lunedì 30 giugno 2014

Non abbandonare il tuo amico a quattro zampe!

Di recente mi è capitato di vedere condivisa su Facebook l'immagine qui sotto.


Il testo recita: «Io non ti lascerei mai morire, perché tu dovresti farlo a me? Le auto bollenti uccidono i cani. Non lasciare il tuo cane nemmeno per un minuto». L'immagine contiene lo short URL http://bit.ly/hot-doggie che rimanda a una pagina contenente la testimonianza di un veterinario, il dottor Ernie Ward, il quale si è chiuso nella propria auto, termometro alla mano, per tentare di sperimentare ciò che in tale situazione può provare un cane. Quest'ultimo, a differenza degli esseri umani, non può contare sul meccanismo della sudorazione per regolare la temperatura corporea, avendo le ghiandole sudoripare localizzate soltanto sui cuscinetti delle zampe.
Qui accanto puoi vedere un'altra immagine a corredo dell'articolo. Il testo recita: «70 °F (circa 21 gradi centigradi, NdC) esterni = 110 °F (circa 43 gradi centigradi, NdC) dentro l'auto anche all'ombra con i finestrini aperti». È facile immaginare in che razza di trappola mortale possa trasformarsi una macchina al sole con i finestrini chiusi, non soltanto per gli esseri umani – le (per fortuna rare) volte che ad essere dimenticato in auto è un bambino, spesso con conseguenze tragiche, è del tutto normale che al fatto venga dedicato ampio risalto in cronaca – ma pure per gli animali domestici. Se hai un amico a quattro zampe ed hai colto il succo di questo post, difficilmente in futuro ti capiterà di nuovo di commettere la leggerezza di lasciarlo in macchina, anche solo per pochi minuti...
Nel periodo estivo può succedere che gli animali domestici vengano visti come un ostacolo che impedirebbe di godersi le agognate vacanze in libertà... e, se non si riesce a trovare per loro una sistemazione temporanea, qual è l'atto più deplorevole che si possa compiere? Beh, abbandonarli! (A dire il vero mi risulta che ci sia chi fa anche di peggio, ma trovo inconcepibile il solo pensiero... brrrrr) Lo spiritoso video qua sotto suggerisce che, in particolari circostanze, possa esistere una validissima soluzione alternativa all'abbandono di un cane per trascorrere un'estate in santa pace... ;-)

sabato 28 giugno 2014

Quando scappa, scappa...

Di recente ho visto un video che denunciava una situazione sconcertante: stando al servizio dell'agenzia di stampa AFP, in Thailandia i conducenti degli autobus sarebbero costretti a lavorare indossando pannoloni, a causa della mancanza di gabinetti.


Stai forse pensando che – ammesso che la notizia sia fondata – quella lì è tutta un'altra cultura, una società sottosviluppata rispetto a quella occidentale, e che da noi non potrebbe mai accadere niente del genere? Beh, sembrerebbe che ti sbagli. Oggi ho letto su Repubblica che ai dipendenti di un'azienda a conduzione familiare di Paderno Dugnano è stato intimato, nel momento in cui avvertono la necessità di espletare le proprie naturali funzioni fisiologiche: «Aspetta la pausa oppure falla pure davanti al macchinario» (!). Accoglierei con grande sollievo un chiarimento da parte dei titolari...
A volte nella ditta in cui lavoro capita che qualche collega, scoprendo di essere stato cercato proprio mentre si trovava alla toilette, faccia commenti ironici del tipo: «E dai, allora ditelo che non posso assentarmi dalla mia postazione neanche per due minuti, così mi metto il catetere!». Ma a quanto pare nella realtà succede che ci sia ben poco da scherzare... :-/

Al tuo fianco... ma al di qua delle sbarre!

L'altroieri il Corriere della Sera ha pubblicato una pagina a pagamento che raccoglie un'ampia selezione di messaggi di solidarietà per Marcello Dell'Utri, acquistata dalla moglie dell'ex senatore. Il quale, lo ricordo, sta scontando una condanna definitiva a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Ecco qui sotto la pagina, condivisa su Non leggere questo Blog!.


Uno spunto del genere era troppo ghiotto perché quelli di Kotiomkin potessero lasciar correre... ed è così che è nata la loro geniale versione parodistica! ;-)

venerdì 27 giugno 2014

Cibo da strada, ma di classe!

È uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare... e la tua reporter gourmet di fiducia – come sarebbe a dire, di chi sto parlando?! ;-) – poteva forse mancare alla prima tornata dello Street Food Festival tenutasi nella splendida cornice (può sembrare una frase fatta, ma è davvero un bel posto) dell'outlet Città Sant'Angelo Village? :-) Come spiegato su questa pagina, dalla quale si può anche scaricare il flyer, il programma della rassegna prevede «degustazioni, cooking show, musica, laboratori per i più piccoli e tanto altro».
Senti parlare di cibo da strada e magari pensi a qualcosa tipo un kebab o un panino con la porchetta... che in effetti nel menu di ieri c'era anche, ma in una versione più raffinata di quella che sono abituata a mangiare: tutte le specialità offerte sono ideate e preparate dai migliori chef d'Abruzzo e Marche, e sicuramente rispettano il Decalogo del Buon Artigiano del Gusto, ma hanno in comune coi soliti cibi da passeggio la modalità di consumo piuttosto "easy".
Al Village ho incontrato tre amici conosciuti ai corsi di fotografia, tutti armati fino ai denti di reflex e teleobiettivi per documentare l'evento... mentre io mi sono limitata a immortalare su Instagram quello che ho mangiato! :-) (o per meglio dire assaggiato, viste le porzioni abbastanza esigue...) Qui di seguito puoi vedere le mie istantanee affiancate a quelle mooolto più stilose disponibili sulla pagina del Festival. Il mini-collage l'ho realizzato in maniera semplice e veloce mediante un paio di comodi servizi online: dapprima ho ridimensionato le mie foto (che erano più grandi) con PicResize.com rendendone l'altezza uguale a quella delle foto ufficiali, e successivamente le ho affiancate servendomi dello strumento Combine Images di Quick Picture Tools segnalato da Salvatore Aranzulla.
Ma veniamo al dunque. Dopo essermi registrata gratuitamente presso il desk posto all'ingresso del centro, ho ritirato quattro tagliandi spendibili presso i vari stand per usufruire delle degustazioni a partire dalle ore 19:30 e fino ad esaurimento scorte. La prima tappa l'ho effettuata nella piazza gialla, dove ho gustato i maccheroncini di Campofilone con pesche e ricotta firmati dallo chef Aurelio Damiani della Trattoria Damiani e Rossi di Porto San Giorgio (FM)...


[questo in teoria sarebbe dovuto essere il dessert, ma vabbè]
... dopodiché mi sono recata nella piazza verde a prendere il cannolino di pane a lievitazione naturale con paté d'agnello dello chef Valerio Centofanti, che lavora nel ristorante di famiglia L'angolo d'Abruzzo a Carsoli (AQ)...


[il segreto è utilizzare del pane raffermo, tagliarlo a fette sottili con l'affettatrice, arrotolarlo e ripassarlo in forno]
... e infine ho raggiunto la piazza blu dove veniva servito il panino di porchetta con la porchetta dello chef Mauro Uliassi, titolare del ristorante omonimo a Senigallia (AN) – premiato con due stelle Michelin – nonché direttore artistico del Festival.


