sabato 7 settembre 2013

Come ho fatto a non pensarci prima?

Erano mesi che andavo in cerca di un hobby da coltivare: qualcosa che mi piacesse davvero, mi desse soddisfazione e che valesse la pena di approfondire. Un amico mi ha suggerito di iscrivermi a una scuola di balli caraibici... ma, anche se questo avrebbe l'indubbio vantaggio di aiutarmi a fare del moto, a distrarmi ed a conoscere gente nuova, tra le varie attività che potrei svolgere mi riesce difficile immaginarne una che mi entusiasmi di meno, e per la quale mi senta meno portata! ;-) Mumble mumble... cosa potrei fare? Pian piano sono arrivata alla risposta, che peraltro avevo sotto gli occhi da una vita: la fotografia! :-)
Ebbene sì, adoro fotografare da quando compii undici anni e i miei mi regalarono la prima macchinetta: ben presto cominciai a ricevere i primi complimenti per le mie creazioni, anche se all'epoca scattavo molte meno foto rispetto ad oggi, in quanto i rullini e il relativo sviluppo avevano un costo tutt'altro che trascurabile (con esito peraltro incerto) che da quando sono passata al digitale non devo quasi più sostenere. Quando mi trovo in un bel posto, non mi godo la visita appieno se non catturo nella mia fotocamera tutto ciò che di notevole mi capita davanti agli occhi: per questo è con una sorta di sofferenza che mi reco in musei e chiese dove è esplicitamente vietato fotografare. Non ho ancora superato una certa ritrosia ad immortalare le persone, e in questo mi attengo al principio confuciano della reciprocità: «Ciò che non vuoi che sia fatto a te, non farlo agli altri». ;-) Beh, a dire il vero da questo punto di vista sono parecchio migliorata: quest'estate mi è addirittura capitato più volte di domandare a perfetti sconosciuti il favore di scattarmi una foto ricordo... :-)
Il mio più grande difetto come fotografa dilettante è che scatto in maniera fin troppo istintiva, badando solo all'inquadratura (in genere senza attenermi a nessuna regola che non sia il mio gusto personale) e non curandomi più di tanto della luce e delle varie impostazioni: così facendo, la probabilità di scattare foto degne di nota è piuttosto bassa. Mi piacerebbe tanto affinare la mia tecnica allo scopo di catturare nella maniera più fedele possibile non soltanto la scena che si trova davanti ai miei occhi, ma anche le sensazioni che essa mi suscita: se ci riuscissi, potrei considerarmi veramente soddisfatta.
Giovedì sera sono andata all'Aurum per assistere alla serata Il filo e l'acrobata, nel corso della quale i fotografi Anna Di Prospero, Stefano Schirato e Stefano Lista hanno proposto diversi spunti di riflessione su bellezza e fotografia. Tutto molto interessante ed istruttivo... peccato che sia dovuta andar via prima della fine, perché l'evento si svolgeva all'aperto ed io in maniche corte stavo congelando! :-/ Comunque oggi pomeriggio sono tornata all'Aurum per visitare la mostra fotografica collettiva Lente ad Astra (la parola lente non c'entra con quella dell'obiettivo della fotocamera, anche se probabilmente il richiamo è intenzionale: trattasi di un avverbio latino, e l'intera locuzione significa «lentamente in direzione delle stelle»). La mostra, che ha un suo spazio anche su Facebook e su Twitter ed è curata dal summenzionato Stefano Lista, raccoglie 99 foto (più una ;-)) scattate da lui stesso e dagli allievi dei suoi corsi di fotografia, e strutturate in un percorso che ruota attorno a tre parole chiave: fear (paura) + hope (speranza) + love (amore) = life (vita). Se ti interessa visitarla affrettati, perché domani è l'ultimo giorno: l'orario di apertura sarà dalle 15:30 alle 23:30, e alle ore 17 è in programma una visita guidata. Il ricavato della vendita dei cataloghi (io l'ho preso, e ad ogni immagine è associato un QR Code che dà accesso a contenuti multimediali) e delle foto andrà alla Comunità di Sant'Egidio.
A questo punto ho deciso: mi iscrivo al primo Corso Alfa disponibile... e magari fra qualche mese una nuova stella splenderà nel firmamento degli artisti dell'obiettivo! ;-)

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