lunedì 5 dicembre 2011

Il mistero delle estensioni perdute

Ed eccomi sempre qua, senz'ancora la reale intenzione di dedicarmi ad un trasloco già troppo a lungo procrastinato...
Da quando il mio notebook è tornato da me come nuovo (batteria a parte, vabbe'... l'autonomia è diventata davvero irrisoria), me la sono presa comoda nel reinstallare il software che ero solita utilizzare: del resto posso benissimo farlo man mano che i programmi dovessero servirmi, mi sono detta. E così ho lasciato perdere il foglio elettronico nel quale avevo elencato, ordinatamente e con tanto di link per il download, le applicazioni principali. L'altro giorno ho deciso di rispolverare quello spreadsheet per aggiornarlo un pochino, cosa che peraltro non facevo da mesi, e per l'occasione mi è venuta voglia di ripristinare le estensioni di Mozilla Firefox, se non tutte almeno la maggior parte [detto per inciso, so benissimo che potrei effettuare il backup delle estensioni, come pure degli altri dati utente salvati nel profilo, per ripristinarle all'occorrenza... ma io preferisco reinstallare ogni volta tutto da zero, perché sono convinta che sia un metodo più "pulito" :-)]. A questo punto mi sono resa conto che due delle estensioni linkate nel mio foglio di calcolo, casualmente (?) entrambe dedicate alla gestione delle immagini su Facebook, non erano più disponibili nel sito addons.mozilla.org.
  • PhotoJacker: Photo Album Downloader for Facebook, per gli amici FacePAD, a cui avevo dedicato pure un post, è stata rimossa dall'autore Lazyrussian a seguito di un avviso ricevuto dallo staff del social network. A quanto pare si è stabilito che FacePAD violasse il punto 3.2 della Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità: «Non raccogliere contenuti o informazioni degli utenti, né accedere in altro modo a Facebook, usando strumenti automatizzati (come bot di raccolta, robot, spider o scraper) senza la nostra autorizzazione». Come se non bastasse, per lo sviluppatore della praticissima estensione, la quale si limitava ad automatizzare il download degli album fotografici caricati su Facebook, tuttora eseguibile pazientemente "a manina" con un dispendio di tempo non trascurabile, si stava profilando la sgradevolissima accusa di facilitare violazioni del copyright. È lecito supporre che quelli di Facebook sarebbero stati assai più indulgenti, se Lazyrussian avesse usato le API messe a disposizione dalla compagnia californiana... Ad ogni modo, francamente non me la sento di biasimare l'autore se ha abdicato al proposito di far valere le sue ragioni rassegnandosi a rimuovere spintaneamente la sua creazione e rinunciando pure a rilasciarne il codice sotto licenza copyleft: ce ne vuole, di fegato, per ostinarsi a tener testa ad un simile colosso! Una possibile alternativa a FacePAD sembrerebbe facepaste... ma per quel poco che l'ho sperimentata non mi è sembrata altrettanto funzionale, peccato.
  • Facebook PhotoZoom permetteva di ingrandire le immagini caricate su Facebook semplicemente passandoci sopra il cursore del mouse. Stando al messaggio che campeggia sulla relativa pagina, l'estensione è stata disabilitata da un amministratore; ciò non toglie che sia ancora disponibile online. Il primo risultato che si ottiene googlando è la pagina del Chrome Web Store; l'estensione si può comunque scaricare da Softonic non soltanto nella versione per Google Chrome, ma pure in quella per Mozilla Firefox.

giovedì 1 dicembre 2011

Trascinare file in Windows 7

Qualche settimana fa il notebook che avevo mandato a riparare, per fortuna ancora in garanzia, è tornato da me perfettamente funzionante (a parte un paio di difettucci che aveva già da prima, ma che purtroppo ho omesso di segnalare al servizio di assistenza), sfoggiando un disco rigido nuovo di zecca. Quasi subito mi sono accorta che l'hard disk risultava diviso in due partizioni di identiche dimensioni: una denominata ACER e contrassegnata dalla lettera di unità standard C, contenente il sistema operativo e tutti i dati e i programmi preinstallati, e l'altra (D) di nome DATA, inizialmente vuota. Bravi, hanno fatto quello che avrei dovuto fare io da un pezzo, ho pensato: nella partizione DATA ci metto appunto i miei dati personali, così, se per caso dovessi avere necessità di ripristinare il sistema su C, il mio archivio sarà al sicuro e non rischierò di perdere i file che ho salvato/modificato dall'ultimo backup (procedura che non eseguo tanto spesso quanto dovrei, lo ammetto). Dopo un po', tuttavia, mi sono resa conto che il suddetto partizionamento determinava un effetto inatteso e per certi versi indesiderato. Se ad esempio, operando sul desktop, trascino un file su uno dei collegamenti alle mie cartelle personali di impiego più frequente, succede che anziché essere spostato il file venga copiato, come preannunciato peraltro dal messaggio popup che compare prima che rilasci il pulsante del mouse (ebbene sì, pur avendo un notebook, non riesco a fare a meno del mouse, perché il touchpad lo trovo decisamente scomodo). Passando velocemente in rassegna la documentazione di Windows, ho scoperto la ragione di questo comportamento, e pure il modo per aggirare l'inghippo ottenendo il risultato voluto: lo spostamento, non la copia... che diamine! ;-) In generale, ciò che accade quando si trascina un file dipende dalla sua destinazione. Più precisamente...
  • quando si trascina un file in una cartella sulla stessa unità, il file viene spostato nella cartella di destinazione;
  • quando si trascina un file in una cartella su una diversa unità, il file viene copiato nella cartella di destinazione.
[Nota: la tabella presente nella pagina della guida relativa a Windows Vista riporta informazioni corrette, a differenza di quella relativa a Windows 7. Pensi che dovrei approfondire la questione riguardo alle precedenti versioni di Windows... XP, se non altro?!]
Nel mio caso particolare, se sposto un file situato sul desktop, il cui percorso nel file system è C:\Users\NomeUtente\Desktop, in una cartella ospitata su D, è del tutto comprensibile che il file venga copiato anziché spostato: le diverse partizioni, infatti, si comportano come se fossero unità distinte, e quindi si ricade nel secondo dei due casi elencati.
Per aggirare l'inghippo, come accennavo, devo semplicemente ricordarmi di effettuare il trascinamento tenendo premuto il pulsante destro del mouse anziché quello sinistro. Così facendo, quando rilascio il pulsante, appare un menu che mi consente di scegliere un'azione specifica. Le opzioni disponibili, oltre ad Annulla, sono Copia qui, che è scritta in grassetto in quanto predefinita, Sposta qui e Crea collegamenti qui. Nel mio caso, a dire il vero, c'è in più un sottomenu dedicato a 7-Zip, il software di compressione di file che utilizzo come validissima alternativa gratuita e open source ai vari WinZip e WinRAR.

