lunedì 6 luglio 2015

No alle trivelle!

Nel tardo pomeriggio di ieri, giornata conclusiva del Festival del Documentario d'Abruzzo, mi ero recata presso l'Aurum di Pescara per assistere alla proiezione del video Com'è profondo il Mare - No Ombrina... ma poi, non potendo far tardi, sono stata costretta a dileguarmi perdendomi l'intero evento, in particolare il relativo dibattito. In seguito sono riuscita a recuperare da YouTube almeno il video, realizzato da Enzo Francesco Testa: in esso compaiono trentacinque artisti abruzzesi che suonano e cantano l'omonimo brano di Lucio Dalla – del compianto musicista si ricorda l'impegno contro la petrolizzazione della costa e la partecipazione alle manifestazioni ambientaliste – come contributo alla manifestazione contro l'installazione di piattaforme di raffinazione petrolifera davanti alla splendida Costa dei Trabocchi.
L'espressione "Ombrina Mare" non ti dice nulla? Beh, la sottoscritta se ne è occupata due anni fa, ma già nel 2008 riportai uno scritto di fonte autorevole che accennava al problema. E oggi "copincollo" dalla pagina di TrivAdvisor – il progetto di Greenpeace contro le trivellazioni in mare il cui nome e il cui layout fanno il verso al popolare TripAdvisordedicata alla nostra Vasto, che è a rischio tanto quanto località più conosciute, da Siracusa a Venezia, da Capo Rizzuto a Otranto.
A pochissimi chilometri dalla "Costa dei Trabocchi", sul litorale abruzzese, potrebbero essere realizzati un nuovo pozzo di ricerca e fino a 10 nuovi pozzi di estrazione. Cinque permessi di ricerca interessano una superficie di 1343,5 kmq e sette concessioni di coltivazione coprono 1431,2 kmq. L'area dove le trivelle sono già all'opera è il doppio della provincia di Pescara.

Ecco le (fintissime) recensioni della "community TrivAdvisor" (notare le date):
Antonellina
"Trivelle doc!"
10/09/2020
Non conoscevo la costa teatina e sono rimasta veramente impressionata…le trivelle si vedono benissimo dalla spiaggia e sono a pochi chilometri dai trabocchi...un posto da rilanciare per il turismo petrolifero, davvero mozzafiato!
Antonio
"Brodetto di pesce surgelato :("
14/06/2020
Abbiamo organizzato un weekend con gli amici aprofittando di una promozione. Risultato: trattamento pessimo, siamo riusciti a cenare sul trabocco vista trivelle per miracolo ma non abbiamo potuto gustare nessun piatto tipico: sostengono che la pesca sia in crisi e hanno solo prodotti surgelati. Tutte scuse: penso che non volessero servirci bene solo per via dello sconto che era previsto con la promozione!
Carmen
"Bandiera nera meritatissima!"
15/05/2020
Torno spesso ma mai come in questi anni devo dire che la situazione è migliorata...finalmente stanno sfruttando anche fino all'ultima goccia di petrolio, e tutto il panorama si è perfettamente adeguato. Che dire, la bandiera nera è veramente meritatissima!!!
Non mancano i punteggi – più alti sono e peggio è – relativi a: inquinamento, sversamenti, animali spiaggiati, paesaggio, pesca in crisi. :-/
In fondo alla pagina è spiegato tutto quanto a puntino...
Scopri un mare di trivelle
Ti piacerebbe vedere delle piattaforme petrolifere in alcuni dei paesaggi marini più belli d'Italia? Fare una nuotata vicino a un pozzo? Ti faresti un selfie con dei gabbiani sporchi di petrolio?
Questo è il futuro che vuole darci il Governo: lo sfruttamento di fonti vecchie e sporche come il petrolio anche nei nostri mari è diventato il fulcro della strategia energetica italiana.
Si tratta di una scelta assurda che arricchisce le tasche dei petrolieri senza nemmeno soddisfare il fabbisogno energetico del Paese. Le riserve certe di petrolio sotto i nostri fondali equivalgono a meno di 2 mesi dei consumi nazionali, quelle di gas a circa 6 mesi.
Nonostante questo, la scelta politica è chiara: con lo Sblocca Italia il Governo semplifica le procedure autorizzative e accentra i poteri, esautorando i governi locali.
Nelle ultime settimane sono stati autorizzati nuovi pozzi di ricerca e produzione, sia nel Canale di Sicilia che in Adriatico; e nuove aree sono state concesse per la ricerca di greggio e gas. Ma questa strategia avrà ricadute occupazionali ed entrate fiscali modestissime, danneggiando inoltre turismo e pesca sostenibile.
La petrolizzazione del mare è una strada a senso unico: non si torna indietro. E un incidente come quello del Golfo del Messico è sempre possibile. Lo è ancor più in Italia, dove il rischio di uno sversamento grave non è neppure contemplato nelle valutazioni di impatto ambientale!
È questo il futuro che vuoi? LA NOSTRA VOCE È PIÙ FORTE DI QUELLA DEI PETROLIERI, FACCIAMOLA SENTIRE.
Dai, cosa aspetti? Firma anche tu per liberare i nostri mari dalle trivelle!

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