venerdì 6 dicembre 2013

Rest in peace, Madiba...

Si è spento ieri alla veneranda età di 95 anni il politico sudafricano Nelson Mandela, primo presidente ad essere eletto dopo la fine dell'apartheid nel suo Paese e premio Nobel per la pace nel 1993; moltissimo materiale sulla sua vita puoi trovarlo qui. Questa sera avrei rivisto molto volentieri Invictus, il film su di lui diretto da Clint Eastwood e interpretato da Morgan Freeman, ma a quanto pare nessuna rete televisiva in chiaro lo trasmette, pertanto dovrò recuperarlo in un secondo momento.
Da quando si è diffusa la notizia, sui social network in tanti si sono affrettati ad esprimere il proprio cordoglio e a condividere aforismi attribuiti a Madiba... e adesso è arrivato il momento di pubblicare la mia personale selezione di citazioni, tratte da Aforismario, PensieriParole, PoesieRacconti e AFORISMI CELEBRI.
Tanto per cominciare, ecco come Mandela parlava dei propri ideali, del mondo che sognava e di quello che sarebbe stato necessario fare affinché potesse divenire una realtà.
Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero. Ho coltivato l'ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità. Questo è un ideale per il quale spero di vivere e che spero di ottenere. Ma, se necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire.
La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare.
Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio.
Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli.
La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci ogni volta che cadiamo.
Ho imparato che il coraggio non è l’assenza di paura, ma il trionfo su di essa. Coraggioso non è chi non prova paura, ma colui che vince questa paura.
Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso.
Un traguardo che gli stava particolarmente a cuore, e per il quale ha lottato tutta la vita, è quello della libertà.
Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni.
La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti.
Non c'è nessuna facile strada per la libertà.
La libertà senza civiltà, la libertà senza la possibilità di vivere in pace non è vera libertà.
Sapevo che l'oppressore era schiavo quanto l'oppresso, perché chi priva gli altri della libertà è prigioniero dell'odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza mentale. L'oppressore e l'oppresso sono entrambi derubati della loro umanità.
E chi sa apprezzare la libertà più di uno che come lui ha trascorso tanti anni in prigione?
Nessuno conosce veramente una nazione fino a che non è stato nelle sue prigioni. Una Nazione non dovrebbe essere giudicata da come tratta i suoi cittadini migliori, ma da come tratta i suoi cittadini di più basso rango.
Non c'è niente di più incoraggiante per un detenuto politico del sapere che la sua vita non è andata sprecata.
E quella di Madiba non è andata di certo sprecata, anzi: i traguardi da lui conseguiti nel corso della sua travagliata esistenza gli permetteranno di vivere virtualmente per sempre, come suggerito dalla foto che apre il post, tratta dalla pagina Facebook ufficiale di South African Tourism Italia. Ma lui aveva ben presente che...
Più potente della paura per l'inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni.
Mandela aveva una straordinaria fiducia nel potere dell'educazione.
L'istruzione e la formazione sono le armi più potenti per cambiare il mondo.
L'educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all'educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall'altra.
E io non posso fare a meno di pensare: beh, sarà anche vero... ma viviamo ancora in una società in cui i figli di avvocati diventano con facilità avvocati, i figli di farmacisti farmacisti, ecc. ecc., mentre chi nasce da una famiglia umile e aspira a migliorare il proprio status deve sudare sette camicie per poterci riuscire: c'è ancora un sacco da fare affinché tutti abbiano davvero le stesse opportunità a prescindere dal ceto sociale di provenienza.
Infine, ecco come Mandela presentava Ubuntu: no, non la distribuzione GNU/Linux, bensì una filosofia dell'Africa sub-sahariana (da cui prende il nome la distro, in effetti).
Una persona che viaggia attraverso il nostro paese e si ferma in un villaggio non ha bisogno di chiedere cibo o acqua: subito la gente le offre del cibo, la intrattiene. Ecco, questo è un aspetto di Ubuntu, ma ce ne sono altri. Ubuntu non significa non pensare a sé stessi; significa piuttosto porsi la domanda: voglio aiutare la comunità che mi sta intorno a migliorare?
Ieri sera la fretta di pubblicare il più presto possibile la notizia della dipartita di Madiba ha giocato un brutto scherzo a quelli de il Giornale, che se ne sono usciti con un titolo francamente imbarazzante.


Ebbene sì, il simbolo della lotta contro l'apartheid è stato definito «il padre dell'apartheid»! Mi rifiuto di credere che ci sia dietro qualcosa di diverso da una madornale svista, e comunque si è ben presto corsi ai ripari correggendo l'errore («il padre dell'apartheid» è diventato «il padre del nuovo Sudafrica»); ho apprezzato il fatto che il giornalista si sia scusato anziché far finta di nulla, cosa che troppo spesso si tende a fare sottovalutando la capacità di diffusione virale di uno screenshot sul Web... comunque io trovo allucinante che certe cose possano accadere nella redazione di un importante quotidiano. Ehi voi, se cercate una correttrice di bozze, o perlomeno qualcuno che faccia le pulci agli articoli prima che finiscano online... io sono qua, eh? ;-)
A onor del vero il Giornale è stato seguito a ruota da altre testate in una corsa al copia&incolla in cui bisognerebbe semplicemente aspirare ad arrivare ultimi...
Concludo condividendo anch'io una geniale stoccata al vetriolo contro il signor B.: «Berlusconi: “Voglio essere ricordato come il Mandela italiano”. Bene, allora prima VAI IN GALERA, e poi MUORI». :-D
[a onor del vero non mi risulta che l'ex premier ed ormai anche ex senatore – ma non ancora ex protagonista del dibattito politico italiano, purtroppo – abbia detto esattamente questo... ma leggendo qui è difficile non pensare che abbia l'enorme presunzione di paragonarsi a Mandela]

Nessun commento:

Posta un commento