martedì 31 dicembre 2013

Segnali di ripresa

Sta finalmente per giungere al termine un anno che per la sottoscritta è stato all'insegna della crisi sul piano personale, per svariate ragioni. No, la crisi economica non c'entra se non in maniera marginale, però... diciamo che lo spread tra le mie eccessivamente rosee aspettative e ciò che ho ottenuto in realtà è arrivato ai livelli massimi, il mio tasso di disoccupazione (inteso come senso di frustrazione e di inutilità) ha seguito un andamento analogo, mentre il prodotto interno lordo della mia autostima ha raggiunto il minimo storico. Comunque sul finire di questo 2013 si iniziano a notare timidi ma inequivocabili segnali di ripresa. La consapevolezza di poter contare su persone che tengono a me e mi apprezzano è stata fondamentale, e ho deciso che d'ora in poi cercherò di dedicare tutto il mio tempo e le mie energie a chi mi vuol bene davvero, ha bisogno di me, mi fa sentire importante e libera di essere me stessa... senza sprecare neanche un minuto né versare una sola lacrima per chi non se lo merita.
Gli ultimi dodici mesi mi sono serviti di lezione sotto molti aspetti. Probabilmente si tratta di "rivelazioni" piuttosto banali, me ne rendo conto... ma il fatto è che, finché determinate situazioni non le vivi in prima persona, è difficile coglierne a fondo il senso.
Ho imparato che non esiste medicina abbastanza efficace da guarire certe ferite: l'unica cosa che può davvero neutralizzare il male ricevuto è il suo contrario, cioè il bene.
Ho imparato che la ragione comprende alla svelta ciò che è meglio per te, mentre ci vuole del tempo affinché il cuore le vada appresso; ma basta che aspetti pazientemente e senza perdere le speranze, e prima o poi tutto si sistemerà.
Ho imparato che cantare può farmi sentire meglio di quanto avessi mai immaginato. A prescindere dalla qualità dell'esecuzione! ;-)
Ho imparato che a volte nei rapporti interpersonali conta non solo ciò che si fa, ma anche (per non dire soprattutto) il modo in cui viene fatto.
Ho imparato che puoi sentire vicino qualcuno che vive a centinaia di chilometri di distanza, mentre il fatto che uno ti stia accanto fisicamente non esclude mica che si trovi spiritualmente lontano anni luce.
Ho imparato che, se qualcuno a cui tenevi sparisce dalla tua vita all'improvviso e senza una spiegazione, è senz'altro meglio così; al limite puoi rimpiangere di avercelo fatto entrare, nella tua vita... ma, anche se all'inizio ti sembrava impossibile, dopo un po' te ne farai una ragione.
Ho imparato che il fatto di aver riposto la tua fiducia nella persona sbagliata non vuol certo dire che tu sia da buttare.
Ho imparato che il dolore e la rabbia possono indurti a dire cose che non ti appartengono e di cui poi ti pentirai, perché fanno del male in primo luogo proprio a te.
Ho imparato che le questioni di principio non portano da nessuna parte.
Ho imparato che è meglio evitare di fare domande, se non si è pronti a metabolizzare le (non-)risposte.
Ho imparato che la paura della solitudine può giocare brutti scherzi, e che «Meglio soli che male accompagnati» non è soltanto un modo di dire consolatorio.
Ho imparato che merito il meglio, e mai più mi voglio accontentare del "così così"!
In conclusione, auguro a me stessa, e a tutti coloro che mi vogliono bene e a cui voglio bene, un 2014 all'insegna del boom!!! :-D

lunedì 30 dicembre 2013

Smetti di sognare, inizia a vivere!

Oggi pomeriggio, volendo sconfiggere la malinconia di una giornata uggiosa, sono corsa al cinema per vedere I sogni segreti di Walter Mitty (titolo originale The Secret Life of Walter Mitty, qui il trailer), di e con Ben Stiller. Al quinto film da regista, l'attore affermatosi quindici anni fa con Tutti pazzi per Mary ha indubbiamente raggiunto una sua maturità come cineasta, confezionando una commedia fantastica e surreale di un certo spessore. Con lui nel cast ci sono Kristen Wiig, nei panni della protagonista femminile Cheryl, e due comprimari di assoluto rilievo: Shirley MacLaine presta il suo volto e il suo sguardo inconfondibile al personaggio della madre di Walter, mentre a Sean Penn tocca un ruolo secondario ma piuttosto incisivo, quello del fotoreporter Sean O'Connell.
La trama in sintesi: L'esistenza di Walter Mitty è davvero notevole e degna di menzione: l'uomo si distingue per i suoi gesti eroici, ha una vita sentimentale molto intensa ed è il tipo di persona che dice sempre le cose in faccia, trattando la gente proprio come merita. Tutto questo, però, solo nella sua immaginazione... mentre, quando Walter smette di estraniarsi dalla realtà, vede tutto decisamente meno entusiasmante e più noioso. Almeno fino a quando le circostanze non lo indurranno a passare all'azione!
La storia di Walter Mitty insegna almeno un paio di cosucce importanti: che anche la persona più anonima può fare cose straordinarie se è spinta da una motivazione abbastanza valida, e che a volte non è necessario arrivare in capo al mondo per trovare quello che cerchiamo. Anche se a Walter tutto questo servirà per diventare (o meglio scoprire di essere) realmente l'uomo notevole che aveva sempre creduto di poter essere soltanto nei suoi sogni ad occhi aperti.
Da bambina anch'io ero solita "incantarmi" nelle mie fantasticherie, a tal punto da non accorgermi di quello che succedeva intorno a me... e tale abitudine non l'ho mai persa del tutto neppure crescendo: per questo mi sono rivista parecchio nel personaggio di Walter. Curioso: dopo Un fantastico via vai, per la seconda volta consecutiva mi ritrovo nella vicenda di uno che cerca di evadere dalla routine... e qualcosa dovrà pur significare! ;-)
I sogni segreti di Walter Mitty è il secondo film, dopo Sogni proibiti del 1947, tratto dal racconto The Secret Life of Walter Mitty pubblicato da James Thurber nel 1939. Su Google Play la versione italiana costa 9,99 €, mentre quella originale appena 3,99 €: che dici, ne approfitto per esercitare il mio inglese? ;-)

domenica 29 dicembre 2013

Il succo del 2013

Quando un anno volge al termine, è usanza fare un resoconto di quello che è accaduto nei dodici mesi appena trascorsi. Lo era già all'epoca dei nostri avi, quando i computer non esistevano neppure nella mente di chi aveva un'immaginazione particolarmente fervida... e lo è ancor oggi, a maggior ragione: i mezzi offerti dalle moderne tecnologie permettono di passare in rassegna enormi quantità di dati per ricavarne un consuntivo con una rapidità che, ai tempi in cui si doveva fare tutto "a manina", sarebbe risultata inconcepibile.
Come ogni anno, Google propone il suo report Zeitgeist (spirito del tempo, in tedesco): per sintetizzare come sono andate le cose nel 2013, non c'è miglior modo che vedere quali informazioni hanno cercato gli utenti del motore di ricerca numero uno indiscusso.


