mercoledì 31 ottobre 2012

Io ci tengo, però...

Cercando informazioni sul regolamento delle prossime primarie del centrosinistra, ho trovato il sintetico video che puoi vedere qui sotto.


Ed ecco cosa dice...
Si vota il 25 novembre dalle 8 alle 20. Se nessun candidato ottiene il 50 per cento più uno delle preferenze, il 2 dicembre, sempre dalle 8 alle 20, si terrà il ballottaggio tra i due più votati.
La partecipazione alle primarie è aperta a tutti coloro che hanno i requisiti per votare alle elezioni politiche e che entro il 25 novembre compiranno 18 anni, oltre che ai cittadini della comunità europea residenti in Italia e di altri Paesi in possesso di carta d'identità e di regolare permesso di soggiorno.
Chi vota deve registrarsi, munirsi del certificato di elettore della coalizione di centrosinistra Italia Bene Comune. Per farlo bisogna sottoscrivere un appello pubblico per l'affermazione elettorale della coalizione PD-SEL-PSI e iscriversi all'albo dei suoi elettori. Inoltre i partecipanti devono versare un contributo di almeno due euro. Al momento del voto bisognerà presentare anche la tessera elettorale e la carta d'identità.
Sarà possibile registrarsi dal 4 novembre fino al 25 compreso nell'ufficio elettorale indicato da ogni coordinamento provinciale. Ci si può anche pre-registrare sul sito web delle primarie, primarieitaliabenecomune.it. L'elettore dovrà inserire i propri dati, stampare la ricevuta e poi recarsi all'ufficio per ritirare il certificato entro il 25 novembre.
All'eventuale ballottaggio sono ammessi al voto gli elettori in possesso del certificato di voto rilasciato per il primo turno, completo del cedolino relativo alla giornata del 2 dicembre. Possono altresì partecipare coloro che dichiarino di essersi trovati, per cause indipendenti dalla loro volontà, nell'impossibilità di registrarsi all'albo degli elettori entro la data del 25 novembre e che in due giorni, compresi tra il 27 novembre e il 1° dicembre, sottoscrivano l'appello pubblico a sostegno della coalizione di centrosinistra Italia Bene Comune e quindi si iscrivano all'albo degli elettori.

Ora, se il contributo minimo richiesto sia passato da uno a due euro, passi, ci mancherebbe. Ma quello che davvero non mi va giù è 'sta benedetta iscrizione all'albo degli elettori, che pare fatta apposta per scoraggiare i più pigr... ehm, le persone super-impegnate come la sottoscritta dal recarsi a votare: a beneficio/discapito di chi... beh, staremo a vedere. La pre-registrazione online sembra un po' una presa in giro, visto che non dovrebbe snellire la procedura in modo significativo. Comunque, sebbene la piega presa dal centrosinistra non mi piaccia granché (e non mi dilungo oltre perché sennò facciamo notte) e pur non avendo ancora deciso a chi dare la mia preferenza, probabilmente a votare ci andrò anche questa volta, come ho già fatto il 16 ottobre 2005 (per le primarie vinte da Romano Prodi), il 14 ottobre 2007 (quando ancora mi illudevo che Walter Veltroni sarebbe riuscito a bissare il successo elettorale del Professore) e il 25 ottobre 2009 (allora mi venne data una molletta come quella qui sopra, fotografata da Tiziano Caviglia, e ricordo che votai per Dario Franceschini, mentre fu l'attuale segretario Pier Luigi Bersani a spuntarla). Ma dubito fortemente che questa volta ci si possa aspettare un'affluenza da record...

martedì 30 ottobre 2012

Quante scuse!

Poco tempo fa mi è capitato di leggere un breve pezzo in inglese, tipico esempio di umorismo geek, dal titolo The Top 20 replies by programmers when their programs do not work. Poiché l'ho trovato piacevole, te ne riporto qui di seguito la mia traduzione [quando mi trovavo ormai nella fase di rifinitura, ho scoperto che prima di me ci si erano già cimentati altri, tra cui .mau., dal quale ho attinto per sbrogliare un paio di passaggi un tantino ambigui... ;-)].
La classifica delle venti migliori risposte dei programmatori quando i loro programmi non funzionano:
20. «Che strano...»
19. «Non l'ha mai fatto prima.»
18. «Ieri funzionava.»
17. «Com'è possibile?»
16. «Deve essere un problema hardware.»
15. «Che cos'hai fatto di sbagliato per farlo inchiodare?»
14. «C'è qualcosa di bizzarro [devo dire che la parola originale, funky, mi piaceva nettamente di più, NdC :-)] nei tuoi dati.»
13. «Non tocco quel modulo da settimane!»
12. «Devi avere la versione sbagliata.»
11. «È soltanto una sfortunata coincidenza.»
10. «Non posso testare tutto!»
9. «QUESTO non può essere la causa di QUELLO.»
8. «Funziona, ma non è stato testato.»
7. «Qualcuno deve aver modificato il mio codice.»
6. «Hai fatto un controllo dei virus sul tuo sistema?»
5. «Anche se non funziona, non può andar bene lo stesso?»
4. «Non puoi usare quella versione sul tuo sistema.»
3. «Perché vuoi farlo in quel modo?»
2. «Dov'eri quando il programma si è bloccato?»
E la risposta numero uno dei programmatori quando i loro programmi non funzionano:
1. «Sulla mia macchina funziona.»

giovedì 25 ottobre 2012

Non c'è trucco, non c'è inganno...


