martedì 26 maggio 2015

Quando la vita ti mette alla prova

Negli ultimi anni mi è capitato di frequentare, più spesso in qualità di visitatrice che di paziente, svariati reparti ospedalieri; in molti di essi ho notato appese alle pareti tele dipinte a mano, quadretti ricamati a punto croce, targhe d'ottone incise e persino maioliche di Castelli personalizzate... e poi un bel po' di lettere scritte di proprio pugno dai pazienti dopo le dimissioni, tutto questo a titolo di ringraziamento per la professionalità e l'umanità dimostrate nei loro confronti da medici e infermieri nel corso della degenza. Se devo essere sincera, per quella che è stata finora la mia esperienza più o meno diretta, faccio fatica a richiamare alla memoria qualcuno che meriti davvero un simile riconoscimento. Non stento a credere che alcuni pazienti vengano in effetti trattati coi guanti – anche perché, l'ho constatato di recente, pure in questo campo avere le "giuste conoscenze" ha il suo peso – e mi rendo conto che con altri particolarmente "im-pazienti" sia più problematico avere a che fare... ma io trovo che il valore di un essere umano non si misuri da come tratta i propri pari, né tantomeno i superiori, bensì da come si comporta con coloro che sono più deboli e smarriti, e con le persone a loro vicine... e, salvo rare e lodevoli eccezioni, generalmente il modo di fare mi è sembrato assai più duro e scortese del dovuto. Stasera non mi va e non riesco a scrivere altro... ma sentivo il bisogno di sfogarmi un po', ecco.

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