domenica 31 agosto 2014

Tra conferme e gradite scoperte


Come avevo preannunciato ieri, in serata sono stata al Porto Turistico di Pescara per assistere all'evento conclusivo della ventunesima edizione del festival Concerti sotto le stelle, nonché della quinta edizione della rassegna Estatica Pescara. In programma c'era lo Stralunato recital della divina Antonella Ruggiero, accompagnata dalla grande – per numero di elementi, 60, ma non solo – orchestra pop-sinfonica Tchaikovskij, diretta dal maestro Leonardo Quadrini e fondata nel 1992 nella Repubblica di Udmurtia, toponimo del quale fino a ventiquattr'ore fa ignoravo l'esistenza. E confesso che neppure il nome di Nicola Napolitano mi diceva nulla – se cerchi su Wikipedia trovi solo un brigante dell'Ottocento – finché ieri sera lui non è salito sul palco per cantare alcuni brani assieme al trio vocale femminile In-Cantus in attesa che arrivasse il turno dell'attesissima ospite d'eccezione, e in men che non si dica è divenuto di colpo il mio cantante preferiiitooooo!!! :-D Nella mia (non lunghissima) carriera di spettatrice di concerti dal vivo, non mi era mai capitato che una voce maschile mi facesse venire i brividi così. Soprattutto quando ha cantato Caruso: finora credevo che dopo il grande Lucio Dalla nessuno potesse permettersi di farne una cover... ma mi son dovuta ricredere! :-)
Il presentatore della serata ha introdotto Nicola Napolitano dicendo che aveva partecipato a un Sanremo Giovani condotto da Pippo Baudo – «L'ho scoperto iooooo», potrebbe a ragione dire Superpippo ;-) – e io ho pensato «Possibile che non me lo ricordi, io che dei Festival baudiani sono sempre stata una fedelissima telespettatrice?!». E invece a quanto pare era di questo che si parlava, ovvero delle selezioni fatte nel 1993 per il Festival dell'anno successivo; all'epoca un giovanissimo Nicola Napolitano – adesso avrà più di quarant'anni, anche se durante lo show di ieri mi era sembrato un ragazzo – si presentò come interprete proponendo, senza purtroppo andare in finale, Ci vorrebbe il mare di Marco Masini, un brano che la sottoscritta adora da sempre. Già allora lui aveva una voce incredibile, una dizione perfetta (o quasi) e nessuna traccia di quegli insopportabili virtuosismi vocali tipici dei cantanti neomelodici suoi corregionali (lui è di Foria di Centola, in provincia di Salerno). Avevo tutta l'intenzione di procurarmi la sua discografia... ma non si trova nulla da nessuna parte, uffa! :-/ Qui puoi vedere alcune sue esibizioni recenti, sempre assieme al trio In-Cantus.
Ma torniamo ad Antonella Ruggiero, che non ha certo bisogno di presentazioni. Se devo essere sincera, la sua performance mi ha un po' delusa: troppo breve, difficile cantarle appresso con i nuovi arrangiamenti orchestrali, e soprattutto al momento del bis non ha voluto accontentare il pubblico che invocava a gran voce Ti sento. Sarà forse perché è consapevole che le sue doti di potenza ed estensione vocale non sono più quelle di un tempo? Comunque ci metterei la firma per arrivare alla sua età – sessantadue anni e non dimostrarli affatto – con una voce così cristallina e versatile! :-)
Ecco i due video che ho registrato ieri sera con lo smartphone: quello di Vacanze romane, immortale singolo portato al successo nel 1983 dai Matia Bazar, gruppo che Antonella abbandonò nel 1989 per intraprendere successivamente la carriera da solista...


... e quello di Cavallo bianco, che della band genovese fu il secondo 45 giri nell'anno d'esordio (1975). Per quanto non si tratti di un brano dei più famosi, ho scelto di riprenderlo perché in esso Antonella era accompagnata, oltre che dall'orchestra Tchaikovskij, dal chitarrista-compositore Maurizio Di Fulvio, direttore artistico di Concerti sotto le stelle, e dal suddetto Nicola Napolitano in veste, ahimè, solo di semplice vocalist.

sabato 30 agosto 2014

Che bbravo guaglione!!! :-)

Del concerto tenuto ieri da Giò Di Tonno a Francavilla al Mare – peraltro recupero di una data già saltata a causa del maltempo – ne son venuta a conoscenza per puro caso: verso le 19 ho aperto Feedly e ho trovato un articolo di AbruzzoBlog sul concerto di Antonella Ruggiero corredato da date tutte sbagliate – lo so bene, avendo acquistato i biglietti per stasera – così sono andata a visitare il sito per lasciare un commento, scoprendo che l'articolo in questione era stato eliminato – in seguito è stato ripubblicato in versione corretta – e in cima alla pagina ce n'era un altro, che nel feed compare ma che nel mio feed reader non ha misteriosamente lasciato traccia, dedicato al suddetto concerto del cantautore originario di Santafè, nome in gergo del quartiere montesilvanese di Santa Filomena. Io, che per lui ho sempre avuto un debole, fin dai tempi della vittoria a Sanremo e pure prima – so a memoria tutte le canzoni di Notre-Dame de Paris sia in italiano che in francese, per dire – non potevo mancare, anche se in effetti è soltanto la seconda volta dal 2008 che assisto a un suo spettacolo dal vivo.
E così, verso le 21:20, mi trovavo in Piazza Sirena – che il concerto fosse stato spostato lì dalla prevista location di Piazza San Franco l'ho scoperto grazie alla fanpage di Giò... ma come si faceva quando non esisteva Facebook?! ;-) – accorgendomi che tutti i posti a sedere disponibili erano già occupati. :-/ Il concerto è cominciato un tantino in ritardo, ma Giò ha saputo farsi "perdonare" intrattenendo il pubblico con disinvoltura fino a mezzanotte passata. C'è stato spazio per tutte le fasi della sua carriera: un paio di brani tratti da Notre-DameBella non potevo non riprenderlo e poi caricarlo su YouTube...


... qualche canzone tratta dai suoi tre album, Giò Di Tonno del 1994, Santafè del 2008 e Giò del 2014... A proposito, quando una canzone la so è più forte di me, devo cantarla... e durante l'esecuzione dei brani tratti dall'album Santafè, che a suo tempo ho ascoltato un numero di volte sufficiente da conoscere abbastanza bene almeno il ritornello, avevo quasi paura che lui mi sgamasse e dicesse «Ehi tu, laggiù, dietro l'ultima fila di posti a sedere... visto che la sai, perché non sali sul palco ad accompagnarmi?». Per fortuna non è successo, altrimenti non sarei sopravvissuta allo shock per raccontarlo... ;-)
... e poi parecchie delle imitazioni che gli sono valse la vittoria del talent Tale e Quale Show – alcune davvero ben riuscite, tipo quella di "Wolfgang Amadeus" Minghi, altre meno, Gino Paoli lo lascerei perdere, caro il mio Giò... – e non poteva mancare l'interpretazione della sanremese Colpo di fulmine, ma in versione ridotta e con un nuovo arrangiamento. Però sul finale Giò l'ha reinterpretata più volte adattandola allo stile di vari cantanti, da Francesco Guccini ai neomelodici napoletani, ed è stato grandioso! :-) In effetti Giò è davvero un ottimo intrattenitore: alle canzoni inframmezzava aneddoti, conditi da un tocco di dialetto, sugli incontri avuti con colleghi più famosi, da Cocciante a Califano, e sugli approcci spesso surreali rivoltigli dai fan...
Insomma, Giò è proprio bravo, di una versatilità impressionante per non parlare della splendida voce, sono contenta che sia ancora sulla breccia, e rinnovo l'augurio che gli rivolgo da anni: quello di portare avanti una carriera sempre più brillante e di successo, come merita. La stoffa del cantautore di classe ce l'ha... e io trovo che dovrebbe coltivarla, magari mettendo un po' da parte le imitazioni! :-) E soprattutto... Giò, tàgliati quella varba, peppiacere! ;-)
[La foto che apre il post è di Daniel Woolley Photography]