[il nome della pietanza mi ha fatto venire in mente la «Pasta e fagioli con crostini di ciccioli e lardo fritto nella sugna», cit. Bisax... e invece il gusto era molto delicato, anche se il panino era così piccino e io l'ho spazzolato talmente in fretta che non sono riuscita a identificare gli ingredienti!]
Siccome non si può mica mangiare "a secco", ho speso l'ultimo buono per un bicchiere di birra BadaBen, prodotta dal Birrificio Artigianale Desmond di Spoltore (PE).
Nel corso della serata i tre chef si sono avvicendati sul piccolo palco allestito nella piazza azzurra per parlare della propria attività e illustrare le ricette proposte.
Essendo tutto gratis, non è che potessi pretendere... ma le porzioni offerte erano tali che per tornare a casa sazia ho dovuto concludere il mio itinerario mangereccio presso il negozio Lindt, dove fanno i gelati più fantastici che io abbia mai mangiato in vita mia! :-P
Lo Street Food Festival avrà luogo tutti i giovedì fino al 21 agosto, ad eccezione del 14 agosto. Anche se sarei tentata, non sono sicura che ci tornerò tutte le volte... ma già la settimana prossima sarà difficile resistere alla tentazione delle chicken wings speziate, del pollo in potacchio in tazza con soffiato di patate e della crocchetta di pollo stufata alla birra con salsa di peperoni arrosto! :-P (Il tema sarà «il pollo da strada», così come quello di ieri sera era «il panino da strada») Magari quando saranno cominciati i saldi farò pure un po' di shopping, approfittando dell'apertura straordinaria dei negozi fino a mezzanotte.

giovedì 26 giugno 2014

#DopoDiNoi

Il 9 aprile scorso a Roma un uomo di 76 anni, Sergio Ruggero, ha ucciso il figlio trentaseienne Alessandro, costretto sulla sedia a rotelle, e la moglie sessantaquattrenne Maria Teresa, anch'essa gravemente malata, dopodiché ha chiamato la polizia per farsi arrestare. È da questo tragico fatto di cronaca che ha preso spunto la deputata del PD Ileana Argentin per lanciare una petizione rivolta ai presidenti di Camera e Senato e ai capigruppo di tutti i partiti, con lo scopo di velocizzare il più possibile l'iter di una legge sul "dopo di noi", ovvero che tuteli i disabili non autosufficienti nel momento in cui i loro cari che li assistono dovessero venire a mancare. La Argentin, a sua volta affetta da una grave patologia neuromuscolare, conosceva personalmente Sergio Ruggero, che abitava a breve distanza da casa sua; ogni volta che lo incontrava lui le ripeteva «Che succederà, ad Alessandro, dopo la mia morte e quella di mia moglie?» e la sollecitava a fare qualcosa... ma lei non poteva immaginare che la solitudine e la disperazione avrebbero condotto quell'uomo anziano e prostrato a un gesto così estremo, a una soluzione che in realtà non è affatto una soluzione.
Per la famiglia Ruggero ormai è troppo tardi, ma l'approvazione di una legge che non lasci solo chi ha bisogno di aiuto, garantendo l'assistenza al disabile nella propria abitazione o il progressivo inserimento in comunità familiari e case famiglia, potrebbe sollevare un gran numero di persone da un peso angosciante. Ecco perché ho firmato senza indugio la petizione, ho condiviso la mia azione su Facebook e adesso ne parlo anche sul blog. Allora, cosa aspetti? Al momento mancano poco più di diecimila firme al traguardo prefissato di cinquantamila, ma più gente aderisce e meglio è!

mercoledì 25 giugno 2014

La palla è rotonda

E cosi la Nazionale italiana di calcio se ne torna mestamente a casa prima del previsto, e l'allenatore Cesare Prandelli non ha fatto in tempo a rassegnare le sue dimissioni che già si pensa al dopo: per la seconda volta consecutiva i campioni del mondo del 2006 non hanno superato la fase a gironi dei Mondiali. Il successo nella gara d'esordio contro la temuta Inghilterra aveva fatto ben sperare... ma poi sono arrivate due sconfitte senza appello: venerdì contro il Costarica o la Costa Rica che dir si voglia – quella che alla vigilia del torneo era considerata più o meno una squadra-materasso ha chiuso il girone al primo posto con 7 punti – e ieri contro l'Uruguay, testa di serie del gruppo. Io di calcio non capisco granché – un fuorigioco lo riconosco soltanto dopo che l'arbitro lo ha fischiato, per dire – ma, se è vero che la popolazione italiana comprende oltre sessanta milioni di commissari tecnici, io oggi non intendo sottrarmi a tale ruolo! ;-) Per questo butto giù un po' di considerazioni sparse.
Come al solito si prova ad alleviare la delusione cercando le giustificazioni più disparate, da «Non siamo abituati a questo caldo» a «Avevamo l'arbitro contro». A dire il vero quest'ultima scusa reggerebbe eccome, considerando la partita contro l'Uruguay. Ieri seguivo le varie fasi di gioco anche su Facebook e Twitter, e fino a un certo punto mi è capitato di leggere – non senza un certo fastidio, essendo io tifosa bianconera – considerazioni del tipo «Prandelli ha applicato lo stile Juve in toto... Si è comprato pure l'arbitro!». Ma certe voci sono state messe a tacere quando l'arbitro messicano Rodriguez ha espulso Claudio Marchisio per un fallo che secondo me non meritava neppure l'ammonizione: ma dai, come si fa a punire così il Principino?! [Ok, d'ora in poi cercherò di tenere a bada l'ormone, promesso! ;-)] Peccato che Rodriguez non sia stato altrettanto severo quando l'uruguagio Luis Suarez si è avventato animalescamente sul nostro Giorgio Chiellini: un morso che ha scatenato le ironie della Rete. Arbitraggio pessimo, d'accordo... ma siamo proprio sicuri sicuri che, se il direttore di gara non avesse commesso quelle due colossali sviste, il risultato finale sarebbe stato più favorevole per noi? Gli azzurri hanno giocato male, c'è poco da fare.
Trovo un vero mistero il motivo per cui ci si ostina a considerare indispensabile Mario Balotelli. Quando sulla panchina azzurra c'era Marcello Lippi non lo convocava neppure, e secondo me a ragione. Contro l'Inghilterra ha giocato decentemente e ha pure segnato un gol – tanto è bastato per additarlo a furor di popolo come salvatore della Patria – ma nelle due gare successive ha confermato la sua tendenza ad avere un rendimento a dir poco altalenante. Insomma, un bluff bello e buono. Braccia (e gambe) rubate all'agricoltura, come suggerisce il fotomontaggio qua sotto... ;-)


Da bravo "sborone", Super Mario – che d'ora in poi ribattezzerei Mini Mario – afferma di sentirsi con la coscienza a posto e tira in ballo la scusa del razzismo, che è un problema reale, inutile negarlo... ma ci mancherebbe pure che io venissi accusata di essere razzista per essermi unita al coro delle critiche: i palloni gonfiati vanno ridimensionati da dovunque provengano e qualunque sia il colore della loro pelle!
Un altro mistero è il mancato impiego di Marco Verratti contro il Costarica. Ieri il giovanissimo talento di Manoppello, esploso nel Pescara di Zeman e da due anni al PSG, è stato il migliore in campo, e si prospetta per lui una luminosa carriera. Gioca così bene che gli si perdona pure il modo di parlare, onestamente inascoltabile persino per me che, pur non essendo "madrelingua", in Abruzzo ci vivo da sempre... Senti qua come commenta il morso di Suarez! Moccica, voce del verbo moccicare, variante dialettale dell'italiano morsicare... ed era una delle poche parole che si capivano! ;-)
Un pensiero affettuoso va al povero Gabriel Paletta, vivamente criticato non soltanto per la capigliatura ma soprattutto per la sua prestazione contro l'Inghilterra, tanto che Prandelli non l'ha più schierato... Vuoi vedere che invece aveva il ruolo di portafortuna? ;-) Dai che scherzo... io non credo affatto che si possa portare fortuna e neppure sfiga; condizionare o condizionarsi in senso positivo o negativo con il proprio atteggiamento e le proprie convinzioni, questo sì...
In conclusione... la nostra avventura mondiale è terminata, ma non mi sembra il caso di farne un dramma come Enzo Miccio, il quale ha twittato: «Poi uno dice perché non sei tifoso... per questo! non sopporterei tanto dolore #italiauruguay #forzaazzurri». Suvvia, tesoro, esistono problemi mooooolto più seri nella vita! ;-)
[L'immagine che apre il post è tratta da un tweet di @TrastevereRM]

martedì 24 giugno 2014

Lights in the dark

Le notti estive sono caratterizzate dalla presenza di ospiti sgraditi – zanzare, sgrunt! :-/ – e da altri, che con le ronzanti scocciatrici succhiasangue sono imparentati abbastanza alla lontana, al contrario graditissimi perché capaci di diffondere un magico chiarore nell'oscurità: le lucciole. La foto qui sotto è stata scattata nella valle del Sele da Massimo Gugliucciello, che l'ha poi sottoposta alla community Your Shot di National Geographic. Wow, mai viste così tante lucciole in vita mia!!! :-O


