venerdì 3 aprile 2015

Per un mondo senza pena di morte


Immaginate di essere imprigionati, in attesa di essere impiccati.
Di sentire continuamente il rumore del ferro battuto dagli operai
che preparano il patibolo destinato a voi.
Selwyn Strachan, un ex prigioniero del braccio della morte di Grenada
Oggi, Venerdì santo, i cristiani commemorano quella che non mi sembra esagerato definire la sentenza capitale di maggior impatto nella storia dell'umanità: la passione e morte in croce di Gesù Cristo. [Detto per inciso, il Crocifisso è uno dei soggetti più ricorrenti nelle arti figurative, come ricordato in un video de L'Arte spiegata ai Truzzi] Mi è venuto naturale associare l'odierna ricorrenza al rapporto sulla pena di morte nel mondo nel 2014 realizzato da Amnesty International, e scaricabile da qui in formato PDF. Fa parte del rapporto in questione pure l'infografica che apre questo post. Fatti e cifre relativi allo scorso anno sono riepilogati nel video qua sotto...


... e se ne deduce che la tendenza rispetto al passato è tutto sommato positiva, ma siamo ancora lontani dall'ideale di un mondo in cui l'abolizione di fatto di una pena tanto estrema, crudele, disumana e degradante sia una realtà ovunque.
Amnesty International si oppone alla pena di morte in ogni circostanza senza eccezioni: «senza se e senza ma», come scrissi io a suo tempo. Un motivo in più per sentirsi motivati a sostenere, ciascuno secondo le proprie possibilità, quest'organizzazione e le sue lodevoli campagne in difesa dei diritti umani.

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