Anche Tumblr, il servizio che dà a chiunque la possibilità di aprirsi un tumblelog (un blog minimalista, in pratica) in tutta semplicità, presenta una panoramica dell'anno che sta per concludersi fatta pescando tra i milioni di post pubblicati dagli utenti.
Invece il meglio del 2013 secondo Twitter, il servizio di social network e microblogging che quest'anno ha raggiunto una popolarità senza precedenti e secondo me è destinato a crescere ancora tantissimo, lo trovi qui classificato per hashtag.
Del "mio meglio dell'anno" su Instagram ho già parlato qui. Oggi grazie a Vizify ho potuto confezionare in men che non si dica un breve video (neppure mezzo minuto) che riepiloga il mio 2013 su Twitter. In effetti i miei tweet sono per la maggior parte link alle mie foto su Instagram (in prevalenza paesaggi e roba da magna'), ai post del mio tumblr (ecco perché i primi due topic risultano essere Foto e Video) e in misura minore del blog. E qui puoi vedere la top ten dei miei tweet in base al numero di retweet e favorites. Non essendo una "twittera" particolarmente popolare, il mio Golden Tweet si è dovuto accontentare di "appena" due retweet e due favorites, come pure il secondo classificato, del quale vado senz'altro più fiera; oltretutto è un tweet vero e proprio, scritto nel corso della premiazione dei TeleRatti all'ultima BlogFest, anziché un semplice link. Mi domando il perché di questo ordinamento: dovrebbero quantomeno risultare alla pari... Ma vabbè, non è mica così importante! :-)

sabato 28 dicembre 2013

Che Natale sarebbe, senza cinema?

Oggi pomeriggio sono andata al cinema a vedere il film commedia Un fantastico via vai (qui il trailer), scritto, diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni. Che dire? A me è piaciuto proprio tanto, e lo consiglio a chiunque desideri trascorrere un'oretta e mezza di evasione leggera ma non sciocca: potrei dire che è mille volte meglio di un certo cinepanettone attualmente nelle sale, se l'avessi visto... ma di quello mi è bastato e avanzato il trailer! ;-)
La trama in sintesi: Il quarantacinquenne Arnaldo Nardi (Leonardo Pieraccioni) lavora in banca ed è sposato con Anita (Serena Autieri), dalla quale ha avuto due gemelle. A causa di un equivoco la moglie si convince che lui la tradisca e lo sbatte subito fuori di casa, senza che l'uomo faccia il benché minimo sforzo per chiarire... forse perché quella che inaspettatamente gli è capitata era proprio l'occasione che gli ci voleva per evadere dal grigiore di una routine troppo opprimente. Arnaldo prende in affitto una stanza in un appartamento già abitato da quattro studenti universitari, due ragazzi e due ragazze. La coabitazione rappresenterà un'opportunità di arricchimento per tutti: per l'"anziano" del gruppo, che assorbirà la vitalità tipica dei vent'anni come una boccata d'ossigeno, e per i suoi giovani coinquilini, i quali grazie a lui impareranno ad affrontare la vita.
Come mi succede quasi sempre quando vedo Pieraccioni all'opera, ho riso parecchio... ma – accidentiammé e all'effetto che mi fanno le commedie da un po' di tempo a questa parte – verso la fine mi sono pure commossa, per più di un motivo. :-) Ti svelo solamente l'ultimo [gli altri li scoprirai quando guarderai il film... ;-)]: i titoli di coda sono accompagnati dalla deliziosa canzone La risata di mia figlia, interpretata dallo stesso Pieraccioni e dedicata a Martina, la bimba che l'attore/regista ha avuto tre anni fa dalla compagna Laura Torrisi. Dopo Checco Zalone, ecco un altro comico che "rimbambisce" – detto nel senso migliore possibile del termine – per la gioia di essere diventato papà! :-D
Nota malinconica strettamente personale: il film mi ha fatto ripensare con rimpianto ai miei anni dell'università – e pure a quelli del liceo, se proprio devo dirla tutta – quando la mia eccessiva dedizione allo studio mi impedì di godermi appieno un'età che purtroppo non rivivrò mai più... e ad oggi non posso certo dire che ne sia valsa la pena. Uh, non so cosa darei per poter tornare indietro! :-/
Per tirarmi un po' su il morale, segnalo una pagina Facebook che trovo molto divertente: Spoiler - È inutile che lo vedi, tanto. In essa sono raccolte le locandine di molte pellicole famose, con il titolo sostituito da un altro che in qualche modo spiattella ("spoilera", appunto) quello che accade nel film. In qualche caso – come in quello de Il sesto senso, uno dei lungometraggi più "spoileraibili" della storia del cinema – lo spoiler è fin troppo sfacciato... mentre in altri casi non mi sembra si possa parlare tanto di spoiler vero e proprio, quanto di un simpatico omaggio. Ecco qui di seguito qualche esempio.
L'attimo fuggente...


... Il discorso del re...


... Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato...


... L'ultimo bacio...


... e il suo seguito, Baciami ancora.


A quanto pare, non sono la sola ad aver pensato «Ma quanto accidenti strillano, nei film di Muccino?!»... ;-)