P.S.: In effetti dovrei smetterla di postare qua su Splinder, che due giorni fa ha finalmente reso disponibili gli strumenti per l'esportazione e il redirect promessi, e dedicarmi a 'sto benedetto trasloco, tanto più che qua i feed RSS già non funzionano più... Certo, per La curiosona non avrei potuto immaginare un "canto del cigno" migliore del link al mio ultimo post ricevuto dal sito di Sky Tg24, e che ho scoperto per puro caso (è la verità, lo giuro! :-) Devo ammettere che non ho ancora implementato un metodo decente per monitorare i link in ingresso...). Peccato solo che la frase che hanno scelto di citare non mi convincesse più di tanto neppure mentre la scrivevo, sebbene possa magari funzionare come "frase a effetto", e che nel copia&incolla sia andato a farsi benedire l'emoticon  che nelle intenzioni avrebbe dovuto dare un senso ben diverso alle mie parole...

venerdì 25 novembre 2011

Ingiunzione di sfratto

Ebbene sì, non soltanto il riscontro positivo che avevo sperato di ricevere si è fatto attendere invano, ma i peggiori sospetti di noi inquilini di casa Splinder sono diventati certezza: tre giorni fa, infatti, nella home page è comparso il seguente avviso per gli utenti.
ATTENZIONE!
A partire dal 31 Gennaio 2012 il servizio Splinder verrà dismesso.
A breve verrà inviata una comunicazione con le indicazioni da seguire per recuperare tutti i contenuti dei blog ospitati. Sarà inoltre possibile attivare un redirect su un nuovo indirizzo web.
Insomma, in netto anticipo rispetto al famigerato 21 dicembre 2012 il piccolo mondo che per anni ha rappresentato questa community cesserà di esistere. Nelle ore immediatamente successive alla diffusione dell'annuncio, il sito e tutti i blog ospitati sono risultati inaccessibili, sicuramente per effetto del sovraccarico di traffico. Se tutto questo fosse accaduto un paio di mesi fa, sono sicura che Splinder avrebbe soffiato ad Aruba il premio come miglior sito o blog andato a p***ane nell'ambito dei Macchianera Blog Awards 2011...
Insomma, me ne sto qui ad aspettare pazientemente che il signor Splinder renda note le indicazioni annunciate, ma nel frattempo comincio a valutare soluzioni alternative per mettere in salvo nella maniera più agevole ed efficace possibile questi anni di vita online, adoperandomi affinché tutto proceda nel migliore dei modi ed i miei post rimangano passabilmente fruibili anche nella nuova casetta dove troveranno rifugio, situata con ogni probabilità nel condominio WordPress. Segnalo comunque un paio di strumenti utili per chi si accontenta di salvare il blog sul proprio hard disk, rinunciando a trasferirlo su un'altra piattaforma: Free Download Manager (solo per Windows) e il più spartano (ma multipiattaforma) Wget.
Giorni fa un utente del blog Soluzioni ha seminato il panico affermando in un commento di aver saputo dallo stesso signor Dada che Splinder così come lo conosciamo avrebbe chiuso i battenti giovedì 24 novembre, cioè oggi. La consapevolezza di avere a disposizione più tempo del previsto per effettuare la migrazione non è certo una scusa valida per ridurmi all'ultimo momento, come troppo spesso tendo a fare quando non so bene che pesci pigliare, con il rischio di perdere tutto o se non altro di combinare qualche pasticcio...

UPDATE: Nell'articolo dedicato dal sito di Sky Tg24 alla chiusura di Splinder c'è un link a questo post, con tanto di citazione. Pur senza tralasciare la malinconia che si confà al momento... son soddisfazioni, ecco!

giovedì 17 novembre 2011

Usare il pc senza affaticare troppo la vista

Caspita, temo di avere un tantino esagerato con il computer, oggi... e i miei poveri occhietti ne hanno risentito, ahimè.  Quale migliore occasione per rispolverare l'aureo "ottalogo" di consigli che ho copiato da una rivista specializzata trovata presso il mio ottico di fiducia? Dovrebbero farne tesoro tutti quelli che trascorrono parecchio tempo al pc, me per prima... ché non si dica che predico bene e razzolo male!
Evitare il computer ormai per molti è quasi impossibile, ma è possibile evitare lo stress all'apparato visivo. Chi opera molte ore al giorno al computer è esposto a un affaticamento visivo, anche intenso, che non deve divenire un compagno di lavoro ma che, al contrario, va accuratamente evitato. Ne va della salute degli occhi ma anche della prestazione professionale, qualunque essa sia, nel lavoro o nello studio.
Ecco i preziosi consigli dell'ottico optometrista:
  1. Mantenere il busto con un angolo di 90° rispetto alle gambe.
  2. Posizionare il monitor in modo che sia inclinato di circa 20° e comunque più in basso rispetto alla linea dello sguardo.
  3. Curare la luminosità e il contrasto del monitor, considerando che se è eccessiva provoca l'abbagliamento e la stanchezza precoce. [NdG: uh, quanto è vero... A proposito: devo proprio ricordarmi di provare questo software!]
  4. Evitare caratteri troppo piccoli e ricordare che è sempre possibile e facile ingrandirli per non stressare gli occhi. [NdG: se stai navigando con Mozilla Firefox, ti basta premere Ctrl e +]
  5. Utilizzare la visualizzazione a schermo intero per evitare che immagini estranee disturbino il lavoro principale. [NdG: sempre con Firefox, il tasto da premere è F11]
  6. Chiudere gli occhi per alcuni secondi alle prime avvisaglie di bruciore.
  7. Imporsi una pausa di almeno 5 minuti ogni ora di lavoro.
  8. Utilizzare questa pausa per guardare "all'infinito" per far riposare la parte dell'apparato visivo delegata alla visione da vicino.

