sabato 31 dicembre 2016

Bye bye 2016!

Fine anno, tempo di bilanci e di (buoni) propositi per l'anno nuovo. Cominciamo dai primi...
Nel 2016 sono morti un sacco di personaggi famosi e molto amati; ‏@christhebarker ha provato a radunarli tutti – o perlomeno una buona parte – nel fotomontaggio qua sotto, ispirato alla copertina dell'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles e aggiornato alla morte dell'attrice Debbie Reynolds, scomparsa ventiquattr'ore dopo la figlia Carrie Fisher.


Un editor di necrologi della BBC ha verificato che in effetti quest'anno il numero di "coccodrilli" utilizzati è sicuramente aumentato rispetto al passato. Altro che Donald Trump... come Persona dell'Anno da mettere in copertina il settimanale TIME avrebbe dovuto scegliere il Tristo Mietitore!


Ma com'è stato possibile un simile annus horribilis? C'entrerà mica il numero della bestia 666?


Suvvia, quelli di Legendary Facts scherzavano (almeno spero)... In realtà esiste una spiegazione razionale e del tutto plausibile al fatto – per nulla anomalo – che nell'anno che sta per concludersi siano morte così tante star:
Punto primo: oggi le star sono più numerose. Fino agli Anni Sessanta erano relegate al cinema e la loro fama non iniziava a 20 anni. Oggi le rockstar hanno carriere lunghe e più ricche. Secondo: i baby boomer sono arrivati ad avere una certa età. La generazione nata tra il 1946 e il 1964, quella con più nascite e dunque più talenti, ha ormai tra i 50 e i 70 anni. E la demografia non si inganna. La fascia di età tra i 65 e 69 anni è quella in cui la mortalità fa un balzo in avanti (10,2 persone ogni 1000, nella fascia 60-64 siamo a 6,4 persone). Infine c’è lo zampino di Internet, moltiplicatore di lutti. Le star muoiono anche oltre i 75 anni, ma di solito sono lontani dalle scene da anni e in pochi si ricordano di loro.
Su Google Blog il 2016 è stato riepilogato da due diversi punti di vista: le parole ricercate più di frequente su Google, e i video più popolari su YouTube.
Lo youtuber Archiduc De Belgrade ha raccolto in questo video le cinquanta hit di maggior successo del 2016. Sarà, ma buona parte non le avevo mai sentite...
Ho una brutta notizia per chi non vede l'ora che finisca questo 2016: durerà ben un secondo in più. ;-) Sulla pagina Chi ha paura del buio? sono spiegate le ragioni scientifiche per cui la notte di Capodanno gli orologi, anziché passare dalle 23:59:59 (GMT) del 31 dicembre alle 00:00:00 dell'1 gennaio, faranno uno scatto in più: vedremo le 23:59:60.
Chissà per quanto tempo continuerò a sbagliare scrivendo 2016 anziché 2017...?! (via 9GAG)


Passando ai buoni propositi per l'anno nuovo, la fumettista Silvia Ziche ha illustrato sia quelli di Paperino...


... sia quelli della sua eroina Lucrezia.


Una costante che caratterizza questo periodo dell'anno sono gli oroscopi. Come di consueto il CICAP ha fatto le pulci alle previsioni degli astrologi per il 2016, evidenziando – ma chi l'avrebbe mai detto?! ;-) – che raramente si sono realizzate, a meno che non fossero molto generiche. Per quanto riguarda il 2017, è sempre valida la tabella pubblicata su SciencePorn...


«Le stelle e i pianeti non influenzeranno la tua vita in alcun modo». Sei tu l'artefice del tuo destino!

venerdì 30 dicembre 2016

United States of Cheaters

Ricordi che poco tempo fa ho condiviso una cartina d'Abruzzo nella quale i nomi geografici erano stati spassosamente tradotti in un inglese a dir poco maccheronico, a cominciare dal nome della regione stessa (Hub Roots)? Ebbene, ho scoperto che è stato fatto qualcosa di analogo per la provincia di Bari. Complimenti al social media editor Gianni L'Abbate per aver realizzato questa simpaticissima mappa! :-) (clicca per ingrandire)


Ti sfido a indovinare tutti i nomi originali delle località... ma se te ne sfugge qualcuno non devi far altro che confrontare la cartina inventata con una autentica, come quella qui sotto, nella quale la provincia di Bari – città il cui nome è stato tradotto alla lettera come Cheaters – appare colorata in verde.

giovedì 29 dicembre 2016

Quando l'amore diventa social

Per i miei post prendo spunto con una certa frequenza dalle immagini pubblicate come Astronomy Picture of the Day... e un paio di volte, la prima a giugno 2015 e la seconda il 13 dicembre scorso, si trattava di scatti realizzati da Sergio Montúfar Codoñer. Dopo l'ultimo post ho iniziato a seguire su Facebook la fanpage dell'astrofotografo argentino e pure il suo profilo personale pubblico... ed è così che ieri sera sulla mia timeline è capitata una lieta novella: Sergio ha condiviso un avvenimento importante, il fidanzamento con la sua Barby, pubblicando una foto della coppia che si staglia sul magnifico sfondo della Via Lattea, con lui nella tipica posa da proposta di matrimonio, accompagnata dalle parole «She said YES!» («Lei ha detto di SÌ!»). Auguri, ragazzi! :-D