venerdì 29 agosto 2014

Matematica facile

Che stress, quest'anno sono ancora in attesa di prendermi la mia agognata settimana di ferie estive... e ricordo con un vago senso di nostalgia quel misto di tristezza per la fine delle lunghe vacanze e allegria per la ripresa delle attività scolastiche – la prima prevaleva di gran lunga sulla seconda, se devo essere sincera ;-) – che ai tempi della scuola mi coglieva in questo periodo dell'anno. Saluto tutti i giovincelli – beati voi! :-) – che si accingono a tornare sui banchi, e faccio una raccomandazione: non abbiate timore della matematica, imparate ad apprezzarla e ad amarla, perché è una scienza meravigliosa... basta saperla prendere! :-) Peccato che in effetti alcune nozioni siano un tantino ostiche da assimilare... e in tal caso può venire in aiuto, meglio di un disegno, un'animazione: questo post di IFLScience raccoglie 21 GIF animate che spiegano svariati concetti matematici come se non meglio di un insegnante, e io ho selezionato quelle che ho trovato particolarmente efficaci.
Cominciamo dalla geometria.
Il teorema di Pitagora stabilisce che in ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull'ipotenusa è sempre equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti. Ma non è tutto molto più chiaro così? :-)
La somma degli angoli esterni di un poligono misura sempre 360°, indipendentemente dal numero dei lati del poligono. Se non sei convinto, guarda qui sotto... (Vabbè, questo è un esagono, ma vale in ogni caso)


Passiamo ora alla trigonometria.
Si dice angolo radiante quell'angolo al centro di una circonferenza che sottende un arco avente misura uguale al raggio. Ecco, così forse si capisce meglio... :-)


Osserva l'andamento del coseno (sopra) e del seno (sotto) man mano che il punto si sposta lungo la circonferenza unitaria.


Il coseno è la derivata della funzione seno, come illustrato qui sotto.


E proseguiamo con le coniche.
Un'ellisse si può costruire tramite il cosiddetto metodo del giardiniere...


... mentre la parabola è il luogo dei punti equidistanti da una retta (detta direttrice) e da un punto fisso (detto fuoco).


Concludiamo con il triangolo di Tartaglia (o di Pascal), che permette di calcolare i coefficienti binomiali, ossia i coefficienti dello sviluppo del binomio (a + b) elevato alla potenza n...


... e con una rappresentazione visivamente assai efficace dell'integrale di Riemann.

giovedì 28 agosto 2014

Ricordi da salvare

Devo fare una confessione [ma come, un'altra?! E già... ;-)]: da piccola non mi affezionavo mai granché alle bambole che mi venivano regalate, anzi le snobbavo abbastanza, preferendo trastulli più creativi e divertenti come il disegno, le costruzioni e – ebbene sì – le macchinine, da maschiaccio qual ero! ;-) Ciononostante l'altro giorno sono rimasta molto colpita da due reportage, pubblicati l'uno su The Wider Image e l'altro su The Big Picture, entrambi dedicati al Doll Hospital (ospedale delle bambole) di Sydney, e basati su scatti e riprese video realizzati in loco dal fotografo della Reuters Jason Reed.
Inaugurato nel 1913, il Doll Hospital ha salvato milioni di bambole, orsacchiotti, cavalli a dondolo e altri giocattoli da tutta l'Australia e la Nuova Zelanda. In un'epoca di bambole di plastica prodotte in serie, si tratta di uno dei pochi ospedali per bambole sopravvissuti in tutto il mondo.
Dietro un negozio di giocattoli su una strada periferica trafficata a sud di Sydney, i "chirurghi delle bambole" trapiantano teste e dita delle mani e dei piedi per riportare questi preziosi ricordi d'infanzia al loro antico splendore. E non è affatto raro che i clienti versino lacrime di gioia quando si ritrovano fra le mani come nuovo il loro adorato balocco... :-)
La foto qui sotto mostra l'attuale "capo-chirurgo", il sessantasettenne Geoff Chapman, nel suo laboratorio.


Fu suo padre, centouno anni fa, a dare il via a questa attività a conduzione familiare. Da allora il Doll Hospital ha aggiustato oltre tre milioni di bambole, orsacchiotti, cavalli a dondolo e giocattoli a ruote per i bambini australiani e neozelandesi.
A quanto pare la cosa più difficile è mettere a posto gli occhi. Ma una buona parte del lavoro consiste nel trapiantare capelli, perché «un sacco di parrucchieri in erba li hanno tagliati alle loro bambole pensando che sarebbero ricresciuti. Cosa che non è accaduta», spiega Chapman ridendo. ;-)
Oggi il Doll Hospital conta fino a 12 dipendenti, alcuni dei quali lavorano in remoto, e gestisce fino a 200 bambole e giocattoli al mese. Nella foto qui sotto, le restauratrici Gail Grainger (a sinistra) e Kerry Stuart ispezionano la testa di una bambola fatta di trucioli di legno compresso.


Chapman stima che circa l'80 per cento del lavoro derivi da "bambini grandi": la clientela è costituita per lo più da donne di mezza età o più anziane che desiderano tramandare ai nipotini i loro ninnoli d'infanzia. «Quando erano bambine hanno avuto forse una sola bambola, non una bambola nuova ogni volta che si va al supermercato come succede oggi. Ecco perché è così emozionante», ha osservato Chapman.

mercoledì 27 agosto 2014

E tu, quanto hai donato?

http://www.aisla.it/

Torno a parlare di Ice Bucket Challenge prendendo spunto dal video registrato da Luciana Littizzetto, che ha suscitato un certo scalpore.


Mentre Lucianina sventola con aria soddisfatta le due banconote da cinquanta euro che intende destinare alla ricerca sulla SLA, allo spettatore viene abbastanza spontaneo pensare che la conduttrice abbia il braccino un po' corto, visti i compensi milionari ai quali è abituata: Jerry Calà e perfino il giovanissimo Rocco Hunt hanno donato dieci volte tanto, per dire. Ma in questo frangente trovo che a dar prova del comportamento più signorile sia stato il ballerino Kledi Kadiu, il quale si è limitato a mostrare il suo assegno in bianco – niente docce gelate – precisando «La cifra la metterò dopo, perché non è elegante mostrare quello che si fa in questi casi». :-) Sulla Littizzetto invece è piovuta una marea di critiche anche piuttosto accese. Dal mio punto di vista pensavo che la questione potesse considerarsi chiusa dopo aver visto questa vignetta del Triste Mietitore...