mercoledì 16 novembre 2011

Schiavitù moderna

Dall'articolo di presentazione della puntata del programma DOC3 andata in onda lo scorso mercoledì 27 luglio su Rai Tre (con una collocazione in palinsesto a dir poco infelice, aggiungerei):
A scuola studiamo che la schiavitù è stata abolita nella seconda metà dell’Ottocento e ci sembra assurdo che solo duecento anni fa un essere umano poteva essere proprietà di un altro essere umano.
Ma che succede nella realtà? Esiste ancora la schiavitù? O peggio, una nuova forma più insidiosa di schiavitù, che si realizza attraverso la negazione dei diritti fondamentali e il rispetto per la persona umana.
Protagonista della prima delle tre storie raccontate nel documentario Schiavi di Giuseppe Laganà era una giovanissima nigeriana, soprannominata Miss Lagos per il suo portamento aristocratico, la quale è stata trascinata dai suoi connazionali nell'inferno della prostituzione ed è stata costretta a vendere il suo corpo lungo la tristemente nota Bonifica del Tronto, sopportando anche il trauma di un'interruzione di gravidanza forzata, finché l'associazione On The Road non si è presa cura di lei aiutandola ad affrancarsi dal giogo fisico e psicologico in cui era stata intrappolata dai suoi sfruttatori. Al termine della puntata, un messaggio di speranza: «"Miss Lagos" sta combattendo la sua battaglia per la libertà».
Sono venuta a conoscenza di questi fatti solamente dopo averne sentito parlare nel corso dell'odierna edizione del TGR Abruzzo. La vicenda si è conclusa nel modo più drammatico: Lilian Solomon, così si chiamava la ragazza, è morta il 1° ottobre scorso ad appena 23 anni nel reparto di oncologia dell'ospedale di Pescara stroncata da un linfoma non Hodgkin, malattia da cui era già affetta all'epoca del documentario ma a cui sperava di sopravvivere. In condizioni sanitarie più favorevoli quel tipo di tumore, diagnosticato in tempo e curato in maniera adeguata, le avrebbe lasciato ottime prospettive di guarigione... ma purtroppo tutto ciò non le è stato concesso dai suoi aguzzini. Se non altro, questa dolorosa vicenda ha contribuito a far emergere un rilevante traffico di sfruttamento della prostituzione e ad assicurarne i responsabili alla giustizia.
Concludo riportando il commento con cui Alessandro Robecchi, conduttore di DOC3, ha introdotto le storie narrate: «Il bicchiere è lì, se volete potete vederlo mezzo pieno: tre storie di schiavi che si salvano. Oppure potete vederlo vuoto: ora, qui, tra noi la schiavitù esiste, resiste, conviene. Ma in nessun caso nessuno è libero finché ha schiavi accanto, nemmeno noi che facciamo finta di non vederli».

venerdì 11 novembre 2011

Eleven is a magic number

Nella mattinata di oggi, 11 novembre 2011, sono stata talmente impegnata a smaltire il lavoro arretrato in ufficio che alle ore 11, 11 minuti e 11 secondi mi sono completamente scordata di acquisire al computer lo screenshot "commemorativo" di un istante unico, perlomeno nel ventunesimo secolo: data e ora formate da dodici cifre 1, adottando la rappresentazione sintetica con le sole ultime due cifre per indicare l'anno (sì, proprio quella che avrebbe dovuto causare disastri allo scoccare del 1° gennaio 2000, secondo previsioni catastrofistiche fortunatamente smentite poi dai fatti). Sia ben chiaro, lungi da me attribuire qualche significato sovrannaturale alla particolarissima sequenza di cifre, a differenza per esempio di tutte quelle persone che hanno scelto proprio la giornata odierna per partorire oppure per convolare a nozze, incuranti del fatto che né di Venere né di Marte non si sposa e non si parte né si dà principio all'arte (ehi, sono loro quelli superstiziosi, mica io! ). Semplicemente, da appassionata di matematica e di numeri – tutti, indistintamente! – quale sono, mi sembrava carino eternare in qualche modo quel momento irripetibile. Vabbe', pazienza...
Colgo l'occasione per passare in rassegna le proprietà tutt'altro che esoteriche del numero 11 riportate da Number Gossip. Si tratta di un numero...
  1. dispari, non essendo multiplo di 2; 
  2. primo, essendo divisibile solamente per 1 e per sé stesso; 
  3. primo gemello di 13 [tra parentesi, trovo che il più significativo apporto alla cultura dato da La solitudine dei numeri primi, a mio avviso uno dei romanzi più sopravvalutati che io abbia mai letto, sia stato il fatto di aver insegnato al grande pubblico che si definiscono primi gemelli due numeri primi che differiscono tra loro di 2... ]; 
  4. palindromo, cioè si legge nello stesso modo in avanti e all'indietro [la stessa data odierna lo è... ma limitarsi ad etichettarla come palindroma mi pare un tantino riduttivo! ]; 
  5. primo palindromo, il che consegue dal secondo e dal quarto punto;
  6. privo di quadrati, non essendo divisibile per alcun quadrato perfetto tranne 1; 
  7. difettivo, ovvero maggiore della somma di tutti i suoi divisori positivi eccettuato sé stesso (il solo 1, in pratica);  
  8. repunit, come tutti gli interi che contengono solo la cifra 1; 
  9. odious, in quanto ha un numero dispari di 1 nella sua rappresentazione binaria (1011).
    Inoltre, 11 è...
    • il più piccolo numero primo P tale che 2P – 1 non è primo, infatti 211 – 1 = 2047 = 23 × 89;
    • il più grande numero a non essere esprimibile come somma di due numeri composti, cioè non primi;
    • il più piccolo numero primo per il quale la somma delle cifre (2) uguaglia il numero di cifre;
    • l'unico numero primo comprendente un numero pari di cifre identiche;
    • il più piccolo primo strobogrammatico [si definisce così un numero primo che, dati una base e un certo insieme di glifi, appare lo stesso sia visto normalmente sia sottosopra];
    • l'unico primo palindromo con un numero pari di cifre;
    • l'unico numero primo la cui lunghezza del periodo è 2 [se ho ben capito, c'entra il fatto che 1/11 = 0,090909...]. 
    Last but not least, 11 divide tutti i palindromi con un numero pari di cifre.