Invece il video qui sotto, pubblicato su National Geographic Italia, è stato realizzato da Vincent Brady mettendo in sequenza scatti ambientati principalmente tra il lago degli Ozarks, nel Missouri, e a Grand Ledge, nel Michigan. Che tecnica mozzafiato, quella del time-lapse! È arrivato il momento che cominci a studiarmela un po'... :-)

lunedì 23 giugno 2014

De bono renziano

Oggi ho finalmente avuto tra le mani la fatidica busta paga di maggio! :-D [Per inciso, ricordo che rimasi vagamente interdetta quando scoprii che le buste paga non hanno affatto l'aspetto di una busta... ;-)] Quella, per intenderci, a partire dalla quale viene erogato il credito riconosciuto «Ai lavoratori dipendenti con un reddito imponibile lordo complessivo fino a 24.000 euro e non superiore a 26.000 euro», per tutto l'anno 2014. Ne ero già al corrente – tra l'altro il bonifico dello stipendio mi era già stato accreditato – ma trovare in busta paga la voce «CREDITO DL 66/14 EROGATO» è stata la ciliegina sulla torta! :-) Per questo stamattina ho twittato esultante «Nuntio vobis gaudium magnum: HABEMUS BONUM RENZIANUM!!! ;-D (l'accusativo di bonus è bonum, no?)» [e l'ablativo è bono, per fare il complemento di argomento come nel titolo di questo post, NdC]. Facendo un part-time orizzontale, non osavo sperare che mi sarebbero toccati ottanta euri sani sani... e invece «Nessuna riduzione va effettuata in caso di part time verticale o orizzontale», evvai!!! :-) In percentuale questi soldini incidono molto di più sul mio magro stipendiuccio commisurato a venti ore lavorative settimanali, piuttosto che sulla retribuzione di chi ha un imponibile di ventiquattromila euro e con ogni probabilità a fine mese ci arrivava senza troppi affanni già prima. In effetti, volendo guardare in bocca al caval donato, ci sarebbe parecchio da ridire sui criteri di assegnazione del bonus e sugli esclusi. Tanto per dirne una, gli incapienti – altro latinismo dal verbo capio, capis, cepi, captum, capĕre, che significa prendere, giusto? – ovvero coloro che hanno un reddito al di sotto degli ottomila euro annui, non sono soggetti al Fisco e quindi a loro non spetta neanche un centesimo: maccheddavéro?! Per non parlare di pensionati e titolari di partite IVA. Inoltre Andrea in un post ha analizzato il caso di due suoi colleghi, che presenta una palese sperequazione. Insomma, mentre intasco i miei soldini extra, mi auguro che i futuri provvedimenti del governo saranno improntati a una maggiore equità. Trovo comunque positivo che una promessa sia stata mantenuta in così breve tempo: non c'ero abituata, diciamo! ;-) È vero che è stata aumentata la tassazione dei risparmi... ma contro il mio stesso interesse – perché cerco di mettere da parte il più possibile – trovo più giusto che venga intaccato il patrimonio piuttosto che il reddito, specie se modesto.

domenica 22 giugno 2014

Due pesi e due misure

Come sottolineato dal premier Matteo Renzi in un tweet, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha fatto bene, anzi benissimo a intervenire rimuovendo il prefetto di Perugia – non proprio un autoctono, a giudicare dalla fin troppo marcata inflessione dialettale ;-) – Antonio Reppucci, reo di essersi lasciato andare a esternazioni sulla tossicodipendenza che sarebbero già discutibili se dette al bar sorseggiando una birretta con gli amici, ma essendo state pronunciate in una conferenza stampa da un servitore dello Stato mi sembrano del tutto inaccettabili: «il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare», e non solo. Il diretto interessato si è difeso affermando di essere stato frainteso – ohibò, mi ricorda qualcuno! ;-) – e invitando a vedere tutto il contesto del suo ragionamento... ma, caro mio, una frase del genere nun se pò senti' in qualunque contesto la metti! :-/
Applicando il medesimo metro di giudizio, comunque, mi sarebbe sembrato giusto che lo stesso Alfano facesse un passo indietro prendendosi le sue responsabilità per aver dato la notizia del fermo del presunto assassino di Yara Gambirasio in maniera inopportuna sia nei tempi sia nei modi: «Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo. Questo anche a tutela dell’indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza», ha dichiarato il procuratore di Bergamo Francesco Dettori. E invece Alfano non solo si è affrettato a dare l'annuncio, ma facendolo ha omesso il fondamentale aggettivo "presunto"; mi pare un'omissione non da poco, visto il ruolo da lui ricoperto. Il ministro ha reagito alle critiche obiettando che «L’opinione pubblica aveva il diritto di sapere ed ha saputo anche per essere assicurata». Dimissioni? Scherziamo?! Ma neanche a parlarne! ;-)

giovedì 19 giugno 2014

Facepalm "mondiale"

Probabilmente su FriendFeed l'argomento di questo post verrebbe bollato come OALDISSIMO!!!... e prima che diventi ancora più OALD – cioè vecchio, ma con una pronuncia inglese alquanto marcata – mi affretto a pubblicarlo! ;-)
A guardarlo bene, il logo dei campionati del mondo di calcio che si stanno disputando in Brasile evoca, a livello neanche tanto subliminale, un'idea ben precisa... sì, ma quale?


A chiarirmi le idee è stata questa immagine pubblicata da George Takei, l'attore che interpretava il timoniere della Enterprise in Star Trek, sulla sua pagina Facebook.


Ebbene sì, il logo ricorda proprio tanto Patrick Stewart nei panni del capitano Jean-Luc Picard di Star Trek mentre si produce nel più celebre dei facepalm... ;-)


Nei casi in cui un singolo facepalm non dovesse essere sufficiente, c'è anche il doppio facepalm, con il comandante William Riker (Jonathan Frakes) che affianca Picard nel medesimo atteggiamento di «frustrazione, imbarazzo, shock o sorpresa» (cit. Wikipedia).


