domenica 31 marzo 2013

Percorsi e passaggi

L'altro giorno ho visto un video segnalato da Sara su Facebook e pubblicato dallo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli sul suo blog. In questo video il direttore dell'Istituto Riza si impegna a sfatare la diffusa convinzione secondo cui la nascita di un bambino è quanto di più bello possa accadere a una donna. Lasciando in secondo piano le considerazioni sulla maternità, che adesso come adesso mi riguardano ben poco, nelle parole di Morelli ho trovato altri spunti fondamentali di cui fare tesoro in questa fase della mia vita che definirei di profondo scombussolamento esistenziale. Riporto qui di seguito i passaggi che mi hanno colpita maggiormente (buona parte dei quali può fornire validi spunti di riflessione anche ai maschietti, secondo me), evidenziando in grassetto le frasi-chiave.
La cosa più importante per la vita di una donna non è fare un bambino: è realizzare la sua natura. Per cosa sei nata? Così come tu hai un volto unico, per cosa sei nata? Tutte le volte che facciamo i bambini stiamo facendo una cosa bella, bellissima, straordinaria, ma che fa parte della vita di madre: la vita spirituale è fatta di altre cose. Ognuno di noi ogni giorno genera sé stesso. Andiamo a letto la sera, dormiamo, ci risvegliamo e nasce un nuovo "noi stessi". Quale bambino? C'è un bambino dentro di te? Dentro di noi si sta creando ogni giorno un bambino? Sì. Ognuno di noi è un bambino che nasce ogni giorno, e una donna è una bambina che nasce ogni giorno. [...] Una donna si realizza quando sta portando avanti quello che è il suo destino, il suo percorso, il suo viaggio. Una buona rosa fa la rosa, con le sue spine ma fa la rosa, con le sue foglie, coi suoi germogli. [...] Nella vita ovunque vai, qualsiasi cosa fai, se non sai star da solo non puoi andare da nessuna parte, e passerai la vita a riempire gli spazi vuoti con qualcuno o con qualcosa che ti sembra ti dia tranquillità e serenità. Le cose importanti della vita non sono né il matrimonio, né la famiglia, né i figli: quelli sono momenti di passaggio. Ciò che è determinante è il tuo percorso, il sentiero che tu devi percorrere, quello per cui sei portato. [...] Ecco, un atto di grande amore verso noi stessi è quello di dirsi, al di là che arrivino i bambini o no, al di là che io faccia i bambini o no, io ho un percorso da fare, una strada che mi appartiene. Come faccio a trovarla? Si tratta di non pensarci. Si tratta soprattutto di levare dalla testa i finti obiettivi: sarò migliore quando avrò un figlio, sarò migliore quando sarò sposata, sarò migliore quando avrò un lavoro di un certo tipo... no. Nessuno di noi è fatto per diventare migliore: ciascuno di noi è fatto per seguire gli obiettivi che dentro di noi, come la rosa fa i suoi fiori, si stanno tracciando. Se la smettiamo di darci degli obiettivi finti o come quelli di tutti gli altri, se la smettiamo di voler appartenere al gruppo, allora molto più facilmente la nostra rosa farà i suoi fiori. I bambini sono creazioni animali; realizzare sé stessi è una creazione spirituale.
L'altro giorno una collega mooooolto più praticante di me mi ha rammentato il significato dell'odierna ricorrenza pasquale, quello di passaggio: «Con il cristianesimo la Pasqua ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù» (da Wikipedia). Ebbene, non sarebbe male se per me questa Pasqua rappresentasse davvero un momento di passaggio, di transizione, in cui mi lascio alle spalle un atteggiamento di eccessiva chiusura in me stessa e un fardello bello grosso di pensieri e influssi negativi, di cui peraltro ero consapevole solo in parte, e mi predispongo finalmente ad intraprendere il percorso che mi condurrà a realizzarmi come desidero e come merito. In cosa consista realmente questo traguardo... beh, è ancora tutto da vedere! :-)
L'altro giorno mi sono imbattuta in una citazione attribuita ad Oscar Wilde. La fonte originaria non l'ho trovata, per cui come spesso accade potrebbe trattarsi semplicemente di una falsa attribuzione... ma, se anche le avesse scritte Pinco Pallino, ciò non toglie che queste parole, pur riguardandomi solo fino a un certo punto, mi abbiano fatto riflettere: la conclusione, soprattutto.
Io non voglio cancellare il mio passato, perché nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi. Anzi ringrazio chi mi ha fatto scoprire l'amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti voglio bene credendoci e chi invece l'ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre.
Un'altra frase notevole l'ho scovata nel tumblr di Behappy.me, che è un'autentica miniera di perle di saggezza. La traduzione della frase originale, che puoi vedere qui accanto, è «Alcune delle migliori lezioni di vita si imparano nei momenti peggiori».
Concludo con l'"angolo della Maestrina": ;-) gli auguri di buona Pasqua tradotti in svariate lingue! (erano in un messaggio augurale inviato da un fornitore e inoltratomi da una collega, e io li riporto pari pari, a parte una piccola correzione di quello in francese nel quale sono stata in grado di scovare un erroruccio)
Inglese: Happy Easter
Francese: Joyeuses Pâques
Tedesco: Frohe Ostern
Spagnolo: Felices Pascuas
Cinese: Fouai Hwo Gie Quai le
Arabo: Eeid -Foss’h Mubarak
Croato: Sretun Uskrs
Albanese: Gezuar Pashken
Rumeno: Paste Fericit
Ceco: Vesele Velikonoce
Macedone: Sreken Veligden
Laotiano: Souk San Van Easter
Slovacca: Veselá velká noc
Portoghese: Boa Pascoa
Greco: Kalo Paska
Olandese: Zalig Paasfeest
Russo: Schastilvoi Paschi
Svedese: Giad Pàsk
Serbo: Srecan Uskrs
Neerlandese: Vrolijke pasen
Danese: God pasque
Vallone: Bon fiesse-d’joyeuse pôque
Esperanto: Felician Paskon en Kristo Resurektinta
Armeno: Shnorhavor surb zatik
Yiddish: A fraylekhn Pesah
Giapponese: Gofúkkatsu Omédetoo
Zulù: Ieasika Elihle