    P.S.: Il fatto che 11 sia un numero di Ulam e anche poligonale centrale (o lazy caterer) l'ho lasciato per ultimo, perché le relative definizioni non mi risultano proprio chiarissime...

    mercoledì 9 novembre 2011

    Caro signor Splinder...

    Sono passati oltre quattro anni e mezzo da quando ho aperto questo spazietto qui da lei. All'inizio scrivevo veramente tanto, accidenti!  Poi, col passare del tempo, la frequenza dei miei post si è progressivamente ridotta, un po' per gli impegni che hanno sacrificato parte del mio tempo libero, un po' perché la consapevolezza di poter essere letta (e in qualche modo giudicata) da altri mi ha resa sempre più perfezionista e critica nei confronti di me stessa... come se non lo fossi già abbastanza per carattere.  Certe frivolezze pubblicate agli inizi oggi non le scriverei più, anzi mi imbarazzo un po' pure a rileggerle!
    Ieri, a distanza di qualche giorno dall'ultimo accesso, ho aperto la home page per scrivere il post che avevo in mente... e mi sono trovata davanti un avviso che recita:
    ATTENZIONE!
    Dal 01/06/2011 non è più possibile iscriversi al servizio e acquistare o rinnovare i pacchetti avanzati SplinderPRO.
    Chissà da quanto tempo è lì, ho pensato: del resto ormai passo da queste parti talmente di rado... Forse era già lì in occasione dei miei ultimi accessi, e mi è semplicemente sfuggito. Da quanto leggo qui, escluderei che il mio spirito di osservazione abbia fatto così clamorosamente cilecca: l'avviso in questione è comparso da poco. Inevitabile chiedersi come mai sia stato diramato cinque mesi dopo la data in questione... ma dal mio punto di vista questo è solamente un dettaglio poco rilevante. Ciò che conta davvero si può riassumere nel seguente quesito: caro signor Splinder, è per caso in procinto di chiudere bottega?! Gli utenti del blog Soluzioni hanno chiesto allo staff delucidazioni in merito, finora invano... e se ne sta discutendo pure su FriendFeed.
    Devo riconoscere di essermi sempre trovata bene, qui da lei. A dire il vero ho accarezzato per un po' l'idea di migrare verso altri lidi, ma ho rinunciato non appena lei ha introdotto la funzionalità di cui sentivo maggiormente l'esigenza: la notifica via e-mail dei nuovi commenti ai post. Adesso però, se i sospetti di un'imminente chiusura dovessero trovare conferma, sarà il caso di cominciare a guardarmi intorno. Per usare un'ardita metafora "blogistica", avrò bisogno di una nuova casetta dove traslocare tutti i miei effetti personali prima che qua crolli tutto e io mi ritrovi sotto un ponte. Probabilmente mi tornerà utile il celebre plugin per esportare i blog da Splinder a WordPress segnalato dal blogger geek per eccellenza Andrea Beggi, il quale oggi sembra condividere le mie medesime perplessità sull'avviso incriminato.
    Insomma, caro signor Splinder, a meno di una sua immediata e chiara smentita, le nostre strade potrebbero dividersi presto... ma sappia che, finché è durato, è stato bello!  Le confesso che devo davvero tanto a questo blog, specialmente da qualche mese a questa parte...  e ne serberò sempre un ottimo ricordo.
    Rimanendo in speranzosa attesa di ricevere un eventuale riscontro positivo da parte sua, la saluto cordialmente.
    Sua affezionatissima
    Gwendalyne

    martedì 8 novembre 2011

    Questione di civiltà

    Anche se a differenza dell'anno scorso non ci ho scritto neanche un post, limitandomi a caricare le foto su Flickr, pure quest'anno ho partecipato alla BlogFest.
    Abituata come sono a subire la snervante "moda" del parcheggio selvaggio nel centro di Pescara, di cui ho parlato tempo fa, una delle cose (magari non quella maggiormente degna di nota) che mi hanno colpita di Riva del Garda è stata il fatto che le macchine posteggiate lungo le strade fossero rigorosamente confinate entro le linee tracciate sull'asfalto: peccato non aver pensato a farne un piccolo reportage fotografico! Se riscontrassi qualcosa del genere dalle mie parti, probabilmente penserei ad un miraggio: nei pressi dei centri commerciali, per fare un esempio tipico, gli automobilisti arrivano in tutta fretta e scendono dalla macchina dopo aver parcheggiato con la massima nonchalance, magari di traverso, con il risultato che una percentuale tutt'altro che irrilevante dei posti auto a disposizione risulta di fatto inutilizzabile.
    A quanto pare la situazione in una metropoli come Milano è più simile a quella di Pescara che a quella della più vicina Riva del Garda, ahimè. Qualche anno fa Luca Sofri, toscano trapiantato ai piedi della Madunina, scrisse un resoconto abbastanza sconfortante della situazione. Ed è di questi giorni la cronaca della tragica fine del piccolo Giacomo, vittima innocente della diffusa abitudine di parcheggiare sul marciapiede lungo la milanese via Solari, a suo tempo descritta da 02blog come il "regno" del parcheggio selvaggio. Mentre il ragazzino percorreva la strada in bicicletta, gli si è aperta davanti la portiera di una macchina in sosta vietata, e per schivarla Giacomo ha sterzato scivolando sui binari del tram, disgraziatamente proprio nel momento in cui stava transitando una vettura, il cui conducente purtroppo non ha potuto fare nulla per evitarlo. Oggi gli abitanti del quartiere parlano di dramma annunciato... ma tre anni fa Cristiano Valli raccontò che gli stessi erano soliti scagliarsi contro i vigili urbani che osassero attentare con la minaccia delle contravvenzioni al loro «diritto all’occupazione abusiva di suolo pubblico». Ebbene, io credo che un comportamento così sfacciatamente incivile sia inammissibile ovunque, specialmente in una città che si è fregiata a lungo del titolo di capitale morale d'Italia. Sarebbe auspicabile che tutti i cittadini sviluppassero un più spiccato senso civico ed assimilassero il concetto che le regole vanno rispettate, non soltanto per proteggere il proprio portafoglio, ma soprattutto perché spesso i valori in gioco sono assai più importanti: il rispetto verso il prossimo o addirittura, come nel caso da cui ho preso spunto, la salute e la stessa vita delle persone. Sarà soltanto un'utopia, quella che ho in mente...?

