono tutti numeri primi. Klein era destinato a fare il matematico!
2) Questo è quello che ottieni: un nastro di Möbius intrecciato con un anello più lungo con due giri di torsione.
Ecco come ci saresti potuto arrivare. Tagliare lungo le linee è come tagliare i lati di una fascia centrale. Questa fascia centrale mantiene la forma di un nastro di Möbius, solo più stretto.
I bordi tagliati sono entrambi uniti, e diventano l'anello più lungo con due giri di torsione. Ricorda, prima ti ho detto che, quando tracci una singola linea lungo il nastro di Möbius e tagli lungo tale linea, ottieni un anello singolo con due giri di torsione. Nel caso con due linee, immagina che le due linee si avvicinino sempre di più. Al limite sono la singola linea.
Se vuoi divertirti ancora con i nastri di Möbius, prima crea altre due strisce. Traccia una linea in mezzo a ciascuna di esse e incollale insieme in questo modo:
Ti garantisco che avrai una grossa sorpresa quando taglierai lungo le linee. Rimarrai senza fiato! Diventerà il tuo pezzo forte alle feste!
[Ovviamente, da curiosona quale sono, ho preso carta, forbici e scotch – di colla non ne avevo a portata di mano – per verificare di persona... ma se Alex non ha voluto anticipare alcunché riguardo alla sorpresa, chi sono io per "spoilerare"? ;-) Comunque posso anticipare che in fondo era abbastanza prevedibile, NdC]
Una volta fatto questo, collega due nastri di Möbius allo stesso modo. Puoi collegare due nastri di Möbius sottoposti a torsione allo stesso modo, oppure in modi differenti. Adesso prova a tagliare nel mezzo.
Prendi subito le forbici!

martedì 24 aprile 2018

Abruzzo da scoprire

Lo scorso fine settimana sono tornata in Abruzzo, e ne ho approfittato per concedermi un tour fotografico assai proficuo: dalla Costa dei Trabocchi all'alba...


... alla chiesa di Santa Maria della Pietà vista da una delle "finestre" del castello di Rocca Calascio.


Va bene, lo ammetto: è vero che sono stata a Pescara, comunque non le ho scattate io queste foto – magari ne fossi capace... e poi svegliarmi prima dell'alba ad aprile (dolce dormire) è fuori discussione! – bensì i miei "facciamici" Massimiliano e Anna, rispettivamente, conosciuti in due momenti diversi della mia "carriera" di fotografa parecchio dilettante.
Visto che si parla dell'Abruzzo, la colonna sonora ideale per questo post è La ballata di Maja, il nuovo singolo della cantautrice abruzzese Daniela Del Ponte, il cui video può contare ancora una volta sulle eccellenti riprese di Icaro Droni. Si tratta di un inno alla Majella, il secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali dopo il Gran Sasso, che rievoca un'antica e suggestiva leggenda.

"Madre" é l'appellativo con cui gli abruzzesi chiamano la Majella.
"Madre" perché ad essa tutti gli abruzzesi sentono un pò di appartenere potervi trovare conforto e serenità, e ancora "madre" in quanto una leggenda narra di come la ninfa Maja si rifugiò tra i suoi boschi dalla Frigia con il figlio, il gigante Ermes, gravemente ferito in battaglia.
Purtroppo Ermes morì e la madre adagiò il corpo del figlio sul Gran Sasso che divenne così, per gli abruzzesi, "il gigante che dorme".
Maja sconvolta, si lasciò a sua volta morire di dolore e diventò parte di quella montagna che li aveva amorevolmente accolti, prendendo da lei il nome.

lunedì 23 aprile 2018

E molla 'sta poltrona!