venerdì 22 marzo 2013

Quando l'acqua non basta

Oggi, come ogni 22 marzo, ricorre la Giornata Mondiale dell'Acqua (World Water Day), istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Tale ricorrenza ha la finalità di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla critica questione dell'acqua nella nostra epoca, con un occhio di riguardo all'accesso all'acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici.
Ironia della sorte, proprio ieri pomeriggio un'improvvisa rottura di un tratto dell'adduttrice principale dell'Acquedotto Giardino ha lasciato senza acqua corrente per oltre 24 ore 19 comuni della mia zona, tra i quali Pescara, dove abito io. I problemi non sono mancati, ma noi per fortuna avevamo in casa una buona scorta di bottiglie d'acqua minerale, alle quali abbiamo fatto ricorso per cucinare e per lavarci (in quantità minima e a temperatura ambiente, non proprio un toccasana con il raffreddore che mi ritrovo :-/). Oggi verso l'ora di pranzo la situazione è finalmente tornata alla normalità. Ma questa circostanza di disagio, per quanto gestibile e di breve durata, mi ha dato modo di riflettere sul ben più grave problema dell'approvvigionamento idrico che affligge ampie zone del pianeta. Non bisogna dimenticare che la quantità di acqua dolce sulla superficie terrestre è una risorsa fissa e limitata: solamente il 2,5% dell'acqua presente sul pianeta è acqua dolce, ma di questa oltre due terzi non sono disponibili per l'utilizzo perché contenuti all'interno di ghiacciai, nevai e permafrost. E le falde acquifere sotterranee vengono sfruttate a un ritmo superiore alla loro capacità di rigenerazione. Per noi privilegiati girare la manopola del rubinetto e vederne uscire acqua potabile è divenuto un fatto scontato, mentre invece miliardi di persone meno fortunate non hanno acqua a sufficienza per far crescere i raccolti e per allevare il bestiame, devono sobbarcarsi tragitti lunghi e faticosi per trasportare il prezioso liquido da pompe e sorgenti verso le abitazioni, e inoltre sono costrette a dissetarsi con acqua non pulita, con il rischio di contrarre malattie anche letali.
Colgo infine l'occasione di segnalare che questa sera allo Stammtisch Tavern di Chieti Scalo suoneranno i Rezophonic: più che una band vera e propria, un progetto musicale/sociale promosso da Mario Riso per raccogliere fondi da destinare a progetti ambientalisti, tra i quali appunto la costruzione di pozzi in Africa.
[L'immagine che apre il post l'ho presa dalla pagina Facebook di AvoiComunicare]