Anche se per quanto mi riguarda non credo che me la sentirei di condividere i particolari di un momento tanto intimo e privato sui social, non biasimo lui per aver deciso diversamente, anzi la trovo una cosa così romantica... <3
L'altra faccia dell'amore ai tempi dei social, ovvero la fine di una storia e l'inizio di una nuova, è ben esemplificata da una notizia che vede protagonisti tre artisti piuttosto noti. La cantante e attrice Jennifer Lopez e il rapper Drake, di diciassette anni più giovane di lei, hanno ufficializzato sui rispettivi profili Instagram la loro relazione, e per tutta risposta la popstar Rihanna, che con Drake aveva avuto un legame durato anni e segnato da svariati tira e molla, ha "defollowato" la collega ed ex amica. Cose che capitano chissà quante volte tutti i giorni... ma se noi comuni mortali togliamo l'amicizia a qualcuno oppure smettiamo di seguirlo, non facciamo mica notizia! ;-)

mercoledì 28 dicembre 2016

La vera ricchezza

Per questo periodo di festa avevo in mente di pubblicare un post sulla povertà, intesa come accontentarsi di ciò che è necessario anziché andare a caccia del superfluo... ma ho scoperto che Peppecrillo™ (copyright Siamo la Gente, il Potere ci temono) mi aveva preceduta, citando nel suo post di auguri natalizi l'articolo scritto da Goffredo Parise nel 1974 che tanto mi ha colpita quando l'ho letto di recente. Peccato che, come osservato da neXt Quotidiano, certi argomenti usati dal guru del M5S puzzino di incoerenza lontano un miglio: il comico prestato alla politica e purtroppo mai del tutto restituito non ha esattamente un tenore di vita francescano, diciamo...
Vabbè, sull'argomento ho in serbo un altro spunto, che vado a condividere: trattasi dell'edificante storiella del padre ricco che manda il figlio in campagna per fargli capire cosa significa essere povero, e il bambino si rende conto che in fondo i contadini possiedono ricchezze che noi che viviamo in città possiamo solo sognarci. Mattia Butta ha condiviso il raccontino soltanto per bollarlo come una sciocchezza... e se penso a cosa può significare fare vita nei campi per tutto l'anno, anziché trascorrerci solo tre giorni, sinceramente non me la sento di dargli proprio tutti i torti!

martedì 27 dicembre 2016

George, un altro idolo della mia adolescenza che se ne va

La "famosa" compilation che ha fatto da colonna sonora all'estate dei miei quattordici anni, oltre a Hotel California degli Eagles e ad altri brani che già all'epoca erano un po' vecchiotti, conteneva Careless Whisper di George Michael. Non ti dico come ci sono rimasta male quando la sera di Natale – era passata la mezzanotte, ma una laboriosa digestione mi dissuadeva dall'andare a dormire – ho saputo dell'improvvisa scomparsa del cantante britannico, colto da un infarto a "soli" cinquantatré anni (vabbè, non era certo anziano, ma dopo che in televisione ne ho sentito parlare come fosse un giovincello, io che ho qualche anno in meno pretendo di essere considerata una bambina! ;-) ).
Che si sia trattato o meno di un'overdose di eroina, quel che è certo è che il suo fisico un tempo invidiabile risultava irrimediabilmente segnato da una vita di eccessi. Pur senza arrivare a promuovere il cantante britannico a martire, è comunque giusto celebrare l'ottima musica che ci ha lasciato in eredità. Limitandomi al solo repertorio da solista, non posso fare a meno di ricordare I Want Your Sex e Faith (1987), Freedom! '90 (1990), Fastlove e la splendida Jesus to a Child (1996), la "vagamente" autobiografica Outside (1998), Shoot the Dog (2002) e Amazing (2004). Un capitolo a parte meritano due magnifici duetti: Don't Let the Sun Go Down on Me con Elton John (1991) e Somebody to Love cantata insieme ai Queen per rendere omaggio al grande Freddie Mercury (1993). Però, che meravigliosa voce suadente che aveva George... <3
Per quanto riguarda la breve ma luminosa parentesi con gli Wham!, oltre all'orecchiabilissima Club Tropicana e all'irresistibile Wake Me Up Before You Go-Go – non le fanno più, le hit di una volta ;-) – in questi giorni molta gente ha fatto riferimento a Last Christmas ravvisando un tetro presagio sia nel titolo – ma in questo caso "last Christmas" va inteso come "lo scorso Natale", mica "l'ultimo Natale"! – sia nel testo che allude a un cuore infranto. Secondo Prugna, in base a questa logica i prossimi – o meglio gli ultimi del 2016 – ad andarsene dovrebbero essere gli Europe con la loro The Final Countdown...


E già, il 2016 ha visto la scomparsa di tanti cantanti – e non solo... per citare l'ultimo caso in ordine di tempo, RIP Carrie Fisher – di fama mondiale... così tanti che, secondo Colorz by Spinoza.it, Mick Jagger, un altro che in fatto di stravizi non scherza mica, sarebbe corso ai ripari ritoccando per scaramanzia la voce "professione" nella sua biografia pubblicata su Wikipedia! ;-)


Il testo di Last Christmas, il cui video è stato analizzato da Paolo Madeddu in modo tanto minuzioso quanto spassoso, si è prestato a un paio di memi piuttosto popolari in Rete: questo...


(chissà se quei nomi appartengono a persone reali)
... e quest'altro...