venerdì 27 dicembre 2013

Il 2013 visto con gli occhi di Instagram

Il 2013 è stato l'anno in cui, con l'acquisto di uno smartphone più performante, la sottoscritta ha finalmente potuto fare il suo ingresso nel meraviglioso mondo di Instagram! :-) Però ce ne è voluto del tempo perché "ingranassi": la mia prima foto, scattata il giorno di Pasquetta, è rimasta anche l'unica per oltre due mesi. Con l'arrivo della bella stagione il mio utilizzo dell'app si è fatto indubbiamente più assiduo, anche se ben al di sotto delle medie da primato fatte registrare dagli utenti più accaniti, i quali condividono decine di scatti al giorno. Al momento ho totalizzato "appena" 205 foto, di cui nessun selfie – guai a chiamarli autoscatti, per carità! ;-) – in netta controtendenza rispetto alla moda di quest'anno: perfino il Papa si è lasciato coinvolgere! :-)
Mediante Statigram ho potuto confezionare, in maniera incredibilmente semplice e veloce, un video che mostra i miei cinque migliori scatti di quest'anno classificati in base al numero di like. Di video analoghi ce ne sono migliaia: puoi passarli in rassegna tramite l'hashtag #memostatigram.
La mia top-five si riferisce interamente al 9 giugno, quando ho preso parte all'instawalk sulla Costa dei Trabocchi, un evento che ha potuto contare sulla partecipazione di tanti altri Igers abruzzesi nonché sull'attenzione dei rispettivi follower; questo la dice lunga, mi pare, sul fatto che l'elemento determinante per diventare un Iger di successo non sia tanto la qualità intrinseca delle proprie creazioni, quanto la quantità di fedeli seguaci (nonché l'impiego accorto degli hashtag, che non è proprio la mia specialità). Per i miei gusti, fra tutte le foto che ho caricato le mie preferite sono ad esempio, per limitarmi a quelle più recenti, questa e questa.
Oramai ho preso talmente tanto gusto nell'utilizzo di Instagram da decidere di iscrivermi a un mini-corso di fotografia con smartphone, che se va tutto bene frequenterò nel prossimo mese di marzo. Nell'attesa vedrò di fare tesoro di questi consigli... mentre, se Instagram dovesse prendermi troppo la mano, sarà il caso di tenere presenti le parole di Francesco Sole: «La nostra vita su Instagram può essere bella finché ci pare, ma se poi nella realtà fa c**are, non c'è filtro che tenga». ;-)
Quando sono in giro e mi imbatto in qualcosa di bello, la tentazione di "instagrammarlo" è troppo forte... ma non sarebbe meglio godersi appieno lo spettacolo coi propri occhi? Forse sì: una ricerca statunitense dimostra che più foto si fanno, meno dettagli rimangono impressi nella memoria.
Se la geolocalizzazione non viene usata con criterio, Instagram può mettere a rischio la privacy e addirittura esporre alle indesiderate attenzioni di potenziali stalker: per rendertene conto ti basta inserire qui un indirizzo, magari la via in cui abiti, in modo tale da visualizzare tutte le foto geolocalizzate nei dintorni. Paolo Attivissimo ha trattato questo problema nel corso della sua trasmissione radiofonica.
Ti piacerebbe associare al tuo account Instagram una particolare licenza Creative Commons, allo scopo di specificare a quali condizioni desideri che le tue creazioni vengano condivise? Beh, in tal caso devi solo fare un salto su i-am-cc.org.
In conclusione, sarà anche vero che Instagram è l'IKEA della fotografia e va tenuto ben distinto dalla vera arte di "disegnare con la luce"... però dai, è uno spasso condividere in modo così immediato cose belle con amici e conoscenti, per cui... evviva Instagram! :-)

giovedì 26 dicembre 2013

Quante cose da fare nella vita...

Quest'oggi, mentre passavo in rassegna i segnalibri del browser che avevo salvato negli ultimi tempi per poi smaltirli con calma in un secondo momento, mi è capitato di leggere una nota in inglese scritta da una ragazza e condivisa da qualcuno dei miei contatti su Facebook; ne sono rimasta talmente colpita che ho deciso di pubblicarne qui di seguito la traduzione in italiano. Magari il messaggio che essa trasmette non sarà particolarmente originale... ma la sua toccante semplicità e il suo sapore di vita vissuta lo fanno arrivare dritto al cuore.
Mi è appena capitato qualcosa di veramente intenso... ed ho pensato che valesse la pena di condividerlo.
Premessa: mia nonna è una piccola signora di 96 anni, ha fatto l'infermiera per tutta la vita, adesso io e mia mamma siamo le sue infermiere.
Mia nonna è un po' smarrita in questi giorni, e molto di rado raggiunge dei momenti di lucidità. Io chiamo il suo stato "Lo stato del dolce sonnellino", in cui non capisci davvero che cosa sta accadendo e te ne stai come un bambino piccolo, senza tante preoccupazioni.
Pochi minuti fa, stavo lavorando e mia nonna stava schiacciando un pisolino.
Tutto ad un tratto si è svegliata e ha detto:
Lei: «Ho bisogno di alzarmi!» (lei è su una sedia a rotelle, adesso).
Io (pensando che fossero le solite cose senza senso): «Aspetta, perché hai bisogno di alzarti? Cosa c'è di così urgente da non poter aspettare?».
Lei: «Non ho tempo. Il mio tempo sta per finire».
Io (non riuscendo ancora a capire): «Tempo per fare cosa?».
Lei: «Il mio tempo. È quasi finito. Non me ne è rimasto molto».
Allora ho capito. Lei in realtà si è svegliata per pochi minuti, si è svegliata per davvero.
Mi ha guardata con occhi preoccupati, e mi ha detto «Ho un sacco di cose da fare».
Non dimenticherò mai quello sguardo.
Per quanto io abbia sentito il mio stomaco contorcersi e il mio cuore smettere di battere per un secondo, ho anche capito come mia nonna mi abbia insegnato qualcosa di veramente importante oggi. E volevo gridarlo al mondo.
Tutta la nostra vita passa così tranquillamente che diamo il nostro tempo per scontato e crediamo che vivremo per sempre. E anche dopo aver vissuto per quasi cento anni, ci si può svegliare un giorno pensando: ehi, c'è così tanta roba che ho ancora voglia di fare.
Allora, gente!, vivete la vostra vita al massimo ogni singolo giorno! Che sia l'amore, la rabbia, la noia che state provando in questo momento, sentitelo, toccatelo, comprendetelo ed usatelo per migliorare la vostra esistenza e quella dei vostri cari.
Perché un giorno il tempo starà per finire, e voi non volete che vi siano rimaste delle cose da fare. Mi avete sentito?

mercoledì 25 dicembre 2013

Felicità e spensieratezza

In occasione di questo Natale il mio pensiero va a chi non ha la fortuna di poter trascorrere momenti spensierati, privi di preoccupazioni, perché nel suo destino incombe lo spettro di un male in grado di sconvolgere la vita: il cancro. Per questo, dopo averlo visto condiviso tantissime volte online, oggi ti propongo anch'io un video davvero emozionante: esso racconta il progetto If only for a second, promosso dalla Mimi Foundation per regalare a venti persone malate di tumore un preziosissimo istante di spensieratezza.


