lunedì 17 febbraio 2014

Sulle tracce di Cartier-Bresson

I love photos, because the best thing about it is that it never changes even when the person in it does.

L'altro giorno ho condiviso sul mio tumblr una citazione del grande fotografo statunitense Robert Adams che in italiano recita: «I fotografi potrebbero o no guadagnarsi da vivere con la fotografia, ma sono vivi grazie a lei». Devo dire che nel mio piccolo ne comprendo perfettamente il senso: in effetti sarebbe a dir poco eccessivo affermare che, da quando ho cominciato il corso base di fotografia, fotografare è diventata la mia principale ragione di vita... ma di sicuro mi sta appassionando da morire, e non è poco! :-) Apprezzo ogni giorno di più il mix perfetto fra creatività e tecnologia, fra bellezza e significato che la fotografia rappresenta per me. Più cose imparo e più devo misurarmi coi miei limiti: io, che fino a un mese fa mi illudevo di saper fotografare, mi sono resa conto come non mai che il mio contributo in pratica si riduceva alla pressione di un pulsante, tutto il resto (o quasi) lo faceva la fotocamera. Prima di assistere alla prima lezione ero convinta che gli stop fossero soltanto dei segnali stradali; non arrivo a dire che il termine otturazione mi facesse pensare unicamente a una cura dentaria e diaframma a un metodo contraccettivo... ma poco ci manca! ;-)
Pochi giorni fa la mia compattina super-automatica l'ho messa a riposo – non certo in pensione, perché è troppo comoda da portarsi appresso all'occorrenza – e sono entrata nel magico mondo delle reflex acquistando una più che dignitosa Canon EOS 1100D. Già mi sforzo di ridurre al minimo l'impiego della modalità di scatto in automatico e del programma AE, ma... allunga i tempi, accorcia i tempi, apri il diaframma, chiudi il diaframma... io j'oo tajerei, 'sto diaframma! ;-) (parafrasando il mitico Mimmo in Bianco, rosso e Verdone) Meno male che ieri il prof ci ha esposto un trucchetto infallibile per memorizzare le impostazioni di diaframma, focale e distanza soggetto-obiettivo da adottare quando si fotografano ritratti e paesaggi. Non lo riferisco qui perché... chissà, magari è coperto da copyright, e poi è un tantino "vietato ai minori"! ;-) Se lo vuoi scoprire, ti toccherà frequentare il corso di Stefano... cosa che peraltro consiglio vivamente a chiunque abbia un minimo d'interesse nei confronti della fotografia: mi sembra davvero un'ottima esperienza non soltanto dal punto di vista pratico – il prof spiega molto bene ed è prodigo di consigli – ma anche da quello relazionale. Per la serie "battere il ferro finché è caldo", ho già in programma di frequentare il corso Beta, dedicato alla post-produzione, e pure un mini-corso di fotografia con smartphone: una forma d'arte da non sottovalutare... a tal proposito leggi qui.
Fotografare come si deve, specialmente in condizioni di luce estreme, non è affatto facile: ho dovuto constatarlo ieri all'imbrunire, dopo una giornata trascorsa a Scanno con i miei compagni di corso per fare un po' di pratica. Apro una parentesi: come mai il prof ha scelto di portarci proprio a Scanno? Beh, perché lo splendido borgo abruzzese è stato teatro di reportage effettuati da alcuni fra i nomi più prestigiosi della fotografia mondiale, da Henri Cartier-Bresson a Mario Giacomelli... e tanti altri: insomma, in paese l'arte di "disegnare con la luce" si respira un po' ovunque, non per niente Scanno è nota come "la città dei fotografi". Chiusa la parentesi, ci siamo disposti lungo la sponda del lago di Scanno per immortalare il tramonto, e non è stato affatto un esercizio banale; se poi non mi fossi trovata al posto giusto nel momento giusto per "scroccare" il cavalletto al prof (non avendo ancora avuto modo di comprarne uno mio) sarebbe stato pressoché impossibile, dal momento che in quelle particolari condizioni di luce l'esposimetro richiede un tempo di otturazione di svariati secondi. Ero orgogliosissima di essere riuscita a riportare a casa scatti come questo qui sotto...


... ma quando poi il prof ha pubblicato la sua, di foto, ho capito che ne dovrò mangiare ancora tanta ma tanta, di minestra! :-) Devo assolutamente fare mia prima che posso la tecnica del cartoncino nero – o del guanto grigio ;-) – per ridurre la gamma dinamica.


Comunque non voglio ripetere l'errore già commesso troppe volte in passato, quello di scoraggiarmi perché non mi rivelo la mejo fin da subito in quello che faccio: intendo impegnarmi al massimo per imparare a fare foto corrette (ovvero nitide – non sfocate né mosse – e correttamente esposte) e che significhino davvero qualcosa (soprattutto su questo dovrò lavorare parecchio, mi sa... e tanto per cominciare aspetterò prima di caricare su Flickr le foto di ieri, perché voglio provare a selezionarle con maggiore criterio rispetto al solito). Se poi alla fine diventerò davvero brava... ricordati di me: garantisco scrupolosità e prezzi modici! :-)
[L'immagine che apre il post è tratta da I ❤ Inspiration]

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