... che prosegue in questo modo: «This year, Toshiba from tears, I'll give it to Samsung special».

lunedì 26 dicembre 2016

Le cover che non ti aspetti

Dopo la pausa festiva si riprende a bloggare a regime ridotto. Quest'oggi mi limito a proporti i video di due sorprendenti cover musicali nelle quali mi sono imbattuta per caso in Rete.
La prima è una tostissima versione in chiave metal di Tutto molto interessante, l'ultimo tormentone di Fabio Rovazzi.


La seconda è Hello di Adele cantata nello stile dei Green Day. A me, che la cantautrice britannica la trovo bravissima ma sinceramente preferisco l'irresistibile energia della band statunitense, questa rivisitazione è piaciuta un sacco! :-D

venerdì 23 dicembre 2016

Non vedrò mai più Harry Potter con gli stessi occhi

Tempo fa ho letto un'interpretazione assolutamente originale della saga di Harry Potter: secondo il suo ideatore, il giovanissimo protagonista risulterebbe affetto da disturbi psichici i cui effetti si riscontrano nelle vicissitudini (del tutto immaginarie) che deve affrontare, e Hogwarts non sarebbe altro che un istituto di igiene mentale. Ora io, che ho letto tutti i romanzi e visto tutti i film, mi rifiuto di credere che nella vicenda del celebre maghetto possa nascondersi sul serio un sottotesto del genere, e che l'autrice J.K. Rowling abbia inteso esprimere qualcosa di diverso da valori quali l'amicizia, il coraggio, il gioco di squadra, la capacità di non arrendersi di fronte agli ostacoli e la lealtà (cit.). Però devo ammettere che la versione escogitata dal fan a suo modo fila eccome... Ti propongo qui di seguito la traduzione, così poi magari mi dici cosa ne pensi!
La maggior parte delle persone conosce la storia del ragazzo che viveva sotto le scale ed è andato a Hogwarts.
La mia teoria è che in realtà lui sia andato in un istituto di igiene mentale.
La serie di Harry Potter riguarda la malattia mentale. Hogwarts è un istituto di igiene mentale.
Abbi pazienza. Spiegherò tutto.
L'intera serie di Harry Potter è una metafora estesa su un ragazzo con gravi disturbi mentali, affetto da deliri. Tutto ciò che è raffigurato nel film può essere interpretato come un tentativo di far fronte alla dura realtà della sua reclusione in un istituto di igiene mentale. Ogni evento di rilievo nei libri è una versione di fantasia/delirante delle esperienze che un ragazzino incontrerebbe qualora venisse ricoverato e forzatamente curato per una malattia mentale.
Di solito l'atto iniziale di questo genere di storia si svolge nel mondo reale. Poi succede qualcosa che spedisce l'eroe in un nuovo mondo, nel quale non valgono le normali regole della vita precedente dell'eroe.
Nella parte di queste storie ambientata nel mondo reale, il protagonista vive tipicamente una qualche forma di trauma psicologico, in particolare sotto forma di umiliazione, rifiuto o isolamento sociale. L'eroe si ritrova ad essere anonimo, abbandonato, respinto o socialmente subordinato in qualche maniera estrema. A Luke Skywalker viene detto che non può lasciare la fattoria. A Dorothy viene detto di stare alla larga dagli adulti, mentre il suo cane sta per essere ucciso. Il narratore in Fight Club è letteralmente anonimo, e vive in un inferno aziendale.
Poi arriva qualche fattore esterno che mette l'eroe in condizione di rispondere a questi traumi. L'eroismo risultante è sempre l'esatto opposto della precedente impotenza, rifiuto o umiliazione.
In Harry Potter i suoi genitori sono maghi famosi, i quali erano di fama mondiale per il loro impareggiabile amore per il piccolo Harry, il che mette in moto l'intera serie, facendoli morire e lasciando il ragazzo orfano e sfregiato. (Questa è una fantasia, realizzata come l'esatto opposto del modo in cui i bambini di solito finiscono sfregiati, cioè attraverso l'abuso e l'abbandono)
Se interpretiamo la storia come una fantasia di Harry, allora i Dursley sono i veri genitori di Harry, e i Potter sono immaginari. O i Dursley non riescono a far fronte al sempre più delirante ragazzo che vive con loro, oppure forse sono semplicemente violenti, ed è la violenza a rendere Harry delirante. In ogni situazione le figure genitoriali lo maltrattano continuamente, favoriscono il fratello mentre a lui infliggono crudeltà infinita e umiliazioni.
Un giorno Harry sbotta, e Dudley (che in realtà è il fratello di Harry) rimane gravemente ferito, in un modo che richiede ripetuti trattamenti ospedalieri. (Nel delirio Harry immagina che dal didietro di Dudley cresca magicamente la coda di un maiale) A seguito di questo incidente, Harry viene portato via in una "scuola speciale".
La mia teoria è che questa trama sia una spiegazione in codice di un ragazzo delirante che sta cominciando ad avere esplosioni di violenza, e di conseguenza viene mandato in un istituto di igiene mentale. Tutto ciò che accade dopo di questo diventa sempre più distaccato dalla realtà, e quello che vediamo, in quanto pubblico, è il suo delirio, che è una rielaborazione della sua esperienza di ricovero in una sorta di avventura.