Il cancro si è insinuato più di una volta, anche nell'anno che sta per concludersi, nella vita della mia famiglia, e se oggi posso festeggiare il Natale assieme ai miei cari è grazie ai progressi raggiunti nel campo della ricerca medica e in particolare oncologica; ecco perché sosteniamo regolarmente l'AIRC con le nostre donazioni. Ritengo doveroso invitare chiunque a fare lo stesso secondo le proprie possibilità, a seguire uno stile di vita salutare che favorisca la prevenzione, e a sottoporsi ove sia il caso agli opportuni esami: il medico curante è la persona più qualificata per indirizzare ciascuno verso le indagini di screening più indicate.
Infine, per augurarti buon Natale... niente di meglio che prendere a prestito le bellissime parole di Antonio Curnetta.
Buon Natale
A chi aspetta ancora di essere felice, ma non ha neppure idea di cosa possa renderlo felice.
A chi guarda ancora indietro a ricordare i momenti felici.
A chi ha capito che la felicità si trova solo guardando in avanti.
A chi ha sacrificato troppo spesso la sua felicità per quella delle persone che amava.
A chi si accontenterebbe anche di un po' di serenità, ma non trova neanche quella.
A chi un tempo è stato felice, ma è durata troppo poco.
A chi è stato felice e poi l'ha pagata cara.
A chi pensava che in due fosse più facile essere felici, poi invece tutto si complica.
A chi ha imparato a star bene da solo e ha capito che la felicità comincia proprio da lì.
A chi ha capito che la felicità è solo un'eccezione e non la regola.
A chi ha capito che non si può vivere sempre felici, ma bisogna sempre esser felici di vivere.
AUGURI!!! :-)

martedì 24 dicembre 2013

Aspettando la mezzanotte

È la sera della vigilia di Natale... e sta per scadere il tempo entro cui posso smaltire gli spunti natalizi accumulati nei giorni scorsi!
Quale sarà la vera identità di Babbo Natale? La protagonista di un fumetto riportato su Pinkblog subissa il padre di domande, dopodiché perviene a una conclusione tanto sorprendente quanto ineccepibile! :-)


Non se ne può più delle solite canzoni di Natale, diciamolo! :-) Insieme a Natale del gruppo di amici musicisti (e non) Sbandài(d) ha l'indubbio pregio di essere divertente, ironica e originale, ma non solo: se scarichi il singolo da qui l'intero ricavato andrà in beneficenza all'Advar di Treviso, che da anni offre conforto e assistenza ai malati terminali.



Ecco qui di seguito alcune foto di caminetti accesi tratte dall'album ☃ Magic of Christmas ☃ contenuto nella pagina Facebook Life's a Climb, but the View is Great, un'autentica miniera di immagini estremamente suggestive. Anche se non fa così freddo... uh, cosa darei per avere stasera un focolare davanti al quale rannicchiarmi in estatica contemplazione! :-)




Uno dei personaggi animati prediletti dai più piccini – e meno tollerati dai loro genitori! ;-) – è Peppa Pig. Nel video qui sotto, doppiato in dialetto ferrarese, puoi vedere la nostra eroina, ribattezzata "Peppa la Vèra", alle prese con una versione molto speciale di Jingle Bells. Devo ammettere che, arrivata alla strofa «Quand a Frara l'è Nadal l'è un guai esar maial», stavo rotolando per terra dal ridere! :-D


lunedì 23 dicembre 2013

Una spaccata da record

Qualche volta i tormentoni che spopolano sul Web mi capita di arrivare a conoscerli indirettamente, per vie traverse. Giorni fa mi sono imbattuta nel link a un video che criticava in modo ironico la politica del sindaco di Roma Ignazio Marino, il quale sembra seriamente intenzionato a far rimpiangere il suo predecessore, Gianni Chiam'esercito Alemanno... e guardandolo ho pensato: che strana idea, quella di farlo stare in bilico fra due TIR!
Solo successivamente ho scoperto che lo spunto era uno spot di Volvo Trucks con la sublime Only Time di Enya come colonna sonora, e che il volto di Marino era stato appiccicato sullo statuario corpicione di Jean-Claude Van Damme, al quale faccio i miei più sentiti complimenti per la spaccata, roba da fare invidia a Heather Parisi; per quanto mi riguarda una posizione così estrema non sono mai riuscita ad assumerla, neppure quando ero bambina e le mie articolazioni erano più "tenere"... :-/
Il cosiddetto Epic Split ha dato origine a una serie pressoché inesauribile di rielaborazioni e parodie: una delle ultime in ordine di tempo, realizzata da DelovDigital, vede protagonista un altro celebre action hero cinematografico, Chuck Norris, nell'atto di sorreggere in condizioni a dir poco precarie un particolarissimo albero di Natale!


Del resto l'enorme quantità di facts dedicati a Chuck Norris dimostra inconfutabilmente che lui è il migliore, e non si fa mettere i piedi in testa da nessunOH WAIT!!! ;-)

domenica 22 dicembre 2013

Diamo a Giazotto quel che è di Giazotto!

Ieri pomeriggio mi sono recata all'Auditorium Flaiano di Pescara per assistere al Concerto di Natale dell'Orchestra Sinfonica del Conservatorio Luisa D'Annunzio, preceduto dalla (interminabile) cerimonia di consegna dei Premi Internazionali della Società Dante Alighieri. Mentre il pubblico seduto in sala aspettava pazientemente che il tutto avesse inizio, l'impianto audio diffondeva a ripetizione la canzone Adagio interpretata dalla straordinaria Lara Fabian, la cui discografia riporta un'unica ma imperdonabile macchia: la collaborazione con Gigi D'Alessio! ;-) Per ammazzare il tempo, nonché la lancinante mestizia che tale meraviglioso ma struggente brano mi aveva suscitato, ho messo mano allo smartphone – come facevamo a ingannare l'attesa quando non esistevano?, mi sono chiesta... ;-) – ed ho cercato informazioni riguardanti la melodia che accompagna il testo scritto dalla grande cantautrice belga naturalizzata canadese: il celeberrimo Adagio di Albinoni.
Ebbene, ho scoperto che quella che con ogni probabilità risulta essere l'opera più nota del compositore veneto del Seicento Tomaso Albinoni – perlomeno io l'ho sempre conosciuta come tale – in realtà non è affatto di Albinoni, bensì del musicologo del ventesimo secolo Remo Giazotto! Quest'ultimo a suo tempo dichiarò di essersi limitato a "ricostruire" l'Adagio sulla base di una serie di frammenti di Tomaso Albinoni che sarebbero stati ritrovati tra le macerie della biblioteca di Stato di Dresda; soltanto dopo la sua morte, avvenuta nel 1998, è emerso che il brano, propriamente detto Adagio in Sol minore, è una composizione interamente originale di Giazotto. Insomma, il nostro sembra proprio essersi portato nella tomba il motivo che l'ha indotto ad attribuire a un musicista secentesco quella che in realtà era un'opera sua... e per giunta di enorme successo! Se credessi a certe cose, organizzerei una seduta spiritica per provare a domandargli: Remo, ma perché l'hai fatto?!

sabato 21 dicembre 2013

Evviva i libri!