Nel corso della puntata de Le Iene andata in onda ieri sera è stato trasmesso un servizio di Filippo Roma che si apre così:
Lo scorso 4 marzo abbiamo eletto i nuovi membri del Parlamento, ma ora a sedere tra i banchi della Camera e quelli del Senato ci sono alcuni che la poltrona ce l'hanno già, e non la vogliono proprio mollare!
Se non bastasse il semplice ragionamento che nessuno può riuscire a ricoprire adeguatamente due incarichi di responsabilità a meno che i relativi impegni non si sovrappongano in maniera significativa, eventualità a dir poco improbabile, c'è il secondo comma dell'articolo 122 della Costituzione a mettere le cose in chiaro:
Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento [...].
Filippo Roma si è posto una domanda retorica – come faranno a sedere su due poltrone contemporaneamente? – e ha riesumato lo specialissimo premio denominato "secondo culo per la seconda poltrona" (una volta tanto, un pizzico di volgarità ci può anche stare), già conferito in passato a figuri come Renato Brunetta e Vincenzo De Luca, provando a consegnarlo ad alcuni parlamentari-ma-non-solo:
  • Matteo Salvini, consigliere comunale a Milano e senatore
  • Roberto Giachetti, consigliere comunale a Roma e deputato
  • Raffaele Nevi, consigliere regionale dell'Umbria e deputato
  • Mara Carfagna, consigliere comunale a Napoli e vicepresidente della Camera
  • Enrico Aimi, consigliere regionale dell'Emilia-Romagna e senatore
  • Wanda Ferro, consigliere regionale della Calabria e deputata
  • Luciano D'Alfonso, presidente della Regione Abruzzo e senatore
  • Giorgia Meloni, consigliera comunale a Roma e deputata
  • Galeazzo Bignami, consigliere regionale dell'Emilia-Romagna e deputato
Senza contare i ruoli ricoperti da costoro nell'ambito dei rispettivi partiti: in particolare Matteo Salvini è segretario della Lega Nord (inutile far finta di niente, cari i miei "conterronei", il Nord nel nome c'è ancora) e Giorgia Meloni presidente di Fratelli d'Italia.
Essendo la sottoscritta tuttora residente in Abruzzo, anche se quest'anno a votare ho dovuto rinunciare ad andarci a causa del maltempo che stava imperversando al Nord, l'atteggiamento di Luciano D'Alfonso – per il quale la palese incompatibilità tra i due incarichi è documentata in questo articolo – mi indispone particolarmente. Alcuni dei politici approcciati da Filippo Roma gli hanno risposto con un certo savoir faire, altri meno... ma a mio parere il più sgradevole, a pari (de)merito con Salvini, è stato proprio D'Alfonso, che trovandosi davanti il plasticoso sedere ha replicato «Io le assicuro che può fare un ottimo uso lei, per la qualità della sua informazione». Riproponendo così la famigerata equazione "mi dai addosso = fai cattiva informazione" tanto cara a chi è in malafede.

domenica 22 aprile 2018

Un aprile bollente

In questi giorni in Italia si stanno registrando temperature nettamente al di sopra della media del periodo. Ne sono entusiasti la maggior parte dei miei contatti social, che detestano il freddo... mentre io, in qualità di fiera sostenitrice del #teaminverno, sono già in crisi, confido nel maltempo che intorno al primo maggio dovrebbe riportare le temperature entro le medie stagionali, e tremo al solo pensiero che condizioni climatiche del genere non siano che il preludio a un'estate più torrida che mai.
Quando arriva il caldo è pressoché automatico alleggerire l'abbigliamento (anche se a questo c'è un limite... mentre ricordo che se fa freddo ci si può vestire a cipolla secondo le necessità!). Finora la sottoscritta non ha fatto altro che passare alle maniche corte nelle ore più calde, mentre prima di poter dismettere i jeans e le scarpe chiuse mi toccherà fare un po' di manutenzione (leggasi epilazione e pedicure). ;-) Altre fanciulle sono già più avanti di me da questo punto di vista... ma ricordo ai cari maschietti che la quantità di centimetri di pelle scoperti non è proporzionale alla disponibilità sessuale! A tal proposito, condivido un'immagine pubblicata nella pagina Facebook Madame Connasse...


... e la relativa traduzione del testo.
Promemoria: viste le temperature annunciate può darsi che vediate per strada donne con abiti, pantaloncini, gonne. Per i signori che non ne fossero ancora al corrente, questi vestiti (o qualunque altro in effetti) non sono un invito a fissarle come dei maiali oppure ad essere ancora più viscidi del solito. Siete pregati di tenere per voi i vostri commenti, sguardi insistenti o fischi vari. Se non riuscite a contenervi davanti a un paio di gambe, fatevi curare. Cordiali saluti.

