sabato 28 dicembre 2013

Che Natale sarebbe, senza cinema?

Oggi pomeriggio sono andata al cinema a vedere il film commedia Un fantastico via vai (qui il trailer), scritto, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni. Che dire? A me è piaciuto proprio tanto, e lo consiglio a chiunque desideri trascorrere un'oretta e mezza di evasione leggera ma non sciocca: potrei dire che è mille volte meglio di un certo cinepanettone attualmente nelle sale, se l'avessi visto... ma di quello mi è bastato e avanzato il trailer! ;-)
La trama in sintesi: Il quarantacinquenne Arnaldo Nardi (Leonardo Pieraccioni) lavora in banca ed è sposato con Anita (Serena Autieri), dalla quale ha avuto due gemelle. A causa di un equivoco la moglie si convince che lui la tradisca e lo sbatte subito fuori di casa, senza che l'uomo faccia il benché minimo sforzo per chiarire... forse perché quella che inaspettatamente gli è capitata era proprio l'occasione che gli ci voleva per evadere dal grigiore di una routine troppo opprimente. Arnaldo prende in affitto una stanza in un appartamento già abitato da quattro studenti universitari, due ragazzi e due ragazze. La coabitazione rappresenterà un'opportunità di arricchimento per tutti: per l'"anziano" del gruppo, che assorbirà la vitalità tipica dei vent'anni come una boccata d'ossigeno, e per i suoi giovani coinquilini, i quali grazie a lui impareranno ad affrontare la vita.
Come mi succede quasi sempre quando vedo Pieraccioni all'opera, ho riso parecchio... ma – accidentiammé e all'effetto che mi fanno le commedie da un po' di tempo a questa parte – verso la fine mi sono pure commossa, per più di un motivo. :-) Ti svelo solamente l'ultimo [gli altri li scoprirai quando guarderai il film... ;-)]: i titoli di coda sono accompagnati dalla deliziosa canzone La risata di mia figlia, interpretata dallo stesso Pieraccioni e dedicata a Martina, la bimba che l'attore/regista ha avuto tre anni fa dalla compagna Laura Torrisi. Dopo Checco Zalone, ecco un altro comico che "rimbambisce" – detto nel senso migliore possibile del termine – per la gioia di essere diventato papà! :-D
Nota malinconica strettamente personale: il film mi ha fatto ripensare con rimpianto ai miei anni dell'università – e pure a quelli del liceo, se proprio devo dirla tutta – quando la mia eccessiva dedizione allo studio mi impedì di godermi appieno un'età che purtroppo non rivivrò mai più... e ad oggi non posso certo dire che ne sia valsa la pena. Uh, non so cosa darei per poter tornare indietro! :-/
Per tirarmi un po' su il morale, segnalo una pagina Facebook che trovo molto divertente: Spoiler - È inutile che lo vedi, tanto. In essa sono raccolte le locandine di molte pellicole famose, con il titolo sostituito da un altro che in qualche modo spiattella ("spoilera", appunto) quello che accade nel film. In qualche caso – come in quello de Il sesto senso, uno dei lungometraggi più "spoileraibili" della storia del cinema – lo spoiler è fin troppo sfacciato... mentre in altri casi non mi sembra si possa parlare tanto di spoiler vero e proprio, quanto di un simpatico omaggio. Ecco qui di seguito qualche esempio.
L'attimo fuggente...


... Il discorso del re...


... Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato...


... L'ultimo bacio...


... e il suo seguito, Baciami ancora.


A quanto pare, non sono la sola ad aver pensato «Ma quanto accidenti strillano, nei film di Muccino?!»... ;-)

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