... ma ahimè – o meglio ahilei – in difesa della cabarettista torinese è accorso Giorgio Gherarducci della Gialappa's Band, peggiorando a parer mio – e non solo mio – la situazione. Dapprima lo showman ha scritto su Facebook che «ognuno è libero di donare quanto vuole secondo coscienza senza che nessuno (soprattutto se questo nessuno magari non ha donato neanche un euro) debba per forza fargli i conti in tasca», e se si fosse interrotto a questo punto non credo che ci sarebbe stato nulla da ridire... invece lui ha proseguito aggiungendo che «forse non è ancora chiaro, a tanti (per ignoranza o per invidia) [aridaje con 'st'invidia, NdC], che in questo "giochino" i vip sono i testimonial, cioè personaggi più o meno (come nel mio caso) famosi che si prestano GRATUITAMENTE a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della ricerca contro la sla». Le reazioni sono state piuttosto piccate, al che Gherarducci ha replicato con un altro post: «Per tutti quelli che sono di coccio: il GRATUITAMENTE è scritto maiuscolo per fare capire il senso per cui viene fatto l'ice bucket challenge, non perchè i vip avrebbero dovuto essere pagati. Mi sembrava che non bisognasse essere dei geni per capirlo, ma forse mi sono sbagliato». Cioè, anziché ritirarsi in un angolino a contare fino a mille, questo qua tratta pure da imbecilli coloro che, a mio avviso a ragione, hanno trovato discutibile il suo modo di comunicare? Personalmente mi associo al commento dell'utente che ha scritto «giorgio non dire piu niente, che è meglio»...
Concludo sottolineando che, secchiate ghiacciate o meno, puoi destinare la tua donazione all'AISLA, che è anche su YouTube, Facebook e Twitter (non avevo inserito i link nel post dell'altro giorno, perché mentre lo scrivevo il sito non era raggiungibile).

martedì 26 agosto 2014

Classici senza tempo

Vorrei fare una confessione: tra tutti i film che ho visto in vita mia, mi sa che quelli prodotti prima che io nascessi si contano sulle dita di una mano, forse due... e il più datato risale a un'epoca senza dubbio più recente rispetto al 1940; in quell'anno uscì Il grande dittatore, il primo film parlato di Charlie Chaplin, che ne fu interprete, regista e produttore.
Ma come mai faccio riferimento proprio a questa pellicola? Beh, perché ieri mi è capitato di vederne un frammento, tratto dalla versione doppiata nel 1972 da Oreste Lionello... e mi ha colpita a tal punto che desidero condividere qui sotto il video.


Si tratta del discorso all'umanità pronunciato sul finale dal protagonista, un anonimo barbiere ebreo che si trova suo malgrado a vestire i panni di Adenoid Hynkel, dittatore dell'immaginario – ma non troppo – Paese di Tomania.
Mi dispiace, ma io non voglio fare l'imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro.
In questo mondo c'è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l'abbiamo dimenticato. L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l'abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo, e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.
L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono io dico: non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un'anima! Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini! Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore! Voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui!
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate, nel Vangelo di San Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo", non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi, voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi, perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! Nel nome della democrazia, siate tutti uniti!
Si tratta di un discorso dai contenuti sempre piuttosto attuali, se vogliamo... ma soprattutto di grandissima intensità. E tanto è bastato per suscitarmi il desiderio di vedere l'intero film, che rappresenta – almeno questo lo sapevo – una forte parodia del nazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco.
Beh, a questo punto ti saluto, e ti lascio con un'altra celebre scena del film, quella del mappamondo.

lunedì 25 agosto 2014

Perché curarsi con niente?!

Nella giornata di ieri diversi miei contatti hanno condiviso su Facebook la notizia che la Boiron, multinazionale francese produttrice di preparati omeopatici, è stata condannata ad un cospicuo risarcimento da un tribunale della California che ha accolto la class action intrapresa dai consumatori per la pubblicità ingannevole di prodotti come Oscillococcinum, venduto come rimedio per i sintomi dell'influenza ma ritenuto inefficace sul piano terapeutico... e personalmente mi stupirei del contrario, visto che «i suoi granuli sono composti solamente da acqua e zucchero e che non presentano alcuna traccia del principio attivo pubblicizzato nell'etichetta». Il fatto è che – chissà come mai è tornata a saltar fuori proprio adesso – la notizia risale a luglio 2012, e per giunta a distanza di due anni non mi risulta che, almeno nel nostro Paese, il settore dell'omeopatia abbia subito quel tracollo che ci si sarebbe potuti aspettare dopo una mazzata del genere... per questo colgo l'occasione per segnalare un post di MedBunker, al secolo Salvo Di Grazia, il medico che ha scritto il libro Salute e bugie edito da Chiarelettere. Il post si intitola La vera storia dell'Oscillococcinum ed è un po' lunghetto, ma vale la pena di leggerlo tutto con attenzione perché è piuttosto esauriente. A beneficio di chi avesse fretta, mi limito a copincollare un frammento abbastanza illuminante: l'Oscillococcinum «non ha alcuna indicazione medica, nessuna efficacia provata, nessuna spiegazione medica di funzionamento, nessun motivo per cui possa funzionare». Ma un numero incredibile di persone lo assume, e lo somministra ai propri figli, perché lo ritiene una panacea per certi disturbi. E soprattutto si può star sicuri che non faccia male, oh no, mica come i medicinali prodotti dalle case farmaceutiche che hanno un sacco di effetti collaterali... E vorrei pure vedere che un prodotto del genere fosse nocivo per l'organismo, visto che in pratica si tratta di palline di zucchero puro, vendute però ad un prezzo esorbitante: «in un granulo (o in una goccia) di prodotto omeopatico (oltre la 12ma diluizione, indicata come 12CH) non c'è nessun principio attivo». È stato interessante anche scoprire che Oscillococcinum sia il nome di un batterio... che non esiste né è mai esistito: si trattava semplicemente di bolle d'aria in movimento formatesi su un vetrino preparato in modo erroneo e osservate al microscopio dal francese Joseph Roy.
Sullo stesso argomento segnalo un post pubblicato da Dario Bressanini, docente di scienze chimiche e ambientali.
[L'immagine che apre questo post è tratta da B-log(0), che nel 2011 la Boiron minacciò di querela per poi scusarsi pubblicamente e ritirare le accuse, presumo (anche) per effetto della notevole eco mediatica suscitata dal caso]

domenica 24 agosto 2014

Il fantasma di Veszprém

Da' un'occhiata alla foto qui sotto: hai per caso l'impressione di aver visto un fantasma?