giovedì 21 marzo 2013

Addio al più grande velocista italiano

Oggi il mondo dello sport e l'Italia tutta piangono la scomparsa, all'età di sessantuno anni non ancora compiuti, del leggendario campione Pietro Mennea, specialista sui 200 metri piani: in tale disciplina la "Freccia del Sud" (così era soprannominato, essendo nato a Barletta) vinse l'oro olimpico a Mosca nel 1980 e ha detenuto il record mondiale con il tempo di 19"72 (tuttora record europeo), fatto registrare il 12 settembre 1979 a Città del Messico, per quasi diciassette anni, fino a quando il 1° agosto 1996 il namibiano Frankie Fredericks non ha corso con un tempo di 19"68 (l'attuale detentore è il giamaicano Usain Bolt, che il 20 agosto 2009 ha fatto segnare uno stratosferico 19"19). Ma Mennea non è stato solamente un grande atleta: aveva al suo attivo ben quattro lauree (in Scienze Politiche, Giurisprudenza, Scienze dell'Educazione Motoria e Lettere), ha esercitato la professione di avvocato, ha scritto venti libri, è stato docente a contratto di Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso la Facoltà di Scienze dell'Educazione Motoria dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara, e inoltre ci ha lasciato delle citazioni davvero degne di nota, tanto che per questa volta chiuderò un occhio sul fatto che nella sua carriera politica sia stato vicino al centrodestra. ;-) Non a caso, in Che vita!, Samuele Bersani cantava «Pietro Mennea e Sara Simeoni son rivali alle elezioni…»; in effetti, per quanto mi risulta, la ex campionessa di salto in alto si è candidata in area Prodi come indipendente... ma nel 2004, due anni dopo l'uscita del brano: Bersani profetico? :-)