Giorni fa alcuni manifestanti della protesta dei Forconi sono entrati nella libreria Ubik di Savona urlando «Bruciate i libri!». Tale inquietante episodio, che richiama alla mente scenari da brivido non soltanto letterari ma purtroppo anche storici e di certo non depone a favore del movimento e del suo spessore culturale, è servito da spunto per una geniale battuta di Spinoza: «Un gruppo di facinorosi fa irruzione in una libreria di Savona: “Chiudete o bruciamo quei cosi allineati sugli scaffali”». ;-)
Ebbene, è in programma per oggi 21 dicembre (la mezzanotte è già passata da un pezzo) un'iniziativa online, per la precisione organizzata su Facebook, di Caffeina Festival: I libri non si bruciano, si leggono. Il 21/12 mettiamo un libro nella foto-profilo. Ecco la descrizione dell'evento.
L'idea di bruciare i libri è disgustosa. Manifestiamo online contro chiunque pensi una cosa del genere!
Sabato 21 dicembre mettiamo la copertina di un libro al posto della foto del profilo!
La cultura è un patrimonio inalienabile e nessuno può permettersi di distruggerla.
E adesso ti saluto, ché è proprio ora di andare a nanna... ma prima vorrei scegliere quale opera usare come immagine del profilo; non ho ancora deciso se optare per un libro che ho amato in modo particolare, oppure per uno di quelli che devo ancora leggere ma che mi incuriosiscono (solo sul mio comodino ce ne sono cinque o sei...!). In un caso o nell'altro, cambia poco: qualsiasi libro è a suo modo prezioso, e trovo inammissibile anche solo pensare di distruggerli in preda ad una sorta di furia iconoclasta. Per come sono fatta io, persino Tre metri sopra il cielo mi farebbe impressione bruciarlo... a meno che non dovessi avere assoluto bisogno di carta per accendere il fuoco, chiaro! ;-)

venerdì 20 dicembre 2013

Un circolo vizioso

Quest'oggi desidero condividere uno spunto di riflessione su un problema piuttosto serio che in qualche misura coinvolge tutti noi. Nella puntata del 7 dicembre scorso di Che tempo che fa il giornalista Massimo Gramellini, commentando come di consueto con il conduttore Fabio Fazio le notizie della settimana, ha messo al primo posto (a partire dal minuto 12:05 circa del video) un ragionamento che prende le mosse dalla tristemente nota vicenda degli operai cinesi morti nell'incendio della loro fabbrica-dormitorio a Prato. Per quanto mi riguarda mi limito a riportare la trascrizione corredata da qualche link, visto che le sue parole sono fin troppo eloquenti...
Questa vicenda ha scoperchiato un mondo molto più vasto di Prato e dei cinesi. Un imprenditore di Bari, Pasquale Natuzzi, ha scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica, uscita su vari giornali, per denunciare come la globalizzazione non regolata dalla politica stia massacrando il tessuto economico del nostro Paese. Quello che vi sto per dire è secondo me il problema dei problemi, intorno a cui tutta la nostra vita adesso sta girando. In sostanza il sistema funziona così: molte aziende licenziano o mettono in cassa integrazione gli operai delegando la produzione a soggetti terzi, i quali... cosa fanno? Fanno lavorare in nero e senza garanzie una manodopera sottopagata, o di stranieri o di quegli italiani cassintegrati di cui prima. I prezzi così si abbassano, a un livello che le aziende che si comportano in maniera legale non possono permettersi: quindi queste aziende falliscono. E quando queste aziende falliscono, il loro personale va a rimpinguare l'economia dei nuovi schiavi. La conseguenza paradossale, ma in realtà assolutamente coerente, è che il consumatore impoverito dalla crisi privilegia ovviamente, quando va a comprare, i prodotti meno cari, cioè quelli fatti dalle aziende illegali, e in questo modo finisce per alimentare quel sistema illegale che impoverirà il cittadino sempre di più. Ecco, se questo governo "delle vane intese" cerca qualche ragione seria per durare, credo che questa denuncia gliene abbia data una: questa è la prima cosa su cui dobbiamo agire per far ripartire questo Paese. Permettimi di dire questo: tu sai che una volta quando ero ragazzo ero un liberista, convinto che il liberismo potesse cambiare il mondo. Così come il comunismo reale, tradotto in pratica, abbiamo visto cosa ha prodotto, noi oggi stiamo vedendo all'opera il liberismo reale. Quando una teoria economica è lasciata andare a sé stessa senza l'intervento della politica, produce mostruosità: bisogna che la politica intervenga, perché l'economia liberista lasciata a sé stessa produce questi orrori. L'uomo per sua natura fa queste robe qua: bisogna che la politica metta delle regole, sennò qui mandiamo veramente l'intera Europa a ramengo.
Aggiungo solamente che questo discorso mi ha dato da pensare sulle conseguenze negative che possono comportare le scelte di acquisto mie come pure di chiunque altro: un aspetto sul quale troppo di rado ci si sofferma...

giovedì 19 dicembre 2013

Un Papa davvero alla mano!

Fra gli utenti di internet ce ne sono alcuni così ingenui da bersi con facilità qualunque panzana venga propinata loro dalla Rete, incluse quelle palesemente concepite con intenti scherzosi. Un esempio significativo è quello della notizia che il governo era pronto a introdurre il bollo sulle carrozzine per disabili: alcuni miei contatti hanno condiviso il link su Facebook condannando con vibrante indignazione una tanto ignobile eventualità. Peccato – anzi no, meno male! :-) – che la fonte fosse il sito satirico Lercio (dalla testata graficamente simile a quella del free press Leggo) e che bastasse dare una scorsa alle prime righe dell'articolo per rendersi conto che forse – ma forse, eh! ;-) – non era vero niente.
Per quanto mi riguarda, al contrario, anni di frequentazione del Servizio Antibufala di Paolo Attivissimo mi hanno abituata a diffidare di quasi tutto quello che leggo sul Web e che non proviene da una fonte che reputo attendibile. Ecco perché, quando ieri ho visto la foto qui sotto su Twitter, l'ho osservata con attenzione alla ricerca di indizi rivelatori del fatto che si trattasse di un fotomontaggio...


E invece no: incredibile ma vero, Gianluca Neri e Luca Alagna sono andati sul serio in Vaticano a consegnare a papa Francesco il Macchianera Italian Award per il miglior personaggio dell'anno, vinto dal pontefice nel corso dell'ultima BlogFest! :-D Ecco il premio assieme all'invito ufficiale per l'udienza.