Mi sono resa conto che non esiste uno smiley testuale universalmente accettato per rendere in maniera intuitiva il concetto di facepalm. Questa pagina propone (-‸ლ), ma dubito fortemente che una simile sequenza di caratteri potrà mai prender piede, a differenza della faccina sorridente :-) e di quella triste :-(. Per non parlare di questi facepalm qua, vere e proprie opere d'arte ASCII. Di emoticon per esprimere il concetto, invece, puoi trovarne quante ne vuoi...
A proposito... dopo il vittorioso esordio notturno – almeno per il fuso orario di casa – contro l'Inghilterra, domani l'Italia torna in campo contro la Costa Rica! Io non so ancora se guarderò la partita sul divano di casa oppure uscirò per mescolarmi alla folla festante davanti a qualche maxischermo. Se volesse invitarmi qualcuno che per l'occasione intende allestire uno stadio commestibile simile a questo qui sotto, comunque, accetterei volentieri! :-P

mercoledì 18 giugno 2014

Come identificare quella luce nel cielo

Quando mi capita di osservare il cielo notturno, ammetto di avere grossi problemi non soltanto a riconoscere la stragrande maggioranza dei corpi celesti visibili a occhio nudo – in ciò mi è di enorme aiuto l'app Android Sky Map – ma talvolta proprio a identificare la natura delle luci che punteggiano la volta celeste. Per questo, quando ho visto l'Astronomy Picture of the Day del 9 giugno scorso, dal titolo How to Identify that Light in the Sky, non ho saputo resistere alla tentazione di tradurla in italiano... e oggi, dopo aver avuto via e-mail l'ok di HK che ha creato la versione originale, posso finalmente proporti la mia traduzione qui di seguito! :-) (cliccaci sopra per ingrandirla)


Ed ecco la traduzione della spiegazione tratta da APOD.
Che cos'è quella luce nel cielo? Questo è forse uno degli interrogativi più comuni dell'umanità, e una risposta potrebbe derivare da poche semplici osservazioni. Ad esempio, essa si muove o lampeggia? Se sì, e se si vive nei pressi di una città, la risposta è in genere un aereo, dal momento che gli aerei sono tanto numerosi, e così poche stelle e satelliti sono abbastanza luminosi da poter essere visti in presenza dell'illuminazione artificiale cittadina. In caso contrario, e se si vive lontano da una città, quella luce brillante è verosimilmente un pianeta come Venere o Marte, il primo dei quali è vincolato ad apparire vicino all'orizzonte poco prima dell'alba o dopo il tramonto. A volte il lento moto apparente di un aereo in lontananza vicino all'orizzonte rende difficile distinguerlo da un pianeta luminoso, ma anche questo di solito può essere distinto dal movimento dell'aereo dopo un paio di minuti. Ancora qualche dubbio? Il grafico qui sopra dà una valutazione a volte spiritosa [in effetti dubito fortemente che da terra si possano riuscire a discernere gli astronauti sulla ISS, a meno di non essere dotati di super-vista alla Superman... ;-), NdC], ma per lo più accurata. I più attenti appassionati del cielo probabilmente noteranno – e sono incoraggiati a fornire – gentili correzioni da fare.
Nel mio piccolo, mi aspetto più che altro obiezioni sulla traduzione... ;-)
Ecco un elenco alfabetico, a mo' di glossario, degli oggetti menzionati nel grafico, a ciascuno dei quali è associato un link a Wikipedia per approfondire: aereo, bolide, cometa, luce di testa d'albero, Luna, meteora, palla di fuoco, pianeta, satellite artificiale, Sole, Stazione Spaziale Internazionale, stella.

P.S.: Come bonus, ti svelo una manciata di semplici "trucchi del mestiere" – ma quale mestiere?! ;-) – a cui ho fatto ricorso per realizzare l'immagine sopra. In un primo momento avevo pensato di ricreare il grafico ex novo con draw.io – un ottimo servizio online che sicuramente potrà tornarmi utile in futuro – ma poi, dopo aver visto la versione tradotta in spagnolo del grafico in questione, ho deciso di cambiare del tutto approccio. Ho scaricato il file dell'immagine; non la versione originale, ma quella in spagnolo perché era più indicata per i miei scopi. Dopodiché ho cancellato tutte le scritte, tranne i SI e NO dentro le frecce; questo spiega perché sulle i di manchi l'accento... ma confido che quasi nessuno ci farà caso! ;-) Per farlo ho utilizzato GIMP: strumento prelievo colore, e poi vai di pennello. Suppongo che esistano metodi più rapidi... ma io ho preferito andare sul sicuro, e comunque ci ho messo molto meno di quanto pensassi. Infine è stato il momento di inserire le scritte tradotte, sempre con GIMP. Per trovare un font il più possibile simile all'originale ho dato in pasto a WhatFontis.com il ritaglio dell'immagine contenente il titolo; ho così scoperto che il tipo di carattere più somigliante era Futura EF Medium Condensed, che però non è gratuito ma costa 22,99 €. Cercando con Google qualcosa di free, non ho trovato download illegali – non sia mai! ;-) – ma un font molto simile a quello di cui avevo bisogno, e soprattutto liberamente scaricabile: Futura Medium Condensed BT. A questo punto avevo tutto quello che mi occorreva per portare a termine il compito che mi ero prefissata. Beh, che dire del risultato finale? Migliorabile... ma almeno per il momento ho deciso di tenere a bada il mio lato ossessivo-compulsivo! ;-)

martedì 17 giugno 2014

Quando il lato oscuro prende il sopravvento

È dolorosamente contrario alle leggi di natura il fatto che dei genitori possano sopravvivere ai propri figli. Se poi è proprio un padre a togliere la vita alle creature che egli stesso ha generato, in maniera atroce, fredda e con ogni probabilità premeditata a lungo, allora il dolore si trasforma in sgomento, rabbia, orrore. È chiaro che sto pensando – è così maledettamente difficile toglierselo dalla testa – al delitto di Motta Visconti. La mia mente non riesce a elaborare l'idea che un uomo dalla vita almeno in apparenza invidiabile, uno che tutti noi potremmo avere come vicino di casa e magari pensarne un gran bene, possa aver avuto il coraggio di far fuori la moglie (con la quale aveva appena avuto un ultimo rapporto sessuale) e i figlioletti rispettivamente di 5 anni e 20 mesi, poi lavarsi con cura, inscenare una rapina e andare al pub a vedere la partita della Nazionale come se niente fosse per crearsi un alibi. E tutto questo allo scopo di inseguire un'idea folle: quella che dopo essersi liberato dell'intera famiglia – un "semplice" divorzio non sarebbe bastato, perché «con il divorzio i figli restano»... brrr! :-( – avrebbe avuto via libera per conquistare il cuore della collega per la quale aveva letteralmente perso la testa. Anche se a quanto pare questa ragazza non ha proprio nulla da rimproverarsi, non vorrei proprio essere nei suoi panni e dover convivere per sempre con la consapevolezza di aver causato, anche se indirettamente e non certo intenzionalmente, una simile atrocità. A differenza di ciò che hanno fatto in tanti, per quanto questa vicenda mi abbia scossa io non invoco la pena di morte per l'assassino, questo mai... ma mi auguro davvero che la richiesta avanzata dal reo confesso colto da un bagliore di coscienza, quella di avere il massimo della pena per ciò che ha fatto, venga accontentata. Anche se nessun carcere sarà mai tanto duro quanto il rimorso con cui dovrà convivere ogni giorno quest'uomo, se davvero è tale. Sì, perché, anche se può sembrare inconcepibile, è pur sempre di un essere umano che si sta parlando... ed è per questo, per farmi un'idea sia pur vaga del contesto in cui ha avuto origine questo assurdo crimine, che mi sono lasciata convincere da una discussione nata su Facebook e ho visitato le bacheche dei due coniugi: trovarle è stato un gioco da ragazzi, conoscendo nome e cognome. No, non credo che farò mai più niente del genere, perché è stato sconvolgente: a turbarmi non è stata tanto la bacheca della vittima, una donna che non di rado condivideva su Facebook le sue vicissitudini di mamma (ma non le foto dei suoi bambini, e questa è una fortuna) e sprazzi del suo vissuto interiore, ma quella del carnefice. C'erano – e ci sono ancora, se qualcuno non provvederà a chiuderla – pochissimi post, ma uno di questi mi ha davvero straziato il cuore: il 25 agosto scorso l'uomo pubblicava la foto di una bella torta di compleanno con la scritta «tanti auguri alla mia piccola stellina che oggi compie 4 anni»... lo stesso uomo che neppure un anno dopo quella bambina, la sua bambina, l'avrebbe sgozzata nel sonno.