sabato 21 aprile 2018

Quando l'alunno fa il bullo col prof

Uno degli argomenti più dibattuti in questi giorni è il video che mostra un alunno dell'istituto commerciale Carrara di Lucca mentre maltratta un professore. (Detto per inciso, a me il ragazzo ha dato l'impressione di non essere del tutto in sé, ma mi rifiuto di considerarla una giustificazione)
Alcuni hanno criticato l'insegnante per non aver reagito... ma io sono d'accordo con Mattia Feltri e il professor Guido Saraceni che hanno preso le sue difese. A proposito, lo scorso anno ho fatto domanda di messa a disposizione come supplente nelle scuole della mia provincia, senza essere mai chiamata ad insegnare, ma non posso fare a meno di pensare che se fosse capitato, con l'indole che mi ritrovo, gli studenti avrebbero finito per rigirarmi come un calzino...
Riguardo al medesimo tema, parecchio discussa è stata l'Amaca di ieri, nella quale Michele Serra ha osato affermare che «Non è nei licei classici o scientifici, è negli istituti tecnici e nelle scuole professionali che la situazione è peggiore, e lo è per una ragione antica, per uno scandalo ancora intatto: il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza», osservando inoltre che «vanno al liceo i figli di quelli che avevano fatto il liceo». Il mio primo pensiero è stato che il giornalista non avesse poi tutti i torti, ma a mente fredda trovo maggiormente condivisibile l'opinione di Selvaggia Lucarelli e, di nuovo, del professor Saraceni, il quale chiosa che «per quanto riguarda gli studenti, l’unica cosa direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza è il conto in banca dei genitori. Il resto sono solo farneticazioni tristi di chi ha chiaramente frainteso il concetto di lotta di classe». Prendendo spunto ancora una volta dal mio vissuto personale, finite le medie avrei voluto iscrivermi a ragioneria come buona parte dei miei compagni di classe, ma i miei genitori – papà geometra e mamma casalinga – insistettero affinché mi iscrivessi al liceo, come già aveva fatto mia sorella maggiore. Lei essendo più portata per le materie umanistiche aveva fatto il classico, mentre io che ho sempre preferito le materie scientifiche ho optato, appunto, per lo scientifico. E a tanti anni di distanza sono grata ai miei per avermi persuasa a fare quella scelta: una volta tanto – scherzo, quasi sempre – avevano ragione! :-)

venerdì 20 aprile 2018

Ahò, nun ce prova'!

Quest'oggi condivido un Introvert doodle (scarabocchio per introversi) pubblicato su Facebook, Twitter e Instagram nel quale mi sono rispecchiata abbastanza; si intitola When someone tries to flirt with me (Quando qualcuno prova a flirtare con me). Non che la sottoscritta sia mai stata destinataria di "battute da rimorchio" così goffe... ma se per ipotesi dovesse capitare mi piacerebbe avere la prontezza di spirito di saper rispondere così. In maniera rigorosa, ma con un pizzico di ironia! :-)


In alto a sinistra
– Dove hai preso quegli splendidi occhi azzurri?
– A scuola mi hanno insegnato che è un carattere recessivo, ma dopo ulteriori ricerche ho imparato che sono coinvolti sia il gene OCA2 che quello HERC2...
In alto a destra
– Hai i piedi stanchi? Perché mi sei andata in giro per la testa tutto il giorno.
– Perché, sì, grazie per averlo chiesto. Meno male che mi sono portata le pantofole.
In basso a sinistra
– Tuo papà era un ladro? Perché qualcuno ha rubato le stelle e le ha messe nei tuoi occhi!
– Be', mio papà tutt'al più avrebbe potuto prendere delle bustine di ketchup in più al ristorante per usarle a casa, ma non sono sicura che si possa parlare di furto. Inoltre nessuno può rubare le stelle. Lo sai che sono sfere di plasma assurdamente calde costituite principalmente da idrogeno ed elio, giusto?
In basso a destra
– Fa caldo qui, oppure sei tu? [In inglese hot può significare sia caldo che sexy, attraente, NdC]
– Direi che ci sono circa 70 gradi [Fahrenheit, corrispondenti a 21,1 gradi centigradi, NdC]. Personalmente preferisco una confortevole temperatura di 74° [sempre Fahrenheit, corrispondenti a 23,3 gradi centigradi, NdC], ma è più pratico prendere un maglione anziché alzare il termostato. Hai pensato di vestirti a cipolla?
P.S.: Introvert Doodles è anche un libro illustrato che mi incuriosisce assai... :-)

