martedì 25 luglio 2017

Dillo in italiano... quando è il caso!

Il fumetto satirico Quando c'era LVI di Stefano Antonucci, Daniele Fabbri e Daniele Perrotta, del quale l'anno scorso ho acquistato una copia del primo numero, includeva tra l'altro la rubrica Disimpara l'inglese col DVCE: puoi trovarne le quattro uscite raccolte qui. E già, il fatto che il regime fascista abbia incoraggiato in ogni modo l'autarchia linguistica, ovvero l'utilizzo di termini italiani in luogo di quelli in lingua straniera, è cosa nota: l'altroieri ho letto un post al riguardo pubblicato nella bacheca Facebook di Vera Gheno, gestrice del profilo Twitter dell'Accademia della Crusca (lei preferisce definirsi così, usando un sostantivo raro, piuttosto che social media manager o Twitter manager per una serie di ragioni che ha esposto qui). Vera ha condiviso l'immagine qui sotto, tratta dal sito Cartoline dal Ventennio, che elenca una serie di parole straniere con accanto il termine italiano equivalente, nonché all'epoca preferibile. Se dire albergo al posto di hotel viene abbastanza naturale ancor oggi, noto con sollievo che il verbo fiorellare in luogo di avere un flirt non ha attecchito! ;-)


La sottoscritta si rende conto di usare più termini stranieri, in particolare anglicismi, di quanto dovrebbe (un esempio tipico è l'aggettivo addictive, che a dire il vero è privo di un equivalente esatto in italiano); ecco perché a suo tempo ho sposato con convinzione la campagna #dilloinitaliano. Segnalo che sul sito Achyra è presente una lunghissima lista aggiornata di forestierismi a ciascuno dei quali sono associati i traducenti italiani corrispondenti; su Wired puoi trovare una galleria che ne raccoglie cinquanta. Fermandomi alla sola lettera A, se in certi casi l'impiego di un termine straniero può risultare pressoché irrinunciabile (oggigiorno conto al posto di account può suonare a dir poco bizzarro, oltre a dar luogo a potenziali ambiguità), non vedo la ragione per cui un italiano parlando coi suoi connazionali debba ostinarsi a parlare di assessment in luogo di valutazione, per fare solo un esempio fra i tantissimi possibili.

Nessun commento:

Posta un commento