Tranquillo, non c'è proprio nulla di sovrannaturale: la natura di quella spettrale sagoma è ben spiegata sul sito Astronomy Picture of the Day, che ha pubblicato la foto di Ladányi Tamás con il titolo The Spectre of Veszprem.
La città ungherese di Veszprém è stata "infestata" solo per breve tempo da questo misterioso spettro. La mattina dell'11 agosto la sua forma mostruosa aleggiava nella nebbia sopra gli edifici del Comune vicino al centro della città. Un indizio della sua vera identità è però offerto dal fotografo, il quale riferisce di aver scattato la foto dalla cima di un edificio di venti piani con il sole che sorgeva direttamente alle sue spalle. Tale speciale geometria suggerisce che questo sia un esempio di un fenomeno atmosferico chiamato gloria [me ne sono già occupata qui, NdC] o talvolta Spettro di Brocken. Vista anche dalle cime delle montagne e dagli aeroplani quando si guarda in direzione opposta rispetto al sole, la sensazionale apparizione altro non è che l'ombra dell'osservatore sulle nuvole o sulla nebbia, con le minuscole goccioline d'acqua che disperdono la luce all'indietro verso il sole tramite complesse riflessioni interne. Chi osserva attentamente il cielo notturno può anche incontrare l'analogo di questo spettro in astronomia: un bagliore di luce zodiacale opposto al sole noto come Gegenschein [parola tedesca traducibile come "bagliore opposto" o "bagliore riflesso", NdC].
Un esempio di Gegenschein puoi vederlo qui. Splendido, non c'è che dire... ma pure le foto che ho scattato a Campo Imperatore non sono male, non trovi? :-) Ero talmente estasiata dallo spettacolo nel suo complesso che ben presto ho rinunciato a usare Sky Map per identificare i vari oggetti celesti che vedevo. Ed ero pure così assonnata che, a differenza di tanti miei compagni d'avventura, non ho avvistato una stella cadente che fosse una! :-/ Non mi è dispiaciuto per quella faccenda dei desideri – ché tanto a 'ste cose non ci credo mica – quanto perché per me è un tale piacere ammirare certi fenomeni con i miei occhi...

venerdì 22 agosto 2014

Tutto fa brodo, anche se...

Una (piccola) parte della giornata di oggi l'ho passata a guardare video di vip che si versavano addosso secchi di acqua ghiacciata. Non sarà mica, come dicevano i Trettré, «'na strunzata»? Tutt'altro: la Ice Bucket Challenge è un'iniziativa nata per raccogliere fondi destinati alla ricerca di una cura per la SLA, acronimo di Sclerosi Laterale Amiotrofica (in inglese ALS, Amyotrophic Lateral Sclerosis). Solo in Italia tale malattia neurodegenerativa è già costata la vita al calciatore Stefano Borgonovo e al politico Luca Coscioni, per fare giusto due nomi piuttosto noti.
Hanno aderito alla causa dell'#IceBucketChallenge i personaggi più disparati: per citarne giusto qualcuno, il fondatore e amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg, il tecnico del Chelsea José Mourinho e soprattutto Bill Gates, il più geek di tutti... e, rivolgendo lo sguardo verso casa nostra, i cantanti Gianni Morandi e Andrea Bocelli e il premier Matteo Renzi, che ha raccolto la sfida di Fiorello. Quei toscanacci del Vernacoliere non potevano certo restare a guardare! ;-)


Le regole del gioco sono molto semplici: si può raccogliere la sfida versandosi addosso a propria volta una secchiata d'acqua gelida, oppure fare una donazione a favore della ricerca sulla SLA, o entrambe le cose, sfidando poi altre tre persone a proseguire la "catena". A me nessuno si è degnato di invitarmi... ma in ogni caso mi limiterò a fare una donazione, a Telethon oppure a un'altra delle associazioni che si occupano di ricerca sulla SLA, perché non mi faccio riprendere volentieri, tanto meno mentre ululo per il freddo! ;-) Potrebbe venire il dubbio se i vip abbiano usato davvero acqua ghiacciata oppure sia tutta scena... comunque, come dire, è il pensiero che conta! :-) Per quanto riguarda Renzi, sarà stata veramente così gelida, l'acqua che il premier si è rovesciato addosso? Dalla pagina di Movimento 5 Stelle Italia – non ufficiale e gestita da troll, nota bene – arriva la rivelazione dell'inganno... ;-)


Finora grazie all'iniziativa in questione è già stato raccolto un mucchio di soldi, e questa è senz'altro una gran cosa... ma io che sono una donna tutta d'un pezzo mi domando: è mai possibile che per ottenere un risultato simile sia stato necessario metter su una tale farsa?! Comunque si può dire che la parola fine a questo tormentone sia stata posta dall'attore Patrick Stewart, il quale ha registrato il video qua sotto.


Lui è rimasto perfettamente asciutto – anche se asciugarsi i capelli non sarebbe stato un gran problema per lui ;-) – e ha fatto l'unica cosa sensata da fare, mettendo mano al portafoglio.
Concludo il post con un tocco di ironia riciclato da Kotiomkin...

giovedì 21 agosto 2014

Le stelle sono tante, milioni di milioni...


[Alzi la mano chi, leggendo il titolo di questo post, non ha pensato ai salumi ma a De Gregori  ;-)]
L'altro giorno ho scritto che non esisteva proprio che mi alzassi prima dell'alba per ammirare la congiunzione tra Venere e Giove, ma in realtà avevo già in programma di sottopormi a un tour de force ben più impegnativo "per amor del cielo"... e fortunatamente le preoccupazioni che mi angustiano negli ultimi tempi non sono state così pressanti da costringermi a disertare un appuntamento che avevo in agenda da mesi e a cui tenevo un sacco: fare il mio timido ingresso nel meraviglioso mondo dell'astrofotografia partecipando alla quinta edizione del workshop Giocando con il cielo di Agosto organizzato dal mio "prof" di fotografia Stefano Lista.
Che dire? Beh, non è stato certo uno scherzo andare a dormire più tardi dell'ora in cui di solito mi suona la sveglia – eggià, abbiamo tirato ben oltre l'alba, anche se per cause di forza maggiore non abbiamo potuto immortalarla – dopo più di ventiquattr'ore di veglia, tanto che mi sento ancora abbastanza fuori fase... ma ne è valsa senz'altro la pena! :-) Avevo sentito dire che l'essere umano è in grado di vedere a occhio nudo circa seimila stelle... ma a Campo Imperatore il cielo era così limpido – eccettuata qualche fugace nuvoletta, che comunque in foto ha il suo bel perché – e l'inquinamento luminoso talmente ridotto – a parte un tenue chiarore diffuso dai centri abitati al di là delle montagne – che, per quanto io sia "cecata" (cit.), di stelle mi sa che ne ho viste a milioni!!! :-O Per non parlare della Via Lattea, che credo di aver ammirato per la prima volta in vita mia, malgrado la "veneranda" età: è questa qui, o sbaglio? :-)


Il bello delle reflex è che di astri sono in grado di catturarne molti di più di quelli che potrò mai riuscire a vedere ad occhio nudo: il segreto – che poi segreto non è, perché chiunque abbia una minima infarinatura di tecnica fotografica certe cose le sa – è impostare tempi di esposizione lunghi (in genere 30 secondi, non di più per evitare che la rotazione apparente della volta celeste dovuta alla rotazione terrestre tramuti le stelle da puntiformi a "trattiniformi"... comunque il treppiede è indispensabile per evitare il mosso), un diaframma aperto il più possibile e la sensibilità ISO "a palla". Occhio però, ché se scatti usando queste impostazioni quando spunta la luna dal monte (cit.), questo è il risultato... Suggestivo, per carità, ma abbastanza innaturale e tutt'altro che intenzionale! :-)