Si potrebbe quasi ipotizzare che l'Astronomy Picture of the Day qui sopra, pubblicata due giorni fa con il titolo Mammatus Clouds Over Saskatchewan, sia nata dalla fervida immaginazione di un illustratore di libri fantasy... eppure si tratta di una foto autentica, scattata da Craig Lindsay l'estate scorsa a Regina, capoluogo della provincia canadese del Saskatchewan. Essa ritrae una coltre di nubi temporalesche dalla forma che evoca... ehm, delle mammelle, come suggerisce il nome stesso. ;-) Ecco qui di seguito la traduzione della relativa spiegazione.
Normalmente le basi delle nubi sono piatte. Questo perché l'aria calda e umida che sale e si raffredda si condensa in goccioline d'acqua ad una temperatura specifica, che solitamente corrisponde a una quota molto specifica. Man mano che le goccioline d'acqua crescono, si forma una nube opaca. In presenza di determinate condizioni, comunque, possono svilupparsi "tasche" di nubi contenenti grosse gocce d'acqua o ghiaccio che cadono nell'aria pura mentre evaporano. Tali "tasche" possono manifestarsi nell'aria turbolenta nei pressi di un temporale. Le nubi mammatus risultanti possono apparire particolarmente spettacolari se illuminate di lato dal Sole.

martedì 23 ottobre 2012

Una sentenza che fa discutere

Ha fatto scalpore la sentenza di condanna inflitta dal giudice unico Marco Billi ai membri della Commissione Grandi Rischi in carica all'epoca del terremoto de L'Aquila del 6 aprile 2009: sei esperti e il vicedirettore della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis sono stati condannati a sei anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Al gruppo non si contesta di certo la responsabilità di non aver previsto il terremoto, cosa peraltro impossibile allo stato attuale delle conoscenze (tant'è vero che Giampaolo Giuliani sosteneva di averne previsto uno, però a Sulmona, a una settantina di chilometri in linea d'aria da L'Aquila), ma quello di aver dato «informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie» sulla pericolosità delle scosse registrate nei sei mesi precedenti a quella tragica notte, minimizzando il rischio ed incoraggiando gli abitanti della zona a rientrare nelle loro case anziché dormire all'addiaccio come sarebbero stati pronti a fare. C'è un video, risalente al 31 marzo 2009, nel quale il suddetto De Bernardinis usa toni alquanto tranquillizzanti. Dall'esito della riunione della Commissione Grandi Rischi tenutasi proprio quel giorno traeva spunto l'opera teatrale di Silvio Sarta alla quale ho assistito due anni e mezzo fa.
In attesa di conoscere le motivazioni di una condanna tanto severa per quello che in sostanza è stato un errore di comunicazione, preferisco evitare di sbilanciarmi più di tanto su una questione indubbiamente assai delicata, limitandomi a riportare l'opinione di alcuni esperti del settore in proposito.
Dario Tedesco, docente di Vulcanologia all'università Napoli II, osserva che «i colleghi che sono stati condannati hanno commesso un errore. Ma non per aver non essere stati in grado di prevedere il terremoto, ma per aver cercato di prevedere il "non terremoto", rassicurando i cittadini» e prendendo pubblicamente una posizione che purtroppo si è rivelata infondata.
Luca Sofri riferisce le parole che avrebbe usato all'epoca al posto della Commissione l'americano Peter Sandman, «specialista della comunicazione del rischio, professionalità assente in Italia».
Non ci sono basi scientifiche per concludere che la probabilità che avvenga un forte terremoto sia più alta dopo queste scosse piuttosto che in altri momenti. Ma allo stesso tempo non ci sono nemmeno prove scientifiche che dimostrano che il forte terremoto non ci sarà. Probabilmente prima o poi qui ci sarà un altro forte terremoto, ma noi, semplicemente, non possiamo predire quando avverrà (o quando non avverrà). Ci dispiace poter offrire alla gente così poca assistenza ma la verità è che non siamo in grado di stabilire se lo sciame sismico debba essere motivo di preoccupazione oppure no. Normalmente, gli sciami sismici non sono seguiti da terremoti violenti. Ma “normalmente” non vuol dire “sempre”. Possiamo sicuramente capire perché molte persone di questa comunità si sentano più sicure a lasciare le loro case quando cominciano le scosse e non abbiamo prove scientifiche che dicano che farlo sia una sciocchezza.
Last but not least, il geologo Mario Tozzi parla di «sentenza assolutamente incomprensibile da un punto di vista scientifico, e profondamente diseducativa», e teme le «conseguenze potenzialmente devastanti» di un simile precedente, che peraltro rischia di relegare in secondo piano l'importanza di «fare prevenzione, costruire meglio e rinforzare quanto già esiste».
[La foto che apre il post è tratta da Meteo Web]

venerdì 19 ottobre 2012

Post ad alta velocità

In questo momento sto navigando con il tablet grazie alla rete Wi-Fi disponibile sul Frecciarossa diretto verso «una piccola, povera città» (cit. Marchionne); per il viaggio di ritorno, invece, sperimenterò i servizi del signor Italo.
A Firenze c'ero già stata da sola... e, per quanto fosse splendida, è inutile dire che visitarla in (dolce) compagnia sarà tutta un'altra cosa! ;-) Per farla breve, caro lettore, ci si rivede dopo il weekend. Chissà se al mio ritorno ce la farò a caricare le foto su Flickr in tempi ragionevoli... Finora, delle 337 foto scattate la volta scorsa, ne ho pubblicate appena due, inserite nel mio Calendario 2010 personalizzato.