mercoledì 20 marzo 2013

Raoul Bova papà a sorpresa

A poco più di una settimana di distanza dalla visione di Amiche da morire, oggi sono tornata al cinema per assistere a un'altra commedia italiana, anch'essa piuttosto piacevole, ma di genere un tantino diverso: Buongiorno papà (qui il trailer).
La trama in sintesi: il fascinoso ma superficiale trentottenne Andrea (Raoul Bova) sta facendo carriera in un'agenzia che si occupa di product placementquelli che rovinano i film mettendoci la pubblicità», cit.) e divide l'appartamento con l'amico di sempre Paolo (Edoardo Leo, anche regista del film). La sua vita amorosa si riduce a un lungo elenco di ragazze belle e molto più giovani di lui con le quali adotta implacabilmente la regola di "una botta e via", senza avere la benché minima intenzione di mettere la testa a posto. Ma arriva anche per lui il momento di prendersi le sue responsabilità, quando un giorno alla sua porta si presenta la giovanissima Layla (Rosabell Laurenti Sellers), che sostiene di essere sua figlia: diciassette anni prima in campeggio sua madre Valentina aveva consumato un rapporto occasionale con Andrea, che in seguito si era reso come suo solito irreperibile. Adesso che sua madre è morta, Layla ha deciso di incontrare il suo papà biologico, per conoscerlo e "inquadrarlo": questo termine non è soltanto metaforico, visto che la ragazzina immortala Andrea in continuazione utilizzando un'antiquata fotocamera usa e getta col rullino. Alla ricerca di suo padre Layla non c'è andata di certo da sola: la accompagna Enzo (Marco Giallini), ex musicista nel gruppo rock dei Giaguari, nonché padre di Valentina... in pratica suo nonno, anche se lui, alternativo e giovanilistico com'è, proprio non vuol saperne di essere chiamato così. Inutile dire che la vita di Andrea verrà completamente stravolta da questa paternità del tutto inaspettata...
Il film è molto divertente e sostenuto da una sceneggiatura brillante e ben congegnata, scritta dallo stesso Edoardo Leo assieme a Massimiliano Bruno (autore anche del soggetto) e Herbert Simone Paragnani; verso la fine aumentano un pochino il tasso di sdolcinatezza e le situazioni sopra le righe, ma nulla che non ci si potesse aspettare da una commedia di questo genere.
Che dire del cast? Tanto per limitarci agli attori principali... Raoul Bova è come il vino, migliora invecchiando, e la parte del figo sciupafemmine (peraltro del tutto differente da com'è lui nella vita reale, per quanto ne so) gli calza a pennello: ma credo che gli vada riconosciuto anche un certo talento recitativo, e non perdo la speranza che prima e poi ci stupisca con un ruolo completamente diverso da quelli che ha interpretato finora. Edoardo Leo, che ricordo vagamente in Un medico in famiglia, come attore è una validissima spalla nonché davvero promettente dietro la macchina da presa, e per quanto riguarda Marco Giallini credo che per lui sia finalmente giunto il momento della meritata affermazione dopo aver ricoperto negli ultimi anni diversi ruoli secondari ma piuttosto incisivi. Nicole Grimaudo (nella parte dell'insegnante di ginnastica, pardon, scienze motorie di Layla) invece non riesco proprio a farmela piacere... chissà se prima o poi anche lei, come Cristiana Capotondi, mi convincerà a rivalutarla.
Durante il film ho notato diverse citazioni che mi hanno colpita, ma non ho avuto modo di annotarle; per farlo, del resto, avrei dovuto mettere mano allo smartphone nel buio della sala, e non mi sembrava il caso. Una di queste citazioni, «Se fai sempre quello che fai, avrai sempre quello che hai» (by Enzo), l'ho recuperata qui. Se vuoi scoprire anche le altre, non devi far altro che andare a vedere il film... cosa che, casomai non si fosse intuito, ti consiglio senz'altro di fare! :-)

lunedì 18 marzo 2013

Pezzi di carta

Oggi sono in vena di condividere una piccola antologia di spunti abbastanza eterogenei raccolti negli ultimi mesi e accomunati da un argomento specifico: non ti ci vorrà molto per capire quale.
  • La storia della trentunenne ricercatrice Marina, che a un certo punto, pur avendo alle spalle una laurea in Chimica e un dottorato, ha deciso di iscriversi a un Istituto Tecnico Specializzato, nella speranza di trovare un impiego stabile.
  • Ancor più sconcertante è la vicenda della trentanovenne Silvia, che oggi vende lampredotto nel chiosco di famiglia a Firenze, ma fino all'anno scorso lavorava come ricercatrice di Farmacologia all'Università di Siena.
  • Un singolare annuncio pubblicato su eBay: «Vendesi causa mancato utilizzo laurea in scienze Politiche».
  • Il post di Daria Bignardi la quale, prendendo spunto dai titoli di studio "tarocchi" esibiti da alcuni politici in campagna elettorale, osserva come la laurea non garantisca affatto una brillante carriera, e fa notare come personaggi del calibro di Bill Gates, Steve Jobs e Mark Zuckerberg, tanto per limitarci all'ambito informatico, non si siano mai laureati.
  • Il tweet di Lia Celi: «La laurea americana di Marta #Grande in Italia non vale nulla. Allora è proprio equivalente a una laurea italiana».
  • Lo scambio di battute tra Checco (Zalone) e Farah nel film Che bella giornata, che puoi ascoltare sul finale di questo video: «Un giorno capirai tante cose di questo Paese... Qui si sta bene, Farah! Tu studi, vero?». «». «Non serve a un c***o, qui».
È un caso che io abbia scelto di pubblicare un post del genere proprio oggi? No, non lo è... ma soltanto chi conosce bene me, la mia storia e le mie vicissitudini potrà comprenderne le ragioni. A tutti gli altri... chiedo scusa, ma non me la sento di scrivere altro. :-(