In seguito ho riprovato a fotografare più volte la luna calante abbassando gli ISO e riducendo i tempi, ma niente da fare. Vabbè, ne riparliamo quando avrò a disposizione un buon teleobiettivo...
Certo che, se in questa circostanza non avessi potuto usare un grandangolare, sarebbe stata tutta un'altra cosa... Meno male che un amico mi ha prestato il suo Tokina 11-16, consentendomi scatti assai più notevoli rispetto a quelli alla portata del mio zoom standard 18-55. Purtroppo non ero attrezzata per eseguire lo star trail: né come scatto singolo (essendo sprovvista di telecomando, sarebbe stato impensabile tener premuto il pulsante di scatto per qualcosa tipo mezz'ora in modalità Bulb) né come composizione di più scatti in sequenza (la procedura descritta in questo tutorial richiede l'intervallometro, che io non ho). Alla prossima occasione – sì, perché intendo ripetere al più presto l'esperienza, senza dover necessariamente aspettare l'estate 2015 – conto di arrivarci più equipaggiata e preparata; tanto per dirne una, sarà il caso di capire perché le foto non sono venute nitide come mi sarei aspettata. Comunque, per essere la mia prima volta, sono abbastanza soddisfatta del risultato: guarda l'album qui sotto e poi dimmi se ne ho motivo o meno... :-)


(Magari le foto sono un po' ripetitive... ma sappi che ho scattato assai meno rispetto al mio solito, e per giunta di tutti gli scatti ne ho selezionati appena un quarto o poco più)
P.S.: Come "colonna sonora" di questo post non scelgo A Sky Full Of Stars dei Coldplay, che l'altra notte mi hanno fatto ascoltare fino alla nausea, bensì Drops of Jupiter dei Train, il cui testo menziona svariati oggetti celesti.

Tell me, did you sail across the sun
Did you make it to the Milky Way to see the lights all faded
And that heaven is overrated
Tell me, did you fall for a shooting star
One without a permanent scar
And did you miss me while you were looking for yourself out there

lunedì 18 agosto 2014

Congiunzioni astrali

Se io fossi solita credere che i corpi celesti esercitino un influsso determinante sulle umane vicende, potrei forse supporre che le preoccupazioni che mi stanno assillando in questi giorni siano in qualche modo legate alla congiunzione tra Venere e Giove, rispettivamente il primo e il secondo pianeta per luminosità... e invece mi limito ad osservare lo spettacolo di questi due pianeti che, pur essendo assai distanti tra loro nello spazio, una volta proiettati sul firmamento di questa mattina parevano vicinissimi: circa un quinto di grado di distanza, mentre il diametro apparente della Luna misura mezzo grado. Questo spettacolo, ahimè, debbo accontentarmi di ammirarlo solo in fotografia perché, stressata come sono in questi giorni, non esisteva proprio che mi svegliassi ben prima dell'alba e andassi ad appostarmi in un luogo consono per vederlo con i miei occhi. E allora grazie a Stefano De Rosa che ha immortalato questa meraviglia all'Isola d'Elba...


... e ad Astronomy Picture of the Day che ha riproposto uno scatto relativo alla congiunzione Venere/Giove verificatasi due anni fa, quando i due pianeti furono separati da "ben" tre gradi.


Quella di stamattina sarà l'unica congiunzione Venere/Giove fino al 1° luglio 2015, quando i due pianeti torneranno vicini vicini nel cielo serale, nonché la congiunzione Venere/Giove a distanza minore fino al 27 agosto 2016 (via EarthSky). Qui puoi trovare un elenco di congiunzioni astronomiche – da non confondere con quelle astrologiche – riferite al periodo 2005-2020.

domenica 17 agosto 2014

Piccole cose meravigliose

Certe volte, ahimè, me le vado proprio a cercare... ;-) Oggi mi sentivo particolarmente giù di corda, e non avendo voglia di uscire o fare altro mi sono dedicata a smaltire un po' di link arretrati che avevo accumulato nei Segnalibri nelle scorse settimane. Tra questi c'era un'uscita della rubrica di posta Dear Sugar pubblicata sul sito letterario The Rumpus; di essa si occupava in modo anonimo la scrittrice statunitense Cheryl Strayed, sul cui libro di memorie Wild si basa un film che uscirà tra qualche mese, mentre dalla rubrica l'autrice ha tratto un volume dal titolo Piccole cose meravigliose (Tiny Beautiful Things), che ho appena aggiunto alla mia lista dei desideri. Poiché quello che ho letto mi ha commossa fino alle lacrime, proverò a canalizzare le emozioni che ho provato traducendolo qui di seguito.
Cara Sugar,
Leggo la tua rubrica religiosamente. Ho 22 anni. Da quello che posso dedurre dalla tua scrittura, hai da poco compiuto quarant'anni. La mia domanda è breve e dolce: che cosa diresti alla te stessa ventenne, se tu potessi parlarle adesso?
Con amore,
Cercando Saggezza
Quesito davvero intrigante! Per inciso, mi è venuto in mente che, se io potessi, preferirei rivolgermi alla me stessa quattordicenne, perché, come ho già accennato, dev'essere stato in quel momento che avrei potuto imprimere una svolta davvero decisiva alla mia esistenza: non soltanto impegnarmi a fare il mio dovere di figlia e di studentessa, ma curare di più anche gli aspetti relazionali della mia crescita. Comunque non è mai troppo tardi, suvvia: come si suol dire, «Oggi è il primo giorno del resto della mia vita»! :-)
Ma andiamo avanti con la traduzione... (Alcuni frammenti, tra cui quello che ha dato il titolo al libro tratto dalla suddetta rubrica, li ho omessi perché si riferiscono in maniera fin troppo specifica alle esperienze di vita dell'autrice)
Cara Cercando Saggezza,
Smettila di preoccuparti se sei grassa. Tu non sei grassa. O meglio, a volte sei un pochino grassa, ma chi se ne frega? Non c'è nulla di più noioso e inutile di una donna che si lamenta del fatto che la sua pancia è rotonda. Nutriti. Letteralmente. Il tipo di persona degna del tuo amore ti amerà ancora di più per questo, tesorino.
[...]
Ci sono alcune cose che non puoi ancora comprendere. La tua vita sarà una grande e continua realizzazione. È bello che tu abbia lavorato duro per risolvere i tuoi problemi d'infanzia a vent'anni, ma capisci che quello che risolvi dovrà essere risolto di nuovo. E ancora. Arriverai a sapere cose che possono essere conosciute solo con la saggezza dell'età e la grazia degli anni. La maggior parte di queste cose avrà a che fare con il perdono.
[...]
Non lamentarti così tanto di come sta andando la tua carriera. Tu non hai una carriera. Hai una vita. Fai il tuo lavoro. Non perdere la fiducia. Sii leale.
[...]
Non puoi convincere le persone ad amarti. Questa è una regola assoluta. Nessuno ti darà mai amore perché tu vuoi che lui o lei te lo dia. Il vero amore si muove liberamente in entrambe le direzioni. Non perdere il tuo tempo con qualunque altra cosa.
La maggior parte delle cose saranno a posto alla fine, ma non tutto lo sarà. A volte lotterai con vigore e perderai. A volte non vorrai mollare finché non ti renderai conto che non c'è altra scelta se non quella di lasciar perdere.
[...]
Le tue supposizioni sulla vita degli altri sono in relazione diretta con la tua ingenua presunzione. Molte persone che tu credi siano ricche in realtà non lo sono. Molte persone che tu pensi abbiano una vita facile hanno lavorato duro per ciò che hanno. Molte persone alle quali sembra andare tutto liscio hanno sofferto e stanno soffrendo.
[...]
Anche le giornate inutili serviranno a qualcosa. I lavoretti di merda. Le ore passate a scrivere nel tuo diario. Le lunghe passeggiate senza meta. Le ore trascorse a leggere poesie e libri di storia e romanzi e diari di persone morte e a farti domande sul sesso e su Dio e se ti dovresti radere sotto le ascelle oppure no. Queste cose sono il tuo divenire.
Un Natale proprio all'inizio dei tuoi vent'anni, quando tua madre ti regalerà un cappotto caldo per comprare il quale ha risparmiato dei mesi, non guardarla con aria scettica dopo che lei ti dirà che pensava che quel cappotto fosse perfetto per te. Non fare la schizzinosa dicendo che è più lungo di quanto ti piacciano i cappotti e troppo gonfio e forse anche troppo caldo. Tua madre sarà morta entro la primavera. Quel cappotto sarà l'ultimo regalo che ti avrà fatto. Rimpiangerai la piccola cosa che non hai detto per il resto della tua vita.
Di' grazie.
Sugar
E niente, non ci sono parole... :'-)