giovedì 18 ottobre 2012

Il Reich colpisce ancora

Ieri sera, approfittando dell'ingresso settimanale gratuito al cinema offerto da Grande Cinema 3, ho visto Iron Sky, una parodia del genere fantascientifico ispirata alla leggenda degli UFO nazisti (argomento del quale finora ero completamente all'oscuro). Ebbene sì, questa coproduzione finnico-australo-tedesca mi è piaciuta: divertente nel senso più ampio del termine, con ottimi effetti speciali e una trama disseminata di argute citazioni cinefile e di spunti satirici sulla politica e sulla società attuale. E dire che ero partita prevenuta, non tanto per il trailer, quanto per il terrificante sottotitolo che poteva lasciar presagire una c***ta pazzesca, roba da far impallidire la corazzata Potëmkin di fantozziana memoria: «Saranno Nazi Vostri». Mi sono chiesta: negli altri Paesi quale sarà mai stata la frase corrispondente a questo "elegantissimo" gioco di parole? La risposta l'ho trovata su Wikipedia, e mi sono cadute le braccia: a quanto pare, sulla locandina del film uscita nei paesi anglosassoni campeggia la frase «The Reich Strikes Back», un sottile (e per niente trash, soprattutto) omaggio al titolo originale del V episodio di Guerre Stellari, The Empire Strikes Back. Ma io dico, ammesso e non concesso che la versione in lingua inglese fosse inadeguata, pareva brutto usare «Il Reich colpisce ancora» come sottotitolo italiano? Ho il sospetto che questa discutibile scelta abbia in qualche modo contribuito al fatto che, ad appena una settimana dall'uscita nelle sale, il film sia già stato tolto dalla programmazione del multisala dove l'ho visto ieri sera. Possibile che, negli uffici della casa di distribuzione cinematografica, l'idea in questione sia piaciuta proprio a tutti? Ma vabbe', da quando Eternal Sunshine of the Spotless Mind, gran bel titolo di un altrettanto bel film, è stato tradotto come Se mi lasci ti cancello, neanche fosse una commediola da quattro soldi, non mi stupisco più di nulla...

martedì 16 ottobre 2012

Sconfiggere la fame nel mondo

Sabedlo, soberanos y vasallos,
próceres y mendigos:
nadie tendrá derecho a lo superfluo
mientras alguien carezca de lo estricto.
[Sappiatelo, sovrani e vassalli,
eminenze e mendicanti:
nessuno avrà diritto al superfluo
finché uno solo mancherà del necessario.]
Questa citazione del poeta messicano Salvador Díaz Mirón mi sembra perfetta per introdurre un post dedicato all'odierna Giornata Mondiale dell'Alimentazione, che la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) organizza ogni anno dal 1981 il 16 ottobre, anniversario della sua fondazione.
Per molti di noi la crisi economica in atto comporta tutt'al più la rinuncia a qualche sfizio, nei Paesi più sviluppati anche le persone più indigenti possono contare su pasti gratuiti offerti dalle organizzazioni caritative... eppure nel Terzo Mondo si continua a morire di fame, e in particolare la mortalità infantile per malnutrizione è elevatissima. C'è ancora molto da lavorare, affinché ad ogni essere umano sia garantito il fondamentale diritto al cibo.
Gli obiettivi della GMA sono i seguenti:
  • sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della fame nel mondo;
  • stimolare l'attenzione per la produzione alimentare agricola e gli sforzi nazionali, bilaterali, multilaterali e non governativi diretti a tale scopo;
  • promuovere il trasferimento di conoscenze tecniche ai paesi in via di sviluppo;
  • rafforzare la solidarietà internazionale e nazionale nella lotta contro la fame, la malnutrizione e la povertà, ed attirare l'attenzione sui risultati ottenuti nello sviluppo alimentare ed agricolo;
  • incoraggiare la partecipazione delle popolazioni rurali, in particolare le donne e le categorie meno favorite, ai processi decisionali ed alle attività che influenzano le loro condizioni di vita;
  • incoraggiare la cooperazione economica e tecnica tra i paesi in via di sviluppo.
La dicitura ufficiale del tema prescelto per quest'anno è «Le cooperative agricole nutrono il mondo», e non a caso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 2012 come Anno Internazionale delle Cooperative. Ecco qui sotto lo spot relativo alla GMA 2012.

lunedì 15 ottobre 2012

IoVivoVerde

Alimentarsi in modo sano e genuino, limitare gli sprechi, fare la raccolta differenziata dei rifiuti... sono soltanto le prime cose che mi vengono in mente tra quelle che ognuno di noi può fare ogni giorno per vivere in armonia con la natura e nel rispetto dell'ambiente e del nostro bel pianeta (che, non dimentichiamolo, al momento è l'unico che abbiamo a disposizione!).
Ebbene sì, lo ammetto: questo post lo pubblico nella (mica tanto) segreta speranza di essere scelta da Zzub.it per provare i cosmetici della linea ViviVerde Coop. Detergente, tonico e crema viso sono ormai diventati un punto fermo dei miei preparativi mattutini... ed usare prodotti con almeno il 98% di ingredienti di origine naturale provenienti da agricoltura biologica, dermatologicamente testati non su animali e contenuti in una confezione studiata per limitare il più possibile l'impatto ambientale, mi sembra il modo più "verde" per cominciare la giornata! :-)
P.S.: Bello, il paesaggio montano che ho scelto per rappresentare la Natura, eh? Se vuoi impostare la foto come sfondo del desktop, puoi scaricarla da qui.

sabato 13 ottobre 2012

Campagna per la salvaguardia del "piuttosto che" da utilizzi impropri

Quando nel corso della BlogFest Galatea ha udito proferire l'orrendo neologismo deploiato, non è riuscita a trattenere uno sconsolato nun se pò senti'. Per quanto mi riguarda ce n'è un altro, di modo di dire che proprio nun posso senti', e che invece mi tocca sentire ripetutamente, purtroppo, in quella medesima occasione come pure in molte altre, ultimo in ordine di tempo l'ICT Security Day tenutosi ieri a Chieti: la pessima abitudine di usare l'espressione comparativa piuttosto che con il valore disgiuntivo che compete alla congiunzione o. Ne ho già accennato tempo fa, ma oggi mi va di approfondire un po' di più la questione. Il fatto è che, se quando sento qualcuno che usa piuttosto che nel modo corretto mi viene voglia di stringergli la mano, gli utilizzi impropri di tale espressione mi provocano un'irritazione paragonabile a quella di Carlotta, la protagonista del video qui sotto, nel quale mi sono imbattuta durante la stesura di questo post. :-)