lunedì 16 giugno 2014

Decaloghi per vivere meglio

Negli ultimi giorni, "inseguendo" alcune citazioni che avevo letto in Rete e che mi avevano colpita, sono approdata a un paio di raccolte di autentiche perle di saggezza, e ho voluto tradurle dall'inglese per condividerle qui.
Ecco la prima, 10 Painfully Obvious Truths Everyone Forgets Too Soon (10 verità dolorosamente ovvie che tutti dimenticano troppo presto), scritta da Marc and Angel.
  1. La vita umana media è relativamente breve.
  2. Vivrai solo e soltanto la vita che tu crei per te stesso.
  3. Essere impegnati NON significa essere produttivi.
  4. Qualche tipo di errore si verifica sempre prima del successo.
  5. Pensare e fare sono due cose ben diverse.
  6. Non devi aspettare che ti si chieda scusa per perdonare.
  7. Alcune persone semplicemente non sono adatte a te.
  8. Non è compito di altre persone, quello di amarti; è tuo.
  9. Quello che possiedi non è quello che TU sei.
  10. Tutto cambia, ogni secondo.
A ciascuna di tali verità è dedicata qualche riga di approfondimento, ma quelle ho preferito non tradurle per evitare di dilungarmi troppo... oltre che per sbrigarmi prima! ;-) Almeno due o tre di queste massime mi hanno vivamente emozionata sul piano personale, e a una in particolare mi piacerebbe, forse, chissà, dedicare in futuro un post a sé...
Ma passiamo alla seconda lista, 50 Timeless Life Lessons (50 lezioni di vita senza tempo), stilata da Regina Brett. In questo caso, più che un decalogo, si sarebbe trattato di un "pentacontalogo" (ho scoperto adesso che pentaconta è il prefisso greco relativo al numero 50)... ma per farla breve ho pensato bene di operare la mia personalissima selezione scendendo da cinquanta a dieci "comandamenti", ovvero quelli che ho trovato maggiormente significativi; neppure in questo caso, è bene precisarlo, sono disposti in ordine di importanza. Ecco a te! :-)
  1. In caso di dubbio, basta che tu faccia il prossimo piccolo passettino.
  2. La vita è troppo breve per perdere tempo a odiare qualcuno.
  3. Piangi con qualcuno. È meglio che piangere da solo.
  4. Fa' pace con il tuo passato in modo da non rovinare il presente.
  5. Non paragonare la tua vita con quella degli altri. Tu non hai idea di quale sia il loro percorso.
  6. Accendi le candele, usa le lenzuola più belle, indossa la biancheria migliore. Non tenere tutto da parte per un'occasione speciale. Oggi è speciale.
  7. Nessuno è responsabile della tua felicità tranne te.
  8. Per buona o cattiva che possa essere una situazione, essa cambierà.
  9. Se tutti noi buttassimo i nostri problemi in una pila e vedessimo quelli degli altri, vorremmo riprenderci indietro i nostri.
  10. L'invidia è una perdita di tempo. Tu hai già tutto ciò di cui hai bisogno.
E pure su queste ci sarebbe da meditare a lungo, mooolto a lungo... :-)

domenica 15 giugno 2014

Obiettivo puntato verso il cielo

Da quando ho fatto il mio ingresso nel fantastico mondo delle reflex digitali, ho un sogno: riuscire a realizzare fotografie astronomiche almeno vagamente simili a quelle che ammiro tutti i giorni da quando ho sottoscritto il feed di APOD. Sperando che ad agosto riuscirò ad andare di notte su in montagna per trovare le condizioni migliori possibili – sulla terraferma, almeno – per ritrarre la volta celeste, finora ho fatto soltanto un timido tentativo – dalla finestra della mia stanza, e senza treppiede – per fotografare la luna piena seguendo questa guida: lo puoi vedere qui accanto. Il fatto è che con lo zoom standard 18-55 mica si possono fare miracoli: per certe cose ci vuole un buon teleobiettivo... ma prima mi piacerebbe tanto un obiettivo macro per la fotografia naturalistica (me ne hanno fatto provare uno a Pescasseroli e ne sono rimasta entusiasta)... e prima ancora uno zoom grandangolare per assecondare la mia più grande passione, quella per la fotografia paesaggistica... e nella lista dei desideri un bel cinquantino non ce lo vogliamo mettere? ;-) Il problema è che per mettere insieme un buon corredo di ottiche sossoldi! :-/ In attesa di poter passare alla pratica, comunque, mi preoccuperò di approfondire la teoria, non soltanto leggendo la Guida pratica all'astrofotografia digitale di Lorenzo Comolli e Daniele Cipollina che ho trovato in formato PDF qui, ma facendo tesoro anche delle dritte degli astrofotografi che sono soliti condividere dati tecnici, come Stefano De Rosa. Pur non avendo in programma di volare nel cielo notturno a breve, ho trovato parecchio istruttiva, oltre che affascinante, anche l'Astronomy Picture of the Day di ieri, intitolata New York to London Milky Way.


Ecco qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione.
Le luminose stelle del Sagittario e il centro della nostra galassia Via Lattea si vedono appena al di là dell'ala di un Boeing 747 in questa fotografia astronomica di viaggio. La scena stratosferica è stata immortalata all'inizio di questo mese durante un volo da New York a Londra, undicimila metri sopra l'Oceano Atlantico. Naturalmente a quella quota il cielo era limpido e buio, condizioni ideali per la fotografia astronomica. Ma c'erano delle sfide da superare guardando fuori dal finestrino del velivolo che si muoveva a una velocità di circa mille chilometri all'ora. Sono state tentate oltre 90 esposizioni di 30 secondi o meno con un obiettivo veloce e un'impostazione della sensibilità della fotocamera elevata, utilizzando un piccolo treppiede flessibile e una coperta per bloccare i riflessi dell'illuminazione interna. Alla fine, un'esposizione lunga 10 secondi ha dato luogo a questo esempio stabile e colorato di "astronomia aerea".
E questa è la descrizione che l'autore, l'italiano Alessandro Merga, ha inserito a corredo della foto pubblicata sul sito AstroBin.
Le condizioni erano "buone", cielo terso (a 11 km mi sorprendei del contrario), inquinamento luminoso nullo (Bortle 0), i problemi erano principalmente di carattere tecnico: fare una lunga esposizione a bordo di qualcosa che si muove a 598 miglia all'ora (960 km/h).
L'unica soluzione era quella di fare un'esposizione più breve possibile, ma catturare luce a sufficienza, quindi ho usato un 28 millimetri con un'apertura f/1.8, impostando la Canon a 1600 ISO (il massimo per la mia 450D), confidando che poi durante la post-elaborazione avrei forse potuto spingermi fino a 3200 o 6400 ISO, per l'esposizione sono andato per tentativi da 30 secondi in giù, ho scattato 93 foto di cui solo una buona (con 10 secondi di tempo di esposizione).
Per ottenere la massima stabilità possibile, ho messo il Gorillapod tra il bracciolo e la fusoliera, coprendomi con una coperta per bloccare tutti i riflessi provenienti dall'interno.
Qui sotto puoi vedere la stessa immagine in versione "etichettata" con l'indicazione dei vari corpi celesti visibili, per quanto così "affollata" non possa essere di grande utilità...

sabato 14 giugno 2014

In lavastoviglie si può lavare proprio tutto?

