mercoledì 27 gennaio 2016

Presto, coprite le "vergogne"!

Da ieri non si parla d'altro che delle antiche statue ignude pudicamente nascoste con dei pannelli per non rischiare di urtare la sensibilità del presidente iraniano Hassan Rouhani, in visita ai Musei capitolini di Roma. Mi rendo conto che esistono notizie ben più serie, ma questa mi sembra abbastanza significativa per svariate ragioni. A cominciare dallo scaricabarile all'italiana: non è dato sapere chi abbia preso la decisione... mentre il diretto interessato, bontà sua, ha dichiarato «Non ci sono stati contatti, però so che gli italiani sono molto ospitali e mettono a loro agio gli ospiti, e per questo li ringrazio».
Premesso che ho trovato parecchio sensata l'osservazione di Galatea, anche se probabilmente dietro la scelta del museo ci sono delle ragioni ben precise che né io né lei conosciamo...
se devi organizzare una conferenza stampa con un iraniano che notoriamente ha qualche problema con il nudo in tutte le sue forme, anche se artistiche, perché ti intestardisci a programmarla in mezzo ad un museo pieno zeppo di Veneri svestite e Ercoli con gli attributi al vento e non lo porti in una sala conferenze ministeriale grigia e anonima, dove l’unica decorazione hard è il calendario dei Carabinieri in divisa?
... credo che la sintesi più pregnante dell'assurdità della vicenda l'abbia fatta Alessandro Gilioli...
Ricapitolando, quello che arriva dai paesi islamici senza un euro deve adeguarsi lui; quello che arriva coi dollari, ci adeguiamo noi. Difendiamo i nostri valori per censo. Poi ci chiediamo perché sono in crisi.
... ma vale la pena di leggere pure Massimo Gramellini, in uno dei suoi pochi Buongiorno a non avere per titolo un più o meno agghiacciante gioco di parole (soltanto dall'inizio dell'anno abbiamo avuto GrilLost in translation, Il corSarri nero e La vita è bulla).
Se un’italiana va in Iran, si copre giustamente la testa. Se un iraniano viene in Italia, gli copriamo ingiustamente le statue. In un modo o nell’altro - in un mondo e nell’altro - a coprirci siamo sempre noi. E la suscettibilità da non urtare è sempre la loro. [...]
Sarei curioso di sapere come funziona la sensibilità a corrente alternata del signor Rohani (le tette di marmo lo sconvolgono e i gay condannati a morte nel suo Paese no?) e di sentire cosa penserebbe mia nonna di questa ennesima arlecchinata italica: quando ero bambino mi insegnò che il primo modo di rispettare gli altri è non mancare di rispetto a se stessi.
Sul caso delle statue "inscatolate" si sono cimentati quasi tutti i collettivi di satira del Web, a cominciare da Prugna...


... per continuare con Jenus...


... e finire con Kotiomkin.


Ma come saranno andate realmente le cose? Leonardo Leonardi ha provato a ricostruire in modo scherzoso l'accaduto... :-)

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