sabato 16 agosto 2014

Tre superlune in un colpo solo

L'estate 2014 è caratterizzata da ben tre superlune, termine popolare che designa la coincidenza di una Luna piena con la minore distanza fra Terra e Luna, il cui effetto è un aumento delle dimensioni apparenti della Luna vista dalla Terra: ce n'è stata una lo scorso 12 luglio, un'altra il 10 agosto, mentre una terza si potrà osservare l'8 settembre prossimo. L'Astronomy Picture of the Day pubblicato alla vigilia di Ferragosto con il titolo Surreal Moon sembra quasi un dipinto surrealista, appunto... ma in realtà è una foto – o più propriamente una composizione di foto – realizzata da Jerry Lodriguss.


Ecco la traduzione della relativa spiegazione.
Grande, luminosa e bella, una Luna piena vicina al perigeo, il punto più vicino della sua orbita ellittica attorno al nostro bel pianeta, è sorta il 10 agosto. Questa notevole immagine immortala la scena con una qualità surreale dalla costa orientale degli Stati Uniti. L'immagine è in realtà il risultato della composizione di dieci scatti digitali realizzati con tempi di esposizione da 1/500 di secondo a 1 secondo, preservando il contrasto e il dettaglio su una gamma di luminosità molto più ampia rispetto al normale. Ad una distanza al perigeo di soli 356.896 km, la Luna piena d'agosto è stata la più vicina, come pure la più grande e "super", dei tre pleniluni più vicini al perigeo del 2014, ora comunemente noti come superlune. Ma se ti sei perso la super-superluna di agosto, la prossima non-altrettanto-super-luna sarà l'8 settembre. Allora nei pressi della fase di plenilunio il perigeo lunare sarà leggermente più distante, a 358.387 km. Questo è soltanto lo 0,4% circa meno super (più lontana e più piccola) rispetto alla super-superluna.
Segnalo due gallerie fotografiche dedicate alla superluna agostana: quella di The Big Picture – tra le foto provenienti da tutto il mondo ho scelto quella scattata nella nostra Levico Terme –...


... e quella di The Wider Image; nella foto qui sotto, scattata dal fotografo della Reuters Darrin Zammit Lupi nella cittadina maltese di Musta, lo splendore della Luna non è minimamente offuscato, bensì impreziosito dalla magia dei fuochi d'artificio che celebrano la Festa dell'Assunta.


Uffa, non mi è ancora arrivato il grandangolare... e già devo pensare al teleobiettivo?! E sì, perché è quello che ci vuole, per fotografare la Luna come si deve! :-)
[Per il delizioso brano che calza a pennello come "colonna sonora" di questo post, Luna di città d'agosto, si ringrazia Jovanotti... e lo si perdona per l'intonazione non proprio perfetta! ;-)]

giovedì 14 agosto 2014

Poi uno dice le suocere...

