lunedì 1 dicembre 2014

Like che mettono i brividi

A pochi giorni di distanza dalla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ecco ahimè l'ennesima donna vittima del suo (in questo caso ex) uomo: a Postiglione, nel Salernitano, il trentaduenne Cosimo Pagnani ha ucciso a coltellate l'ex moglie, nonché madre di sua figlia, la trentaquattrenne Maria D'Antonio. A rendere questo drammatico fatto di cronaca ancora più sconvolgente rispetto ai tanti, troppi casi analoghi – in effetti anche uno solo sarebbe già troppo... e pensare che il 2013 ha visto una donna uccisa ogni due giorni :-( – è lo status che l'assassino ha pubblicato su Facebook, non è chiaro se prima o subito dopo aver compiuto il folle gesto: «Sei morta troia». Ma ad aggiungere sconcerto allo sconcerto è la constatazione che lo status in questione abbia raccolto like e condivisioni a valanga nelle ore che hanno preceduto la chiusura del profilo (il che ha dato luogo alla pagina Le merde che hanno messo "Mi piace" allo status di Cosimo Pagnani). L'opinione della criminologa Roberta Bruzzone al riguardo puoi leggerla qui.
Lo ammetto: anche a me capita di mettere "Mi piace" a status che magari non mi piacciono affatto, ma per qualche motivo mi interessano, e quindi uso il like a mo' di segnalibro per poter continuare eventualmente a seguire la discussione risalendoci tramite il registro attività (quando in effetti sarebbe preferibile usare la funzione Elementi salvati); allo stesso modo, a volte condivido contenuti nei quali in realtà trovo poco o nulla di condivisibile, soltanto per criticarli o dissociarmene. Ma davanti a qualcosa di così ripugnante mi guarderei bene dal lasciare una traccia che possa essere scambiata per una forma di approvazione da parte mia. Purtroppo temo che la doverosa condanna nei confronti di un gesto tanto atroce sia in realtà tutt'altro che unanime...
A proposito di violenza contro le donne, ci tengo a condividere – e in questo caso trovo del tutto condivisibile – il cortometraggio Un'altra storia, con Claudia Gerini, Adriano Giannini, Alessandra Mastronardi, Giorgio Pasotti, Ksenia Rappoport e Fabio Troiano. Il corto è scritto e diretto da Gabriele Pignotta, regista del non proprio memorabile Ti sposo ma non troppo, che questa volta invece ha fatto davvero un ottimo lavoro.


La violenza contro le donne si scatena quasi sempre all'interno delle mura domestiche.
Il 34% delle donne che ha subito violenza dal proprio compagno non ne parla.
In Italia ogni 2/3 giorni una donna viene uccisa.
[Nella foto che apre il post puoi vedere la scalinata del Duomo di San Gimignano adornata da centinaia di scarpe rosse, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne]

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