Forse starai pensando: uh, ma quanto sei retrograda... non lo sai che la lingua italiana evolve in continuazione, a tal punto che forme lessicali un tempo considerate erronee sono ormai entrate a tutti gli effetti nell'uso comune? E io ti rispondo che ne sono consapevole, infatti quando sento pronunciare frasi tipo «Ci vediamo settimana prossima» omettendo l'articolo (sarà un calco dell'inglese next week?), posso anche chiudere un occhio, perché tanto il significato è chiaro... ma il problema è che piuttosto che al posto di oppure non è soltanto fastidioso da sentire, e ancor più sgradevole da leggere, ma può anche creare ambiguità e confusioni, pregiudicando quindi la comprensione del testo. Finché lo dico io, che peraltro ho alle spalle studi di natura tecnico-scientifica e non umanistica, magari risulto ben poco autorevole... ma se lo dice l'Accademia della Crusca, la più prestigiosa istituzione linguistica d'Italia, potrai anche concedergliela, la dovuta considerazione, o no? ;-)
Riporto qui di seguito l'estratto di un articolo scritto da Ornella Castellani Pollidori nel 2002 per il periodico La Crusca per Voi.
Si tratta [...] di una voga d'origine settentrionale, sbocciata in un linguaggio certo non popolare e probabilmente venato di snobismo [...]. [E in effetti ho la sensazione che ne faccia uso soprattutto chi vuole darsi un tono, anche quaggiù in "Terronia", non solo al Nord, NdC] Era fatale che tra i primi a intercettare golosamente l'infelice novità lessicale fossero i conduttori e i giornalisti televisivi, che insieme ai pubblicitari costituiscono le categorie che da qualche decennio - stante l'estrema pervasività e l'infinito potere di suggestione (non solo, si badi, sulle classi culturalmente più deboli) del "medium" per antonomasia - governano l'evolversi dell'italiano di consumo. [...]
Eppure non c'è bisogno di essere dei linguisti per rendersi conto dell'inammissibilità nell'uso dell'italiano d'un piuttosto che in sostituzione della disgiuntiva o. Intendiamoci: se quest'ennesima novità lessicale è da respingere fermamente non è soltanto perché essa è in contrasto con la tradizione grammaticale della nostra lingua e con la storia stessa del sintagma (a partire dalle premesse etimologiche); la ragione più seria sta nel fatto che un piuttosto che abusivamente equiparato a o può creare ambiguità sostanziali nella comunicazione, può insomma compromettere la funzione fondamentale del linguaggio.
Mi limiterò qui a un paio d'esempi fra i tanti che potrei citare: dal settimanale L'Espresso, del 25.5.2001, incipit dell'articolo a p. 35 intit. Il cretino locale (sulla fuga dei cervelli dal nostro Paese): «È stupefacente riscontrare quanti italiani trentenni e quarantenni popolino le grandi università americane, piuttosto che gli istituti di ricerca e le industrie ad avanzata tecnologia nella Silicon Valley»; naturalmente questo piuttosto che pretende di surrogare la semplice disgiuntiva, ma il lettore non edotto è portato a chiedersi come mai i giovani studiosi italiani sbarcati negli Stati Uniti snobbino per l'appunto i prestigiosi centri di ricerca della Silicon Valley. E ancora: «... di questo passo, saranno gli omosessuali piuttosto che i poveri piuttosto che i neri piuttosto che gli zingari ad essere perseguitati»: frase pronunciata dal noto (e benemerito) dott. Gino Strada nel corso del Tg3 del 22.1.2002; in questo caso, la prospettiva d'una persecuzione concentrata protervamente sulla prima categoria avrà reso perplesso più di un ascoltatore...
Vabbe', con Gino Strada posso anche essere indulgente, ma... con uno che di mestiere fa il giornalista...?! :-O
Un ulteriore esempio compare nella Grammatica di riferimento dell'italiano contemporaneo (2006) di G. Patota. «Dicendo: "Le città italiane sono tutte belle: vivrei volentieri a Roma piuttosto che a Firenze piuttosto che a Napoli" non possiamo intendere in alcun modo che Roma, Napoli e Firenze rappresentano tre alternative a noi ugualmente gradite; al contrario, affermiamo di preferire decisamente Roma sia a Firenze sia a Napoli!». Altri esempi ancora li puoi trovare qui.
Immaginiamoci poi che cosa potrà accadere con l'insediarsi dell'anomalo piuttosto che anche nei vari linguaggi scientifici e settoriali in genere, per i quali congruenza e univocità di lessico sono indispensabili.
Come evolverà in futuro questo discutibile malvezzo lessicale? L'autrice dell'articolo era ottimista al riguardo.
Basterà avere un po' di pazienza: anche la voga di quest'imbarazzante piuttosto che finirà prima o poi col tramontare, come accade fatalmente con la suppellettile di riuso.
Tanta fiducia però è stata mal riposta: a dieci anni di distanza, la moda del piuttosto che usato al posto di oppure non è affatto tramontata, anzi è più viva che mai...

giovedì 11 ottobre 2012

Don't believe your eyes!

L'Astronomy Picture of the Day del 7 ottobre scorso, dal titolo The Same Color Illusion, non aveva granché a che vedere con l'astronomia, almeno in apparenza, ma era ugualmente notevole. Eccola qui sotto...


Scommetteresti che i riquadri A e B sono dello stesso colore? Ebbene sì, lo sono: se non ci credi, te ne convincerai guardando l'immagine qui sotto che li mostra collegati.