È ben difficile che una mamma rimanga zitta e buona quando vede la sua "bambina" soffrire a causa di un uomo, io ne so qualcosa. Se non è particolarmente agguerrita, la signora si limiterà a sfogarsi con i propri cari, senza risparmiare la figliola tradita – già, perché, anche quando non si può parlare di corna in senso stretto, in un certo senso sempre di tradimento si tratta: di una fiducia mal riposta, se non altro – la quale potrebbe persino arrivare al punto di dover essere lei a consolare la fin troppo empatica genitrice. Ma esistono casi abbastanza clamorosi, come quello di Annamaria Bernardini de Pace, avvocato matrimonialista di grido, la quale ha pubblicato su una pagina de Il Giornale una lunga lettera colma d'ira rivolta a un "de-genero" non meglio identificato bersagliandolo di velenose frecciate, compresa un'allusione all'insoddisfacente vigore sessuale del malcapitato.
Chi è abbastanza aggiornato in merito alle vicende gossippare del mondo dello spettacolo nostrano dovrebbe essere al corrente del fatto che la signora de Pace in Giordano era la suocera del fascinoso attore Raoul Bova, il quale proprio oggi compie quarantatré anni; costui nel 2013 ha lasciato dopo tredici anni di matrimonio la moglie Chiara Giordano, la quale gli aveva dato due figli maschi, per una donna molto più giovane, conosciuta sul set del film Immaturi – Il viaggio: l'attrice spagnola ventiseienne Rocío Muñoz Morales, il cui nome di battesimo ha ispirato battute a iosa per ironizzare sulla presunta omosessualità del suo attuale partner... al che mi sembra giusto sottolineare che si pronuncia Rosìo, con l'accento sulla i, e non Ròcio, ecco! ;-)
Pare che tempo fa la de Pace avesse affermato scherzosamente «Se mia figlia e Bova si separassero, difenderei lui», tali erano l'affetto e la stima che nutriva per il genero... ma a questo punto qualcosa mi fa pensare che non lo direbbe più neanche per scherzo! ;-) Comunque sia, lei oggi smentisce categoricamente che la missiva fosse indirizzata a Bova, affermando che mai e poi mai tratterebbe in quel modo questioni personali. Oltretutto l'attore, a differenza di quanto si potrebbe dedurre dallo scritto, non ha mai lavorato come impiegato né ha una figlia adolescente; ce l'ha invece Francesca Giordano, figlia maggiore della de Pace, pure lei in via di separazione. A quanto pare, in effetti, si starebbe parlando di pura finzione letteraria, ovvero di un brano estratto dal prossimo libro della de Pace; quand'anche fosse così, come fa notare Lia Celi, risulterebbe quantomeno singolare che una che sui divorzi ci campa si scagli con tanta veemenza contro gli uomini infedeli... ma quando una viene colpita negli affetti più cari può succedere di tutto, persino di sorvolare un pochettino sugli aspetti deontologici! ;-)
C'è poco da fare, io non riesco a togliermi dalla testa il sospetto che la ex suocera si sia voluta togliere platealmente qualche (grosso) sassolino dalla scarpa nei confronti del/degli ex genero/i, modificando ad arte giusto qualche dettaglio della vicenda per non incorrere in una denuncia per diffamazione... diavolo d'un avvocato! ;-) Se così fosse, comunque, oserei dire che la signora de Pace non si sia esattamente comportata, appunto, da signora: e si tenderebbe quasi a giustificare Raoul Bova per aver scelto di "disimparentarsi" da gente simile. Ma se non approvo la condotta di lei, figuriamoci se posso essere indulgente verso di lui, che da uomo-che-ogni-donna-desidera e da genero-che-ogni-mamma-vorrebbe-avere si è trasformato in squallido fedifrago da rotocalco. Essendo del tutto estranea al rapporto tra lui e sua moglie, potrei anche capire che lui avesse semplicemente smesso di amarla e abbia trovato lontano dal focolare domestico una donna che sapesse fargli battere di nuovo il cuore (non alludo ad altre parti del corpo... perché sono un'inguaribile romantica, io! ;-)). Ma, come osserva Selvaggia Lucarelli... avesse avuto almeno la decenza di sottrarsi agli obiettivi dei paparazzi – se uno desidera evitare di essere fotografato non ci vuole poi tanto, io ci riesco alla grande ;-) – per non ritrovarsi schiaffato sulle copertine di tutte le riviste di gossip! :-/ Chissà se Chiara Giordano è già riuscita a metabolizzare il dolore del tradimento e dell'abbandono – volendo credere alle parole della madre, se non altro l'amore per l'ex marito ormai non esiste più – ma non credo che esista una donna capace di restare del tutto indifferente vedendo l'uomo che solo poco tempo fa le ha provocato un'infelicità tremenda mentre si mostra felice e contento con un'altra, specie se poi è quella per la quale è stata mollata...

mercoledì 13 agosto 2014

Indovinelli difficilissimi

A grande richiesta – maddeché?!?!? ;-) – oggi rispolvero la cara vecchia categoria degli enigmi proponendotene uno coi fiocchi: basti pensare che è stato definito l'indovinello più difficile del mondo...
Tre oracoli divini A, B, e C sono chiamati, in un qualche ordine, Verace, Mendace e Imprevedibile.
Verace dice sempre il vero, Mendace dice sempre il falso, mentre Imprevedibile decide se essere sincero o meno in modo completamente casuale.
L'obiettivo del gioco è determinare le identità di A, B, e C ponendo loro tre domande a cui è possibile rispondere con un "sì" o con un "no".
Ogni domanda deve essere posta ad uno solo degli oracoli, che, pur comprendendo l'italiano, risponderà sempre nella propria lingua con le parole "da" o "ja". Non si sa quale di questi termini corrisponda a "sì" e quale a "no".
Alcune precisazioni:
  • Può essere che a qualche oracolo venga posta più di una domanda (o anche che non ne vengano poste affatto).
  • Sia il contenuto che il destinatario delle domande possono dipendere dalle risposte ricevute in precedenza.
  • L'oracolo Imprevedibile si comporta come se, prima di ogni risposta, lanciasse una moneta per decidere come comportarsi: se esce testa sarà sincero, se esce croce dirà il falso.
  • Imprevedibile risponderà "da" o "ja" quando gli si porranno domande del tipo sì/no.
Per la soluzione di questo indovinello, che si ricollega al filone su cavalieri e furfanti inventato dal matematico Raymond Smullyan, ti rimando a Wikipedia.
Come mai ho deciso di tirar fuori questo enigma proprio oggi? Beh, mi è venuto in mente ieri, quando sulla pagina Facebook di Paolo Ruffini ho visto lo screenshot qui sotto.


Al momento sul profilo Twitter di @FlaviaVentoSole non c'è traccia di questo tweet, per cui immagino che sia stato cancellato... ma a tal proposito, ecco cosa ho pensato. Premesso che a detta di molti si tratta di un profilo fake, perché non è possibile che una le spari così grosse ;-) – a dire il vero in passato ne ho lette di ben più assurde... in fondo nel far confusione tra Robbie e Robin Williams la showgirl è in buona compagnia – ebbene, quale domanda si potrebbe porre a @FlaviaVentoSole per dedurre dalla risposta se è proprio lei in persona o se si tratta di un fake? :-)
Ma insomma, un po' di cazzeggio agostano mi sarà concesso, o no? ;-)

