giovedì 29 settembre 2016

Ecco che arriva il sole

A poco più di una settimana di distanza torno a condividere un video pubblicato come Astronomy Picture of the Day; la pubblicazione risale ormai a tre giorni fa – lo sai, vero, come mai sono rimasta indietro...? ;-) – ma di certo queste immagini non meritavano di passare sotto silenzio.


Ecco qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione.
Come sarebbe tornare a casa dall'esterno della nostra galassia? Sebbene sia stata concepita per rispondere a domande più grandi, i dati recenti provenienti dalla missione robotica Gaia dell'ESA stanno aiutando a fornire una visione straordinariamente moderna sul posto dell'umanità nell'universo. Gaia orbita attorno al Sole vicino alla Terra e calcola le posizioni delle stelle con una tale precisione da poter determinare un leggero spostamento dal suo punto di vista variabile nel corso di un anno, uno spostamento che in proporzione è più piccolo per le stelle più lontane, e quindi determina la distanza. Nella prima sequenza del video viene mostrata un'illustrazione della Via Lattea che ben presto si risolve in una visualizzazione tridimensionale dei dati di Gaia sulle stelle. Poche stelle notevoli sono etichettate con i loro nomi comuni, mentre altre stelle sono etichettate con numeri tratti dal catalogo di Gaia. Alla fine lo spettatore arriva alla stella che è la nostra casa, il Sole, risolvendo quindi il bagliore riflesso del suo terzo pianeta: la Terra. Il video proposto si basa su poco più di seicentomila stelle, ma Gaia è sulla buona strada per misurare le distanze di parallasse per oltre un miliardo di stelle nei cinque anni di missione previsti.
[Visto che il titolo scelto da APOD per l'uscita in questione è Gaia: Here Comes The Sun (Gaia: ecco che arriva il sole), la colonna sonora perfetta per questo post è l'omonimo classico dei Beatles]

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