venerdì 15 ottobre 2010

Ci metto la firma... o no?

Un paio d'anni fa venni messa al corrente di una petizione ospitata sul sito Firmiamo.it: «Si [senza accento sulla i] alle intercettazioni, difendiamo l'efficacia dell'azione della magistratura». Poiché la questione mi stava (e mi sta tuttora) abbastanza a cuore, firmai senza pensarci due volte... e all'indirizzo e-mail che avevo utilizzato mi giunse il seguente messaggio.
ti scriviamo per la prima volta per segnalarti che prossimamente i creatori delle petizioni potranno informare i firmatari sulle questioni fondamentali a proposito della petizione che hanno firmato.
Riceverai quindi, senza frequenza prefissata e comunque mai pressante, solo email correlate ad informazioni utili sulle petizioni che hai firmato.
Non riceverai mai email pubblicitarie!
A parte un piccolo sponsor ben evidenziato, in fondo alle email, come in questo caso, che ci permette di sostenere la piattaforma, che come sai offriamo gratuitamente.
Qualche mese dopo, in quanto firmataria della petizione, ricevetti un altro messaggio, questa volta di ringraziamento perché «sei tra chi ha aiutato firmiamo.it a superare il milione di utenti e di firme raccolte, diventando la prima piattaforma europea. Siamo leader anche in francia con jesigne.fr. La nostra missione è quella di dare voce a tutte le opinioni del mondo e grazie a te ci stiamo riuscendo». Ah, però! :-)
Negli ultimi tempi, contrariamente a quanto affermato nell'e-mail iniziale, non è affatto raro che mi arrivino messaggi pubblicitari dei generi più disparati con l'indicazione di Firmiamo.it in bella evidenza nel subject. In linea di principio potrei decidere di disabbonarmi, ma finora non ho ritenuto necessario farlo, perché l'invadenza di questi messaggi non esattamente desiderati non è tale da indurmi ad etichettarli come spam.
Oltre alla pubblicità, di tanto in tanto mi arriva pure una newsletter per invitarmi a contribuire alle petizioni più recenti firmando virtualmente (testuali parole), inoltrando la newsletter stessa agli amici oppure condividendo le singole petizioni su Facebook. Sorvolando su alcune proposte formulate in maniera fin troppo idealistica e astrattaI demoni della pedofilia», «Basta violenza sulle donne e minori»... messa così, dubito fortemente che una raccolta di firme possa cambiare davvero le cose), in qualche caso sono stata piuttosto tentata di aderire, se non altro per sostenere certe campagne che reputo particolarmente meritevoli di attenzioneContro le discriminazioni basate sul genere ed orientamento sessuale», «ridurre i compensi dei parlamentari italiani»)... ma poi ho ripensato a ciò che si va dicendo da tempo riguardo alla dubbia efficacia di questo genere di mobilitazione, e ho lasciato perdere. A tal proposito, segnalo un bel pezzo tratto da Il Post, ispirato a un articolo pubblicato su The Guardian, che mette in luce il divario fra il semplice gesto di cliccare a favore delle cause in cui si crede e la scelta di agire concretamente per migliorare il mondo: c'è il serio rischio che il cosiddetto clicktivism sottragga energie e risorse all'autentico impegno civile.
Proprio oggi la summenzionata testata online fondata da Luca Sofri ha dedicato un articolo piuttosto critico alla piattaforma Firmiamo.it, affermando che essa «serve in realtà solo a mandare spam pubblicitario ai firmatari». Sostenere che serva esclusivamente a quello scopo mi pare eccessivo... comunque mi è parso di capire che le cose siano un po' cambiate rispetto a quando firmai per la prima volta, anche se devo ammettere che con ogni probabilità all'epoca non lessi le condizioni di utilizzo con la dovuta attenzione: per citare una frase che ho condiviso sul tumblr qualche mese fa, la più grande bugia di tutti i tempi è «Ho letto e accetto i termini di utilizzo». ;-)
Infine, visto che si parla di petizioni... ricordo che mi colpì parecchio il fervore con cui l'attore Jeremy Irons si è speso nella lotta contro la fame nel mondo.

3 commenti:

  1. Sembra la mia vicenda con una pubblicità per il blog a cui mi sono iscritta, che non ho mai usato e che non riesco a dissottoscrivere: mi arrivano mail su mail! Ho usato il servizio apposito ma le mail arrivano ancora e ancora.

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  2. L'altroieri, dopo aver ricevuto l'ennesimo invito a sottoscrivere una decina di petizioni per nulla interessanti, ho deciso di cancellare la mia iscrizione a Firmiamo.it... ma magari è ancora presto per avere la certezza che i miei dati siano stati rimossi dal database (io me lo auguro). L'aspetto più rilevante della mia esperienza è che inizialmente avevano garantito che non avrei mai ricevuto email pubblicitarie, mentre in seguito mi sono arrivate eccome...

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  3. Ciao Curiosona,
    anche a me incuriosisce parecchio la polemica saltata fuori in questi giornni e mi incuriosice per due motivi:
    1) ho ricevuto anche io la mail findomestic e le molte altre pubblicitarie
    2) uso da tepo i siti di petizioni per promuovere alcune cause importanti.
    Sincerament enon ho apprezzato quello che è successo con firmilamo e credo sia possibile fare pubblcità in maniera più etica se il problema è mantenere un servizio gratuito.
    Non credo sia una risposta valida quella che dice: niente pubblicità niente servizio.
    Faccio due esempi che mi trattano da utente decisametne in maniera differente
    il sito Usa Care 2( http://www.care2.com/aboutus/ ) adotta uno stile decisamente diverso, chiede gli interessi agli utenti e poi nel caso manda pubblicità solo e soltanto legata a quegli interessi e tematiche
    Il sito Italiano petizionionline ( http://www.petizionionline.it/codice-etico ) adotta un codice etico rigidissimo e per ora si limita alla pubblicità sulle pagine di google legate al tema ovviamente in stile google.
    Quindi c'è modo di fare pubblicità non invasiva a mio parere.

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