venerdì 15 marzo 2013

La verifica in due passaggi degli account Google

Meglio tardi che mai, mi sono finalmente decisa ad attivare la verifica in due passaggi per potenziare la sicurezza dei miei account Google. Benché mesi fa Gioxx avesse dedicato all'argomento un post piuttosto esauriente, ho deciso di scrivere la mia personalissima versione "for dummies", corredata da screenshot debitamente "pecettati" a tutela della privacy della sottoscritta. :-) (Per ragioni di sicurezza, durante la procedura ti verrà occasionalmente chiesto di inserire di nuovo la password del tuo account Google)
Allora... sono andata su accounts.google.com (https://www.google.com/settings/account) e, dopo aver effettuato l'accesso, ho cliccato sulla voce Sicurezza che si trova sulla sinistra...


... al che si è aperta una pagina in cui tra le varie opzioni c'era appunto Verifica in due passaggi, il cui stato risultava ovviamente NON ATTIVO (se come in questo caso l'immagine è così piccola da risultare pressoché illeggibile, cliccaci sopra per visualizzarne una versione ingrandita).


Allora ho cliccato su Impostazioni e sono approdata a questa pagina, dove ho cliccato su Inizia configurazione.


Si è aperta una pagina dove ho dovuto prima inserire il mio numero di telefono cellulare e poi cliccare su Invia codice.


Nella pagina successiva ho inserito il codice di verifica che nel frattempo mi era arrivato via sms ed ho cliccato su Verifica.


Operando dal mio notebook, che peraltro sono l'unica ad utilizzare, ho lasciato il segno di spunta accanto all'opzione Questo computer è attendibile ed ho cliccato su Avanti.


Dai, ancora un ultimo sforzo, conferma...


Et voilà, la verifica in due passaggi è attiva! :-) A questo punto riceverai sul tuo indirizzo Gmail un messaggio contenente alcune informazioni importanti per far sì che la sicurezza del servizio di verifica in due passaggi sia garantita: leggilo con attenzione.
Ma, dando un'occhiata allo smartphone, mi accorgo che c'è un problemino: un errore di accesso all'account, per la precisione.


Beh, è ovvio, ci vorrà un codice di verifica pure per l'androide. Per prima cosa devo reimmettere la password e procedere, poi cliccare su Avanti...


... inserire le mie credenziali di accesso nell'applicazione Browser...


... e inserire il codice di verifica che mi è appena arrivato via sms.


E così anche l'androide è a posto. Manca ancora qualcosa, comunque: il mio client e-mail Mozilla Thunderbird, infatti, non è più in grado di ricevere la posta!


In questi casi ci vuole una password specifica, che si può generare cliccando su Gestisci le password specifiche per le applicazioni nella pagina delle impostazioni della verifica in due passaggi.


Sono approdata ad una pagina contenente un campo in cui inserire un nome da associare alla password.

Ho inserito un nome del tipo Thunderbird username POP e ho cliccato su Genera password. Il sistema ha generato una password costituita da sedici lettere raccolte in gruppi di quattro separati da spazi.


In Thunderbird ho cliccato su Inserire una nuova password...



... ho copincollato la password nell'apposito campo, dopo aver messo il segno di spunta accanto a Utilizzare Gestione password per memorizzare questa password ho cliccato su OK... et voilà, Thunderbird ha regolarmente ripreso a scaricare la posta! :-)
In seguito ho generato una password specifica anche per l'invio (con un nome del tipo Thunderbird username SMTP), ripetendo semplicemente i passaggi eseguiti in precedenza. Tutto mooooolto più lungo e complicato da spiegare che da mettere in pratica, te lo assicuro! :-)