La malattia mentale ricorre un po' ovunque nella serie, e il tema della follia è molto evidente. Le classiche caratteristiche della malattia mentale, come i deliri, la paranoia e i disturbi di personalità multipla, diventano sempre più importanti per la trama. Ecco alcuni esempi:
  1. Il primo libro presenta Harry nella sua nuova "scuola" mentre diventa ossessionato da uno specchio, dove trascorre interminabili giorni immaginando i suoi genitori perfetti (certo, sono morti, il che è una metafora per dire che sono del tutto immaginari). Silente, il modello di amore surrogato, avverte Harry che lo specchio ha condotto la gente alla follia, perché trascorrere tutto il tuo tempo nella fantasia ti rende disancorato dal mondo reale. (Questo è esattamente quello che accade a Harry per il resto della serie)
  2. La scuola è chiusa. È anche piena di pericoli casuali e assurdi che tutti accettano come perfettamente normali: scale semoventi, quadri parlanti, mostri mortali che vagano in giro. Gli ospedali psichiatrici sono luoghi pericolosi dove le situazioni folli sono, di fatto, ordinarie.
  3. Il torneo del Calice di Fuoco mette gli studenti l'uno contro l'altro in prove apertamente rischiose per la vita, il che è quello che gli studenti di una scuola per bambini violenti e mentalmente disturbati sperimentano su base regolare.
  4. Il ragazzo modello Cedric Diggory (un'immagine di fantasia del ragazzo popolare e di successo che Harry avrebbe potuto essere, se non fosse stato per i suoi problemi mentali) viene ucciso da "Voldemort", che è l'alter ego di Harry e la proiezione della sua rabbia e del suo furore. Harry è l'unico a vedere questo evento, e nessuno crede che sia stato "Voldemort". Questo evento è una metafora per Harry che uccide un ragazzo troppo perfetto, disprezzato per avere la vita ricca d'amore e di agi che Harry voleva, ma non ha mai avuto. Così egli immagina che sia stato "Voldemort" a farlo. Quando nessuno gli crede, questa è una metafora implicita del fatto che tutti sanno che Harry è l'assassino. Se l'omicidio di Cedric Diggory non va inteso come un evento reale, ma del tutto immaginario nella mente di Harry, allora l'uccisione del ragazzo normale è una metafora di Harry che perde la sua ultima possibilità di una vita normale.
  5. Il quinto libro si apre con Harry che attacca di nuovo il fratello/cugino Dudley, lasciandolo traumatizzato. Questo incidente è stato interpretato da Harry come un attacco dei "Dissennatori" che non possono essere visti dalle persone normali. Questo incidente costringe Harry a comparire davanti a una commissione d'inchiesta per determinare se è troppo violento per Hogwarts, quando l'alternativa sarebbe Azkaban (vale a dire un ospedale psichiatrico ancora più severo).
  6. Azkaban è fortemente associata alla pazzia. Nella storia viene detto che i detenuti impazziscono pochi giorni dopo l'arrivo, il che è una metafora per dire che si tratta di un carcere di massima sicurezza per pazienti mentali violenti. È lì che Black e Lestrange (e altri) hanno perso il senno.
  7. La nuova amica di Harry a scuola è Luna Lovegood, il cui nome è un altro riferimento alla follia, è apertamente conosciuta per essere pazza, ed è l'unica altra studentessa a poter vedere i deliri di Harry, perfino nel contesto di un luogo altrimenti pazzo come Hogwarts.
  8. Viene indicato ripetutamente che il ragazzo "Tom Riddle" (il giovane "Voldemort") in realtà è Harry Potter, con parallelismi e somiglianze costanti che vengono pesantemente messe in risalto. Stessi libri, stessa bacchetta, entrambi orfani, ecc. Harry ha visioni sempre più frequenti di Voldemort, e i due condividono perfino i pensieri, il che è un simbolo ovvio per dire che "Voldemort" è solo una componente della mente malata di Harry, dapprima soltanto un sussurro, ma che diventa sempre più dominante e quindi reale per lui.
La serie di Harry Potter, quindi, è stata scritta sul genere di esperienze che i bambini ricoverati in istituto incontrano, di quelle che J.K. Rowling (attivamente attraverso le sue opere di beneficenza [a questo suo impegno si riferisce l'immagine che apre il post, tratta da 9GAG, NdC]) sta lavorando per sradicare, ma la maggior parte delle persone semplicemente la vede come una storia avventurosa sulla magia. Non si tratta di magia. Si tratta di un trauma mentale e del delirio che ne deriva.
Il rafforzamento finale di questa idea si ha proprio verso la fine, quando Harry appare nella sua versione immaginata di Kings Cross con Silente.
«Mi dica un'ultima cosa – chiese Harry – È reale? Oppure è successo dentro la mia testa?».
«Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Harry, ma perché diavolo questo dovrebbe voler dire che non è reale?».
Grazie per aver letto.

