giovedì 1 marzo 2018

Il futuro del Paese


A meno che tu non viva dentro una bolla che ti isola dal mondo esterno – ma allora come si spiega che stia leggendo questo post?! – sei senz'altro al corrente del fatto che domenica prossima si andrà alle urne per eleggere Camera e Senato (oltre ai Consigli Regionali di Lazio e Lombardia). Al momento non so ancora se riuscirò ad esercitare il mio diritto/dovere di voto: pur abitando in Brianza da quasi un anno e mezzo, infatti, ho ancora la residenza a Pescara, e dalla notte scorsa le centinaia di chilometri di strada che mi separano dalla mia sezione elettorale sono in buona parte flagellate dal maltempo. Sinceramente, a differenza di Andrea – del quale comprendo le motivazioni per cui si asterrà, pur non condividendole – io a votare ci voglio andare, ma c'è un limite ai disagi che sono disposta ad affrontare per poterlo fare!
Claudio, che sarà impegnato come presidente di seggio, non volendo rogne ha pubblicato due post con alcune informazioni tecniche per evitare discussioni e fraintendimenti. Ad esempio, sapevi già la novità che questa volta non potrai essere tu ad infilare la scheda nell'urna, ma dovrai lasciarlo fare al presidente di seggio (o a chi per lui) previa verifica e rimozione del cosiddetto tagliando antifrode? Inoltre eri a conoscenza – questa no, non è una novità – che è vietato portarsi il cellulare in cabina? E mi raccomando, non sovrapporre le schede al momento di esprimere le tue preferenze! Infine, per le politiche NON vale il voto disgiunto: se metti il segno su un partito, e poi su un candidato uninominale non collegato, la scheda è nulla. L'immagine qui sotto, trovata su Facebook, ha il solo scopo di prendersi gioco di taluni boccaloni! ;-)


