lunedì 31 maggio 2010

Genio e sregolatezza

[Suvvia, lo vogliamo creare 'sto tag arte, una buona volta? E creiamolo, su! :-)]
Come avevo preannunciato, ieri sono stata a Roma per visitare la mostra che raccoglie una ventina di dipinti del Caravaggio, scelti fra le non proprio numerosissime creazioni attribuite con certezza al maestro lombardo. Sarà banale dirlo, ma fa sempre un certo effetto poter ammirare "dal vivo" opere straordinarie che finora avevi visto solamente fotografate su libri e pubblicazioni d'arte. Inoltre, contemplando da vicino le tele, ho avuto modo di constatare non soltanto il concreto realismo dei minimi dettagli e la sublime sapienza dell'artista nell'uso dello spazio, dei colori, delle luci e delle ombre, ma anche l'incredibile finezza nell'uso del pennello. In mattinata ero stata al Vittoriano per visitare la mostra «Da Corot a Monet. La sinfonia della natura» (con un titolo così, un'amante dell'impressionismo come la sottoscritta non poteva resistere! :-)) e ho rilevato, come già avevo avuto modo di notare al Musée d'Orsay di Parigi, la "corposità" delle pennellate di Pissarro, Sisley & company. Invece le tele caravaggesche sembrano quasi stampate, tanto è difficile percepire tracce del passaggio del pennello! (Ci sono comunque gli esami radiografici a testimoniare non soltanto modifiche, rifacimenti e correzioni, ma anche il fatto che l'artista era solito dipingere direttamente, senza alcun disegno preparatorio)
Nelle sale delle Scuderie del Quirinale, immerse nella penombra, soltanto i quadri erano illuminati, il che presentava almeno due inconvenienti:
  • da determinate angolazioni la visuale non era ottimale, giacché i raggi luminosi si riflettevano sulla superficie lucida del quadro (inoltre la ressa era tale da scoraggiare chi volesse sperimentare vari punti di vista);
  • era troppo buio per riuscire a leggere la spiegazione delle varie opere sul libricino gentilmente fornitoci dall'associazione culturale Movimentazioni che ha organizzato il viaggio. A saperlo, avrei preso l'audioguida...
Inoltre, prendo atto che «La scelta di non spostare le opere in situ, lasciandole in chiese ed edifici privati per i quali furono commissionate, nasce dalla volontà di creare percorsi caravaggeschi in giro per la città, esterni alla mostra»... però, a mio parere, le opere custodite nelle chiese romane di Sant'Agostino, di San Luigi de' Francesi e di Santa Maria del Popolo avrebbero reso ancor più sensazionale questa mostra-evento irripetibile (per tacer del fatto che spostarsi da un capo all'altro della Capitale non è mica uno scherzo! ;-)).
Ecco un elenco delle opere in mostra, più o meno in ordine cronologico:
Come spiegato qui, alcune opere esposte in un primo momento sono già tornate alla sede di provenienza oppure partite per altre destinazioni.
Ti interessa visitare la mostra? Se sì, è il caso che ti affretti: c'è tempo solo fino al 13 giugno! Ti avrei caldamente consigliato di prenotare online come abbiamo fatto noi, per risparmiarti una coda interminabile... ma purtroppo vedo che non è più possibile. :-S