giovedì 19 aprile 2018

Cosa pensiamo davvero quando scriviamo e-mail per lavoro

Magari sarà capitato anche a te di scrivere un e-mail di lavoro, o comunque formale, e nel farlo di cercare di nascondere quello che era il tuo vero pensiero dietro un lessico affettato e forbito. In Rete circola un business email glossary (glossario degli e-mail di lavoro – faccio notare che la sottoscritta ha il vezzo di usare e-mail al maschile per denotare il singolo messaggio e al femminile per la posta elettronica in generale) umoristico, ma al tempo stesso almeno in qualche misura veritiero, dove a ciascuna frase che di norma si scrive nei messaggi formali è associata la corrispondente versione "schietta"; l'ho trovato qui, e te lo traduco dall'inglese.
Grazie in anticipo
Vedi di farlo nel momento stesso in cui io premo "Invia"
Grazie per il suo interesse
Perché hai dovuto parlare di questo
Sarebbe così gentile
C***o, fallo
Saluti
Non ti ho mai incontrato di persona
Distinti saluti
Questa conversazione è finita
Cordialissimi saluti
Vorrei che tu morissi
Felice di esserle di aiuto
Questa è la cosa più facile nella mia casella di posta
Spero che questo le sia di aiuto
Ho fatto tutto quello che sono disposto a fare
Ho fatto un po' di ricerche
L'ho cercato su Google, perché tu sei troppo pigro per farlo
Mi spiace disturbarla
Rispondi al mio e-mail
Mi spiace davvero disturbarla
Rispondi al mio f***uto e-mail
Sono davvero spiacente di essere così seccante, ma
Sono FURIBONDO per il fatto che tu mi stai ignorando
La prego di contattare il mio collega
Questo non è un mio problema
Sto mettendo il mio collega in copia per conoscenza
Questo non è un mio problema e ne sono ben lieto
Controllo e sono di nuovo da lei
Potrei dimenticarmene
Le farò sapere quando sento qualcosa
Mi dimenticherò di farlo
Possiamo aggiornarci tra una settimana?
Spero che tu te ne dimentichi
In merito alla nostra precedente conversazione
Ti ho appena urlato al telefono
Va benissimo chattare proprio adesso
Mi hai appena urlato al telefono
Grazie!
Non sono arrabbiato con te
Grazie!!
Per favore non essere arrabbiato con me
Grazie!!!
Sto piangendo alla mia scrivania
È pregato di informare
Potrebbe essere colpa tua
È gentilmente pregato di informare
È interamente colpa tua
Le dispiace se passo?
Sono già nell'ascensore
Può confermare per me?
Me l'hai detto prima e ho cancellato l'e-mail
Spiacente se non era chiaro
Penso che tu sia un idiota
Mi faccia sapere se ha bisogno di qualcos'altro
Per favore non contattarmi mai più
[Nella versione formale si dà del lei, mentre in quella "schietta" trovo che abbia più senso dare del tu]

mercoledì 18 aprile 2018

Un anno sulla Terra

Quest'oggi ti propongo un video che non esito a definire SPAZIALE! :-) Si tratta di un time-lapse della nostra Terra nell'arco di un anno, immortalata dalla fotocamera EPIC che si trova a bordo del satellite DSCOVR, acronimo (beh, più o meno) di Deep Space Climate Observatory.


Le immagini sono commentate dalla voce di Jay Herman, EPIC Lead Scientist per la missione DSCOVR. Ecco la traduzione di ciò che lui dice.
Il 6 luglio 2015 abbiamo pubblicato questa spettacolare immagine della Terra scattata dalla fotocamera EPIC [acronimo di Earth Polychromatic Imaging Camera, NdC] della NASA.
Adesso abbiamo assemblato oltre 3000 immagini acquisite da EPIC in una sequenza in time-lapse che mostra un anno nella vita del nostro pianeta. EPIC è uno strumento di scienze della Terra a bordo del satellite DSCOVR, lanciato a febbraio 2015. Il satellite rimane sempre fra il Sole e la Terra, a circa un milione di miglia di distanza [all'incirca un milione e seicentomila chilometri, NdC], in uno speciale punto di equilibrio gravitazionale noto come L1. Da questo punto di vista EPIC vede il Sole sorgere a Ovest e tramontare a Est almeno 13 volte al giorno. La foschia visibile ai bordi è dovuta alla dispersione della luce da parte delle molecole nell'atmosfera. La dispersione è anche quel che fa apparire il cielo blu durante il giorno e rosso al tramonto. I colori mostrati sono la migliore stima di ciò che vedrebbe un essere umano situato nella posizione di EPIC. EPIC prende almeno un set di immagini ogni due ore circa. La fotocamera registra ciascun set in 10 lunghezze d'onda differenti. Almeno tre lunghezze d'onda separate – rosso, verde e blu – vengono combinate per produrre questa vista a colori. A marzo la Luna è passata fra la Terra e il Sole, causando un'eclissi solare totale. Durante l'eclissi la Luna ha proiettato la sua ombra su una porzione del pianeta. Se guardiamo il video al rallentatore, possiamo vedere l'ombra della Luna apparire in questo momento.
[Screenshot acquisito al minuto 1:52 del video, NdC]
Sebbene la vista di EPIC sia soltanto una volta ogni due ore, siamo in grado di tener traccia di caratteristiche come il movimento delle nuvole. Circa due terzi della Terra sono ricoperti da nuvole. Le nuvole riflettono la luce del Sole, contribuendo a mantenere fresco il pianeta. Esse intrappolano anche il calore che sale dalla superficie, mantenendo caldo il pianeta. I cambiamenti nella copertura nuvolosa influiscono sull'equilibrio termico e sulla temperatura della Terra, e questo è uno dei motivi per cui li studiamo. Le prime immagini dell'intero lato della Terra illuminato dal Sole fornite da EPIC saranno utilizzate per studiare le variazioni giornaliere delle caratteristiche sull'intero globo, aiutandoci a comprendere e proteggere meglio il nostro pianeta.