martedì 12 marzo 2013

Una commedia nera... in rosa

Oggi pomeriggio sono andata al cinema a vedere Amiche da morire (qui il trailer), black comedy diretta dall'esordiente Giorgia Farina, regista 27enne con al suo attivo un master in sceneggiatura e regia alla Columbia University.
La storia? È tutta al femminile: su un'isoletta del Sud Italia tre donne diversissime l'una dall'altra, la prostituta Gilda (Claudia Gerini), la "perfettina" Olivia (Cristiana Capotondi) e la zitella Crocetta (Sabrina Impacciatore), afflitta oltre che da un aspetto fisico non particolarmente attraente pure dall'infausta nomea di portare iella, si ritrovano amiche e complici nel comune intento di proteggere un segreto inconfessabile. L'ispettore di polizia Nico Malachia (interpretato da Vinicio Marchioni, il quale ricopre l'unico ruolo maschile di un certo rilievo) cercherà di scoprire quale mistero si celi dietro la loro inaspettata amicizia.
La sceneggiatura, firmata dalla stessa regista assieme all'esperto Fabio Bonifacci, è davvero ben congegnata e piena di ritmo, ricchissima di trovate brillanti e divertenti che non lasciano spazio alla noia. I personaggi principali mi sono sembrati ben caratterizzati, a tratti un tantino caricaturali, ma di sicuro piuttosto lontani dai classici stereotipi della commedia all'italiana. Tutti bravi gli interpreti, dai protagonisti ai comprimari, fino ai personaggi di contorno. Ho persino rivalutato la Capotondi, che a suo tempo confessai di "non poter reggere" e che consideravo solo un bel visino e poco più: mi è sembrata pienamente all'altezza del suo ruolo e tra l'altro, pur essendo "romana de Roma", ha prestato al suo personaggio un accento siciliano che mi è sembrato abbastanza credibile. (Anche se il film è stato girato in Puglia, in effetti, la storia è ambientata in Sicilia)
In conclusione, Amiche da morire mi sembra il film adatto per trascorrere due ore (o poco meno) all'insegna di una sana evasione... cosa di cui peraltro avevo davvero un grandissimo bisogno!

domenica 10 marzo 2013

Finalmente su Instagram!

Una delle app per smartphone più popolari è Instagram, che permette agli utenti di scattare foto, applicare ad esse filtri e condividerle su numerosi servizi di social network. Inizialmente era disponibile soltanto per iOS... e quando il 3 aprile 2012 è stata finalmente rilasciata la versione per Android non ho potuto approfittarne, perché purtroppo il mio vecchio cellulare non la supportava. :-/ Il mio fantastico Samsung Galaxy S III Mini, però, ovviamente sì (a dire il vero anche il Galaxy Tab, che però non è proprio il massimo della praticità al riguardo, tanto più che è sprovvisto di 3G)... e oggi finalmente mi sono decisa a giocherellare un po' coi filtri (sommariamente descritti qui), applicandoli a una foto scattata domenica scorsa ad un trabocco situato lungo il Molo Nord del porto di Pescara (una delle mie tipologie di soggetti preferite, già utilizzata per saggiare le potenzialità di Retro Camera e di Vignette), caricando i risultati su Flickr e riportandoli anche su questo post che ho creato "per uso personale": potrebbe infatti tornarmi comodo per scegliere l'effetto più adatto ad impreziosire le mie future creazioni! ;-)
Ecco la foto originale...

00 - Normal

... e le versioni rielaborate, tutte di forma quadrata in omaggio alle care vecchie Polaroid.
Amaro

01 - Amaro

Mayfair

02 - Mayfair

Rise

03 - Rise

Hudson

04 - Hudson

Valencia

05 - Valencia

X-Pro

06 - X-Pro

Sierra

07 - Sierra

Willow

08 - Willow

Lo-Fi

09 - Lo-Fi

Earlybird

10 - Earlybird

Sutro

11 - Sutro

Toaster

12 - Toaster

Brannan

13 - Brannan

Inkwell

14 - Inkwell

Walden

15 - Walden

Hefe

16 - Hefe

Nashville

17 - Nashville

1977

18 - 1977

Kelvin

19 - Kelvin

Insomma, presto o tardi comincerò a riempire la mia paginetta, che al momento è ancora tristemente vuota: se ti va, seguimi pure su instagram.com/curiosona (il nick gwendalyne era già stato preso da chissà chi, sgrunt! :-/).

sabato 9 marzo 2013

L'impronta dell'Uomo sulla Terra

Negli ultimi giorni mi sono imbattuta, in Rete e non solo, in svariati spunti relativi al rapporto tra la specie umana e il mondo naturale, ed ho pensato di raccoglierne alcuni in questo post.
Per cominciare, una citazione attribuita all'attore statunitense Ed Begley Jr.
I don't understand why when we destroy something created by man we call it vandalism, but when we destroy something created by nature we call it progress.
[Non capisco perché quando distruggiamo qualcosa creato dall'uomo lo chiamiamo vandalismo, ma quando distruggiamo qualcosa creato dalla natura lo chiamiamo progresso.]
Poi questa foto pubblicata nella pagina Facebook di New World Order Report, che consiglio di seguire perché prodiga di spunti interessanti.