La lavastoviglie è un'invenzione meravigliosa, inutile negarlo: grazie a lei, l'incombenza di dover lavare i piatti a mano è soltanto un ricordo, o quasi. In effetti si potrebbe avere la tentazione di infilarci tutto ciò che di sporco capiti in cucina... ma qualcosina è bene rassegnarsi a continuare a lavarla a mano, perché alcuni oggetti sono particolarmente delicati e potrebbero rovinarsi in maniera irrimediabile. Ma quali, di preciso? Beh, lo spiega un articolo tratto dalla sezione Taste di The Huffington Post statunitense, 11 Items You Should Never Put In The Dishwasher (11 cose che non dovresti mai mettere in lavastoviglie), e riporto qui di seguito l'elenco tradotto.
  1. Buoni coltelli da cucina (la lama potrebbe rimanere smussata).
  2. Pentole in ghisa (il lavaggio in lavastoviglie altera le naturali proprietà antiaderenti della superficie, oltre a rischiare di arrugginirla).
  3. Cucchiai e spatole di legno (ad alte temperature possono facilmente deformarsi, rompersi, sfaldarsi o perdere la finitura, a meno che le istruzioni del produttore non assicurino il contrario).
  4. Cristallo e vetro soffiato (ma stiamo scherzando?! Si tratta di materiali molto sensibili al calore che potrebbero andare in pezzi, o nella migliore delle ipotesi perdere la loro brillantezza per effetto dei detergenti!).
  5. Posate dorate (sono belle da vedere, vero? Beh, lavale in lavastoviglie, e puoi anche dire addio al color oro...).
  6. Pentole e padelle antiaderenti (in seguito al lavaggio in lavastoviglie il rivestimento in Teflon potrebbe perdere le sue proprietà).
  7. Coltelli con il manico cavo (la maggioranza di essi sono incollati con adesivi che possono cedere dopo il lavaggio in lavastoviglie).
  8. Oggetti in alluminio usa e getta (non tanto per loro, ma perché potrebbero danneggiare altre cose).
  9. Plastiche morbide monouso (in genere gli oggetti in materiale plastico sono lavabili in lavastoviglie – anche se si dovrebbero verificare le raccomandazioni del produttore, e in ogni caso caricarli solo sul cestello superiore – ma la plastica monouso, come i vasetti di yogurt, no).
  10. Lattine e bottiglie da riciclare o riutilizzare (le etichette attaccate con la colla potrebbero creare problemi).
  11. Piatti con rifiniture dorate (la lavastoviglie si mangerebbe la colorazione!).
P.S.: In compenso ci sono oggetti che forse non avresti mai pensato di lavare in lavastoviglie, e che invece a quanto pare ci possono finire tranquillamente. Li puoi vedere nella presentazione Weird Things You Can Put In The Dishwasher posta in calce all'articolo suddetto: spazzolini da denti, sex toys (!), patate, berretti da baseball, scarpe, pettini, attrezzi da giardino, spugne da cucina, giocattoli in plastica, tastiere (io non ci proverei mai e poi mai, ma c'è chi l'ha fatto con successo), salmone (per una cottura "a fuoco lento"), sacchetti e scatole portapranzo, giocattoli per animali, placche per prese e interruttori, gioielli. Comunque declino ogni responsabilità sull'esito e ti invito a fare riferimento alle spiegazioni presenti in ciascuna slide! :-)
P.S.: Già che siamo in argomento... proprio oggi ho condiviso sul mio tumblr un video, registrato con una videocamera GoPro, che mostra dall'interno cosa accade dentro una lavastoviglie in funzione.

venerdì 13 giugno 2014

Prove tecniche di vita offline

Salve, faccio parte di quei milioni di italiani che questa mattina si sono ritrovati con il cellulare offline a causa del tilt di Wind. L'operatore telefonico si sta preoccupando di tenere gli utenti aggiornati sulla situazione tramite il suo profilo Twitter: «Riscontriamo difficoltà di accesso ad Internet da fisso e da mobile. Stiamo lavorando per risolvere il problema. Ci scusiamo per il disagio.» (ore 12:22), «Abbiamo ancora difficoltà generalizzate sulla rete: i nostri tecnici sono a lavoro. Comprendiamo e ci scusiamo per il grosso disagio.» (e daje, ore 13:19), «L'eccezionale anomalia è in progressiva risoluzione. Lavoriamo per ripristinare i nostri servizi. Comprendiamo e ci scusiamo per il disagio.» (e ridaje, ore 17:09). A me per fortuna il colossale disservizio non ha causato grossi problemi, tanto più che tornando a casa dal lavoro all'ora di pranzo ho potuto finalmente connettermi alla rete Wi-Fi domestica: io lo smartphone lo uso assai di più per navigare che per telefonare! ;-) Poco fa sono uscita a fare il pieno di benzina – ero in riserva e domani, ocio!, comincia lo sciopero nazionale... anche se il mio distributore di fiducia, essendo no-logo, non dovrebbe aderire – e ho notato che il problema non era ancora stato risolto.
L'allenamento per le mie future vacanze disconnesse è solo rimandato, promesso! ;-) Stavolta non sono neppure riuscita a battere il mio record personale di tempo offline (forzato) nelle ore di veglia: quando a fine maggio ho trascorso un week-end a Pescasseroli, in certe zone l'assenza di campo perdurava anche più a lungo... ma io ero così impegnata a camminare e a scattare fotografie che non ci facevo neanche caso. Comunque mi rendo perfettamente conto che, per chi col telefono ci lavora – il disguido riguarda anche la rete fissa Infostrada – o comunque ha motivi davvero seri per rimanere sempre raggiungibile, oggi non dev'essere stato un bel venerdì 13... con la luna piena, per giunta: chi per caso dovesse soffrire di parascevedecatriafobia – per fortuna io no, anche perché con un nome così sarebbe un problema parlarne – avrà trovato un motivo in più per persistere nella sua paura! Facezie a parte, vedo che sui social network il malcontento serpeggia incontenibile.
Che sfiga, però: sono tornata a Wind da meno di un mese, e già mi trovo coinvolta in una delle giornate più "sconnesse" di tutti i tempi. :-/ [Non per questo sto meditando di cambiare di nuovo operatore... purché tu, caro signor Wind, abbia imparato la lezione e faccia sì che non accada mai più nulla del genere!] In tempi recenti, ch'io ricordi, l'unica giornata più critica di questa per la connettività in Italia – e mica solo per quella – fu il 28 settembre 2003, quando un disastroso black-out lasciò quasi tutto il Paese al buio per ore.

giovedì 12 giugno 2014

Non è mica facile essere gay friendly...

«Ma sei gay? Pubblichi spesso cose che riguardano gli omosessuali». Una mia amica – felicemente sposata con un uomo, detto per inciso – ha raccontato su Facebook di essersi sentita rivolgere questa domanda... e beh, posso dire che la sua reazione è stata alquanto divertente, oltre che divertita! :-D L'aneddoto mi ha fatto tornare in mente quella volta che la prof di Religione chiese a un mio compagno di classe «Ma che, sei omosessuale, tu che li difendi tanto?». :-/
In un mondo ideale essere considerati omosessuali, che lo si sia o meno, non sarebbe di certo qualcosa da perderci il sonno, come già succede riguardo a caratteristiche ritenute più "neutre" rispetto all'orientamento sessuale... eppure nel ventunesimo secolo è ancora degno di ammirazione chi sa reagire con disinvoltura come la mia amica o come Johnny Galecki, protagonista della sitcom Big Bang Theory, il quale ha replicato ai rumors sulla sua presunta omosessualità con queste parole: «Non ho mai affrontato queste voci, poiché ho sempre pensato: perché difendersi contro qualcosa che non è offensivo?». :-)
Pochi giorni fa è uscito il nuovo spot dei 4 Salti Findus, nel quale il protagonista Luca va a mangiare a casa della madre in compagnia di un uomo, e coglie l'occasione per informare la genitrice che Gianni non è solo il suo coinquilino ma anche il suo compagno. La mamma poggia la mano su quella del figlio e gli confessa con lieta semplicità che lo aveva già capito. Tutto molto bello... o forse no?