martedì 17 aprile 2018

Miti da sfatare in materia di salute

L'attore e attivista George Takei, noto per il ruolo del timoniere Hikaru Sulu nella serie televisiva Star Trek, ha pubblicato sulla sua seguitissima pagina Facebook un nuovo episodio della serie George Takei Presents: Fitness and Health Myths That Have Been Debunked (Leggende sulla forma fisica e sulla salute che sono state confutate).


Riporto qui di seguito la traduzione, opportunamente corredata da alcuni link.
  1. Più sudi, più bruci. La quantità di sudore durante un allenamento può mostrare quanto esso fosse intenso, ma non significa necessariamente che hai bruciato più calorie del solito. Il sudore stesso è solo la reazione del tuo corpo al calore, che potrebbe provenire da una palestra surriscaldata, dal tempo atmosferico oppure dalla tua fisiologia personale.
  2. Il miele è un'alternativa più salutare allo zucchero lavorato. Lo zucchero nei prodotti naturali come la frutta e il miele è lo stesso zucchero contenuto nei prodotti sintetici come le caramelle. «Gli scienziati rimarrebbero sorpresi nel sentir parlare della "chiara superiorità" del miele, dal momento che esiste un consenso quasi unanime sul fatto che l'effetto biologico dello sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio sia sostanzialmente lo stesso rispetto al miele» (Alan Levinovitz, professore della James Madison University, tramite Business Insider). Il vero problema risiede nella quantità di zucchero per porzione usata in prodotti come le caramelle, e la maggior quantità di calorie dallo zucchero è una differenza alla quale dovresti assolutamente prestare attenzione.
  3. Una "pulizia col succo" può disintossicare il tuo corpo. È compito del fegato, dei reni e dell'intestino rimuovere le sostanze chimiche dannose dal tuo corpo. Il succo non offre nulla che possa aiutare tale processo. In effetti i succhi di frutta sono ricchi di zucchero, proprio come le bibite gassate, e il processo di spremitura rimuove le fibre che aiutano il sistema digestivo.
  4. Il glutammato monosodico nel cibo cinese ti farà star male. Questa leggenda è nata nel 1968, con una lettera al New England Journal of Medicine che incolpava il glutammato monosodico di numerosi sintomi, tra cui intorpidimento e debolezza generale. Il medico che ha scritto la lettera ha coniato l'espressione "sindrome del ristorante cinese". Ma attualmente non ci sono ricerche che supportino questo. Secondo l'American Chemical Society, «Il glutammato monosodico può influire temporaneamente su poche persone selezionate se consumato in grandi quantità a stomaco vuoto, ma è perfettamente sicuro per la stragrande maggioranza delle persone» (American Chemical Society, tramite Business Insider).
  5. La crosta del pane è ricca di vitamine. Questa leggenda ha solo un fondo di verità. Uno studio tedesco ha scoperto che il processo di cottura produce nel pane un tipo di antiossidante anti-cancro che è 8 volte più presente nella crosta. Tuttavia il pane integrale, con o senza crosta, è ancora la scelta migliore con il suo più elevato valore nutrizionale complessivo.
  6. Far scrocchiare le nocche porterà all'artrite. Per fortuna questo non è vero. Secondo uno studio del Journal of the American Board of Family Medicine, non c'è alcuna correlazione fra lo scrocchiare le nocche e l'artrite. I ricercatori hanno anche sottolineato che, in studi precedenti, i soggetti che abitualmente scrocchiavano le loro articolazioni mostravano meno casi di artrite rispetto a quelli che non lo facevano. Ma non c'erano prove sufficienti per affermare che lo scrocchiare le nocche aiuti necessariamente a prevenire l'artrite.
  7. Andare all'aperto con i capelli bagnati potrebbe far venire il raffreddore. In poche parole, non ci sono prove a sostegno di questo. Uno studio ha esposto dei soggetti al virus del raffreddore sia in ambienti caldi che freddi, e non c'è stata differenza nella quantità di persone che hanno contratto il virus. Ma perché in inverno prendiamo il raffreddore più spesso che nelle stagioni più calde? Dal momento che durante la stagione fredda trascorriamo più tempo al chiuso, è più probabile che entriamo in contatto con il virus del raffreddore trasmesso da un'altra persona.