Tempo fa, dopo averlo visto segnalato da Paolo Attivissimo, ho condiviso nel mio blog notes un video che mostrava una stupefacente rappresentazione dal vero di questa classica illusione ottica, nota come scacchiera di Adelson, in inglese checker shadow illusion o, appunto, same color illusion.
Tutto ciò dimostra che le osservazioni puramente umane nella scienza possono essere ambigue o imprecise, perfino quando si tratta di una percezione apparentemente diretta come il colore relativo.
Riporto qui di seguito la spiegazione (debitamente tradotta) del funzionamento di questa illusione.
Il sistema visivo deve determinare il colore degli oggetti nel mondo. In questo caso il problema è quello di determinare la tonalità di grigio dei riquadri sul pavimento. Non è sufficiente misurare soltanto la luce proveniente da una superficie, ossia la luminanza: un'ombra proiettata oscurerà una superficie, cosicché una superficie bianca in ombra può riflettere meno luce rispetto a una superficie nera in piena luce. Il sistema visivo utilizza svariati trucchi per determinare dove sono le ombre e in che modo compensarle, allo scopo di determinare l'effettiva tonalità di grigio che appartiene alla superficie.
Il primo trucco è basato sul contrasto locale. In ombra o no, un riquadro che risulta più chiaro rispetto ai riquadri circostanti è probabilmente più chiaro della media, e viceversa. Nella figura, il riquadro chiaro in ombra è circondato da riquadri più scuri. Così, anche se il riquadro è fisicamente scuro, esso è chiaro rispetto ai suoi vicini. I riquadri scuri fuori dall'ombra, al contrario, sono circondati da riquadri più chiari, in modo da sembrare scuri al confronto.
Un secondo trucco è basato sul fatto che spesso le ombre hanno bordi sfumati, mentre i confini tracciati (come i riquadri della scacchiera) hanno spesso bordi netti. Il sistema visivo tende a ignorare i cambiamenti graduali nel livello di luce, in modo tale da poter determinare il colore delle superfici senza essere tratto in inganno da ombre. In questa figura l'ombra appare come tale, sia perché è sfocata sia perché l'oggetto che la proietta è visibile.
La "nettezza" dei riquadri è favorita dalla forma delle "giunzioni a X" formate da quattro riquadri adiacenti. Questo tipo di giunzione è solitamente un segnale che tutti i bordi dovrebbero essere interpretati come variazioni di colore della superficie piuttosto che in termini di ombre o luci.
Come molte altre cosiddette illusioni, questo effetto dimostra realmente il successo piuttosto che il fallimento del sistema visivo. Il sistema visivo non è molto valido come misuratore di luce fisica, ma non è questo il suo scopo. Il compito importante è quello di scomporre le informazioni di un'immagine in componenti significative, e quindi percepire la natura degli oggetti in vista.

P.S.: Come mai all'inizio ho scritto che l'immagine "in apparenza" non aveva a che vedere con l'astronomia? Beh, perché in realtà anche l'osservazione del cielo è esposta ad illusioni: basti pensare al fatto che la Luna sembra più grande in prossimità dell'orizzonte. L'avvento di dispositivi di misura automatizzati e riproducibili come i CCD ha reso la scienza in generale e l'astronomia in particolare meno soggetta ad "inganni" del genere.

mercoledì 10 ottobre 2012

#1minutodirumore

Era il 2007 quando Simone Cristicchi vinse il Festival di Sanremo con il brano Ti regalerò una rosa, che raccontava la difficile condizione delle persone affette da disturbi mentali. Ecco il video ufficiale...


Il cantautore romano per scrivere il pezzo si è ispirato alle storie raccontategli dai pazienti dei manicomi, eufemisticamente chiamati "ospedali psichiatrici", che aveva frequentato come obiettore di coscienza prima e come volontario poi; tali esperienze sono confluite anche nel suo libro Centro di igiene mentale e nel documentario Dall'altra parte del cancello. La sua bellissima e struggente canzone [meno male che ogni tanto al Festival vincono anche brani di un certo spessore... ;-)] ha avuto l'indubbio merito di portare all'attenzione del grande pubblico una condizione che troppo spesso si tende a passare sotto silenzio: quella della malattia mentale, appunto. Ma il fatto è che di certe cose non si parla mai abbastanza... ed è un problema, in quanto il primo passo per affrontare disturbi come depressione, attacchi di panico, ansia, disturbi alimentari, psicosi è parlarne con chi può essere d'aiuto.


Oggi, 10 ottobre 2012, è la Giornata Mondiale della Salute Mentale.
Approfittiamone per dar voce a chi non ha il coraggio di urlare il proprio disagio.
Facciamo 1 minuto di rumore.
Chiunque tu sia e in qualsiasi luogo ti trovi, il 10 ottobre fatti sentire!
In che modo puoi partecipare?
  • Caricando nell'apposita pagina Facebook un video in cui fai un minuto di rumore con parole, oggetti, performance o qualsiasi altra cosa ti venga in mente, e poi condividendolo il più possibile.
  • Facendo rumore anche su Twitter, nella maniera che più ti aggrada: ad esempio, sbatti le dita sulla tastiera e fai più rumore che puoi (kdhflkase-òoi 9WWEòK-ASIOXM), oppure urla, fischia, batti le mani o scrivi il rumore che ti viene in mente (Buaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh fiuhhhhhh clap clap clap clap)... l'importante è che tu inserisca l'hashtag #1minutodirumore.
Se sei a corto d'idee, puoi trarre qualche spunto da questo archivio ZIP contenente una raccolta di file audio relativi ad alcune tipiche situazioni rumorose.
Puoi seguire l'iniziativa 1minutodirumore, promossa dall'associazione Progetto Itaca, su Facebook, Twitter, YouTube e persino su foursquare.
Per dar seguito alle azioni organizzate durante il minuto di rumore del 10 ottobre, Progetto Itaca organizzerà ItacaLive 2012, un evento aperto al pubblico dalle 16 alle 24 del 20 ottobre presso l'Area ex Ansaldo, in via Tortona 54 a Milano. Il tema è l'espressione di sé e verrà sviluppato attraverso tutte le forme di creatività in cui si manifesta: una mostra di arti figurative, la danza, la musica... Sarà un piacevole pomeriggio di intrattenimento e l'occasione ideale per informarsi e conoscere. Chi ne ha la possibilità è caldamente invitato a partecipare!