Nel summenzionato mondo ideale l'unica critica da fare a questo spot sarebbe qualcosa del genere: «Ma insomma, ci siam bevuti ragazzini che ringraziano la mamma perché ha preparato loro la carne in scatola, abbiam mandato giù Kevin Costner che presenta il tonno sott'olio come un esempio di buona cucina italiana... e adesso dobbiamo credere pure a una madre secondo la quale cuocere dei surgelati nel microonde – neanche in padella, che un minimo di manualità in più la richiede – significa essere un ottimo cuoco?! Dai, questo è veramente troppo!!!». [Se così fosse io in pratica sarei la versione femminile di Cracco, tra parentesi] ;-) E invece le critiche da fare sono ben altre, e senza dubbio più sostanziali. Per farla breve, come osservato da Alessandro Gilioli, il volto dei protagonisti dello spot non appare mai in video... ed è assai arduo tenere a bada il sospetto di una qualche forma di pudore, di imbarazzo, da parte dei pubblicitari. Lo spot IKEA uscito un paio d'anni fa era di una naturalezza esemplare, al confronto. Ma sarà bene sforzarsi di vedere il bicchiere mezzo pieno, e accogliere questo spot come un piccolo ma significativo passo avanti verso un'ampia accettazione degli orientamenti sessuali diversi dal proprio. In fondo, come commenta Giovanna Cosenza in proposito, «piuttosto che niente è meglio piuttosto»...

mercoledì 11 giugno 2014

#iosegno

L'altra sera su LA7 ho rivisto per l'ennesima volta Quattro matrimoni e un funerale. Se anche tu conosci questa deliziosa commedia, ricorderai che il protagonista Charles (Hugh Grant) aveva un fratello sordomuto, David (David Bower, non udente anche nella vita reale), con il quale "parlava" per mezzo della lingua dei segni. E mi è venuto spontaneo pensare a quanto possa essere complicato per le persone non udenti integrarsi e comunicare con chi ci sente quando non possono contare sulla presenza di qualcuno che sia in grado di far loro da interprete...
A tal proposito, oggi Change.org mi ha aggiornata tramite e-mail in merito a una campagna alla quale avevo aderito un po' di tempo fa: Io segno la Lis. Ma lo Stato italiano non riconosce la mia lingua. #iosegno (short URL change.org/iosegno). La petizione è rivolta ai principali esponenti del nostro Parlamento, e chiede il riconoscimento ufficiale della Lingua dei Segni Italiana (LIS), che è «non è un linguaggio mimico-gestuale, è una vera lingua a tutti gli effetti» (via N.A.Di.R., da cui è tratta l'immagine che apre questo post). Una questione da non sottovalutare: secondo Altreconomia non è noto quanti siano esattamente gli italiani affetti da sordità, ma senza dubbio si tratta di un numero tutt'altro che trascurabile. Sul sito del Ministero della Salute ho trovato questo documento che parla addirittura di «oltre il 10% della popolazione» interessato da disturbi uditivi.
Nel mio piccolo mi va di far qualcosa per "spingere" la petizione verso il traguardo delle centocinquantamila firme... per questo ne parlo e condivido qui di seguito il testo.
Siamo un gruppo di ragazzi, tutti sotto i trenta anni. Due cose ci uniscono: siamo sordi e ci siamo incontrati grazie ad una radio. Radio Kaos ItaLis è nata da un’idea che potrebbe sembrare paradossale: creare un progetto radiofonico per promuovere l’integrazione tra sordi e udenti. E ci siamo riusciti, dimostrando a noi stessi che le barriere all’integrazione possono essere superate. Purtroppo però c’è un muro che non riusciamo ad abbattere: la nostra lingua, la Lingua dei Segni italiana (LIS), non è riconosciuta ufficialmente nel nostro Paese.
La LIS rende possibile la comunicazione tra sordi e l’integrazione tra sordi e udenti. Chiediamo quindi al Parlamento italiano di riconoscere ufficialmente la LIS come già avviene in 44 paesi del mondo (tra i quali Iran, U.S.A., Cina, Spagna e Francia).
La convenzione dell'ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, riconosceva la LIS promuovendone l’acquisizione e l’uso. Riteniamo che il mancato riconoscimento ufficiale della LIS da parte dell’Italia sia un’inadempienza alla avvenuta ratifica italiana di questa Convenzione.
Il riconoscimento della LIS come una vera e propria lingua garantirebbe la libertà di un sordo di scegliere come comunicare ed integrarsi: un effettivo e illimitato accesso all’informazione, alla comunicazione, alla cultura, all’educazione, ai servizi, alla vita sociale, lavorativa e perfino ricreativa; un’equa rappresentazione politica e giuridica, l’accesso all’istruzione... la dignità.
Firma la petizione per chiedere a tutti i capigruppo della Camera dei Deputati e del Senato, al Presidente del Senato Pietro Grasso, al Presidente della Camera Laura Boldrini di impegnarsi affinchè la LIS venga finalmente riconosciuta come lingua ufficiale dal Parlamento italiano.
Chiediamo che venga riconosciuta la LIS in italia!
Ma dicevo che ci sono novità in merito a questa campagna... Di che si tratta? Beh, proprio quest'oggi Fabri Fibra e i ragazzi sordi di RadioKaosItaLIS hanno lanciato il video di In Italia doppiato nella lingua dei segni per chiedere al Presidente del Senato, Pietro Grasso, e alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, di accelerare la votazione delle varie proposte di legge presentate per ottenere il riconoscimento della LIS. Al posto del rapper marchigiano e di Gianna Nannini, protagonisti del video originale, compaiono Giacomo e Anna, due giovani interpreti Anios che traducono il testo del brano dall'italiano alla LIS.


Confesso che a me Fabri Fibra, come la stragrande maggioranza dei rapper italiani, non è mai piaciuto granché... ma con il suo sostegno a questa campagna ha guadagnato parecchi punti nella mia stima! :-)

martedì 10 giugno 2014

Malefica vs Aurora, tutti i retroscena

Quando fa caldo come in questi ultimi giorni, chi come me abita a Pescara ha due alternative principali per trascorrere il proprio tempo libero fuori casa senza rischiare uno svenimento: andare al mare, oppure in un luogo chiuso munito di aria condizionata, tipo un multisala. Se hai presente quanto (poco) la sottoscritta ami le spiagge d'estate, non ti sarà difficile indovinare quale sia stata la mia scelta per il pomeriggio di oggi... ;-) E cosa sono andata a vedere al Multiplex Arca? È presto detto: Maleficent, primo film – di una lunga serie, almeno spero – diretto da Robert Stromberg. Puoi vedere qui il trailer e qui una scena clou.
A me il film è piaciuto molto, e a tratti mi ha perfino commossa. Esso mostra il lato umano di una delle cattive-più-cattive che popolavano fiabe e cartoni animati della mia infanzia: Malefica, la strega che scagliò la maledizione sulla principessa Aurora, la bella addormentata nel bosco di Charles Perrault, per vendetta – secondo quanto ho scoperto oggi – nei confronti di suo padre, re Stefano. Ma la trama di Maleficent non si limita a mostrare la vicenda dal punto di vista di Malefica: il film si discosta dal cartone animato della Disney, che mi sono premurata di rivedere nei giorni scorsi per rinfrescarmi la memoria, sotto svariati aspetti non certo di poco conto. Comunque devo ammettere che preferisco di gran lunga la nuova versione! ;-) E non soltanto perché stavolta i personaggi non cantano a ogni piè sospinto fino all'esasperazione (dello spettatore): mentre rivedevo La bella addormentata nel bosco, inevitabilmente mi è tornata in mente questa scena di Shrek... ;-)
Eviterò di spoilerare ulteriori dettagli della storia, limitandomi a dire che alla Malefica interpretata da Angelina Jolie – provvista per l'occasione di zigomi decisamente pronunciati – il nome non rende affatto giustizia.
Infine, il film mi è sembrato davvero notevole anche dal punto di vista degli effetti speciali: non per niente il regista Robert Stromberg è reduce da una lunga e brillante carriera come supervisore agli effetti visivi. Io Maleficent l'ho visto in 2D, ma ho avuto la netta impressione che la visione in 3D valesse davvero il sovrapprezzo sul biglietto del cinema.