Traduzione: «Questo è l'animale più pericoloso del mondo. È responsabile di MILIONI di morti ogni anno. Al suo fianco nuota tranquillamente un grande squalo bianco». ;-)
Poi ancora MAN, una breve animazione realizzata da Steve Cutts e segnalata giorni fa da Claudiappì nel suo blog.


Infine, oggi ho intravisto in televisione una breve intervista all'attrice Margot Sikabonyi (chi segue la fiction Un medico in famiglia la conoscerà senz'altro) la quale ha risposto ad alcune domande sulle sue abitudini. Benché la ragazza avesse dichiarato di avere un tenore di vita relativamente sobrio, in base alle sue risposte si è calcolato che, se tutti gli abitanti della Terra si comportassero come lei, ci vorrebbe qualcosa come quattro pianeti e mezzo uguali al nostro per sostenere un tale stile di vita...
Personalmente ricordo di aver usato tempo fa un'applicazione su Facebook chiamata Quanta terra usi?, ma al momento non risulta più disponibile. Allora ho cercato qualcosa di analogo, trovando questo test della Global Footprint Network, che mi ha fornito il risultato seguente...



... e un altro test per calcolare la mia "impronta ecologica", Ecological Footprint Quiz, sul quale mi riprometto di tornare con la dovuta calma perché è in inglese e non sembra particolarmente "tagliato" per chi vive in Italia, comunque a occhio e croce dovrebbe fornire risultati più accurati.

martedì 5 marzo 2013

Un'alba fuori dal comune


Ad una prima occhiata distratta, la foto qui sopra, scattata da Marat Ahmetvaleev e pubblicata il 2 marzo scorso come Astronomy Picture of the Day con il titolo Miass River Sunrise, sembrerebbe ritrarre una comunissima, per quanto suggestiva, alba... e invece nell'immagine sono ben visibili le tracce del passaggio del meteorite (da non confondere con l'asteroide che ha "sfiorato" la terra passando a 27600 chilometri, oltre quattro volte il raggio terrestre) che è esploso nell'atmosfera il 15 febbraio scorso sopra la regione di Chelyabinsk, nella zona dei monti Urali, provocando per effetto dell'onda d'urto il ferimento di circa milleduecento persone oltre a ingenti danni. Ecco qui di seguito la traduzione della spiegazione dell'immagine.
Ogni giorno sul pianeta Terra può avere un inizio sereno, al sorgere del sole, quando il cielo si illumina gradatamente su un dorato orizzonte orientale. Questo panorama all'alba sembra mostrare un momento simile nella mattina del 15 febbraio. Nella nebbia, un tranquillo tratto del fiume Miass scorre in primo piano lungo un paesaggio ghiacciato vicino a Chelyabinsk, in Russia. Ma la lunga nube che si innalza nel cielo blu è la scia persistente in evoluzione della meteora di Chelyabinsk. La scia di vapore è stata lasciata dalla roccia spaziale che era esplosa sulla città appena 18 minuti prima, causando danni considerevoli e il ferimento di oltre mille persone. Un evento ben documentato: le numerose acquisizioni video fatte da webcam e dashcam nella zona hanno ben presto contribuito a una ricostruzione della traiettoria della meteora e alla determinazione dell'orbita iniziale. I risultati preliminari indicano che il meteoroide "padre" apparteneva alla classe Apollo degli asteroidi geosecanti.

lunedì 4 marzo 2013

Scaricare tutti i tuoi tweet? Ora puoi...

Giorni fa, seguendo le indicazioni pubblicate da Paolo Attivissimo a corredo del programma radiofonico che egli conduce per la Radiotelevisione Svizzera di Lingua Italiana, ho scaricato l'archivio di tutti i miei tweet (secondo il Disinformatico, tale funzionalità non è, o meglio era, ancora accessibile a tutti gli utenti di Twitter... possibile che io sia stata così fortunata?). Ecco la procedura che ho seguito.
Dapprima ho impostato la lingua inglese nelle impostazioni.