Questo era di quei premi per i quali ero pronta a scommettere che non sarebbero mai giunti nelle mani del destinatario... e invece. Si vede che fra "twitteri" ci si intende! ;-) Il titolare del blog Macchianera ha raccontato i momenti indimenticabili e oserei dire surreali vissuti in piazza San Pietro nel corso della puntata di ieri di Caterpillar su Radio 2. Gianluca Neri ha anche replicato allo stupore di Fiorello twittando un simpatico aneddoto: «@Fiorello Tu non sai il retroscena: un assistente gli dice: “Santità, ha battuto Fiorello!”, e lui fa una risata. Davvero. :)». A questo punto non penso di potermi stupire più di nulla... a meno di non venire a sapere che papa Francesco ha accolto con un sorriso le battute della Messa Laida di azael; ma, ops!, forse non è il caso di correre così tanto con l'immaginazione... ;-)
È innegabile: questo Papa ha davvero una marcia in più, e con il suo calore umano e la sua semplicità sta entrando pian piano nel cuore di tutti, credenti e non. Non credevo che in vita mia sarei riuscita a vedere eletto un pontefice dal carisma paragonabile a quello di Giovanni Paolo II... eppure mi sono decisamente dovuta ricredere. E pensare che già nel 2005 Jorge Mario Bergoglio figurava tra i papabili più quotati, ma all'epoca gli venne preferito Joseph Ratzinger. Ogni tanto mi domando se il pontefice rinunciatario sia al corrente dell'enorme consenso di cui gode il suo successore, e se (com'è probabile) lo è, quali siano i suoi pensieri al riguardo. In fondo mi fa un po' pena, l'algido "Paparatzi": non dev'essere proprio una bella sensazione...

mercoledì 18 dicembre 2013

La furia del Führer

Uno dei memi di maggior successo su YouTube sono le parodie di una scena clou de La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, pellicola del 2004 diretta dal regista tedesco Oliver Hirschbiegel e con l'attore svizzero Bruno Ganz nel ruolo del Führer. La scena in questione, nella quale Hitler scopre che le sue truppe stanno per soccombere e la sconfitta è vicina, viene rielaborata lasciando intatto l'audio originale tedesco e sbizzarrendosi nell'aggiunta di sottotitoli. Sebbene nel 2010 la casa di produzione del film, per nulla gratificata da una così massiccia pubblicità gratuita, abbia chiesto la rimozione di tali parodie rivendicando il rispetto del diritto d'autore, la creatività degli internauti non si è lasciata scoraggiare, tant'è vero che il fenomeno resiste ancor oggi. E così, limitandoci ai video sottotitolati in italiano, abbiamo Hitler che perde le staffe per i motivi più disparati: seri...
... e meno seri:
E c'è perfino una parodia sulle parodie... :-)
Non avendo (ancora) visto La caduta, mi sono chiesta che cosa dicesse davvero il Führer in quella scena: la risposta puoi scoprirla nel video qui sotto.


Certo, sarà pure vero che i doppiatori italiani sono i migliori del mondo... ma, con tutto il rispetto per Rodolfo Bianchi, la versione originale dell'invettiva fa tutto un altro effetto! ;-)
In conclusione, non potevo non segnalare la parodia in cui Hitler si infuria perché nessuno conosce la scena originale. Chissà allora come reagirebbe se vedesse questo video, che mostra i concorrenti del quiz televisivo L'eredità palesemente ignari del fatto che lui sia morto nel 1945...

martedì 17 dicembre 2013

Cercare un ago nel pagliaio

Quando Google Reader ha chiuso i battenti, è stato un duro colpo per me... e non era neanche la prima volta che quei "birbaccioni" di Mountain View facevano fuori un servizio per me indispensabile costringendomi a scovare quanto prima un valido sostituto. Era già successo due anni fa con il prematuro pensionamento di Google Desktop, il programmino che permetteva di trovare file sul proprio pc in maniera incredibilmente veloce ed efficiente. All'epoca chiesi consiglio per l'appunto a Google, e così giunsi a un post che prometteva le cinque migliori alternative a Google Desktop. Dopo averle prese in considerazione e/o provate tutte, la mia preferenza è caduta su Agent Ransack (il verbo inglese to ransack significa rovistare, frugare, perquisire), che uso ancor oggi alternandolo a Windows Search. È innegabile che la sua velocità non si può minimamente paragonare a quella del più illustre predecessore defunto, ma impostando criteri di ricerca mirati si possono comunque ottenere risultati soddisfacenti. Se pure il tuo hard disk, come il mio, è talmente pieno di file che anche una minuziosa organizzazione gerarchica in cartelle non assicura di certo un facile recupero, Agent Ransack potrebbe rappresentare la soluzione che fa per te... :-)


lunedì 16 dicembre 2013

Una cometa per Natale

Come spiegato da Amedeo Balbi, è per "colpa" di Giotto e della sua Adorazione dei Magi che ancor oggi «dici cometa e pensi al Natale». Salutata la cometa ISON, di cui ho parlato qui e che purtroppo è uscita a dir poco malconcia dal suo incontro ravvicinato con il Sole, oggi tocca alla cometa Lovejoy. No, essa non prende il nome dal reverendo de I Simpson... ;-) bensì dall'astronomo australiano Terry Lovejoy. A quest'ultimo oltre a un asteroide sono state intitolate svariate comete, almeno un paio delle quali risultano particolarmente degne di nota. La prima, la C/2011 W3 (Lovejoy), è una cometa non periodica appartenente alla famiglia delle comete radenti di Kreutz, è stata scoperta il 27 novembre 2011 ed è sopravvissuta al passaggio al perielio avvenuto il 16 dicembre 2011. Adesso invece è il momento della cometa non periodica (ma non radente) C/2013 R1 (Lovejoy): essa è stata scoperta il 7 settembre 2013, è visibile ad occhio nudo dal 1° novembre, è passata alla minima distanza dalla Terra il 19 novembre e raggiungerà il perielio il 22 dicembre prossimo... giusto in tempo per Natale! :-) Se vuoi provare ad osservarla, alcune informazioni utili potrai trovarle qui.
Qui di seguito riporto in ordine cronologico le foto della "famiglia Lovejoy" tratte dall'archivio di Astronomy Picture of the Day.
Due anni fa la "sorella maggiore"...
17 dicembre 2011: Comet Lovejoy: Sungrazing Survivor


28 dicembre 2011: Comet Lovejoy over Paranal


31 dicembre 2011: Comet Lovejoy and the ISS


11 gennaio 2012: Little Planet Lovejoy


... e quest'anno la "sorella minore"! :-)
9 novembre 2013: Comet Lovejoy with M44