lunedì 9 giugno 2014

Abbracci post-elettorali

Cambio della guardia nel municipio della mia città, Pescara: il candidato del centrosinistra Marco Alessandrini, il cui padre Emilio venne assassinato nel 1979 dai terroristi, ha doppiato il sindaco uscente Luigi Albore Mascia nel ballottaggio svoltosi ieri. Un risultato che ribalta alla grande quello di cinque anni fa. Oh, posso dire che son contenta? :-)
Nella foto qui sotto puoi vedere i due avversari mentre si stringono in un abbraccio che trasuda un grandissimo e sincero ammore!!! ;-)


Ma l'abbraccio più discusso quest'oggi è quello tra Giorgio Gori, il neoeletto sindaco di Bergamo, e sua moglie, la giornalista televisiva Cristina Parodi.


Ai più la scena ha riportato alla mente il celebre tweet in cui Barack Obama proclamava la sua rielezione a presidente degli Stati Uniti... e francamente non mi pare affatto strano! ;-)


Non solo la posa, ma pure l'abbigliamento è identico: incredibile! La mia diffidenza è arrivata a un punto tale che, la prima volta che ho visto la foto dei coniugi Gori, ho ipotizzato che fosse soltanto un fotomontaggio ben riuscito... e invece.
Se l'abbronzatissimo Mister Obaaamaaaaa (cit.) annunciava trionfalmente «Four more years» (Altri quattro anni), vuoi vedere che da parte sua il pallido Giorgetto ha sussurrato, nel vernacolo locale, «sich agn» (cinque anni)? :-) [Eventuali errori di traduzione nel dialetto bergamasco vanno imputati a Wikipedia... ;-)]

sabato 7 giugno 2014

La vita è fatta di priorità

[Il titolo del post richiama il vecchio spot di un gelato che su YouTube non sono riuscita a trovare...]
Una mia amica ha condiviso su Facebook il link a una pagina del sito Learning Mind intitolata The Two Islands: An Unusual Personality Test That Will Surprise You! (Le due isole: un test di personalità insolito che ti sorprenderà!). La sottoscritta, come quasi sempre accade quando legge la parola test o quiz, ci si è fiondata... ;-) e in effetti sono rimasta sorpresa, sì, e impressionata a tal punto che, malgrado qualche perplessità su aspetti tutto sommato secondari, ho deciso di pubblicarne di seguito la traduzione in italiano.
Leggi la storia qui sotto e rispondi nella maniera più spontanea e veloce possibile.
Ci sono due isole vicine. Nella prima vivono due uomini: un incivile selvaggio e un uomo civilizzato. Nell'altra isola ci sono diverse persone, tra le quali una ragazza che è innamorata dell'uomo civilizzato e ha una relazione con lui.
La ragazza vuole raggiungere l'isola di fronte per incontrare il suo amore. Chiede all'unico barcaiolo dell'isola quanto vuole per portarcela. Il barcaiolo dice che non vuole soldi e che la porterà all'altra isola se lei starà nuda nella barca.
La ragazza è sconvolta... Non sapendo cosa fare va dal saggio dell'isola per chiedere aiuto. Lui ascolta la sua storia con attenzione e le dà il seguente consiglio: «Fai quello che ti dice il cuore, bambina mia...». Così la ragazza decide di accettare la proposta del barcaiolo allo scopo di incontrare il suo amato.
Quindi, i due vanno all'altra isola. Ma quando arrivano, il selvaggio è sulla riva e diventa pazzo alla vista della donna nuda, così la violenta... Nello stesso momento l'uomo civilizzato arriva e assiste alla scena. Si arrabbia e dice alla ragazza che non la vuole più e che lei deve andarsene immediatamente...
Valuta i cinque personaggi della storia – il selvaggio, l'uomo civilizzato, la ragazza, il barcaiolo, il saggio – dal migliore al peggiore, numerandoli dall'1 (il personaggio che tu ritieni sia il migliore della storia) al 5 (il peggiore di tutti).




















Interpretazione
Ciascun personaggio della storia rappresenta una priorità nella tua vita:
  • Selvaggio = quanto è importante il sesso per te;
  • Uomo civilizzato = l'importanza dell'opinione delle altre persone;
  • Ragazza = il tuo bisogno di una relazione emotiva;
  • Barcaiolo = il tuo bisogno di guadagnare denaro;
  • Saggio = quanto fai affidamento sulla logica.
Ed io, quale risultato ho ottenuto? Beh, mi avvalgo della facoltà di non rispondere... ;-) limitandomi a osservare che forse l'opinione altrui per me non vale poi tanto quanto credevo.

venerdì 6 giugno 2014

La politica vista da Paperino

Qualche tempo fa nella mia collezione di Topolino, che conta centinaia di numeri e si è protratta fino alla tarda adolescenza finché problemi di spazio non mi hanno convinta a dire basta, ho scovato un doppione alquanto ingiallito: il numero 1690, datato 17 aprile 1988. La storia di copertina, scritta da Giorgio Pezzin e disegnata da Guido Scala (grazie a Walt Disney Wiki per le info), si intitolava Paperino portaborse, e credo che in un certo senso abbia rappresentato il mio primo approccio col mondo della politica. Per questo ho pensato di proportene qui di seguito un breve riassunto corredato da qualche vignetta: ebbene sì, ho fatto la scansione... ;-)
Qui, Quo e Qua rievocano quella volta in cui zio Paperino, in cerca di un posto con poco lavoro e molto guadagno, decise di diventare il portaborse del deputato di Paperopoli, l'onorevole Papeotti (in omaggio a Giulio Andreotti, che all'epoca era ancora sulla cresta dell'onda). Vincere un regolare concorso sbaragliando la concorrenza di un numero esorbitante di candidati ultra-qualificati sarebbe stato impossibile per lui... ma una volta tanto il caso condito da un pizzico di sagacia gli venne in aiuto, e il posto fu suo. Avendo accesso ai palazzi del potere, ben presto ne scoprì gli aspetti più sgradevoli: richieste di favori e raccomandazioni...


... l'assedio dei giornalisti...


... l'astruso eloquio dei politici di professione.


... il dover avere a che fare con impiegati pubblici assenteisti...


... maldisposti...


... o fancazzisti [un termine che su Topolino difficilmente avrei mai potuto trovare ;-)]...


... e con una burocrazia così contorta da perderci la testa.


Una storia ancora piuttosto attuale, direi. Il principale punto debole è che le mansioni di Paperino portaborse si riducevano per l'appunto a portare le borse dell'onorevole Papeotti... le quali contenevano non soltanto documenti di vitale importanza, ma anche generi alimentari! ;-) In realtà quello di portaborse è un profilo un pochino più articolato.


Ah, a quanto pare andare in pensione appariva come una sorta di miraggio già all'epoca... :-/


A proposito... fra tre giorni Paperino festeggerà un importante compleanno! :-) Sta per compiere ottant'anni, anche se non li dimostra: era infatti il 9 giugno 1934 quando fece la sua prima apparizione, nel cartone animato di Walt Disney La gallinella saggia. E io faccio tanti auguri all'idolo della mia infanzia nonché uno dei miei personaggi dei fumetti preferiti, sicuramente più di Topolino! ;-)