    lunedì 31 ottobre 2011

    Sembra facile, ma...


    L'altro giorno, bighellonando tra un social network e l'altro, mi sono imbattuta nella foto che puoi vedere qui sopra. Essa ritrae una lavagna con su scritto un enigma piuttosto interessante... che mi è sembrato un valido spunto per rispolverare la cara vecchia categoria enigmi!
    Ecco la traduzione:
    Se scegli a caso una risposta a questa domanda, qual è la probabilità che sia quella giusta?
    1. 25%
    2. 50%
    3. 60%
    4. 25%

    Tu quale delle quattro opzioni di risposta sceglieresti? Forza, prova a pensarci su...

    Dai, ancora un po'...

    Su, un altro pochettino...














    E va bene, può bastare! 
    No, la soluzione dell'arcano non la troverai qui: mi limiterò a segnalarti alcune discussioni in proposito che mi sono sembrate piuttosto interessanti ed istruttive (personalmente devo ancora leggerle con la dovuta attenzione, lo ammetto ). Il quesito, sotto forma della foto qui sopra, è stato lanciato da Raymond Johnson su Google+ (che si spera non faccia la stessa fine di Buzz ), poi è stato ripreso anche su Quora... ma ho scoperto che un anno fa era già stato oggetto di un dibattito degno di nota su reddit.



    [Pssst...! Se ti senti un tantino pigro o svogliato, e/o se non mastichi bene l'inglese, forse la cosa più semplice è leggerti il "riassuntino" scritto da Maurizio Codogno aka .mau. per Il Post. L'enunciato è leggermente diverso, ma il ragionamento è identico. Almeno credo, perché 'sto giochetto mi ha mandata abbastanza in tilt...]

    mercoledì 26 ottobre 2011

    Sicuro che la tua password sia sicura?

    ... e rieccomi qua ad aggiornare il blog, dopo un luuuuuuungo silenzio, dovuto a svariate ragioni. In primis, il KO del mio notebook Acer Aspire 7738G che, dopo innumerevoli tentativi di ripristino andati a vuoto, la scorsa settimana mi sono finalmente decisa a mandare in assistenza: incrociando le dita, dovrei ritrovarmelo a casa funzionante entro un paio di giorni. Siccome non potevo resistere così a lungo senza computer (e che, scherziamo? ), nel frattempo ho riesumato il mio vecchio HP Compaq nx8220 con Windows XP, che mi serve fedelmente e non mi ha mai rinfacciato di averlo messo a riposo quando era ancora nel pieno della sua efficienza faceva il suo dovere tutto sommato decentemente.
    Insomma, mentre il mio tumblr è rimasto praticamente sempre in attività, stavo aspettando l'ispirazione per tornare a pubblicare qualcosina sul blog... e oggi L'Androide Minimalista me l'ha offerta!
    L'argomento di oggi riguarda la sicurezza informatica, e in particolare l'annoso problema della scelta di una password sicura; ne ha (ri)parlato di recente anche Paolo Attivissimo. Come dici...? Che come password hai scelto il tuo nome di battesimo oppure quello della tua dolce metà, o il classico pippo oppure ancora abcd1234?! Beh, allora non potrai venirti a lamentare se poi ti violano l'account! Ma visto che prevenire è meglio che curare, forse sei ancora in tempo per correre ai ripari. Se le mai abbastanza note norme elementari di sicurezza non t'ispirano un granché, ti viene in aiuto Wolfram|Alpha, il sofisticato computational knowledge engine (non un semplice motore di ricerca) che fornisce prestazioni davvero affascinanti. Non devi far altro che impostare le parole secure password come chiave di ricerca. Come risultato otterrai una pagina dove potrai selezionare le caratteristiche desiderate della tua nuova password: la lunghezza, la presenza o meno di lettere maiuscole e minuscole, numeri, caratteri speciali e caratteri simili.

    Un po' più in basso troverai la password generata secondo le impostazioni correnti, con in più qualche alternativa ed alcune proprietà relative alle password del tipo prescelto, tra cui l'entropia. «Sì, ma come faccio a memorizzare una password assurda come pV9SeHvO?!», ti starai probabilmente chiedendo. Ebbene, Wolfram|Alpha ha pensato anche a questo, e ti fornisce bell'e pronta una forma fonetica più comoda dal punto di vista mnemonico, nella fattispecie papa capital-victor nine capital-sierra echo capital-hotel victor capital-oscar. Se a questo punto stai pensando (e come darti torto) «Alla faccia della forma fonetica più comoda dal punto di vista mnemonico!», la soluzione più semplice è annotare la password da qualche parte e custodirla in un posto sicuro (mi raccomando!). Sì, lo so che come validissima alternativa al foglietto di carta esiste una caterva di software per la gestione delle password... ma non avendo ancora avuto modo di utilizzarli, e quindi di imparare a fidarmi di loro, al momento non me la sento di consigliarne uno. Chissà, magari in futuro...