2 dicembre 2013: Comet Lovejoy Before Galaxy M63


4 dicembre 2013: Comet Lovejoy through Mörby Castle Ruins


9 dicembre 2013: Comet Lovejoy Over a Windmill

domenica 15 dicembre 2013

Christmas is coming

A dieci giorni dal Natale, raccolgo in questo post alcuni link a tema...
L'hai già scritta, la letterina a Babbo Natale? Se no, è il caso che ti sbrighi, altrimenti non arriverà a Rovaniemi in tempo! :-)
Zack Poitras ha immaginato la letterina di un bambino che i regali se li è scelti su internet e che, per non rischiare che Santa Claus possa sbagliarsi, ha inserito l'URL completo. Certo, se ci fosse un indirizzo e-mail, fare copia&incolla sarebbe molto più comodo... ;-)






Ma per noi che non siamo Babbo Natale (cito l'indimenticabile «E chi sono io, Babbo Natale?») ci vuole qualche idea: qualcosa bisogna pur prenderlo, visto che la specie umana "deve" donare! ;-) Qui puoi trovare 12 idee regalo per gli amanti della montagna, qui un set della LEGO che farà impazzire gli aspiranti architetti di tutte le età, e qui un elenco di possibili «regali hi-tech per il fidanzato», dritto dritto da Donna Moderna, che a quanto pare non tiene fede all'aggettivo nella testata! E già, caro il mio magazine femminile, io che mi considero una donna moderna il fidanzato non ce l'ho... ma se ce l'avessi mi aspetterei che il regalo hi-tech lo facesse lui a me! ;-)
Comunque c'è sempre il rischio di fare un regalo inutile o poco gradito (si suol dire che «è il pensiero che conta»... solo che vi sono casi in cui l'attività cerebrale alla base della scelta è davvero ridotta al minimo!). Se però scegli tra i regali solidali WWF oppure ti rechi in uno dei Negozi di Natale di Emergency, senza dubbio farai tanto bene a qualcuno! :-)
Ma... quasi dimenticavo, il Natale è soprattutto la festa dei bambini! Per loro negli ultimi anni vanno di moda regali che non stimolano più di tanto la creatività e l'immaginazione, ma se gli si potessero regalare pupazzi creati a partire dai loro disegni...? Secondo me verrebbero apprezzati un sacco! :-D Child's Own Studio si occupa proprio di questo: è un vero peccato che sia talmente pieno di lavoro da non poter più accettare ordini per quest'anno! :-/ Qui sotto puoi vedere un esempio di quello che sa fare, realizzato a partire dal disegno di una bambina di cinque anni...


In tempi di crisi può essere un problema far fronte a tutte le costose richieste dei bambini... per questo l'iniziativa promossa dal Chicago Children's Museum capita proprio a fagiuolo: a partire da semplicissime scatole di cartone ci si può divertire in un modo che nessun videogioco potra mai eguagliare!


Ogni anno in questo periodo riprende vita il dibattito: pandoro o panettone? Io ho deciso che mi manterrò neutrale, visto che il mio dolce natalizio preferito sono i tipici calcionetti (o caggionetti, o come li si vuol chiamare). Qui puoi trovare la ricetta per prepararli, sia con la farcitura di ceci sia con quella di miele e mandorle: a dire il vero io li prediligo con la marmellata... comunque quasi quasi si potrebbe provare a farli! :-)

sabato 14 dicembre 2013

Fiamme che non purificano

Quando stamattina ho acceso il pc, ho trovato i social network in fermento per una notizia: la scorsa notte la casa del Grande Fratello a Cinecittà, che a partire dal 23 gennaio prossimo avrebbe dovuto ospitare dopo un anno di pausa la tredicesima edizione italiana del popolare reality show, è stata distrutta da un incendio di grosse proporzioni, probabilmente di origine dolosa. Il gaudio della maggior parte degli utenti era palpabile, e veniva espresso in forme più o meno moderate: «Eh, queste sì che sono disgrazie... :-D», «Non si è fatto male nessuno, quindi possiamo esultare!», «Se i "forconi" rivendicano, scendo in piazza con loro! ;-)», «Un incendio distrugge la casa del Grande Fratello. E io che credevo di essere ateo», «Non potevate aspettare un altro mese...?». Devo ammettere che le battute di per sé non sono male... ciononostante mi dà abbastanza fastidio che si scherzi su certe cose, a maggior ragione poi se dovesse trattarsi davvero di un atto doloso. Sia ben chiaro, io il Grande Fratello non lo seguo nemmeno per sbaglio da quasi un decennio, l'anno scorso ho tirato un sospiro di sollievo quando la dodicesima edizione è stata ridotta a 24 puntate dalle 30 previste a causa degli ascolti molto bassi, e speravo che il dio Auditel ci avesse liberati per sempre da una simile piaga: già, il GF lo reputo un programma diseducativo e squallido (sì, squallido) come pochi, poiché promuove quant'altri mai il culto dell'apparenza e della facile popolarità a scapito del merito e del talento... e oltretutto, da quando qualche estate fa lessi il romanzo 1984 di George Orwell, continuo a domandarmi come si possa giocare sull'idea di venire spiati ventiquattr'ore su ventiquattro (sono convinta che prima o poi ci si arriverà anche nella vita reale, ma per allora spero che sarò già morta e sepolta :-/). Trovo però molto triste che ci sia voluto un incendio per porre fine a tutto questo... sempre che di qui a un mese non si riesca a ricostruire la Caaasa (copyright Daria Bignardi) o più verosimilmente a trovare una location alternativa; in caso contrario a rimetterci non sarebbe tanto Berlusconi, pensaci, quanto le decine di persone che ci lavorano. Se poi la natura dolosa dell'incendio dovesse venire accertata, la faccenda si farebbe decisamente seria...
Riflettiamoci: il vero problema non è il Grande Fratello in sé, bensì le ragioni che ne hanno decretato il successo. Da una parte ci sono migliaia di persone che si accalcano ai provini sperando con tutto il cuore di essere scelte, perché vedono la partecipazione a un programma televisivo così seguito come l'occasione della vita, che regalerà loro ricchezza e notorietà. Quest'ultima alquanto effimera, a ben vedere: tra le centinaia di concorrenti delle passate edizioni, quelli che hanno realmente sfondato si contano forse sulle dita di una mano (al momento mi vengono in mente solo Luca Argentero e il compianto Pietro Taricone, figuriamoci). Dall'altra parte del teleschermo invece ci sono milioni (in diminuzione, ma pur sempre troppi) di telespettatori dediti a trarre diletto dal fare i voyeur di una situazione che viene spacciata per reale, mentre di fatto è fintissima e costruita a tavolino fin nei minimi dettagli. Non posso certo definirmi una grande estimatrice di Alessandro Cecchi Paone, ma quella volta che, alla cerimonia di premiazione dell'edizione 2001 dei Telegatti, il giornalista protestò in maniera plateale perché il Grande Fratello era stato inserito nella categoria Costume e Cultura assieme a La macchina del tempo da lui condotta e a Quark, peraltro vincendo poi il Telegatto, lo appoggiai al cento per cento. E si trattava della prima edizione del reality, la quale almeno aveva dalla sua il fattore novità a renderla in qualche modo interessante, e forse è stata relativamente la più autentica e la "meno peggio" dal punto di vista qualitativo...