giovedì 22 dicembre 2016

Tutti pazzi per Rocco Schiavone

Qualche sera fa, in colpevole ritardo rispetto alla messa in onda televisiva – sia lodato RaiPlay che mi permette di seguire i programmi Rai come e quando mi pare e senza pubblicità, comunque ;-) – ho visto anche l'ultima puntata della prima stagione di Rocco Schiavone. E mi è successo qualcosa che con la serie con protagonista il commissario Montalbano impersonato da Luca Zingaretti, di cui ho anche letto praticamente tutti i libri firmati da Andrea Camilleri, non mi era mai capitato: non vedere l'ora che arrivi il seguito per scoprire come andrà a finire (il finale è stato confezionato come il più astuto dei cliffhanger, direi). Davvero un ottimo prodotto, curato in ogni aspetto, musiche comprese (se sei curioso di sapere quale sia la canzone che accompagna i titoli di testa, e che nella colonna sonora non c'è, sappi che si tratta di Burning Seas del polistrumentista inglese Duke Garwood). E sto cercando di resistere alla tentazione di aggiungere alla mia wishlist – ne ho già fin troppi, di libri che sembrano guardarmi con aria di rimprovero in attesa che mi degni di affrontarli – i romanzi di Antonio Manzini da cui è tratta la fiction. Quello del sanguigno vicequestore romano trapiantato nella gelida Aosta è un personaggio davvero affascinante, costruito a tutto tondo, credibile e profondamente umano nella sua imperfezione. Ed è bravissimo pure il suo interprete Marco Giallini, al quale in passato non ho lesinato gli elogi su questo blog; l'unica perplessità che ho sul suo conto è legata al fatto di non averlo mai visto calarsi in un ruolo che non richiedesse una marcata cadenza romanesca.
Mentre guardavo la fiction, non ho potuto fare a meno di notare i risvolti autobiografici che Giallini deve aver sperimentato nell'impersonare Rocco Schiavone: il vicequestore ha perso tragicamente sua moglie, assassinata in un agguato (è inutile che gridi allo spoiler, tanto che sia morta lo si capisce a metà del primo episodio!). E l'attore in pratica si è visto morire fra le braccia sua moglie Loredana, colpita da emorragia cerebrale nel 2001. Poco più di un anno dopo Giallini in un'intervista escludeva di potersi innamorare di nuovo, ma da qualche tempo accanto a lui c'è un'altra donna, Stella, che gli ha restituito fiducia nella vita e nell'amore. Il mio primo pensiero è stato che sarebbe il caso di non lasciarsi mai andare a dichiarazioni troppo categoriche e ad alto rischio di essere smentite... ma poi ho pensato che può capitare a tutti – è capitato pure a me – di affermare cose come «Non riuscirò mai più a fidarmi di un uomo» in seguito a qualcosa di assai meno drammatico di un lutto, come una "semplice" delusione amorosa. E invece... la vita continua, come ho scritto quando è divenuto di dominio pubblico il fatto che Kasia Smutniak, vedova – non si erano mai sposati, ma tant'è – di Pietro Taricone, si fosse rifatta una famiglia accanto al produttore Domenico Procacci. Tempo fa lei e lo stesso Marco Giallini, come raccontato dall'attore a Vanity Fair, si sono confrontati riguardo alla loro comune esperienza di dolore: «Mi ha chiesto di vederci per parlare di quanto ci è successo, è stata una bella chiacchierata. Lei aveva sempre gli occhi lucidi».

mercoledì 21 dicembre 2016

Quattro giorni a Natale

Ultima infornata di spunti a tema natalizio prima del 25... almeno credo! :-)
Vera Gheno ha condiviso le foto di alcune letterine a Babbo Natale appese sull'albero di Santa Maria Novella a Firenze. Qui di seguito ne riporto tre...


... ma se un bambino chiedesse a Babbo Natale un iPhone 7? Come immaginato dal Vava, rischierebbe di sentirsi rispondere che in giro non se ne trovano più, perché se li è accaparrati tutti Esselunga! ;-) (Ah, il concorso di Natale dell'Esselunga – oramai sono quasi arrivata a detestarla, la canzoncina che risuona nei punti vendita quando qualcuno vince qualcosa – talmente irresistibile da indurre un sacco di gente a dilapidare interi stipendi a botte di spese multiple di trenta euro, nella speranza di aggiudicarsi una delle cartoline fortunate...)
Zio Paperone i regali li vorrebbe ricevere in anticipo e, conoscendo il suo proverbiale braccino corto, non è difficile immaginare il perché... ;-) (Silvia Ziche per Topolino Magazine)


La mini-playlist natalizia by Elio e le Storie Tese che ho condiviso sette anni fa si arricchisce di un nuovo brano: Natalino Pacchetti, la canzone di Radio Deejay per questo Natale.
E se telefonassi a mia madre e le comunicassi che no, per Natale a Pescara non ci torno? Suvvia, certe cose non si dicono neanche per scherzo... a meno di non chiamarsi Casa Surace! ;-) I simpatici videomaker partenopei hanno realizzato anche un altro video per evidenziare le differenze tra il Natale con e senza un "terrone".
Se stai leggendo questo post da cellulare, chiudi un occhio, inclina il telefono e guarda l'immagine qua sotto dal lato del connettore USB, e poi dal lato dei pulsanti per regolare il volume. Cosa leggi? (via 9GAG)


(Ultimamente 'sti giochetti vanno abbastanza di moda; questo è caruccio, ma in giro se ne trovano di decisamente volgari)
COOPH ha realizzato un video per illustrare alcune idee regalo last-minute per fotografi (detto tra noi, a me non ne piace nessuna o quasi).
Per un addobbo anch'esso last-minute, sarebbero state originali le "palle di Natale" di ActionAid, non di forma sferica ma cerchi di cartone con su scritte classiche frottole tipo «Certo che mi ricordo di te!» oppure «Non è suonata la sveglia»... ma ad oggi il link che ho aggiunto giorni fa ai Segnalibri dà luogo a un errore 404. Che qualcuno abbia protestato? La veritààà vi fa maaaleeeee...