    [EDIT] Dimenticavo di sottolineare quanto sia sconsigliabile utilizzare la stessa password per account diversi...

    lunedì 19 settembre 2011

    Il Sole come non l'avevi mai visto

    Il post odierno lo dedico all'Astronomy Picture of the Day pubblicato ieri sul sito della NASA, che si intitola A Sharp View of the Sun (Una vista nitida del Sole).

    Notevole, vero? Oltretutto, cliccando sull'immagine nella pagina da cui l'ho tratta, potrai scaricarla nelle dimensioni 2054x1345 pixel, che dovrebbero essere adatte per l'utilizzo come wallpaper su schermi di risoluzione anche molto elevata.
    Riporto qui di seguito la traduzione della spiegazione, corredata da qualche link.
    Ecco una delle immagini del Sole più nitide che siano mai state scattate. Questa splendida foto mostra nella parte inferiore notevoli dettagli di una macchia solare, e nella parte superiore numerosi granuli bollenti che appaiono come chicchi di mais. Scattata nel 2002, questa foto è stata fatta utilizzando lo Swedish 1-m Solar Telescope che si trova sull'isola di La Palma, nelle Canarie. L'immagine ad alta risoluzione è stata ottenuta utilizzando sofisticate ottiche adattative, l'accatastamento di immagini digitali ed altre tecniche di elaborazione per contrastare l'effetto "sfocante" dell'atmosfera terrestre. Attualmente il Sole è attraversato da un gruppo di macchie solari talmente grande da poter essere facilmente visto, sia pur con le dovute cautele, anche senza ingrandimento.

    venerdì 16 settembre 2011

    Addio all'"uomo dell'impossibile"

    Da queste parti non mi sono mai occupata della mia (ri)scoperta dell'escursionismo, se non di sfuggita... ma prometto che pian piano provvederò a colmare questa lacuna! :-) Ebbene, nei mesi scorsi ho frequentato il corso base di escursionismo organizzato dal CAI di Pescara, il cui programma prevedeva un'alternanza di lezioni in aula ed "esercitazioni pratiche"; i reportage fotografici relativi a queste ultime li ho caricati su Flickr.
    Una delle lezioni che ho seguito era dedicata alla storia dell'alpinismo... e sebbene un pochino frustrante per chi come me non potrà mai ambire a vette così elevate (proprio in senso letterale), è stata molto interessante. Tra l'altro mi ha permesso di scoprire alcune figure leggendarie, come l'austriaco Hermann Buhl (1924-1957), considerato il più grande alpinista completo di tutti i tempi, e l'italiano Emilio Comici (1901-1940), famoso per l'apparente facilità e l'eleganza con cui arrampicava, come testimonia uno straordinario filmato d'epoca (a proposito, mentre la sottoscritta nel corso delle recenti vacanze si è limitata a girare attorno alle Tre Cime di Lavaredo, Comici ne scalò due)... per arrivare ai giorni nostri, con le fenomenali performance del giovanissimo arrampicatore ceco Adam Ondra (qui un video). Inoltre devo ammettere che fino a poco tempo fa, se sentivo nominare Reinhold Messner (1944), la prima immagine che mi veniva in mente era quella di un simpatico bevitore d'acqua "altissima e purissima": un tantino ingeneroso, da parte mia, nei confronti di uno che a quanto pare è universalmente considerato il miglior alpinista vivente! ;-) In effetti è stato il primo a conquistare, tra il 1970 e il 1986, tutti i quattordici ottomila della Terra, nonché il primo uomo a scalare l'Everest senza l'aiuto dell'ossigeno. Inoltre è sempre stato sostenitore di uno stile di arrampicata che non facesse uso di ausili esterni, rifiutando ogni artefatto umano in un'epoca in cui l'arrampicata libera aveva perso terreno rispetto alla progressione artificiale. Nel 1970 effettuò la prima scalata del Nanga Parbat, un'impresa che costò la vita al fratello minore Günther. Le accuse, rivolte a Reinhold, di non aver fatto il possibile per trarre in salvo il fratello, si sono in seguito rivelate infondate.
    Last but not least... tra i personaggi presentati nella suddetta lezione, forse quello che mi ha colpita di più è stato Walter Bonatti, scomparso pochi giorni fa all'età di ottantuno anni. Il grande alpinista, esploratore e giornalista è stato soprannominato "l'uomo dell'impossibile" per le sue doti di forza di volontà, autocontrollo e determinazione che gli permisero di affrontare imprese alpinistiche ritenute a quel tempo impossibili. Ad appena 35 anni, dopo la scalata in solitaria della parete nord del Cervino che gli valse la Medaglia d'oro della Presidenza della Repubblica, Bonatti si ritirò dall'alpinismo estremo e diventò esploratore. È comunque doveroso ricordare che nel 1954 (anno a cui risale la foto qui sopra) Bonatti aveva preso parte alla spedizione che portò alla conquista della vetta della seconda montagna più alta della Terra, il K2: un'impresa che diede luogo a un'interminabile controversia con Achille Compagnoni, Lino Lacedelli e Ardito Desio. È stato solamente oltre mezzo secolo dopo, in seguito alla revisione finale del CAI pubblicata nel 2008 con la convalida della versione di Bonatti, che il nostro ha accettato di partecipare a trasmissioni televisive: l'avvincente "chiacchierata" tra questo formidabile signore e Fabio Fazio a Che tempo che fa (prima e seconda parte) vale senz'altro la pena di essere vista.
    La pagina di Wikipedia dedicata a Bonatti, oltre a dilungarsi sulle sue eccezionali imprese, riserva alcune righe della sezione Miscellanea a raccontare come si conobbero lui e la compagna Rossana Podestà, rimastagli accanto fino all'ultimo: un aneddoto divertente... non senza un pizzico di romanticismo! :-)

    [UPDATE] La Podestà ha raccontato come le sia stato impedito di assistere l'amatissimo compagno morente, soltanto perché i due non erano regolarmente sposati. Una norma assurda che non ha previsto eccezioni neppure in nome dell'umana pietà. :-(

    venerdì 9 settembre 2011

    Vuoi concederti un break?

