mercoledì 18 ottobre 2017

Si può ridere di ogni cosa?

Seguo e apprezzo da tempo il vignettista Mario Natangelo... ma la sua vignetta pubblicata ieri su Il Fatto Quotidiano mi ha lasciata a dir poco interdetta: eccola qui sotto.


L'autore ha risposto alle polemiche prendendo a prestito le parole del comico britannico Ricky Gervais e riportandole nel post seguente.
Parlando di battute sullo stupro, una ricapitolazione:
"Le persone stupide trattano le battute sulle cose brutte con lo stesso timore e disgusto con cui le persone intelligenti trattano le effettive cose brutte. E le due cose non sono collegate. L'umorismo serve proprio a questo. Per farci superare le cose brutte. E' esattamente così che si è evoluto l'umorismo, per farci superare le cose di merda. Se non puoi fare battute sulle cose di merda, non c'è alcun motivo di farle sulle cose belle, perché sono cose felici, fanno già star bene: non ne abbiamo bisogno! E' come se la risata fosse questo farmaco che cura le cose di merda e mi offrissero un farmaco che cura le cose belle. Quello non lo voglio. Mi piacciono le cose belle. Voglio qualcosa che curi le cose di merda. Beh, la risata è la migliore medicina.
C'è un vero e proprio egocentrismo in tutto ciò, e presunzione, nel credere che ciò io ritengo sia appropriato lo sia, e ciò che tu pensi sia appropriato invece no. E sta a me deciderlo. Non gli piace che un comico abbia questa enorme libertà di parola e che la eserciti così bene.
Non possono sopportarlo".
Sarà, ma come autodifesa non mi ha affatto convinta... forse perché quella vignetta NON mi ha fatto per niente ridere, anzi.
[Magari avrai notato che non ho ancora scritto alcunché sulle molestie sessuali inflitte dal potente produttore di Hollywood Harvey Weinstein a numerose attrici, inclusa la nostra Asia Argento. Non l'ho fatto perché ho notato che chi esprimeva sui social un punto di vista affine al mio rischiava il linciaggio virtuale. Il mio pensiero in breve, al netto di svariate considerazioni secondarie, è: fermo restando che Weinstein è un lurido porco – chiamarlo "sporcaccione", come qualcuno ha fatto, è decisamente riduttivo – e che Asia Argento, come tutte le altre donne molestate, ricopre senza dubbio il ruolo di vittima... confesso che non me la sento di solidarizzare fino in fondo con una che dichiara «Perché non ho denunciato prima? Tenevo troppo alla mia carriera». Sono altre le situazioni che suscitano in me un'empatia senza riserve, diciamo]

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