mercoledì 17 settembre 2014

Il mio primo chiodino! :-)

«Alla mostra c'erano quattro gatti» è una didascalia perfetta per descrivere l'immagine qui accanto, trovata da Mitì Vigliero su Twitter e condivisa sul suo Tumblr. :-) Per fortuna la mostra fotografica collettiva Immo Homines, ospitata in questi giorni presso l'Aurum di Pescara, sta riscuotendo un successo di pubblico decisamente maggiore, al di là delle più rosee aspettative! :-)
L'evento, nato da un'idea di Stefano Lista, ha preso il via il 10 settembre scorso e durerà fino a domenica prossima, 21 settembre. Son tornata dalla Val d'Orcia apposta per non perdermi l'inaugurazione, anche perché... ebbene sì, è con grande soddisfazione che ti informo che fra le cinquantasei foto esposte ce n'è pure una della sottoscritta!!! Il mio primo chiodino, ancora non mi sembra vero... :-D Non metto il link alla mia foto su Flickr perché ciò metterebbe a rischio la salvaguardia della mia delicatissima identità segreta... ;-) ma ti invito caldamente, ammesso che tu non l'abbia già fatto, a visitare la mostra, perché merita davvero! :-)
Copincollo dalla pagina Facebook dell'evento la descrizione, aggiungendo giusto qualche link...
"Il primo vagito di un neonato a Chicago o a Zanboango, ad Amsterdam o a Rangoon, ha lo stesso tono e la stessa nota, ognuno dice - Io sono! Sono arrivato! Io appartengo! Sono un membro della Famiglia!"
Carl Sandburg, dalla prefazione a The Family of Man.
IMMO HOMINES è una mostra fotografica collettiva composta da 56 fotografie di altrettanti appassionati.
"Immo homines" - "pur sempre uomini" scriveva Seneca nelle sue "Epistulae ad Lucilium" per difendere la dignità degli schiavi.
Siamo costantemente in bilico tra il desiderio di unicità e quella consapevolezza di essere uguali agli altri, uniti dai bisogni, agli aneliti, fino all'atomo, la particella elementare che è il minimo comun denominatore dell'esistenza.
Nel 1955 viene presentata a New York la mostra fotografica "The Family of Man".
Edward Steichen, fotografo e curatore della mostra, raccolse 503 fotografie del dopoguerra al fine di raccontare l'universalità dell'esperienza umana. Scopo della mostra fu quello di dimostrare che, al di là dei confini e dei recinti geografici o sociologici che ogni giorno costruiamo, tutti noi esseri umani siamo accomunati dagli stessi bisogni, dalle stesse paure, dalle stesse aspirazioni, dalla stessa dignità...
Pur sempre uomini...
La mostra aprì la stagione della fotografia umanistica, e detiene ancor oggi il record di visitatori (non solo in ambito fotografico): oltre 9 milioni di persone in tutto il mondo pagarono il biglietto per godersi il viaggio di The Family of Man.
Era il 1955, a dieci anni dalla fine della guerra e con il boom economico alle porte l'umanità era in grado di sognare una convivenza migliore...
A distanza di tanti anni il nostro piccolo tributo all'intuizione di Steichen prende la forma di una piccola mostra per continuare a raccontare l'esperienza umana e il ruolo che la fotografia può giocare quando prova a raccontarne le meraviglie.
56 foto proveranno a raccontare l'umanità attraverso le figure che la compongono. Ad ogni fotografia sarà associato un personaggio: uomini e donne "diversamente noti" che non vediamo in televisione ma hanno meritato una voce in quell'immenso catalogo online che ricostruisce la storia del mondo: wikipedia.
Si tratta di essere innamorati dell'uomo. Di tutti gli uomini. Di vederne la positività in maniera oserei dire ostinata.
E questa mostra è il nostro tentativo di gridare che nonostante il fango che televisione o social network gettano ogni giorno sull'essere umano, dal politico famoso al collega di lavoro, siamo ancora l'unico vero patrimonio da tutelare, l'unico investimento utile per il pianeta.
Il video qui sotto documenta l'allestimento della mostra, al quale purtroppo non ho avuto modo di contribuire causa ferie... ma mi complimento ancora una volta con chi vi ha preso parte: siete stati fenomenali! :-)


Nel programma della mostra sono stati inseriti tre appuntamenti speciali: il primo il 12 settembre con Andrea Costantini, fotografo pescarese emigrato negli States, il secondo il 15 settembre con Alvaro Deprit (qui il cortometraggio da lui realizzato per commemorare il genocidio armeno del 1915), il quale al contrario ha lasciato la Spagna per trasferirsi a Chieti Alta... Stasera invece il mio "prof" Stefano Lista parlerà di street photography: un genere fotografico che mi affascina un sacco, per il quale ahimè mi sento abbastanza negata non avendo neanche un po' della necessaria faccia tosta, ma che non dispero di imparare prima o poi a padroneggiare almeno un pochino. Va da sé che io non intendo mancare... e tu? Eddai, se non stasera, entro domenica devi assolutamente passare dall'Aurum!!! :-)
Last but not least... al termine della mostra le foto esposte saranno messe in vendita, e il ricavato verrà devoluto in beneficenza.

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