    L'estate volge inesorabilmente al termine, e le vacanze sono ormai un ricordo per la maggior parte delle persone... compresa la sottoscritta, che prima o poi dovrà pur decidersi a mettere per iscritto qualche appunto (le foto sono già su Flickr) sul breve ma variegato e divertentissimo tour del Veneto compiuto la scorsa settimana, senza trascurare gli aspetti mangerecci e logistici.
    A proposito di alloggi, colgo l'occasione per segnalare una piacevole scoperta che ho fatto poco fa. Chissà, forse ricorderai che io, pur abitando da sempre a Pescara, sono nata a Fabriano; aggiungo che ho trascorso per anni l'ultima parte delle vacanze estive, quella immediatamente precedente l'odiato ritorno a scuola, a Melano Bastia, la frazione della celeberrima città della carta in cui si trova la casa dei miei defunti nonni materni. Ebbene, sono venuta a sapere che un mio amico d'infanzia ha aperto un minuscolo (appena due camere da letto) ma delizioso bed and breakfast, chiamato Il XII Comandamento, proprio a Melano, lungo uno dei vicoli che da bambina percorrevo instancabilmente. Nella home page del sito è spiegato il bizzarro nome della struttura, la quale ha pure una fan page su Facebook. In pratica le parole chiave sono "prendersi una pausa", "rilassarsi" e "bando allo stress": non so perché, ma questo approccio mi garba parecchio!
    Relax a parte, comunque, non è il caso di sottovalutare le attrattive turistiche dei dintorni: oltre a quel gioiello che è Fabriano, culla d'arte e di cultura, da Melano è possibile raggiungere agevolmente svariate destinazioni degne di nota, tra cui le magnifiche Grotte di Frasassi e il Monte Cucco, un vero paradiso per tutti gli appassionati di deltaplano e di paracadutismo.
    Ovviamente non ho ancora avuto modo di visitare il b&b, ma le foto mi sembrano piuttosto allettanti. I locali sono stati rinnovati con cura, non manca una cucina attrezzata a disposizione di chi volesse prepararsi un pasto, e per quanto riguarda la colazione si può scegliere tra un ricco menù dolce e un altrettanto sfizioso menù salato: uhm, un bel dilemma! Ah, c'è pure la connessione Internet che, per ogni geek che si rispetti, è un servizio dei più essenziali...

    giovedì 25 agosto 2011

    Orecchiabili, quegli anni...

    Ebbene sì, essendo un tantino "over 21", la sottoscritta gli anni Novanta li ha vissuti per intero... e perciò le hit (che all'epoca si chiamavano perlopiù singoli) di quel decennio sono entrate indelebilmente, talora mio malgrado , a far parte della mia cultura musicale. Non potevo quindi fare a meno di segnalare una divertente compilation che ho scoperto leggendo un post di EmmeBi: il Cantanovanta 1990-2000, che uscirà il 31 agosto in versione cd. Il volume 1 si può già scaricare gratuitamente in formato MP3 zippato da qui, mentre il volume 2 uscirà a fine mese ma si può già ascoltare in streaming gratuito su XL Repubblica. In questa raccolta ideata da Garrincha Dischi i tormentoni delle estati che vanno dal 1990 al 2000 sono reinterpretati con autoironia da 26 artisti indie pop italiani. La cover del volume 1 annuncia «12 successi in versione rigorosamente non originale»... ma io direi che in un certo senso queste nuove versioni sono originali eccome, e spesso sorprendenti, tanto che in qualche caso si può stentare un pochino a ricollegarle al corrispondente brano "d'epoca". La track list del volume 1 va da Vattene amore di Amedeo Minghi feat. Mietta (nel 1990 non avevo la minima idea che esistesse il termine featuring) rifatto dai Jang Senato in versione bossa nova, fino a una Vamos a bailar che i Camillas vs. Chewingum hanno decisamente trasfigurato rispetto all'arrangiamento portato al successo nel 2000 da Paola & Chiara.

    mercoledì 24 agosto 2011

    Problemi di spazio sull'androide?

    Negli ultimi tempi, uno degli inconvenienti più frequenti nell'utilizzo del mio smartphone era divenuto la continua comparsa nella barra di stato della notifica di spazio in esaurimento: pareva proprio che la memoria interna del Wildfire cominciasse a starmi un po' strettina. Da quando ho installato App 2 SD, comunque, il problema sembra essersi decisamente ridimensionato. Questa app semplice ma molto pratica mi dà una grossa mano nel gestire le applicazioni, spostandole ove possibile sulla scheda microSD esterna. Le app installate vengono classificate in tre gruppi: MOVABLE (quelle che si possono spostare dalla memoria interna alla scheda SD), ON SD CARD (quelle che risultano già memorizzate sulla scheda esterna) e PHONE ONLY (quelle che, ahimè, non è proprio possibile spostare sulla scheda SD).
    Non appena installo una nuova app per cui è prevista la possibilità di spostamento sulla scheda SD, nella barra di stato compare un'icona di notifica corredata dall'avviso «This app can be moved to the SD card»: a questo punto mi basta un paio di tocchi per procedere al trasferimento. La stessa icona compare quando installo l'aggiornamento di un'app in precedenza non trasferibile, ma la cui nuova versione supporta lo spostamento. Mi è capitato ad esempio per ASTRO File Manager, spostando la quale ho liberato 1,59 MB di memoria interna... che possono sembrare pochini, ma ti assicuro che nel mio caso la differenza si nota abbastanza!
    Inoltre ho esaminato l'elenco delle app incluse nella sezione PHONE ONLY, individuando quelle che reputo indispensabili (da Google Reader a Wapedia, da Astrid a FFHound!... che peraltro ho pure pagato! ) e disinstallando quelle di cui ho capito di poter fare tutto sommato a meno: questa sommaria operazione di pulizia è stata sufficiente a risolvere almeno temporaneamente tutti i miei problemi di spazio. E per il futuro? Beh, spero che la possibilità di spostamento su scheda SD venga estesa pian piano a tutte le app disponibili per Android...
    La versione di App 2 SD che uso io è quella gratuita, comunque ne esiste anche una versione Pro che al modico prezzo di € 1,09 ti libera dagli annunci pubblicitari, oltre ad offrire un servizio di supporto e gli aggiornamenti futuri.

