giovedì 7 agosto 2014

Invisibili

Ieri accennavo per scherzo al superpotere dell'invisibilità di cui sarei dotata, alludendo alla mia prerogativa di passare abbastanza inosservata... ma oggi torno a parlare di persone invisibili usando toni ben più seri. Cosa può succedere quando si sceglie deliberatamente di ignorare il prossimo? Quelli che descriverò sono casi limite, ma comunque danno parecchio da pensare...
Nella metropolitana di Roma, come pure al centro di Pescara, non è affatto raro imbattersi in musicisti di strada che si esibiscono nella speranza di raggranellare qualche spicciolo. Quando va bene, i passanti lasciano loro un'offerta e proseguono per la propria strada senza prestar loro realmente attenzione. A tal proposito ti invito a guardare il video qui sotto, girato qualche anno fa in una stazione della metropolitana di Washington.


Ebbene, non soltanto nessuno – con un'unica eccezione – ha riconosciuto Joshua Bell, ma dal comportamento indifferente dei passanti si intuisce che non si rendessero per nulla conto di aver assistito alla performance di uno dei più grandi violinisti del pianeta. Il giornalista Gene Weingarten, che ho già citato la scorsa settimana, ha descritto in un articolo per il Washington Post i risultati di tale esperimento. Al che la sottoscritta si chiede: cosa avrei fatto io, se mi fossi trovata in quella situazione? Sarei stata in grado di riconoscere e apprezzare davvero un simile talento? Ahimè, temo di no... perché è fin troppo facile interpretare la realtà secondo schemi prestabiliti, e non riuscire a vedere le cose buone se non laddove si pensa di poterle trovare, a volte sforzandosi addirittura di vederle a tutti i costi anche quando proprio non ce ne sono. Ecco perché mi riprometto di tenere sempre la mia mente il più possibile aperta – del resto «La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre», come disse Einstein o chi per lui :-) – in modo tale da essere pronta ad accogliere quanto di bello può riservare il mondo.
Vorrei accennare adesso ad un altro esperimento sociale in qualche modo affine, condotto a New York e segnalato da Bloguerrilla: ecco qua sotto il video.

Alcuni complici sono stati truccati e vestiti con panni sporchi e vecchi in modo da sembrare per l’appunto degli homeless, e si sono disposti sul marciapiede di una strada, non un marciapiede qualsiasi ma quello generalmente calpestato dai parenti dei complici durante una loro giornata tipo.
Nessuno tra mariti, nipoti, fratelli e cugini dei complici, passando loro di fronte, è riuscito a riconoscerlo in quelle vesti, o meglio nessuno si è accorto della loro presenza, gli homeless stanno diventando invisibili?
Alzi la mano chi, incrociando un senzatetto per strada, lo degna anche solo di uno sguardo. Non tendiamo fin troppo a tirar dritto perché la possibilità di venir importunati, o forse semplicemente la miseria altrui, ci fa paura? Eppure fuggire dai problemi non è mai una soluzione...

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