martedì 9 ottobre 2012

La Sicilia al voto

Il 28 ottobre prossimo i siciliani saranno chiamati alle urne per scegliere il successore di Raffaele Lombardo alla presidenza della Regione, oltre a novanta consiglieri regionali. In questo post ti propongo una piccola rassegna di manifesti elettorali stampati per l'occasione, che per motivi diversi stanno facendo il giro del web.
Il commercialista catanese Antonio Paladino dapprima si è candidato nella lista di Grande Sud che sostiene Gianfranco Micciché; passa qualche giorno e te lo ritrovi arruolato nell'Udc, e di conseguenza schierato a sostegno di un diverso candidato governatore, l'esponente del PD Rosario Crocetta. Persino la foto e lo slogan «Sosteniamo lo sviluppo ed il lavoro» sono identici da un manifesto all'altro. Vedere per credere!


Lo slogan del leader del movimento "Rivoluzione siciliana" Cateno De Luca è «Rivoluziono la Sicilia. Scateno De Luca», e sul manifesto compare l'immagine di una catena spezzata che dovrebbe rendere l'idea di un impegno rivoluzionario: due modi diversi di giocare con l'inconsueto nome di battesimo del candidato.


Nel suo manifesto il giovane Giancarlo Cammarata, candidato per l'Italia dei Valori, ha tenuto a mettere i puntini sulle i: «Non sono parente». Ma parente di chi? Beh, dell'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata, naturalmente. Meglio prendere le distanze... ;-)


Mangia Franco, candidato del Movimento 5 Kili - Barabba Presidente «per il bene mio e della mia famiglia», ha come slogan elettorale «ma quale pilu ... vuliemu a pila!!», e come obiettivi da raggiungere «villa a mia moglie, SUV a mio figlio, cabina a Mondello a mia suocera». Trattasi palesemente di un brillante esempio di satira politica, ideato dal duo comico Matranga e Minafò. Eppure non è mancato chi ha preso la cosa sul serio, e si è indignato per cotanta faccia tosta...


Ancor più palese è l'intento satirico e provocatorio che si cela dietro la candidatura di Stefano, un simpatico esemplare di bulldog francese la cui campagna elettorale per il "Partito della Rabbia" si basa sullo slogan «Meglio un cane Politico che un Politico cane». Stefano ovviamente non può parlare, ma ha dalla sua parte un vero e proprio comitato con tanto di portavoce, ossia il suo padrone Calogero "Lillo" Bennardo.


Soprattutto questi ultimi due casi rendono l'idea del peso sempre maggiore che l'antipolitica può esercitare sull'opinione pubblica italiana. Dovrebbe dar parecchio da pensare il fatto che, secondo l'ultimo sondaggio EMG per il TG LA7 sulle intenzioni di voto alle politiche, il MoVimento 5 Stelle abbia raggiunto la ragguardevole quota del 17,8% di consensi, appena tre decimi di punto al di sotto del Pdl: se si votasse oggi, astensionismo a parte, quello di Beppe Grillo sarebbe il terzo partito d'Italia... per quanto esso rifiuti tale qualificazione, definendosi semplicemente una «libera associazione di cittadini».

sabato 6 ottobre 2012

Finalmente una commedia romantica...

Nei giorni scorsi ho accettato l'invito ricevuto da Zzub.it a partecipare alla campagna di passaparola su Tutti i santi giorni, il nuovo film di Paolo Virzì tratto dal romanzo La generazione di Simone Lenzi, con protagonisti Luca Marinelli (già visto ne La solitudine dei numeri primi) e Thony (nome d'arte della cantautrice siculo-polacca Federica Victoria Caiozzo, al suo debutto cinematografico dopo essere stata scoperta dal regista livornese grazie a un video sul web). L'uscita nelle sale è prevista per giovedì prossimo, 11 ottobre. Ecco qui sotto il trailer...


Spero di non spoilerare troppo, se copincollo il riassunto della trama pubblicato nella pagina della campagna. :-)
Guido è timido, riservato, coltissimo. Antonia irrequieta, permalosa e orgogliosamente ignorante. Lui portiere di notte appassionato di lingue antiche e di santi. Lei aspirante cantante e impiegata in un autonoleggio. La mattina presto, quando Guido torna dal lavoro, la sveglia con la colazione e finiscono col far l’amore. Tutti i santi giorni. Sono i protagonisti di una divertente e romantica storia d’amore vissuta in una metropoli complicata come Roma, con dei vicini di casa rozzi, allegri e disperati e alle spalle due famiglie d’origine che non potrebbero essere più distanti. Un amore che sembra indistruttibile, finché il pensiero ostinato di un figlio che non viene non mette in moto conseguenze imprevedibili...
C'è anche un minisito dedicato al film, né poteva mancare la fanpage su Facebook.
Due giorni fa mi è stata offerta l'opportunità di usufruire di un invito valido per due persone per assistere dopodomani, lunedì 8 ottobre, all'anteprima nazionale del film... ma ho dovuto rinunciare, perché le sedi tra le quali avrei potuto scegliere (Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli, Salerno, Bari, Palermo, Cagliari) erano tutte troppo distanti da Pescara. Vorrà dire che aspetterò l'uscita ufficiale, dopodiché andrò senz'altro a vederlo, perché, se le clip che ho avuto modo di vedere su YouTube dicono il vero (e non ho motivo di dubitarne), dovrebbe avere tutte le carte in regola per essere apprezzato dalla sottoscritta: un'ambientazione realistica e genuina nella quale è facile immedesimarsi, e quella dose di romanticismo, condita da un po' di sano umorismo, che a me non dispiace affatto... benché ultimamente mi capiti di vedere pellicole di tutt'altro genere. ;-)
Ti lascio con il video ufficiale del singolo Tutti i santi giorni, dei Virginiana Miller.