lunedì 16 aprile 2018

L'arte della composizione (non musicale)

Nella mia attività di fotoamatrice ho un tallone d'Achille che è senz'altro l'esposizione  – dovrei proprio decidermi a ripassare una buona volta tutti i segreti dell'apertura del diaframma, del tempo di esposizione e della sensibilità, e soprattutto a metterli in pratica – mentre costruire una composizione decente mi viene relativamente più naturale. Però c'è sempre da imparare! :-) L'ultimo video pubblicato da COOPH, 8 tips for framing and composing in the city (8 consigli per inquadrare e comporre in città), realizzato a Monaco di Baviera in collaborazione con il fotografo Niklas Nischke "armato" della nuova Olympus OM-D E-M10 Mark III, dà alcune dritte per quando si fanno foto in città.


Ed ecco, per tua (e mia) comodità, la traduzione corredata di alcuni screenshot esplicativi.
1. Paesaggi. Componi con la regola dei terzi. Posiziona gli elementi chiave sulle verticali. I profili degli edifici vanno sui punti orizzontali per composizioni belle a vedersi.
2. Fotografa le ombre. Scatta controluce per delineare il contorno del tuo soggetto. Trova la struttura nelle ombre. Le persone costituiscono dei buoni punti di riferimento.
3. Schemi stereotipati. Trova forme regolari e ripetute per composizioni astratte ma ordinate.
4. Schemi irregolari. Cerca forme imprevedibili e scatta da vicino. Trova strutture insolite con linee irregolari e divisorie.
5. Usa lo spazio negativo. Cerca un edificio minimalista e posizionalo su un lato dell'inquadratura. Crea uno spazio negativo con il cielo. Questo aggiunge struttura alle composizioni e può isolare un soggetto.
6. Linee guida. Scatta lungo le linee per focalizzare l'attenzione su un soggetto. Cerca anche linee convergenti per guidare l'osservatore verso un certo punto.
7. Fondali urbani. Trova edifici semplici e incolori per far risaltare il tuo soggetto.
8. Cornici in primo piano. Scatta attraverso gli archi per contenere un soggetto o un oggetto, oppure scatta verso l'esterno da una galleria per inquadrare un soggetto in avvicinamento.

domenica 15 aprile 2018

Non si è mai troppo grandi per giocare

Di recente mi sono imbattuta nella frase qui accanto, pubblicata nella pagina Facebook I like Snoopy, che trovo assolutamente condivisibile. Mi è venuto naturale metterla in relazione con un video che avevo nei Segnalibri da tempo, e che solo pochi giorni fa mi sono finalmente decisa a guardare (è in spagnolo coi sottotitoli).
Il video è stato pubblicato da Arti Creativo ad agosto 2015, e mostra cinque adulti posti di fronte alla "prima macchina che ti connette con il tuo bambino interiore" e invitati a rispondere alle dieci domande seguenti:
  1. Quanti anni hai?
  2. Quante ore dedichi al lavoro ogni giorno?
  3. Da bambino eri introverso o estroverso?
  4. Da quanto tempo non ridi di qualcosa di sciocco?
  5. Qual era il tuo nascondiglio preferito da bambino?
  6. Ti piaceva saltare sul letto?
  7. Quando i tuoi genitori tornavano dal lavoro, per quanto tempo giocavano con te?
  8. Ricordi qualche "superpotere" dei tuoi genitori?
  9. Ti piaceva fare scherzi?
  10. Come ti chiamavano quando eri bambino?
Dopodiché ciascuno dei cinque adulti si trova davanti il proprio bambino interiore... e ti invito a guardare il video per goderti il momento!
Il video è stato realizzato per ricordare ai "grandi" che...
Con il passare degli anni, noi adulti perdiamo la connessione con il nostro bambino interiore. Le responsabilità ci bloccano in un vestito da adulti. Di conseguenza, dimentichiamo la capacità di giocare.
Non hai bisogno di una macchina per connetterti con il tuo bambino interiore. Gioca con tuo figlio. Non imporre gerarchie. Siediti alla stessa altezza di tuo figlio. Quando giochi, non dare ordini. Gioca e basta. Se ti sporca, non lamentarti. Sporcalo a tua volta. Un bambino felice è più aperto a imparare. Connettiti con tuo figlio, connettiti con il tuo bambino interiore. Gioca.