    mercoledì 17 agosto 2011

    L'ultimo teorema di Fermat

    Con il doodle di oggi, Google celebra il 410° anniversario della nascita dell'illustre matematico e magistrato francese Pierre de Fermat. Il disegno schematizza l'apparentemente semplice enunciato del celeberrimo ultimo teorema di Fermat, secondo cui non esistono soluzioni intere positive dell'equazione an + bn = cn, se n > 2. Cliccando sul logo Google propone i risultati relativi alla chiave di ricerca Pierre de Fermat, mentre, passando il cursore del mouse sopra il doodle, compare la scritta «Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, ma questo doodle è troppo piccolo per contenerla», che altro non è se non una spiritosa parafrasi della frase «Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina», annotata dallo stesso Fermat a margine di una copia dell'Arithmetica di Diofanto sulla quale lui era solito formulare molte delle sue teorie. In effetti, della sua congettura Fermat non lasciò alcuna dimostrazione. Sono dovuti trascorrere circa tre secoli e mezzo, costellati dai vani tentativi di generazioni di matematici... finché nel 1994 il britannico Andrew Wiles, dopo essersi dedicato per sette interi anni al problema, non è riuscito a venirne a capo: da allora ci si può riferire all'ultimo teorema di Fermat come al teorema di Fermat-Wiles. Alla sua avvincente storia il divulgatore scientifico Simon Singh ha dedicato nel 1998 un famoso saggio... e mentre scrivevo questo post mi è venuta un'incontenibile curiosità di leggerlo!

    venerdì 12 agosto 2011

    Alla scoperta dei calanchi di Atri

    Ebbene sì, lo ammetto: fino a non molto tempo fa avevo un'idea a dir poco vaga di cosa fossero i calanchi, pur abitando da sempre ad appena una cinquantina di chilometri di distanza dalla città di Atri, i cui dintorni sono fortemente caratterizzati da queste maestose architetture naturali. Secondo il dizionario Sabatini Coletti, il calanco è un «solco lungo, stretto e profondo prodotto su terreni argillosi dall'erosione delle acque di superficie e meteoriche»; su Wikipedia si può trovare una trattazione più approfondita.
    Un paio di visite alla Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF dei Calanchi di Atri, guidate in entrambe le occasioni dal direttore della Riserva, oltremodo prodigo nel dispensare i segreti di un territorio così particolare, mi hanno permesso di ammirare con i miei occhi queste meraviglie in tutto il loro splendore. Tutte e due le volte ho poi pubblicato su Flickr il relativo set fotografico. Ecco quello della prima escursione, risalente al pomeriggio del 28 giugno scorso...


    ... e quello della seconda, svoltasi la sera del 14 luglio col favore della luna piena, la quale rischiarava in maniera del tutto soddisfacente il sentiero netto e ben delineato: nessun bisogno di accendere torce elettriche per farsi strada, insomma.


    L'illuminazione fornita dal nostro bel satellite non era proprio il massimo per osservare adeguatamente i tesori naturalistici che l'Oasi ha in serbo... ma per creare un'atmosfera magica e suggestiva come poche è stata davvero l'ideale, altroché!
    In occasione della seconda escursione, col calar delle tenebre io e la mia fotocamera abbiamo dato forfait, diciamo, perché la fotografia notturna è un'arte che al momento non possiedo...  Peccato, perché il terreno che costituisce i calanchi, ricco com'è di alluminio, riflette la luce lunare in maniera notevole. Per fortuna, a rendere testimonianza di cotanto spettacolo ci sono le foto scattate nella medesima circostanza da maury: ad esempio questa.

     PICT0011 

    Secondo il programma estivo 2011 della Riserva, la prossima passeggiata guidata al chiaro di luna avrà luogo in concomitanza con il plenilunio di sabato prossimo, 13 agosto. Si partirà alle ore 21 dal Centro Visite dell'Oasi, situato in contrada Colle della Giustizia. Trovi qui i numeri telefonici da contattare per chiedere informazioni oppure, se ti è venuta voglia (e come darti torto? ) di partecipare a qualcuna delle escursioni guidate, diurna o notturna che sia, per comunicare la tua prenotazione, che è obbligatoria ma gratuita.

    martedì 9 agosto 2011

    Bella idea!

    [Premessa, tanto per chiarezza: nessuna casa automobilistica si è mai neppure minimamente sognata di commissionarmi questo post! ]
    Qualche sera fa sono andata al cinema e, tra le varie pubblicità proiettate prima del film in programma, sono stata particolarmente colpita da uno spot che reclamizzava un nuovo modello di auto elettrica prodotto dalla Renault. Notevole, vero?



    {Aperta parentesi: ché poi, con tutta la pubblicità che ci propinano prima dell'agognata proiezione, i prezzi dei biglietti potrebbero anche ritoccarli un pochino al ribasso, no? [Aperta parentesi innestata nella precedente: a dire il vero non mi posso neanche lamentare più di tanto perché, da quando sono passata a Tre, parecchi spettacoli me li offre la card Grande Cinema 3... ]}
    Chiuse le parentesi... grazie a Viralmente ho scoperto che nello stesso periodo anche la Nissan e e la Mitsubishi hanno lanciato degli spot, come dire, sorprendentemente simili al suddetto firmato Renault. Un'idea creativa che definirei davvero "virale". Chissà da chi è partito il "contagio"? 
    A proposito, trovo auspicabile che la tecnologia delle auto elettriche riesca a diffondersi con la stessa "virulenza", soprattutto per combattere l'inquinamento atmosferico, ma anche per far fronte al progressivo esaurimento dei carburanti più comuni e ai sempre più pesanti rincari spesso dovuti a fattori esterni.