P.S.: Va da sé che mi riservo di aggiornare questo post, auspicabilmente con commenti positivi, dopo la visione del film... ;-)

venerdì 5 ottobre 2012

Chi sono io?

Ci avevi mai pensato? Si dà il caso che ai nostri politici capiti di dover affrontare problemi che noi comuni cittadini non sempre siamo in grado di comprendere...
Leggevo ieri che un'associazione di Pisa ha istituito lo sportello "Sos Politici" con lo scopo di favorire la ricollocazione dei politici "trombati" e a rischio depressione: a loro disposizione verranno messi psicologi, consulenti familiari, consulenti legali e consulenti finanziari. Sulle prime ho aggrottato le sopracciglia... ma poi mi sono detta: chi sono io per sottovalutare il dramma di un politico che si vede costretto a mollare la poltrona? È forse meno degno di empatia, lui, rispetto a qualunque altro lavoratore che perde il suo impiego? Del resto si sa che il potere logora chi non ce l'ha, come diceva Andreotti (o chi per lui)...
Non faccio in tempo a formulare questa riflessione, che subito incappo in quest'altro articolo: Gerardo Bianco, ex ministro e presidente dell'Associazione ex parlamentari, ha dichiarato «Con quel poco che ci danno come vitalizio, per gente che ha 80 anni e magari è malata, ha difficoltà a muoversi, e deve andare avanti con 4mila euro di pensione. Molti di noi non riescono a campare, e a Roma non ci vengono neppure più. Chi come me ha fatto più di 4 legislature arriva a 5.500 euro, ma altri prendono anche meno, la maggioranza è sui 4mila. [...] Per chi ha dedicato la vita alla politica è umiliante». Per prima cosa ho mentalmente fatto un calcolo approssimativo di quanto tempo ci metto io a guadagnare quattromila "miseri" euro... ma in fondo non è che svolga esattamente un lavoro al servizio della collettività, giusto? E poi, chi sono io per sindacare le esigenze di persone che presumibilmente, frequentando il Parlamento, si sono assuefatte ad un tenore di vita di un certo tipo?
Già, chi sono io? Una signora Nessuno, forse... fatto sta che leggendo certe notizie sento proprio la mia indole antipolitica che si risveglia prepotentemente! :-/
[La vignetta l'ho trovata su Pasquinate cercando antipolitica con Google Immagini]