sabato 14 aprile 2018

La quinoa, un cibo da provare

Di recente il chimico Dario Bressanini, titolare del blog Scienza in cucina ospitato dal sito di Le Scienze, ha dedicato un post a un alimento di gran moda: la quinoa (si pronuncia chìnua). Copincollando da Wikipedia, «La quinoa [...] è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola. I semi di questa pianta, sottoposti a macinazione, forniscono una farina contenente prevalentemente amido, il che consente a questa pianta di essere classificata merceologicamente a pieno titolo come cereale nonostante non appartenga alla famiglia botanica delle graminacee (Poaceae). Si distingue da altri pseudocereali per l'alto contenuto proteico e per la totale assenza di glutine». A differenza di altri cibi "di tendenza", la quinoa ha davvero un buon valore nutrizionale, a tal punto che l'ONU ha dichiarato il 2013 "anno internazionale della quinoa". Bressanini osserva che a ben vedere il contenuto proteico della quinoa non è particolarmente elevato; a differenza di altri vegetali, la quinoa contiene però tutti gli amminoacidi essenziali, ovvero quelli che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare, dovendo pertanto necessariamente assumerli col cibo per poter costruire le proteine di cui ha bisogno.
La quinoa presenta anche altri pro, non senza qualche contro: ti rimando al post del nostro amichevole chimico di quartiere – è così che ama autodefinirsi – per tutti i dettagli. Per quanto mi riguarda mi limiterò a segnalare due primi piatti a base di quinoa che ho trovato in commercio e ho assaggiato personalmente: bulgur e quinoa della linea Salvaminuti 90 secondi prodotta da Pedon...


... e quinoa alla mediterranea di F.I.R.M.A. Italia, non altrettanto veloce da preparare ma forse più gustosa.


[In entrambi i casi, come spesso accade, c'era scritto "due porzioni"... e invece bastava sì e no per me sola! Vabbè che a pranzo di solito mangio solo il primo e la frutta]

venerdì 13 aprile 2018

Intrattenimento coi fiocchi

Lo desideravo da tempo... e ieri sera, presso il Cineteatro S. Luigi di Concorezzo, sono finalmente riuscita ad assistere dal vivo a uno spettacolo dei fenomenali Oblivion! (Le prossime date sono elencate qui)
Prima dell'inizio il pubblico è stato invitato a scrivere su dei foglietti i nomi dei cantanti preferiti, e durante il divertentissimo show i cinque artisti hanno estratto a sorte alcuni di quei foglietti e si sono impegnati – beh, in qualche caso hanno preferito glissare ;-) – ad interpretare a modo loro un brano dei cantanti sorteggiati, da cui il titolo: The Human Jukebox. Ma affermare che lo spettacolo si limitava a questo sarebbe riduttivo.
Alcune delle esibizioni andate in scena – ad esempio questa, questa, questa e quest'altra – le avevo già viste sul loro canale YouTube, ma altre mi risultavano del tutto nuove. Qualche esempio?
  • Le canzoni vincitrici delle sessantotto edizioni del Festival di Sanremo condensate in soli cinque minuti ed eseguite a cappella in stile "Neri per Caso".
  • Una rassegna altrettanto sintetica della storia del rock, dove hanno trovato spazio pure i miei adorati Muse!
  • Una parodia di Domani 21/04.2009, ribattezzata Tsunami, per prendere amabilmente in giro i cantanti che si riuniscono a scopi benefici in seguito a una calamità naturale.
  • Una rivisitazione gospel di Luca era gay di Povia, sulle note di Oh Happy Day.
Il quintetto – formato in rigoroso ordine alfabetico da Graziana Borciani, Davide Calabrese (che proprio ieri compiva quarant'anni... auguri!), Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli – ha improvvisato con rara maestria, tentando anche di coinvolgere il pubblico in sala. In più di un'ora e mezza di spettacolo ho udito soltanto una stecca, ma non ci stava affatto male: è la prova che questi sono davvero (jukebox) umani, ho pensato! ;-)

giovedì 12 aprile 2018

Condividi con la testa!