Purtroppo non sarà un Natale felice per tutti, di certo non per i bambini che vivono in territori insanguinati dalla guerra. La copertina della rivista umoristica turca Leman uscita alla fine dello scorso anno è tristemente eloquente in tal senso...


Se Gesù Bambino nascesse ai giorni nostri, chissà come se la passerebbero lui, Maria e Giuseppe? Come immaginato nel testo che riporto qui di seguito, non bene, ahimè...
Trovato neonato in una stalla. Arrestati un falegname, una minorenne, tre stranieri ed un gruppo di pastori.
BETLEMME, GIUDEA – 25 dicembre
L'allarme è scattato nelle prime ore del mattino, grazie alla segnalazione di un comune cittadino che ha notato strani movimenti nei pressi di una stalla.
Arrivati sul posto, gli agenti di polizia accompagnati da assistenti sociali, in precarie condizioni igieniche e tra gli escrementi di una mucca e di un asino, si sono trovati di fronte un neonato avvolto in uno scialle e depositato su una mangiatoia con vicino una bambina la quale dichiarava di essere la madre, tale Maria di Nazareth, appena quattordicenne.
Al tentativo della polizia e degli operatori sociali di far salire ragazza e bambino sui mezzi di soccorso, un uomo, successivamente identificato come Giuseppe di Nazareth, falegname precario, asseriva di essere il padre adottivo del bimbo, spalleggiato da alcuni pastori e da tre stranieri opponeva resistenza. Tutti i presenti sono stati identificati, mentre Giuseppe ed i tre stranieri, risultati sprovvisti di documenti e di permessi di soggiorno, sono stati fermati.
Il Ministero dell'Interno e la Guardia di Finanza stanno indagando per scoprire il Paese di provenienza dei tre clandestini, nulla esclude che possano essere spacciatori internazionali, dato che erano in possesso di un ingente quantitativo d'oro e di sostanze sconosciute. Nel corso del primo interrogatorio, i tre si sono dichiarati diplomatici e di agire in nome di Dio, per cui non si escludono legami con Al-Qaeda o l'Isis.
Si prevedono indagini lunghe e difficili.
Un breve comunicato stampa dei servizi sociali, diffuso nella mattinata, si limita a rilevare che il presunto padre adottivo del neonato è un adulto di mezza età, mentre la presunta madre è adolescente. Gli inquirenti si sono messi in contatto con le autorità di Nazareth per scoprire quale sia il rapporto tra i due e se esistono a carico dell’uomo precedenti denunce per adescamento di minore o pedofilia. Nel frattempo Maria è stata ricoverata presso l'ospedale di Betlemme e sottoposta a visite sia cliniche che psichiatriche, dato che dopo aver dichiarato di aver avuto un  figlio, afferma di essere ancora vergine. Il fatto poi che sul posto siano state rinvenute sostanze sconosciute non migliora certo il quadro. Pochi minuti fa si è sparsa la voce che anche i pastori presenti nella stalla potrebbero essere consumatori abituali di droghe. Pare, infatti, che affermino di essere stati costretti da un uomo con una lunga veste bianca e due ali sulla schiena a seguire una cometa per recarsi nella stalla.
Il commissario della sezione antidroga ha così commentato: «Gli effetti delle sostanze stupefacenti a volte sono imprevedibili, ma questa è senz'altro la cosa più assurda che abbia mai sentito».
Sviluppare il caso e redigere gli atti necessari.

martedì 20 dicembre 2016

Una vita da vegano

Ultimamente tra i miei contatti social sta spopolando un divertente video virale pubblicato prima su Facebook e poi su YouTube, e realizzato da I 4 Santi per raccontare con ironia quanto può essere dura la vita di un vegano in Abruzzo.


E già, quasi tutte le specialità culinarie della regione sono a base di "ciaccia" o di pesce... ma per un vegano sono da escludere pure latte e derivati (un bel tagliere di formaggi tipici e salumi come antipasto è quanto di meno vegano possa esistere) e le uova (ingrediente delle squisite pallotte cace e ove). :-)
In particolare, per un "vero" abruzzese gli arrosticini sono sacri: rigorosamente di carne ovina – se sento parlare di "arrosticini di pollo", mi piange il cuore ;-) – tagliati sapientemente a mano, cotti con maestria alla brace sopra la canala o fornacella, senza alcun condimento a parte il sale, e accompagnati dal pane onde (fette di pane casereccio cosparse di olio extravergine d'oliva). Per questo gli abruzzesi DOC sono insorti quando, nel corso della puntata Piccoli segreti, grandi bugie della fiction Purché finisca bene ambientata nell'incantevole Santo Stefano di Sessanio in provincia de L'Aquila e andata in onda giovedì scorso su Raiuno, uno dei personaggi ha portato in tavola un piatto di arrosticini cotti su una bistecchiera elettrica e accompagnati dal pancarré, e per giunta li ha cosparsi con abbondante... ketchup. Il protagonista, a sua discolpa, ha cercato di ripulirli dall'indesiderato condimento, ma invano. Il "fattaccio" si verifica attorno al minuto 41 della puntata, che ho scaricato oggi tramite Pasty.link in attesa di potermela guardare per intero. L'"affronto" gastronomico è stato messo in luce dalla pagina Facebook L'abruzzese fuori sede e ha dato luogo a una ridda di commenti piuttosto coloriti! ;-)


