lunedì 31 maggio 2010

Genio e sregolatezza

[Suvvia, lo vogliamo creare 'sto tag arte, una buona volta? E creiamolo, su! :-)]
Come avevo preannunciato, ieri sono stata a Roma per visitare la mostra che raccoglie una ventina di dipinti del Caravaggio, scelti fra le non proprio numerosissime creazioni attribuite con certezza al maestro lombardo. Sarà banale dirlo, ma fa sempre un certo effetto poter ammirare "dal vivo" opere straordinarie che finora avevi visto solamente fotografate su libri e pubblicazioni d'arte. Inoltre, contemplando da vicino le tele, ho avuto modo di constatare non soltanto il concreto realismo dei minimi dettagli e la sublime sapienza dell'artista nell'uso dello spazio, dei colori, delle luci e delle ombre, ma anche l'incredibile finezza nell'uso del pennello. In mattinata ero stata al Vittoriano per visitare la mostra «Da Corot a Monet. La sinfonia della natura» (con un titolo così, un'amante dell'impressionismo come la sottoscritta non poteva resistere! :-)) e ho rilevato, come già avevo avuto modo di notare al Musée d'Orsay di Parigi, la "corposità" delle pennellate di Pissarro, Sisley & company. Invece le tele caravaggesche sembrano quasi stampate, tanto è difficile percepire tracce del passaggio del pennello! (Ci sono comunque gli esami radiografici a testimoniare non soltanto modifiche, rifacimenti e correzioni, ma anche il fatto che l'artista era solito dipingere direttamente, senza alcun disegno preparatorio)
Nelle sale delle Scuderie del Quirinale, immerse nella penombra, soltanto i quadri erano illuminati, il che presentava almeno due inconvenienti:
  • da determinate angolazioni la visuale non era ottimale, giacché i raggi luminosi si riflettevano sulla superficie lucida del quadro (inoltre la ressa era tale da scoraggiare chi volesse sperimentare vari punti di vista);
  • era troppo buio per riuscire a leggere la spiegazione delle varie opere sul libricino gentilmente fornitoci dall'associazione culturale Movimentazioni che ha organizzato il viaggio. A saperlo, avrei preso l'audioguida...
Inoltre, prendo atto che «La scelta di non spostare le opere in situ, lasciandole in chiese ed edifici privati per i quali furono commissionate, nasce dalla volontà di creare percorsi caravaggeschi in giro per la città, esterni alla mostra»... però, a mio parere, le opere custodite nelle chiese romane di Sant'Agostino, di San Luigi de' Francesi e di Santa Maria del Popolo avrebbero reso ancor più sensazionale questa mostra-evento irripetibile (per tacer del fatto che spostarsi da un capo all'altro della Capitale non è mica uno scherzo! ;-)).
Ecco un elenco delle opere in mostra, più o meno in ordine cronologico:
Come spiegato qui, alcune opere esposte in un primo momento sono già tornate alla sede di provenienza oppure partite per altre destinazioni.
Ti interessa visitare la mostra? Se sì, è il caso che ti affretti: c'è tempo solo fino al 13 giugno! Ti avrei caldamente consigliato di prenotare online come abbiamo fatto noi, per risparmiarti una coda interminabile... ma purtroppo vedo che non è più possibile. :-S

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