sabato 17 giugno 2017

Dona sangue. Dona adesso. Dona spesso

La giornata mondiale del donatore di sangue (World Blood Donor Day) è ormai passata – ricorreva tre giorni fa – ma siccome un argomento del genere è sempre attuale, non è mai fuori luogo scriverci un post! Lo sapevi che ogni due secondi una persona ha bisogno di sangue? Per questo chi non ha controindicazioni in tal senso dovrebbe prendere in seria considerazione la possibilità di diventare donatore, ammesso che non lo sia già. Potresti salvare la vita di un'altra persona, te ne rendi conto?!
Questo video pubblicato nella pagina Facebook Now I've Seen Everything mostra chi può donare il sangue a chi, a seconda del gruppo sanguigno del donatore e del ricevente. Ero convinta che il donatore universale fosse il mio gruppo sanguigno, 0 Rh+... ma ho scoperto che mi sbagliavo.


Dal video si può estrapolare la logica seguente.
Cominciamo dal fondamentale fattore Rh.
  • I donatori con fattore Rh positivo possono donare solo a persone con fattore Rh positivo.
  • I donatori con fattore Rh negativo possono donare sia a persone con fattore Rh negativo sia a persone con fattore Rh positivo.
Per quanto riguarda il gruppo sanguigno propriamente detto...
  • I donatori del gruppo A possono donare a persone il cui gruppo sanguigno contiene la lettera A (A e AB, insomma).
  • I donatori del gruppo B possono donare a persone il cui gruppo sanguigno contiene la lettera B (B e AB, insomma).
  • I donatori del gruppo 0 possono donare a tutti a prescindere dal gruppo sanguigno.
  • I donatori del gruppo AB possono donare solo a persone del gruppo AB.
Insomma, chi ha gruppo sanguigno 0 Rh- è donatore universale ma può ricevere sangue solo da altri donatori 0 Rh-... e questo può essere un problema, perché si tratta di un gruppo sanguigno piuttosto raro, ahimè. In realtà, come spiega Wikipedia...
È convinzione diffusa che il gruppo 0 Rh- "possa essere donato a tutti", ma non è sempre così poiché - in caso di pazienti politrasfusi - bisogna tener conto di molti altri sistemi di antigeni (Lewis, MNSs, P, I, Duffy ed altri) che sono potenzialmente presenti nel sangue del donatore e verso i quali il ricevente potrebbe aver sviluppato anticorpi, a causa di trasfusioni precedenti.
Invece le persone del gruppo AB+ sono riceventi universali, cioè possono ricevere sangue da chiunque.
[Se qualcuno dovesse accorgersi che ho scritto inesattezze o peggio castronerie, è pregato di comunicarmelo, e provvederò a correggere quanto prima]
L'altro giorno ho letto la notizia del ricovero nell'ospedale di Pescara di una paziente africana che necessitava di una trasfusione a causa di un'anemia post parto; la particolarità è che la donna è portatrice di un gruppo sanguigno con caratteristiche rarissime, inesistenti nella popolazione caucasica e presenti in meno dell'1% di quella nera. Alcuni hanno interpretato tutto ciò come "la scoperta di un nuovo gruppo sanguigno", ma come stiano veramente le cose l'ha spiegato un mio "facciamico" studente di Medicina. Purtroppo il suo post non è pubblico, perciò non posso linkarlo ma devo limitarmi a copincollarlo, confidando che lui non se la prenderà a male! :-)
Una breve spiegazione. No, non esiste un nuovo gruppo sanguigno. Quando si parla di "gruppo sanguigno" si intende il sistema di antigeni AB0 dei nostri globuli rossi, e ovviamente il sangue, rispetto a questo sistema di antigeni, può essere solo A, B, AB o 0. Quindi il gruppo sanguigno U non esiste. Ma i nostri globuli rossi, sulla loro superficie, hanno anche altri antigeni. Il più famoso tra gli altri antigeni dei nostri globuli rossi è il fattore Rh, un antigene che può esserci o no sulla superficie, da cui l'Rh+ o Rh-. Beh, l'U è un antigene come l'Rh ed è usualmente non usato appunto perché il 99,9% di noi ce l'ha, per cui abbiamo gli anticorpi U nel nostro sangue e non ci succede nulla. Purtroppo, come la sfortunata paziente di Pescara, c'è uno 0,1% della popolazione, soprattutto africana, che è U- quindi non ha l'antigene U, per cui, se gli viene trasfuso del sangue "normale" che contiene l'antigene U sulla superficie dei globuli rossi, la paziente non avendolo mai incontrato, attacca il sangue trasfuso producendo una reazione alla trasfusione, spesso molto pericolosa.

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