Tornando al veganismo, in questo periodo natalizio la Motta sta mandando in onda uno spot che ha fatto arrabbiare i vegani perché difende la ricetta tradizionale del panettone, a base di uova e burro, ironizzando su svariati ingredienti che fanno parte non solo dell'alimentazione vegana, ma anche delle diete più "di moda". Ho ricevuto da Change.org l'invito a firmare una petizione contro questo spot ritenuto denigratorio, ma mi sono guardata dal farlo, perché a me lo spot non dispiace, a parte quella punta di sarcasmo nel tono che lo speaker si sarebbe potuto risparmiare.
Comunque saranno pure suscettibili, i vegani... ma devo ammettere che hanno le loro ragioni: da quando ho scaricato e letto la guida gratuita realizzata da Animal Equality Italia, ho sempre meno dubbi sul fatto che la scelta vegan sarebbe quella più giusta, non soltanto per il bene degli animali ma anche per la nostra salute.

lunedì 19 dicembre 2016

Perché faresti bene a vaccinare i tuoi bambini

Per il post di oggi torno sull'argomento della confutazione dei memi antivaccinisti prendendo spunto da un post pubblicato l'altroieri nella pagina Refutations to Anti-Vaccine Memes, e che si riferisce a una delle scuse più comuni usate da chi si rifiuta di vaccinare i propri figli: «Ho il diritto di fare quella che ritengo la scelta migliore per i miei bambini... tanto, se i tuoi sono vaccinati e tu sei convinto che i vaccini funzionino, dovresti stare tranquillo, no?». Non ho preso l'immagine principale del post ma quella inclusa nei commenti, il cui testo è un filino meno provocatorio... oltre che appena appena più facile da tradurre.

Perché i miei figli non vaccinati dovrebbero essere una minaccia per i tuoi figli vaccinati, se sei così sicuro che i vaccini funzionino?
Sono così contento che tu me l'abbia chiesto. Lascia che io ti risponda con parole a te comprensibili:
  1. Le malattie non sono scomparse. Vengono solamente tenute sotto controllo perché le persone ragionevoli vaccinano i propri figli.
  2. Alcune persone non sono ragionevoli; esse non vaccinano i propri figli. Sì, sto guardando te, tesoro, con il tuo dottorato preso all'università di Google e il post-doc preso su Whale.to. [Non mi pareva di aver mai sentito nominare questo sito prima d'ora... ma è allucinante!!! :-O NdC]
  3. Siccome i tuoi figli non sono vaccinati, hanno una probabilità molto maggiore di prendere le malattie. Una probabilità 23 volte più alta per la pertosse e 35 volte più alta per il morbillo, ad esempio.
  4. I tuoi figli hanno una probabilità molto maggiore di essere esposti alle malattie, poiché gli antivaccinisti come te frequentano altri antivaccinisti.
  5. I tuoi figli poi trasmettono i loro schifosi virus e batteri a bambini innocenti che sono troppo piccoli per essere vaccinati.
  6. Quei bambini innocenti si ammalano di malattie mortali trasmesse da persone abbastanza stupide da non vaccinare, proprio come te.
  7. Nessun vaccino è efficace al 100% [c'è questa notizia che purtroppo lo conferma, NdC]; alcuni bambini vaccinati potranno anche prendere le tue disgustose malattie. Abbiamo bisogno di alti tassi di vaccinazione per avere l'immunità di gregge.
  8. Infetta un numero sufficiente di bambini e alcuni di loro moriranno, un numero maggiore soffrirà di una disabilità permanente, e tutti loro avranno sperimentato una malattia inutile e spiacevole.
  9. Tutta questa sofferenza sarà colpa TUA per non aver vaccinato i tuoi figli.
Per citare la conclusione dell'altra immagine, quella più polemica: «È abbastanza semplice per te? Devo continuare a spiegare? Magari farti un disegnino?». ;-)

domenica 18 dicembre 2016

Quanti anni ha il tuo corpo?

Per il post di oggi prendo spunto dal video qui sotto, dal titolo Your Body's Real Age (La vera età del tuo corpo), pubblicato nel canale YouTube Skunk Bear.