Quest'oggi ti propongo un decalogo della consapevolezza digitale «scritto e pensato dai bambini per i bambini», per la precisione gli studenti delle classi terze della Scuola Media "Cocchi-Aosta" di Todi. Esso fa parte della guida all'educazione digitale inclusa nel libro #gnomeide. Salvate le mamme e i papà, i cui proventi sono stati destinati dagli autori Gilberto Santucci e Sonia Montegiove all'Associazione Italiana per la Lotta al Retinoblastoma (AILR). Ne ha parlato Luigina Foggetti su Girl Geek Life, della cui redazione Sonia Montegiove è una colonna portante.


[clicca per ingrandire]
Ed ecco la trascrizione dei dieci "comandamenti".
  1. Ciò che condividi rimarrà visibile per sempre. Sai che quello che posti resterà per sempre? Sai che potranno vederlo i tuoi figli, i tuoi nipoti, il tuo datore di lavoro, potenzialmente tutti? Può danneggiarti o ti crea imbarazzo?
  2. Ciò che condividi ha conseguenze. Positive e negative. Quale effetto avrà ciò che stai postando? Sei sicuro di quello che affermi? È vero? È utile ad altri? Farà star male qualcuno o te stesso?
  3. Ciò che condividi deve essere vero. Sei sicuro che ciò che condividi sia vero? Sei certo della fonte della notizia che condividerai? Hai fatto delle verifiche? Sei sicuro di voler scrivere una cosa non vera su una persona? Hai valutato le conseguenze?
  4. Ciò che condividi deve essere utile. Stai condividendo una cosa di valore per gli altri? Ciò che stai condividendo può aiutare qualcuno a conoscere qualcosa di nuovo o di interessante? Sarà utile alla crescita della tua Io SpA? Ti aiuterà a costruire una rete di contatti basata sugli interessi?
  5. Ciò che condividi ti rappresenta. Stai condividendo post, commenti, video e foto che danno una idea corretta di te? Oppure ciò che condividi può dare un'idea sbagliata su come sei? Le persone potrebbero vederti in modo diverso da quello che realmente sei?
  6. Ciò che condividi ti profila. Sai che fine faranno i dati che stai cedendo? Sai per quali scopi saranno utilizzati e da chi? Sai che ciò che condividi può essere usato per disegnare un profilo di te e delle tue abitudini? Ti sei chiesto se valga la pena fornire i tuoi dati come pagamento per il servizio che vuoi usare?
  7. Ciò che condividi ti potrebbe far correre dei rischi. Sei sicuro di voler condividere informazioni personali? Qualcuno, oggi o in futuro, potrebbe utilizzare questo contenuto per danneggiarti o farti del male?
  8. Ciò che condividi può fare molto male. Con ciò che condividi stai offendendo qualcuno? Stai minacciando? Stai disturbando? Come ti sentiresti al posto della persona della quale stai parlando? Sei certo di voler condividere qualcosa che fa male?
  9. Ciò che condividi può fare molto bene. Con ciò che condividi farai felice qualcuno? Rispondendo in modo gentile ed educato ti distinguerai in meglio dagli altri? Stai contribuendo alla discussione in maniera tale da creare accordo invece che stimolando disaccordo o addirittura odio?
  10. Ciò che condividi deve essere sensato ma soprattutto pensato. Sicuro di voler postare? Sicuro di voler commentare? Sicuro di voler partecipare alla discussione? Sicuro di dover rispondere? Pensaci prima di postare.
Sarà anche "roba da bambini", ma io trovo che potrebbero e dovrebbero farne tesoro pure tanti più "grandi". Di particolare attualità il punto 6, in un momento nel quale mai e poi mai vorrei trovarmi nei panni del fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, costretto a render conto del caso Cambridge Analytica...
In effetti, le informazioni che più o meno consapevolmente comunichiamo riguardo alle cose che facciamo possono avere ripercussioni inaspettate; ne ha parlato Paolo Attivissimo spiegando il concetto di metadati, e citando un articolo dell'Electronic Frontier Foundation.
  • Loro sanno che hai chiamato una linea erotica alle 2:24 del mattino e hai parlato per 18 minuti. Ma non sanno di cosa hai parlato.
  • Loro sanno che hai chiamato il numero per la prevenzione dei suicidi mentre eri su un ponte. Ma l’argomento della conversazione resta segreto.
  • Loro sanno che hai parlato con un servizio che fa test per l’HIV, poi con il tuo medico e poi con il gestore della tua assicurazione sanitaria. Ma non sanno di cosa avete discusso.
  • Loro sanno che hai chiamato un ginecologo, gli hai parlato per mezz’ora, e poi hai chiamato il consultorio locale. Ma nessuno sa di cosa avete parlato.
Roba che ti vien voglia di ritirarti a vivere in un eremo senza alcun tipo di connessione con la cosiddetta civiltà...