A questo punto, in fondo alla medesima pagina delle impostazioni, ho cliccato su Request your archive (Richiedi il tuo archivio)...



... dopodiché è comparsa una finestrella di notifica per informarmi che, non appena l'archivio fosse stato pronto, avrei ricevuto un link per posta elettronica.


Una manciata di minuti dopo ho ricevuto un e-mail con oggetto Your Twitter download is ready, Gwendalyne!, contenente il link a un file tweets.zip con dentro tutti i miei tweet.


Decomprimendo il file e cliccando su index.html, posso esplorare comodamente offline tutto l'archivio dei miei tweet raggruppati per anno e per mese.
Per la cronaca, il mio primissimo tweet risale alla mattina del 6 luglio 2007, e recita «si è appena registrata a Twitter e si sta chiedendo a cosa serva esattamente, e soprattutto a chi possa interessare quello che sta facendo» (ricordatelo, soprattutto agli inizi, twittare in terza persona era la norma! ;-)).
Un sistema per salvare tutte le proprie conversazioni di Facebook esiste già da tempo, ed è illustrato qui. Qualcun altro si è anche prodigato per realizzare qualcosa di analogo per FriendFeed, ma finora non mi sono mai presa la briga di metterlo in pratica...

sabato 2 marzo 2013

Quanto vale un Oscar?

Il 24 febbraio scorso il comico (nonché creatore dei Griffin e regista di Ted) Seth MacFarlane ha condotto presso il Dolby Theatre di Los Angeles l'ottantacinquesima edizione della cerimonia degli Oscar. Nelle settimane precedenti avevo avuto modo di notare, correggimi se sbaglio, che nella programmazione del multisala che frequento abitualmente, nonché l'unico nei dintorni ad aderire alla promozione Grande Cinema 3, non erano state incluse alcune delle pellicole con il maggior numero di nomination. In particolare...
  • Vita di Pi su undici candidature si è aggiudicato quattro statuette: migliore fotografia, migliore colonna sonora, migliori effetti speciali e soprattutto migliore regia, quella del taiwanese Ang Lee.
  • Les Misérables di Tom Hooper ha racimolato tre statuette – migliore attrice non protagonista (Anne Hathaway), miglior sonoro, miglior trucco e acconciatura – sulle otto nomination ricevute.
  • Steven Spielberg con il suo Lincoln è stato il grande sconfitto della serata, perché su dodici candidature solamente due si sono tramutate in premi: miglior attore protagonista (Daniel Day-Lewis) e migliore scenografia.
La pellicola premiata come miglior film, Argo, a suo tempo invece l'ho vista, e mi è pure piaciuta (ho trovato davvero notevole come il regista Ben Affleck sia riuscito a mantenere una suspense elevatissima fino all'ultimo pur raccontando una storia realmente accaduta, per la quale pertanto si poteva già prevedere come sarebbe andata a finire)... ma non avendo visto (a parte Django Unchained) quasi nessuno degli altri film in lizza nella medesima categoria, non ho elementi a sufficienza per valutare se meritasse davvero la statuetta più prestigiosa.
Insomma ho notato che i multisala, alcuni più di altri, pur avendo per loro natura la possibilità di accontentare un pubblico particolarmente variegato, hanno una certa tendenza a trascurare i gusti più raffinati privilegiando generi ritenuti a torto o a ragione più redditizi: ed è così che una roba come I 2 soliti idioti rimane in programmazione per settimane... :-/
La programmazione del multisala in questione uscita il giovedì successivo alla notte degli Oscar ha posto rimedio solo in parte alle passate omissioni: oltre a rimettere in programmazione Argo, è finalmente arrivato in sala Vita di Pi, ma con un solo spettacolo al giorno e nemmeno in 3D: peccato, perché ho letto qui che le potenzialità del cinema tridimensionale sono valorizzate molto di più che in altri film. Lincoln, Les Misérables e altri ancora, non pervenuti.
Vabbè, vorrà dire che aspetterò l'uscita in home video...