Ed ecco la traduzione di quello che viene detto...
Ciao, sono Adam Cole. Questa settimana abbiamo una domanda da Lulu Miller, responsabile del podcast Invisibilia di NPR: «Quanti anni ha il nostro corpo in realtà? Perché se pensiamo a come ci rigeneriamo costantemente, a come la nostra materia fisica cambia e si ricostituisce... cosa rimane davvero?».
Ottima domanda, Lulu!
Beh, ovviamente i capelli non rimangono gli stessi, e non sto parlando solo dell'acconciatura: ogni capello sulla tua testa viene rimpiazzato ogni 2-7 anni. Un centinaio di capelli cade ogni giorno, e al loro posto ricrescono quelli nuovi. E guardati le unghie: sono completamente nuove ogni sei mesi o giù di lì. Si dà il caso che sia solo una questione di tempo prima che quasi ogni parte del tuo corpo si rigeneri in modo simile.
Il rivestimento dello stomaco e dell'intestino diventa abbastanza malandato: è costantemente esposto ad acidi e bile, e così quelle cellule vengono sostituite ogni pochi giorni. Ogni poche settimane lo strato esterno della pelle viene completamente rinnovato. Ogni quattro mesi hai un nuovo esercito di globuli rossi. Cento milioni di nuove cellule nascono ogni minuto, e cento milioni di vecchie cellule vengono distrutte. In effetti sono i prodotti di degradazione di questi globuli rossi a rendere gialli i lividi e l'urina. Ogni 10 anni hai un nuovo scheletro: una squadra speciale di cellule demolisce l'osso vecchio, e un'altra costruisce nuovo tessuto osseo. Ogni 15 anni i muscoli vengono ripristinati. Potresti pensare che quando prendi e perdi peso lo fai perché acquisti e perdi cellule di grasso, ma in realtà esse non fanno altro che divenire più grandi e più piccole.
Nell'arco di 25 anni, insomma, la maggior parte del nostro corpo cambia. Ma ci sono alcune cose che rimangono per tutta la vita.
Circa metà del tuo cuore rimane con te dalla nascita alla morte, perché quelle cellule vengono sostituite molto lentamente. Certe parti del cervello aggiungono nuovi neuroni nel corso della vita, ma la stragrande maggioranza dei tuoi neuroni si è sviluppata prima che tu nascessi. Sono le connessioni fra tali neuroni – i circuiti che immagazzinano i ricordi – ad essere in continua evoluzione. E c'è un'altra parte di te che dura per tutta la vita. Mesi prima che tu nascessi, un piccolo gruppo di cellule si è allungato e si è riempito di proteine trasparenti. Man mano che ti sei sviluppato, anche dopo la nascita, si sono aggiunte sempre più fibre, ma quel centro ha persistito. Questo è il tuo cristallino, la finestra attraverso la quale stai guardando il video in questo momento, e il suo nucleo è rimasto lo stesso fin dal momento in cui hai aperto gli occhi per la prima volta.
Quindi, quanti anni ha il tuo corpo in realtà? Una parte di esso è nuova di zecca, e un'altra parte è vecchia quanto te.
Per informazioni su come gli scienziati hanno compreso tutto questo, leggi il nostro post su skunkbear.tumblr.com.
Ed ecco anche la traduzione del post in questione...
Come facciamo a sapere l'età di diversi tipi di tessuti/cellule?... che le ossa si rinnovano ogni 10 anni, che i muscoli si rinnovano ogni 15 anni, che la maggior parte dei neuroni non viene mai sostituita...
Possiamo farlo grazie alle bombe nucleari!
I test nucleari avvenuti fra il 1945 e il 1963 hanno riempito l'atmosfera di atomi di carbonio-14 radioattivi.
Quegli atomi sono stati lentamente assorbiti dagli alberi e dall'oceano. Ecco un grafico del carbonio-14 nel tempo.
Quando nasce una cellula, i livelli di C14 nel suo DNA corrispondono ai livelli di C14 nell'atmosfera in quell'anno, come una capsula del tempo.
Quindi, se prendiamo un campione di... diciamo... muscolo, e misuriamo i suoi livelli di carbonio-14
siamo in grado di sapere quando sono nate quelle cellule e quanti anni hanno.
Il livello di carbonio-14 nell'atmosfera sarà presto indistinguibile dai livelli anteriori al 1940, quindi questo metodo non funzionerà ancora per molto tempo.
Ma tu guarda! Che il carbonio-14 servisse ad effettuare la datazione dei fossili l'ho imparato a scuola, ma finora non avevo idea che c'entrassero le bombe nucleari...

sabato 17 dicembre 2016

Le luci di Natale

Non vedo l'ora di tornare a Pescara per Natale e vedere com'è "conciata per le Feste". :-) L'8 dicembre scorso, giornata tradizionalmente dedicata agli addobbi natalizi, nelle strade del centro sono state accese le splendide Luci d'Artista (per le foto si ringrazia PescaraPost).


Inoltre sono state allestite delle vere e proprie sculture luminose a tema.


Quella che puoi vedere nelle due foto seguenti è la centralissima Piazza Salotto.


La sera stessa l'aspetto delle strade del quartiere di Porta Nuova, tutt'altro che periferico, appariva invece tristemente identico a quello di qualunque altro periodo dell'anno...


... a parte in via Pepe, la strada in cui si trova lo stadio, dove faceva già capolino qualche timido addobbo.


Magari lo scenario sarebbe stato apprezzato da Natalino Balasso, il quale ha scritto un post per stigmatizzare il notevole consumo di energia elettrica provocato dalle illuminazioni sfarzose (ma le lampadine di ultima generazione non sono a basso consumo? Mah... E comunque sono convinta che le principali cause degli sprechi energetici siano altre, tipo gli impianti di riscaldamento d'inverno e di condizionamento d'estate accesi "a palla" e senza alcun criterio).
Chissà se da allora a Pescara si è corsi ai ripari come ha fatto a Roma la sindaca Virginia Raggi – la quale adesso ha ben altro a cui pensare, vabbè – col deludente albero di Piazza Venezia.

 

Alla casa al Lido Riccio di Ortona splendidamente addobbata che sarei voluta andare a visitare l'anno scorso – poi non se n'è fatto più nulla, ma magari quest'anno ci si riesce – se ne è aggiunta un'altra più vicina a Pescara, per l'esattezza a Montesilvano.
Per quanto riguarda la via in cui abitavo, in piena periferia di Pescara, confido nella creatività – con una punta di esibizionismo, diciamo – dei residenti che ogni anno si sbizzarrivano a chi allestiva il balcone più appariscente... :-)