martedì 10 ottobre 2017

Regioni speciali

Il 22 ottobre prossimo i cittadini di Lombardia e Veneto saranno chiamati a votare per il referendum sull'autonomia. Da queste parti è un tema piuttosto sentito, specie da parte di chi appartiene o semplicemente simpatizza per un certo partito politico... a tal punto che, come riferisce oggi Massimo Gramellini, il titolare di un'agenzia di viaggi e persino quello di un'agenzia di... ultimi viaggi – insomma, un'impresa funebre – che hanno entrambi un ruolo direttivo nel gruppo Indipendenza noi Veneto-Grande Nord, hanno promesso sconti ai clienti che dimostreranno di essersi recati alle urne.
Nei giorni scorsi ho letto due opinioni discordanti riguardo al referendum.
  • Enrico Mentana auspica una vittoria del , affinché possa aprirsi il dibattito sulla differenza, a suo parere non più giustificata, tra regioni ordinarie e regioni a statuto speciale: «condizioni storiche e convenienze politiche portarono la neonata repubblica italiana a concedere statuti speciali a valdostani, sudtirolesi, trentini, friulani, giuliani, sardi e siciliani. Ora tutto questo semplicemente non ha senso, e crea più sperequazioni di quante non ne sani».
  • .mau., dopo aver fatto notare che il quesito referendario veneto è ben più stringato di quello lombardo e che in Lombardia a differenza del Veneto non è richiesto alcun quorum, osserva che non serve affatto che una Regione chieda il parere dei cittadini prima di intraprendere «le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia», come peraltro previsto dal terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione: «Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia [...] possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata». E conclude annunciando la sua intenzione di andare a votare, e di votare no.
E io, come la vedo? Beh, una mia opinione ce l'ho... ma farò a meno di esprimerla visto che ultimamente, quando sui social provo a parlare di politica, finisco per impelagarmi in discussioni un tantino fastidiose. ;-) Quanto al mio voto, il problema non si pone dal momento che abito sì in Lombardia, ma non vi risulto ancora residente. Posso comunque anticipare che un ruolo in questo referendum ce l'avrò pure io, ma preferisco non dire altro per scaramanzia. Magari, se filerà tutto liscio, non mancherò di raccontartelo a cose fatte! :-)

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