giovedì 15 settembre 2016

Prof, mi giustifico...

Il contenuto virale del giorno è la lettera condivisa su Facebook da Marino Peiretti, un papà di Varese: in essa l'uomo spiega agli insegnanti di suo figlio Mattia come mai il pargolo non ha fatto i compiti delle vacanze.

Varese, 11 settembre 2016
Buon giorno, mi chiamo Marino Peiretti e sono il papà di Mattia [dal modo in cui si è presentato desumo che i colloqui con gli insegnanti li abbia sempre disertati, NdC]. Vorrei informarvi che come ogni anno, mio figlio non ha svolto i compiti estivi. Abbiamo fatto molte cose durante l'estate: lunghe gite in bici, vita di campeggio, gestione della casa e della cucina. Abbiamo costruito la sua nuova scrivania e l'ho aiutato, sponsorizzandolo e ascoltandolo, nel suo interesse primario: programmazione ed elettronica [piccoli geek crescono, bene... :-) NdC]. Ha effettuato notevoli progressi. Sempre convinto del fatto che i compiti estivi siano deleteri, non ho mai visto professionisti seri portarsi il lavoro in vacanza, anzi [Già mi vedo schiere di serissimi professionisti che fremono dalla voglia di rispondergli a tono, NdC]. Voi avete nove mesi circa per insegnargli nozioni e cultura, io tre mesi pieni per insegnargli a vivere [con 'sta botta di retorica m'hai steso, Mari'! NdC]. Sono convinto si presenterà fresco e riposato, nonché volonteroso per il nuovo anno scolastico. Diversi docenti, psicologi e avvocati [ingegneri e architetti non ne abbiamo? NdC] condividono il mio pensiero. Sono comunque a disposizione per eventuali colloqui.
A questo papà modello – nel senso di "modello di come vanno le cose in Italia oggigiorno" – hanno replicato Galatea...
Il post del giorno è quello del babbo che giustifica il figlio perché non vuole che faccia i compiti per le vacanze.
Io dico questo: ai miei alunni per le vacanze ho sempre dato dei compiti, consistenti nel leggere due o tre libri (due scelti da una lista mia e uno scelto da loro).
Se i genitori decidono di non farglierli leggere o di giustificarli se non li leggono non sono problemi miei, ma dei genitori. I figli sono loro.
Per cui, cari genitori, per carità, se volete scrivere giustificazioni per i vostri figli che non fanno i compiti, o addirittura insegnate loro che non vanno fatti, fatelo pure, ma ve ne assumerete in futuro anche tutte le responsabilità.
Se avranno delle lacune, sia ben chiaro che non potrete addossarne la colpa al sistema scolastico, agli insegnanti, al fato.
Le scelte saranno state vostre, e finita là.
... e Diego Cajelli, con toni un tantino meno diplomatici ma a mio modo di vedere condivisibili.
Per quanto mi riguarda, confesso che da bambina e poi da adolescente i compiti delle vacanze li consideravo una seccatura, specie quando me ne venivano assegnati troppi – fino a un'ora al giorno ci può anche stare, di più NO – e noiosi; come ho già accennato non serbo un buon ricordo de Il nome della rosa, per non parlare di versioni di latino ultraclassiche – niente a che vedere con questa ;-) – ma non per questo evitavo di farli, né sono cresciuta con la convinzione che i compiti delle vacanze fossero inutili o addirittura deleteri. Ringrazio i miei genitori (anche) per avermi insegnato l'importanza di fare il mio dovere al meglio delle mie possibilità, e il rispetto delle regole e dell'autorità degli insegnanti.
Il discorso cambia se è l'insegnante a decidere di non assegnare compiti per le vacanze, perlomeno non del genere consueto, come ha fatto il professor Cesare Catà, insegnante al Liceo delle Scienze Umane "Don Bosco" di Fermo, la cui lista di compiti estivi è circolata parecchio l'anno scorso...

  1. Al mattino, qualche volta, andate a camminare sulla riva del mare in totale solitudine: guardate come vi si riflette il sole e, pensando alle cose che più amate nella vita, sentitevi felici.
  2. Cercate di usare tutti i nuovi termini imparati insieme quest'anno: più cose potete dire, più cose potete pensare; e più cose potete pensare, più siete liberi.
  3. Leggete, quanto più potete. Ma non perché dovete. Leggete perché l'estate vi ispira avventure e sogni, e leggendo vi sentite simili a rondini in volo. Leggete perché è la migliore forma di rivolta che avete (per consigli di lettura, chiedere a me).
  4. Evitate tutte le cose, le situazioni e le persone che vi rendono negativi o vuoti: cercate situazioni stimolanti e la compagnia di amici che vi arricchiscono, vi comprendono e vi apprezzano per quello che siete.
  5. Se vi sentite tristi o spaventati, non vi preoccupate: l'estate, come tutte le cose meravigliose, mette in subbuglio l'anima. Provate a scrivere un diario per raccontare il vostro stato (a settembre, se vi va, ne leggeremo insieme).
  6. Ballate. Senza vergogna. In pista sotto casa, o in camera vostra. L'estate è una danza, ed è sciocco non farne parte.
  7. Almeno una volta, andate a vedere l'alba. Restate in silenzio e respirate. Chiudete gli occhi, grati.
  8. Fate molto sport.
  9. Se trovate una persona che vi incanta, diteglielo con tutte la sincerità e la grazia di cui siete capaci. Non importa se lui/lei capirà o meno. Se non lo farà, lui/lei non era il vostro destino; altrimenti, l'estate 2015 sarà la volta dorata sotto cui camminare insieme.
  10. Riguardate gli appunti delle nostre lezioni: per ogni autore e ogni concetto fatevi domande e rapportatele a quello che vi succede.
  11. Siate allegri come il sole, indomabili come il mare.
  12. Non dite parolacce, e siate sempre educatissimi e gentili.
  13. Guardate film dai dialoghi struggenti (possibilmente in lingua inglese) per migliorare la vostra competenza linguistica e la vostra capacità di sognare. Non lasciate che il film finisca con i titoli di coda. Rivivetelo mentre vivete la vostra estate.
  14. Nella luce sfavillante o nelle notti calde, sognate come dovrà e potrà essere la vostra vita: nell'estate cercate la forza per non arrendervi mai, e fate di tutto per perseguire quel sogno.
  15. Fate i bravi.
Se dovessi rinascere, voglio andare a lezione da un prof come lui! E se mai mi capiterà di insegnare a qualche livello, mi piacerebbe seguire il suo esempio...

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