martedì 11 febbraio 2014

Sette geni... del crimine

Se c'è un film che non potevo assolutamente perdermi – e infatti me lo sono visto con grande piacere ieri pomeriggio – quello è Smetto quando voglio (qui il trailer), la cui frase di lancio, «Meglio ricercati che ricercatori», cita lo striscione di un reale corteo contro i tagli all'università. In effetti la sottoscritta la realtà della ricerca universitaria l'ha conosciuta dall'interno, pur avendola dovuta in seguito abbandonare per cause di forza maggiore... qualcosa di ben più serio rispetto a un di per sé abbastanza spiacevole mancato rinnovo del contratto. :-/ Ma non divaghiamo, e passiamo alla trama in sintesi.
Pietro (Edoardo Leo) è un qualificato neurobiologo trentasettenne che si vede negare i finanziamenti per proseguire la sua attività di ricerca. Trovandosi con l'acqua alla gola, l'ormai ex ricercatore raduna una banda di suoi simili, brillanti laureati che adesso vivono più o meno ai margini della società:
  • i latinisti Mattia (Valerio Aprea) e Giorgio (Lorenzo Lavia) si sono ridotti a fare i benzinai di notte alle dipendenze di un cingalese, per giunta in nero;
  • l'economista Bartolomeo (Libero De Rienzo) si ingegna a sbarcare il lunario applicando nozioni matematiche al gioco del poker;
  • l'archeologo Arturo (Paolo Calabresi) assiste gli operai che effettuano gli scavi nei centri storici, nell'eventualità che venga rinvenuto qualche antico reperto;
  • l'antropologo Andrea (Pietro Sermonti) cerca sempre di dissimulare i propri titoli accademici, dal momento che i laureati sono malvisti per svolgere i lavori più umili;
  • il chimico Alberto (Stefano Fresi) fa il lavapiatti in un ristorante cinese, e la sua massima aspirazione è essere promosso cameriere.
Ed ecco il piano criminale di Pietro per "svoltare": sintetizzare, produrre in grandi quantità e spacciare una rivoluzionaria droga sintetica da lui stesso teorizzata, e che essendo di nuova concezione non risulta ancora inclusa nell'elenco delle sostanze illegali censite dal Ministero della Salute. I nostri (anti)eroi spendono ognuno le proprie competenze per la buona riuscita del piano, e ben presto arrivano soldi a palate... solo che dopo un po' la situazione sfugge loro di mano; tanto, come Pietro assicura alla sua preoccupatissima compagna Giulia (Valeria Solarino), «Smetto quando voglio». Ma sarà davvero così semplice uscire dal giro?
Il giovane cineasta salernitano Sydney Sibilia (32 anni) non avrebbe potuto puntare a un esordio migliore alla regia di un lungometraggio: il film è davvero ben congegnato, con un irresistibile susseguirsi di situazioni al limite del paradosso, ottimamente recitato e molto divertente. Si ride amaro, ma si ride eccome... e si riflette.
Non mi aspettavo di vedere un mio "collega" fra i laureati vittime del precariato... e invece a un certo punto ecco che fa la sua comparsa un ingegnere costretto diciamo così a reinventarsi. Solo che io non ho mai neanche lontanamente pensato di darmi al crimine, sia ben chiaro! ;-) Certo però che, con un po' di intraprendenza e di determinazione in più, avrei potuto aspirare a una carriera ben diversa... Chissà se sono ancora in tempo per puntare in alto? :-)

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