martedì 12 agosto 2014

L'anima fragile di un grande attore

Ieri sera sono andata a dormire alquanto amareggiata, avendo appena appreso la triste notizia della scomparsa, all'età di sessantatré anni, di Robin Williams: il popolare attore americano, arresosi alla depressione contro cui lottava da tempo, si è presumibilmente tolto la vita nella sua casa di Tiburon, in California. Mi unisco al coro pressoché unanime del cordoglio che in queste ore risuona in Rete... ma eviterò le solite banalità sui soldi che non fanno la felicità, sull'apparente incongruenza dell'essere stato impareggiabile nel rallegrare il pubblico senza riuscire a rendere felice sé stesso, eccetera eccetera. Ci tenevo invece a esprimere quanto il gesto estremo di Williams mi abbia colpita, e per un motivo ben preciso. Ebbene, pure io l'anno scorso, avendo inanellato una sequela di sfig... ehm, eventi sfavorevoli che avrebbe messo in crisi gente ben più tosta della sottoscritta, ho attraversato un periodo veramente nero, del quale su queste pagine si può trovare giusto qualche vago indizio; non sono stata proprio così male da desiderare di morire... ma abbastanza da convincermi di aver perduto per sempre la gioia di vivere. Quando poi si ha la fortuna di uscirne – e io grazie al cielo ne sono uscita – si riconsidera ogni cosa da una prospettiva tale che può sembrare impossibile aver sofferto tanto... ma il problema è appunto uscirne indenni. E di una cosa sono ragionevolmente certa: per quanto lo slancio per superare i momenti più difficili debba partire da dentro di noi, da soli non se ne esce. Mi rivolgo a te che stai leggendo: se hai anche solo un vago sentore del fatto che il tuo prossimo sta rischiando di lasciarsi inghiottire dal vuoto della disperazione, cerca di stargli vicino, anche se lui sembra fare di tutto per tenerti lontano. Un giorno ti ringrazierà... proprio come io sarò grata in eterno nei confronti di chi mi ha aiutata a rimanere a galla, e continua a farlo: già, perché l'eventualità di una possibile ricaduta non è mai da escludere del tutto... :-/
Ma torniamo a Robin Williams. Sulla sua memoria rischiano di pesare come un macigno le tragiche circostanze della sua dipartita... e invece a me piace ricordarlo per i sorrisi e le lacrime che mi ha regalato con le sue interpretazioni: dal professor Keating de L'attimo fuggente – quello che chiunque vorrebbe come insegnante di lettere – al dottor Sayer di Risvegli, dall'irresistibile Mrs Doubtfire allo psicologo di Will Hunting – Genio ribelle (un'interpretazione che gli valse il suo unico Oscar su quattro nomination, come miglior attore non protagonista), dal personaggio realmente esistente del dottor Patch Adams – quello che introdusse la clownterapia ma che non vuole che la si chiami così – al robot dello struggente L'uomo bicentenario... e altri film che ammetto di non aver ancora visto, ma avendone sentito dire un gran bene mi riprometto di recuperarli quanto prima. Le ultime due sue performance che ho visto sono La musica nel cuore – August Rush, in cui interpreta un ruolo piuttosto ambiguo, e Il papà migliore del mondo, di cui amo ricordare una citazione che ho condiviso anche sul mio tumblr: «Ho sempre pensato che la peggior cosa nella vita fosse rimanere soli. Non lo è. La peggior cosa è stare con persone che ti fanno sentire solo».
Ed ecco alcune altre frasi degne di nota tratte dai film con Robin Williams e pronunciate dai suoi personaggi. Specialmente le prime due mettono i brividi, a leggerle oggi...
Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro. Cominciamo a preoccuparci e pensare: «Io che cosa farò? Chissà dove sarò da qui a dieci anni?». Però io vi dico: «Ecco, guardate me!». Vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo d'estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell'oscurità della notte col suo bagliore, esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare.
(Jack Charles Powell, dal film Jack di Francis Ford Coppola)
Ridere non è solo contagioso, ma è anche la migliore medicina.
(Hunter "Patch" Adams, dal film Patch Adams di Tom Shadyac)
Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre.
Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo.
Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.
(Professor John Keating, dal film L'attimo fuggente di Peter Weir)
Quest'ultima battuta la puoi ascoltare nel video qua sotto, che condivido in lingua originale (con sottotitoli in inglese) affinché noi italiani, fin troppo assuefatti al doppiaggio dell'ottimo Carlo Valli, possiamo conoscere anche la voce di un attore così straordinario, dopo aver imparato ad apprezzarne l'incredibile espressività e la mimica facciale.

lunedì 11 agosto 2014

Per lettori... insaziabili

Da qualche anno a questa parte si stanno diffondendo sempre di più i ristoranti che praticano la formula "all you can eat": pagando un modico prezzo fisso – le bevande sono a parte – si può mangiare a volontà. Mi risulta che diverse pizzerie e trattorie offrano menu del genere... ma gli specialisti del ramo sembrano essere gli orientali: Zeng e Fujiwok, per citarne due della mia zona che ho piacevolmente e ripetutamente sperimentato nel corso del tempo. Ebbene sì, vado matta per la cucina cinese – per quanto riguarda quella giapponese, adoro il teppanyaki mentre il sushi non mi fa impazzire – ma dopo la scorpacciata dell'altro giorno credo che passerà un po' di tempo prima che trovi il coraggio di ripetere l'esperienza! ;-)
Se alimentare il corpo è fondamentale, non bisogna sottovalutare l'importanza di nutrire anche la mente: e in che modo, se non somministrandole stimoli culturali? In tal senso, evviva Amazon, che ha attivato l'offerta Kindle Unlimited: per 9,99 dollari al mese – dopo i primi trenta giorni di prova gratuita – puoi avere accesso illimitato a tutti i libri elettronici che vuoi non solo su Kindle ma su qualunque dispositivo compatibile con le applicazioni di lettura Kindle gratuite, pescandoli da un assortimento sterminato di seicentomila ebook e migliaia di audiolibri... a condizione che tu risieda negli Stati Uniti, almeno per il momento. Ne conosco diversi, di lettori abbastanza "voraci" da non vedere l'ora che Amazon esporti Kindle Unlimited anche qui da noi! :-)
In questo post sono elencate altre possibilità di abbonamento per la lettura digitale, a cominciare da Scribd, che mi pare si sia evoluto parecchio rispetto a quando era un "semplice" servizio per la condivisione di documenti.
[La vignetta che apre il post è tratta da Gator Crossing]

domenica 10 agosto 2014

About photography

Venerdì sera mi sono recata ad Alanno per visitare l'interessante mostra fotografica "Oltre la nitidezza" organizzata dall'associazione "L'Officina dell'Immagine", oltre che per assistere all'ottimo talk – anche se lui è modesto e le chiama "quattro chiacchiere" ;-) – tenuto dal mio "prof" Stefano Lista sulla street photography, nella speranza di recepire qualche concetto che mi aiuti a vincere una buona volta le resistenze che mi trattengono dal "buttarmi" davvero in questo genere fotografico. La mostra – che termina domani, per cui se ti può interessare muoviti, l'ingresso è libero! :-) – è ospitata presso la Casa della Cultura (ex asilo) in piazza Trento ad Alanno Paese. Oltre alle foto, tutte in bianco e nero, molte realizzate da altri allievi di Stefano, ho visto esposti dei cartelli che recavano scritti alcuni aforismi riguardanti la fotografia. Cercandone un paio con Google, sono risalita a questo post di Clickblog che di aforismi sulla fotografia ne raccoglie addirittura cento; alcuni a dire il vero risultano essere doppioni, ma sono pur sempre tantini... perciò ne ho voluti selezionare una dozzina: quelli che mi hanno maggiormente colpita.
A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento? (Eugene Smith)
L'importante non è la fotocamera, ma l'occhio. (Alfred Eisenstaedt)
[La celeberrima foto che apre questo post, scattata nella newyorkese Times Square il 14 agosto 1945 durante i festeggiamenti per la vittoria contro il Giappone, è opera sua]
C'è una grande differenza tra lo scattare una foto e fare una fotografia. (Robert Heinecken)
Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l'idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia. (Robert Doisneau)
Noi vediamo, come si dice, secondo l'educazione che abbiamo ricevuto. Nel mondo vediamo solo ciò che abbiamo imparato a credere che il mondo contenga. Siamo stati condizionati ad "aspettarci" di vedere. E, in effetti, tale consenso sulla funzione degli oggetti ha una validità sociale. Come fotografi però, dobbiamo imparare a vedere senza preconcetti. (Aaron Siskind)
[Questa citazione in qualche modo si ricollega al mio post dell'altro giorno]
Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene. (Ansel Adams)
La fotografia non mostra la realtà, mostra l'idea che se ne ha. (Neil Leifer)
Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni. (Andreas Feininger)
Se una foto è buona racconta molte storie diverse. (Josef Koudelka)
Non c'è niente di peggio di un'immagine nitida di un concetto sfocato. (Ansel Adams)
Di sicuro, ci sarà sempre chi guarderà solo la tecnica e si chiederà "come", mentre altri di natura più curiosa si chiederanno "perché". (Man Ray)
La cosa più difficile in fotografia è rimanere semplici. (Anne Geddes)