Riguardo all'atteggiamento con cui affrontare il voto, questo post di Gianni Riotta mi è sembrato un'autentica iniezione di buonsenso.
Non votare contro qualcuno, votare per qualcuno. Non votare contro qualcosa, votare per qualcosa. Non votare per nostalgia di un passato che ci appare, ma non era affatto, migliore. Votare perché il futuro possa magari essere, senza illusioni, un po' migliore. Non votare scommettendo sui nostri peggiori istinti. Votare sperando sulle nostre migliori qualità. Non votare per dividere, ma, possibilmente, per conciliare. Non votare con la presunzione che solo noi, o la nostra parte, siamo depositari di onestà e virtù mentre gli altri son tutti ladri ignoranti e furbi. Non votare rosi da rabbia, rancore e invidia. Andare alle urne sereni, con la determinazione che tante cose devono cambiare in Italia ma che nessuno, da solo, ha la chiave magica o la soluzione. Domenica prossima lasciare a casa arroganza, slogan con la bava alla bocca, grinte machiste e panacee che risolvon tutto a tavolino e nulla in realtà. Farsi una massiccia dose di realismo, pragmatismo, senso dei fatti e della Storia. Provare a ricordarsi che il rancore di chi ha sempre ragione, da Mussolini, al Fronte Uomo Qualunque, agli anni del terrorismo e di Andreotti ha seminato in Italia lacrime, sangue, desolazione. Senza paura accettare che l'Italia è un paese contraddittorio, ricco e povero, arretrato e digitale, denso di racket e fiero di protagonisti della legge e dell'ordine, colto e ignorante, con la testa nel futuro e i sensi di colpa del passato. Con aziende leader nel mondo e uffici dove entrano solo i parenti e gli amici degli addetti ai lavori. Votate sperando, ma senza illudervi. Votate con passione e ragione, umili nel sapere di non essere i soli a farlo. Votate per battere i demagoghi, i clown di sempre. Votate disposti a ragionare, moderare i toni, con la pazienza di chi sa, perché ha studiato ed ha testa e cuore, che verità e ragione sempre si fanno strada nella Storia, ma Dio con quanta fatica, lentezza, tenacia e disciplina. Votate per il bene concreto contro l'utopia farlocca. Votate certi che in democrazia il confronto delle idee migliora un paese, non lo ottunde. Votate per un'Italia come la sognava il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio, un paese magari piccino ma serio. Grazie.
Inoltre ho molto apprezzato questo articolo di Francesco Cundari per Rivista Studio, dal quale estrapolo quelli che a mio avviso sono i passaggi salienti.
Per quanto la cosa a molti di voi possa apparire addirittura incredibile, è tempo che qualcuno ve lo dica: quando discutete del voto, vale a dire dell’atto con cui la comunità nazionale decide l’indirizzo da dare al governo del paese, sarebbe ragionevole che adoperaste un lessico diverso da quello che utilizzate quando parlate della scelta di un dopobarba. Quale leader, quale ministro, quale forza politica produca al vostro animo piuttosto che al vostro fisico qualsivoglia genere di irritazione, profondo rodimento o leggero prurito, semplicemente non è e non dovrebbe essere oggetto del dibattito. Oggetto del dibattito dovrebbero essere solo ed esclusivamente le conseguenze concrete, per la collettività, del prevalere dell’uno o dell’altro schieramento.
[...] ciò di cui dovreste almeno fingere di avere una seppur minima cognizione è che nel momento in cui decidete di andare o non andare a votare, o di votare per questo o per quel partito, qualunque cosa decidiate di fare, che vi piaccia o no, vi state assumendo una responsabilità.
[...] l’unico modo razionale di affrontare la responsabilità del voto è valutare che cosa hanno fatto negli ultimi cinque anni di legislatura le forze politiche che hanno guidato il Paese sulle questioni fondamentali, e che cosa su ciascuna di tali questioni hanno fatto, detto o promesso le forze politiche di opposizione.
[...] Personalmente, non condivido affatto la retorica sul voto come dovere civico (lo so che lo dice la Costituzione, embè? Non la condivido lo stesso: che vogliamo fare? Mi volete arrestare?). E non la condivido perché penso che il dovere di ognuno sia di interessarsi e partecipare, possibilmente, tutti i santi giorni. Se poi il giorno delle elezioni, ciononostante, vi sentite egualmente lontani da tutti i partiti in campo, non si vede perché dovreste andare a votare. Nessuno è morto sulle montagne per il vostro diritto di fare una passeggiata fino al seggio e tornare indietro, e certo non onorerete quel sacrificio mettendo una croce a casaccio a seconda di come vi siete svegliati quella mattina, o scrivendo oscenità sulla scheda elettorale, ma facendo semmai un piccolo sforzo per prendere la cosa almeno un poco sul serio.
[...] Penso però che l’assurdo dibattito di questa campagna elettorale, e il bruttissimo miscuglio di violenza e rappresaglie che sta alimentando, rappresenti una ragione di più per cominciare a preoccuparsi un po’ del futuro di questo Paese, e prendersi qualche responsabilità.
C'è stato uno scambio di vedute tra Francesco Costa, giornalista de Il Post, e il suo direttore Luca Sofri: dapprima l'analisi di Costa – secondo il quale, in estrema sintesi, votare PD è l'unica alternativa sensata – poi la replica di Sofri – il quale in fin dei conti riconosce che il Partito Democratico è «il più presentabile partito che c’è, quello di maggiore qualità politica e umana, indiscutibilmente» – e infine la controreplica di Costa (nella discussione sono intervenuti Marta Fana e Giacomo Gabbuti di minima&moralia opponendosi con forza alla logica del "meno peggio").
Chi considera le posizioni dei vari partiti riguardo alla scienza rilevanti o addirittura determinanti per decidere chi votare apprezzerà l'iniziativa di Dibattito Scienza, che ha posto dieci domande su scienza e ricerca alle liste partecipanti alle elezioni. Hanno risposto +Europa con Emma Bonino, 10 volte meglio, Movimento 5 Stelle, Partito Comunista, PRI-ALA e poi, con qualche giorno di ritardo rispetto alla scadenza fissata del 16 febbraio, anche PD, Liberi e Uguali e Potere al Popolo!.
Per finire, l'angolo del buonumore.
  • Toh, pure dall'estero ci prendono in giro: se hai venti minuti di tempo e capisci l'inglese, guardati questo video (sottotitolato in inglese) nel quale il comico britannico John Oliver presenta in maniera spassosa l'appuntamento elettorale italiano.
  • Sulle note di 4/3/1943 di Lucio Dalla, il comico romano Dado delinea un impietoso ritratto di Berlusconi, Renzi e Di Maio (Salvini? Non pervenuto), concludendo con un misterioso anagramma: CANDIDATURA ELEVAVA PILONE. La soluzione, per gli enigmisti non troppo abili, è alla fine del video... ;-)
  • I 4 Santi si sono candidati – per finta, ovviamente – e ci chiedono il voto sulle note di Una vita in vacanza de Lo Stato Sociale. Oh, ma sai che, quasi quasi... ;-)
  • Ecco uno spezzone di un vecchio film nel quale il mitico ragionier Fantozzi, nel tentativo di ascoltare le varie campane dell'agone politico, va nel pallone più completo e comincia a soffrire di allucinazioni.
  • Vittorio Bertola ha preparato un elenco in chiave satirica dei pro e dei contro di ciascun partito.
    [L'immagine che apre il post è tratta dalla simpatica campagna di real time marketing di lastminute.com Italia]

    2 commenti:

    1. Sai che in questa ore sto maturando l'idea che forse a votare ci andrò? Ho sentito in questi giorni cose che mi stanno facendo cambiare idea. Lunatico? Volubile? Può darsi, e in questo rispecchio perfettamente la classe politica :)

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      1. Per carità, è del tutto lecito ripensarci fino all'ultimo: è anche per questo che la campagna elettorale si protrae fino a due giorni prima delle elezioni. Trovo solo un tantino curioso che il politico il cui intervento di ieri sera ti ha così sfavorevolmente colpito da indurti a cambiare idea sia lo stesso che ha affermato di puntare a convincere in extremis gli indecisi... ;-)

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