venerdì 13 dicembre 2013

Tra classico e moderno

In vita mia non avevo mai visto un balletto per intero e neppure, se ben ricordo, un evento della serie The Space Extra... ma ieri sera ho colmato in un colpo solo entrambe le lacune (la prima più grave della seconda, in effetti) assistendo, presso il The Space Cinema di Montesilvano, al balletto natalizio per eccellenza: il fiabesco Schiaccianoci di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, trasmesso in diretta in oltre 1100 cinema di 29 Paesi dalla Royal Opera House in Covent Garden a Londra. Quelle magiche musiche nate dalla felicissima ispirazione del compositore russo sono nel complesso l'opera di musica classica che conosco meglio: se l'avessi avuta su musicassetta l'avrei senz'altro consumata, talmente tante sono le volte che l'ho ascoltata... meno male che me l'avevano regalata su cd. ;-) Al contrario non conoscevo affatto le coreografie, e in fondo neppure il soggetto, che si può riassumere come segue: la vigilia di Natale la giovanissima Clara (Francesca Hayward) deve spezzare il perfido incantesimo scagliato dal malvagio Re Topo (Ryoichi Hirano) che ha tramutato Hans Peter (Alexander Campbell), nipote del signor Drosselmeyer (Gary Avis), appunto in uno schiaccianoci.
La rappresentazione londinese, presentata dalla ex prima ballerina del Royal Ballet Darcey Bussell, è stata straordinaria: scenografie sontuose, costumi magnifici, un corpo di ballo impeccabile a cominciare dalla deliziosa ballerina che interpretava Clara (magari è più che adolescente, ma ha un fisico così minuto da farla sembrare quasi una bambina, come il suo personaggio). I ballerini maschi... beh, ammetto di averli trovati un tantino buffi, con quelle calzamaglie attillatissime che – capisciammé – mettevano in risalto le loro forme... ;-) Presumibilmente vedere lo spettacolo sullo schermo di un cinema, con il regista che oltretutto stabilisce momento per momento cosa devi guardare, non sarà paragonabile ad assistervi dal vivo... comunque è stata lo stesso un'esperienza coinvolgente, così tanto che in sala è partito più di un applauso [e il mio lato irriverente avrebbe voluto gridare «Ahó, guardate che nun ve ponno senti'!» ;-)]. È stato un po' strano poter sentire così bene persino i tonfi dei piedi dei ballerini che atterravano sulle tavole di legno del palcoscenico...
All'inizio dell'intervallo, durato una ventina di minuti (del resto, essendo tutto quanto in diretta, non si poteva mica tagliare), gli spettatori sono stati invitati a twittare impressioni e domande usando l'hashtag #ROHnutracker: e io ho prontamente "cinguettato" «Marvellous! I can't wait to watch the Waltz of the Flowers! :-)» [marvellous con due elle è inglese britannico, mentre marvelous è inglese americano] («Meraviglioso! Non vedo l'ora di guardare il Valzer dei Fiori! :-)»). Già, per i miei gusti il Valzer dei Fiori è uno dei brani di musica classica più sublimi di tutti i tempi (tenendo conto delle mie limitate conoscenze in materia, ovvio)... ma forse ancora più notevole dal punto di vista scenico è stato il Valzer dei Fiocchi di Neve, con tutte quelle ballerine biancovestite che si incrociavano fluttuando armoniosamente sul palco. Comunque, l'intervallo l'ho trascorso a smanettare con lo smartphone... e quando a un certo punto ho alzato lo sguardo mi sono accorta che sullo schermo, sopra l'inquadratura fissa sulla platea e sul sipario, stava passando in sovraimpressione una selezione di reazioni su Twitter: e così, per colpa della mia dannata "cellulare-mania", non saprò mai se quel mio tweet è stato scelto! :-/ In compenso il successivo, «Now turn off your phones! ;-)» («Adesso spegnete i telefonini! ;-)»), inviato proprio al termine dell'intervallo, si è guadagnato un like nientepopodimenoché dall'account della Royal Opera House: oh, son soddisfazioni! :-D
Vedere questo balletto mi ha fatta tornare con la mente ai tempi delle elementari, quando, come ho già confessato qui, feci danza classica per due anni, sotto la paziente guida della compianta insegnante tedesca Charlotte Mann soprannominata Lalo. Rimpiango di aver lasciato perdere? No, neanche per sogno... Se all'epoca non volevo ammettere di essere tragicamente negata, oggi sono abbastanza onesta con me stessa da riconoscere che il mondo della danza non ha perso proprio nulla! ;-)

giovedì 12 dicembre 2013

Eureka?!

Quest'oggi mi va di condividere una sorta di pillola di Quark basata su un esperimento domestico piuttosto banale. Ebbene, avevo una bomboletta spray d'alluminio praticamente esaurita, allora ho tenuto premuto l'erogatore di plastica per far uscire tutto il gas residuo (spero che non mi accuserai di aver contribuito all'allargamento del buco nell'ozono, dato che il freon è fuorilegge da anni)... e, toh!, ho notato che l'involucro metallico si era raffreddato in maniera chiaramente percettibile! Ohibò, che diavoleria è mai questa?!
Beh, in realtà non c'è nulla di misterioso né tanto meno di innovativo: guarda caso, stiamo parlando del principio su cui si basa il funzionamento dei frigoriferi e dei condizionatori d'aria. Semplificando un po', il fluido dentro la bomboletta (contenente propano, butano o isobutano) è allo stato liquido perché compresso, ovvero a una pressione più elevata rispetto a quella atmosferica: man mano che fuoriesce dal minuscolo ugello, espandendosi rapidamente e tornando allo stato aeriforme, diminuisce la pressione all'interno (perché vi è un minor numero di particelle) e quindi anche la temperatura. Colgo l'occasione per ricordare la legge di Boyle [più propriamente chiamata legge di Boyle-Mariotte... ma, chissà perché, il povero Edme Mariotte non se lo fila quasi mai nessuno! ;-)]: per un gas perfetto vale [p·V]T = K(T), ossia in condizioni di temperatura costante il prodotto della pressione del gas per il volume da esso occupato è costante. #sapevatelo! :-)