mercoledì 17 febbraio 2016

Ragazzi che se la vanno a cercare

[Un mese fa ho scritto questo post su certi indegni stereotipi che perseguitano l'universo femminile... mentre il protagonista odierno, bersagliato post mortem da ingiurie analoghe, era un uomo, un uomo giovane ma con una marcia in più]
Stamattina ho assistito mio malgrado al dialogo seguente:
– L'hai sentita l'ultima su Giulio Regeni?
– No, dovendo badare ai figli non ho tempo per seguire i notiziari...
– Pare che fosse una spia... [Alla famiglia, come se non fosse già abbastanza provata dalle terribili notizie sull'agonia del ragazzo, è toccato smentire seccamente, NdC] Beh, del resto si capiva dalla sua collaborazione con un giornale estremista, l'Unità, che si trattava di un comunista di quelli irriducibili... [In realtà scriveva per il manifesto, che si colloca indubbiamente più a sinistra de l'Unità, ma in nessuno dei due casi parlerei di testata "sovversiva"... e se anche di questo si trattasse nessuno merita di finire in quel modo, NdC] così come quelli che scrivono su Il Tempo sono nostalgici del fascismo. Diciamo che se l'è cercata... Lui era consapevole di fare qualcosa di pericoloso... Perché scrivere sotto pseudonimo, altrimenti?
Non è mio costume intromettermi nelle conversazioni altrui, e neanche stavolta ho fatto eccezione alle mie abitudini, anche se mi sentivo fremere di sdegno. Quelle parole mi sembravano un insulto intollerabile alla memoria di un ragazzo che, per quanto ne sappiamo finora, ha pagato in modo atroce la colpa di voler documentare le condizioni di vita del popolo egiziano; certo che sapeva che il suo lavoro lo esponeva a seri rischi, ecco perché ha ritenuto più prudente scrivere sotto pseudonimo... ma l'ha fatto lo stesso, perché qualcosa dentro di lui – chiamalo idealismo, ambizione, incoscienza... io invece lo chiamo coscienza, guarda un po' – glielo imponeva. Dovremmo tutti prendere esempio da lui, a cominciare da me, che ben di rado mi espongo apertamente per ciò in cui credo, anche se i rischi che correrei sono di gran lunga meno gravi rispetto all'eventualità di perdere la vita. Finché ci saranno giovani come Giulio, pronti a mettersi in gioco per provare a cambiare il mondo, ci sarà speranza per il futuro.
In conclusione ti consiglio di leggere l'articolo dedicato alla memoria del giovane ricercatore friulano da Daria Bignardi, a sorpresa nominata proprio oggi direttrice di Rai3. E io non posso far altro che augurarle buon lavoro!

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