giovedì 18 agosto 2016

#burkini #my2cents

Pur abitando a Pescara che è una città di mare, sono parecchi anni che non mi reco in spiaggia d'estate, perché detesto l'afa e la ressa... ma giuro che il dibattito sul burkini innescato dalla presa di posizione del premier francese Manuel Valls mi ha fatto venire una gran voglia di andarmene su e giù per la battigia agghindata come la modella qui sotto: non so te, ma io il suo costume lo trovo davvero fashion! :-)


Altro che bikini: non dovrei preoccuparmi della cellulite, dei rotolini di ciccia, dei peli superflui e nemmeno di spalmarmi la crema solare ovunque per non scottarmi... E poi, come twittato da Leonardo, «in spiaggia tanta gente non sospetta nemmeno quanto sarebbe più sexy in burkini». ;-)
Vabbè, accantonando il tono scherzoso e l'indole da bastian contrario, immagino che starsene sotto il sole cocente d'agosto inguainate in quel modo sia un tormento non da poco: nuotare, poi, deve essere piuttosto scomodo. Ciò non toglie che io trovi assurda l'idea di vietare per legge un determinato tipo di abbigliamento in spiaggia, in mancanza di esigenze pressanti come quelle di sicurezza alla base del divieto del burqa, che nascondendo il volto compromette la riconoscibilità della persona. Valls è favorevole a vietare il burkini perché lo reputa «incompatibile con i valori della Francia e della Repubblica». Ma a quali valori si riferisce, di grazia? Alla libertà di percorrere voluttuosamente con lo sguardo le curve femminili, per caso? Tanto, come mostra l'immagine qua sotto, non importa come ci conciamo noi donne: qualcuno che abbia qualcosa da ridire al riguardo ci sarà sempre.


Se poi c'è da discutere della cultura sessista su cui si fonda l'usanza del burkini, del fatto che non tutte le donne lo indossino per libera scelta – a differenza di Sara A Abu Aisheh, italiana di origine palestinese, il cui status merita di essere letto con attenzione – e che imporglielo rappresenti l'ennesima forma di prevaricazione del sesso "forte" sul sesso "debole", io non mi tiro certo indietro. Ma ripeto, a differenza della giornalista Giuliana Sgrena e di Lorella Zanardo de Il corpo delle donne (il cui punto di vista è stato smontato pezzo per pezzo da Mazzetta), sono convinta che vietare il burkini sia una pessima idea. Anche perché verosimilmente l'unico risultato che si otterrebbe sarebbe precludere un'opportunità di svago all'aria aperta alle donne che, per propria scelta o meno, non andrebbero mai in spiaggia se non coperte dalla testa ai piedi.
A proposito, mi auguro che non risultino troppo fuori luogo queste due vignette sui burqa che ho trovato...

(via Gil Lopes)
(via Abrahamic Insanity)
E comunque, come osserva Enrico Mentana, tutta questa querelle rischia di avere il deprecabile effetto di distoglierci da questioni ben più importanti.
Al culmine di un'estate segnata dalle ombre del terrorismo islamico e dell'emergenza migranti, l'Europa trova finalmente una guerra alla sua portata, su cui mobilitare i suoi leader, i suoi intellettuali, la sua opinione pubblica (e i suoi bagnini). Fermeremo il burkini sul bagnasciuga

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