venerdì 18 giugno 2010

Un mestiere scomodo

Ieri pomeriggio, presso la Libreria Edison di via Carducci a Pescara, ho assistito a un evento organizzato dall'Associazione Riformando del quale ero venuta a conoscenza grazie ad AbruzzoBlog: la presentazione del libro Le mani sul TG1. Da Vespa a Minzolini: l'ammiraglia RAI in guerra. L'autore è il giornalista Giulio Borrelli, che del primo telegiornale nazionale è stato anche direttore (dal 1998 al 2000), mentre da dieci anni è corrispondente dagli Stati Uniti; fra l'altro toccò a lui raccontare ai telespettatori di Raiuno gli sconvolgenti attentati dell'11 settembre 2001.
Il titolo del libro è abbastanza esplosivo, e a quanto pare i contenuti non sono da meno: non per niente poche testate oltre all'Espresso ne hanno parlato, né sembra un caso che ad assumersi l'onere di pubblicarlo sia stata una casa editrice "giovane" nel senso migliore del termine (tra l'altro pubblica il Canemucco) ma non esattamente di primo piano come la Coniglio Editore (nel corso dell'incontro non è mancato un accenno di battuta sul coraggio da leone e sulla furbizia da volpe del titolare, che di cognome fa appunto Coniglio ;-)).
La testimonianza diretta e documentata di Borrelli, il quale svela meccanismi interni, retroscena, episodi sconosciuti o rimossi mettendo tra l'altro a nudo i tentativi di ingerenza della politica nella gestione del servizio pubblico, risulta di particolare attualità in un periodo in cui i cambiamenti avvenuti in seno al Tg1 sono sotto gli occhi di tutti:
  • volti storici del notiziario che lasciano la conduzione in maniera "spintanea" (Maria Luisa Busi) oppure vengono allontanati dal direttore Augusto Minzolini in persona (Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso);
  • i discussi editoriali del direttore stesso;
  • notizie (se così si possono chiamare) a dir poco frivole che ottengono un risalto spropositato, mentre informazioni ben più rilevanti vengono di fatto travisate oppure declassate a livello di gossip;
  • una crisi di ascolti senza precedenti, il che dovrebbe avere una certa importanza in un contesto in cui le logiche commerciali oramai la fanno da padrone...
Borrelli, parlando con il quotidiano locale Il Centro, si è definito «un abruzzese dalla testa tosta» (in effetti è nato ad Atessa). Ecco alcune sue dichiarazioni che vale la pena di citare: «Non sono io che sono scomodo, è il mestiere di giornalista che lo è», e «mi hanno chiesto a Bologna se mi sentivo un giornalista coraggioso. No, mi sento un giornalista normale anche se la condizione dell'informazione in Italia non è affatto normale».
Oltre all'autore del libro, nel corso della presentazione hanno preso la parola Mario Ciampi, direttore della fondazione politico-culturale Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, e Gianni Cuperlo, deputato del Partito Democratico ma anche blogger ed esperto di comunicazione.

2 commenti:

  1. Mi scoraggia il fatto che nessuno abbia parlato di questo libro, lo avesse scritto Vespa..

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  2. ... in tal caso, difficilmente qualcuno avrebbe usato l'aggettivo "scomodo".

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