giovedì 4 ottobre 2012

Di ritorno da Riva


Le foto che ho scattato lo scorso weekend a Riva del Garda le ho caricate l'altro giorno su Flickr sotto forma di raccolta suddivisa in tre set... e finalmente trovo il tempo, e soprattutto la voglia, per buttar giù qualche appunto sulla BlogFest: ad esclusivo uso personale, of course! :-)
A detta di molti si è trattato di un'edizione in tono minore rispetto alle precedenti; sebbene tutto sommato io condivida questa opinione, trovo che di momenti da ricordare ce ne siano stati diversi. Come al solito, l'evento clou è stato la cerimonia di premiazione. Rispetto agli anni scorsi, i premi sono stati ribattezzati: da MBA, Macchianera Blog Awards, a MIA, Macchianera Italian Awards (e io che fino all'altro giorno ero convinta che la I stesse per Internet...). [Gianluca Neri, che ha condotto la serata assieme ad Andrea Delogu, ha anticipato che dalla prossima edizione pure la BlogFest potrebbe cambiar nome... ed in effetti già quest'anno non aveva molto senso che continuasse a chiamarsi così.] Citando dal sito ufficiale, «siccome, nel corso degli anni, sono diventati sempre più “i premi della rete” e non solo della blogosfera italiana, si è deciso di eliminare nella maggior parte dei casi la distinzione tra “blog” e “sito”». Con il risultato che nella maggior parte dei casi, con somma delusione da parte di chi come me si augurava un esito del tipo "Davide contro Golia", eccellenti blog personali hanno ceduto il passo a siti che dalla loro hanno una redazione vera e propria. Tanto per fare un esempio, nella categoria "miglior sito tecnico-divulgativo", blog di qualità come quello del Disinformatico, quello di Keplero e quello di Andrea Beggi sono stati sconfitti da un colosso del calibro di Focus. Se mi è concesso di dire la mia, è stata un'ingiustizia raggrupparli in un'unica categoria: sarebbe come se nel pugilato i pesi massimi gareggiassero contro i pesi piuma. Quoto in pieno questo tweet di Martin Rance: «Ma poi perché si chiama #blogfest se vincono i siti mainstream , alcuni di multinazionali addirittura? #mistero». Parecchie categorie erano riservate a Twitter, quasi a far concorrenza ai TweetAwards che i due anni passati si erano svolti nell'ambito della BlogFest, e che quest'anno saranno ospitati durante la Settimana della Comunicazione a Milano, sabato prossimo. Un applauso al miglior tweet dell'anno: rispondendo a Roberto Formigoni, il quale sosteneva che le riforme erano state fatte a "canis cazzum", Francesco Lanza aka bedrosian ha scritto «@r_formigoni: "mentula canis". Il Latino ha delle Regole, non è la Regione Lombardia, che puoi fare un po' come minchia ti pare, eh». :-D Il fatto che le zanzare di Riva abbiano purtroppo mostrato di gradire assai la mia persona mi ha dato modo di sperimentare la profonda veridicità di un altro tweet in gara nella categoria "miglior battuta su Twitter", quello di lddio: «La gente ti giudica dalle apparenze, dai vestiti che indossi, dalla musica che ascolti, ma le zanzare ti amano così come sei. #TelodiceDio». :-)
Ad essere premiato in qualità di miglior sito in assoluto è stato GialloZafferano, che ha avuto la meglio su avversari di tutto rispetto come Spinoza (miglior sito di satira), Il Post (una delle più preziose risorse a disposizione di chi voglia informarsi online) e Beppe Grillo (il quale, nonostante le cinque nomination, ha riportato a casa soltanto il non proprio invidiabile titolo di "miglior sito andato a puttane"). Ora, io stessa a suo tempo ho fatto tesoro della ricetta del tortino di cioccolato con cuore fondente, e non mi sogno neanche di mettere in dubbio che nella sua categoria (miglior sito food) GialloZafferano non abbia rivali... ma miglior sito in assoluto?! Devo ammettere che sono un tantino perplessa...
Altri momenti salienti della BlogFest?
  • L'evento istituzionale più rilevante è stato l'incontro "WEB IS MOBILE il futuro" ("WEB IS MOBILE" è stato il leitmotiv della BlogFest), avvenuto sabato pomeriggio nella centrale Telecom di Riva del Garda fra il giornalista Beppe Severgnini (premiato qualche ora dopo come miglior tweeter VIP) e l'amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano. Per l'occasione ci è stata mostrata una demo della tecnologia LTE (4G), con velocità di connessione fino a 100 Mbit/s... al che ho guardato con sconforto i miei device mobili, così "giovani" e già così obsoleti! :-/
  • Il dibattito-panel "Content is Mobile" a noi utenti di FriendFeed ha offerto l'opportunità di conoscere finalmente dal vivo il grande Isola Virtuale, al secolo Salvatore Mulliri, giunto per l'occasione dalla sua isola reale, ovvero la Sardegna (non che Riva del Garda, per noi che arrivavamo dal "continente", fosse molto più agevole da raggiungere, eh). Chi non avesse mai sentito parlare di questo autentico mago del fotoritocco umoristico può rimediare visitando il suo tumblelog oppure il blog che fino a un po' di tempo fa teneva per Il Post. Per quanto mi riguarda, l'ho eletto senza esitazioni Mio Mito Sempiterno dopo che ha dichiarato di utilizzare per le sue creazioni programmi open source come GIMP: quale miglior testimonial per dar prova delle potenzialità del software libero? :-) Ho avuto la netta sensazione che Isola Virtuale, indubbie doti creative a parte, sia anche una persona intelligente, garbata e perbene come poche... ma ahimè, come al solito non ho neppure avuto il coraggio di avvicinarlo per scambiarci due parole. Un analogo timore reverenziale mi ha trattenuta dal palesarmi a Lia Celi, della quale sono fan fin dai tempi della Smemo, e che era seduta vicinissima a me durante la premiazione dei MIA. Sono proprio un caso disperato, vero? :-/
  • Nel corso del dibattito "Web is Mobile" Sergio Fasano, marketing director mobile broadband consumer TIM at Telecom Italia [una qualifica che presumibilmente occupa buona parte del suo biglietto da visita ;-)], ha proferito l'improbabile termine deploiato, facendo inorridire Galatea ed ispirando l'ennesima creazione di Isola Virtuale. :-)
  • Durante il WriteCamp il geniale azael, premiato la sera prima come Mister Twitter e come autore della miglior battuta su Twitter («Berlusconi dava a Ruby 47.000€ a settimana. Non 45.000 e non 50.000, ma 47.000€. Questo vuol dire essere depravati»), ha recitato la sua "messa laida": divertente, benché a mio parere quella dell'anno scorso sia rimasta ineguagliata.
Dedico due parole al tutt'altro che trascurabile aspetto mangereccio (e "bevereccio" ;-)) della BlogFest. Arrivando in Piazza Battisti dov'era situato il punto di accoglienza, ti veniva offerto da bere gratis (birra Bavaria e aperitivi Bacardi Oakheart, per la precisione) in cambio di un semplice tweet contenente un apposito hashtag o una menzione... e la sottoscritta ne ha approfittato con vero piacere [note to self: meglio evitare gli alcolici a stomaco vuoto, comunque! ;-)]. Venerdì sera mi sono saziata con le degustazioni offerte nel corso del FoodCamp: tra i formaggi ho particolarmente apprezzato il puzzone di Moena (squisito, a dispetto del nome magari non troppo invitante), la carne salada del Trentino è stata per me una deliziosa scoperta della quale sarà molto difficile fare a meno, e per dessert ho mangiato dei dolcetti davvero gustosi scoprendo solo in un secondo momento che erano gluten free: una buona notizia per chi è affetto da celiachia, mi sembra. Il giorno dopo, approfittando del fatto che la furia degli elementi si fosse temporaneamente placata (eggià, non è affatto infrequente che la BlogFest venga funestata dal maltempo), ho voluto pranzare al Kapuziner am See, già sperimentato con soddisfazione l'anno scorso. Meno appagante è stata la cena self service proposta dall'organizzazione della BlogFest: primo, secondo, pane, acqua e caffè a venti euro (mentre da quel che ho capito le blogstarZ potevano mangiare gratis)... è almeno il doppio della mia idea di "menu a prezzi convenzionati"!
Ok, questo post si è allungato a dismisura, ben oltre le mie intenzioni originarie... per cui la chiudo qui, chiedendo venia se ho omesso di menzionare persone o cose degne di nota. Ci si rivede alla BlogFest 2013, che... chissà come si chiamerà, a pensarci bene! :-)
[La foto che apre il post l'ho scattata da Torbole poco dopo l'inizio del viaggio di ritorno, appena prima di salutare il lago di Garda]