domenica 30 maggio 2010

La liberté d'expression sur Internet

L'altro giorno mi è arrivato via e-mail da Wikio, motore di ricerca di news che però indicizza anche i blog, un messaggio intitolato «Soutenez l'appel pour la défense du droit à l'anonymat sur Internet» («sostenete l'appello per la difesa del diritto all'anonimato su Internet»). Qui di seguito ne riporto il testo tradotto, non soltanto per rispolverare un pochino le mie conoscenze dell'idioma d'oltralpe (le français? Je l'adore! :-)), ma soprattutto perché a mio parere offre a noi internauti degli spunti di riflessione da non sottovalutare...
Buongiorno,
Noi teniamo ad affermare il nostro attaccamento alla libertà di espressione su Internet, la quale ha permesso a tutti di partecipare al formidabile sviluppo di informazioni e dibattiti in rete.
Una proposta di legge presentata dal senatore Masson prevede di rimettere in discussione il diritto all'anonimato dei blogger.
Si tratterebbe di imporre loro la pubblicazione del nome, dell'indirizzo, dell'e-mail e anche del numero di telefono.
Noi riteniamo che una legge simile comprometterebbe la libertà di espressione su Internet.
I blogger che scelgono l'anonimato lo fanno per motivi legati alla loro vita professionale o personale. Senza questo anonimato molti smetterebbero di bloggare.
Noi chiediamo a deputati e senatori di respingere questa proposta di legge, che, contrariamente a quanto sostengono i suoi autori, non porterebbe alcun beneficio in materia di tutela contro la diffamazione, già efficacemente assicurata dalla legge in vigore. Ricordiamo che la legge LCEN obbliga chi gestisce la piattaforma di blogging a eliminare immediatamente le pubblicazioni "litigiose" su semplice richiesta, ed eventualmente a comunicare alla giustizia i dati dell'autore.
Non vi è dunque alcun bisogno di ulteriori norme, che avrebbero come unico effetto quello di ostacolare la libertà di espressione degli internauti.
[Segue elenco dei primi firmatari]
Per sostenere il nostro appello a difesa del diritto all'anonimato dei blogger, lascia un commento firmato con il tuo nome o il tuo nickname in calce al testo disponibile qui, e indica l'indirizzo del tuo blog, se sei un blogger.
Non esitare a propagandare l'iniziativa sul tuo blog: più siamo, più possibilità avremo di essere ascoltati!
Di primo acchito magari uno penserebbe che noi italiani possiamo allegramente infischiarcene di questa faccenda, perché tanto riguarda solo la Francia... e invece io la vedo diversamente: non solo perché condivido il punto di vista di Madame Sarkozy quando ha affermato che essere di sinistra significa «sentirsi toccata dai problemi che magari uno non ha», ma anche perché è meglio stare all'erta, nel caso in cui qualche parlamentare nostrana venga a conoscenza di questa alzata d'ingegno e se ne innamori! ;-)
Per quanto mi riguarda sono senz'altro fra coloro che, se dovessero rinunciare all'anonimato, finirebbero per smettere di bloggare (e non dico che per la Rete sarebbe un male, ma per me sicuramente sì! :-)). Questo per semplici ragioni di riservatezza, non certo perché io abbia intenzione di fare qualcosa di discutibile protetta dallo schermo dell'identità "virtuale"...

mercoledì 26 maggio 2010

Altri aforismi d'autore

Hai mai sentito nominare Stanisław Jerzy Lec? Anche se la tua risposta è no, è abbastanza probabile che tu abbia presente qualcuno dei suoi aforismi. A qualche settimana di distanza dal post dedicato a Ennio Flaiano, oggi ti propongo una selezione di citazioni dello scrittore polacco, quasi tutte tratte dal suo libro Pensieri spettinati.
  • A volte mi sembra che il sistema divino somigli alla monarchia inglese: Dio regna, ma non governa.
  • L'uomo cerca la verità per poterla nascondere meglio.
  • Quante cose avrei capito se non mi fossero state spiegate.
  • Raramente nella corrida vince il toro. Gli manca lo stimolo economico.
  • Ad alcuni per essere felici manca davvero soltanto la felicità.
  • Alcuni dovrebbero vivere una seconda volta come premio, altri come castigo.
  • Andateci piano col drammatizzare la vita! E se si trovassero attori migliori per i vostri ruoli?
  • Aveva la coscienza pulita. Mai usata.
  • Capita di dover tacere per essere ascoltati.
  • C'è chi vorrebbe capire ciò in cui crede, e chi vorrebbe credere in ciò che capisce.
  • C'è un'altra cosa nell'uomo che lo rende superiore alla macchina: sa vendersi da solo.
  • Chi porta il paraocchi, si ricordi che del completo fanno parte il morso e la sferza.
  • Ci saranno sempre degli esquimesi pronti a dettare le norme su come devono comportarsi gli abitanti del Congo durante la calura.
  • Diventare famoso, per potersi permettere l'incognito.
  • È facile dire: "Eccomi!". Bisogna anche esserci.
  • È forse per scontare il fatto che non credo nell'anima, che ne sono privo?
  • Gli uomini hanno i riflessi lenti; in genere capiscono solo nelle generazioni successive.
  • Ho sognato la realtà. Che sollievo, svegliarsi!
  • I pettegolezzi, quando invecchiano, diventano miti.
  • I puritani dovrebbero portare due foglie di fico sugli occhi.
  • Il momento in cui si riconosce la propria mancanza di talento è un lampo di genio.
  • Il punto esclamativo, quando si affloscia, diventa interrogativo.
  • In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso.
  • L'anello più debole è anche il più forte. Spezza la catena.
  • L'uomo aumenta di prezzo, che è lui stesso a pagare.
  • La carriera dell'uomo nell'universo ci impone di chiederci se per caso egli non benefici di qualche raccomandazione.
  • La nostra ignoranza raggiunge mondi sempre più lontani.
  • La Rivoluzione francese ha dimostrato che restano sconfitti coloro che perdono la testa.
  • La scarsa memoria delle generazioni consolida le leggende.
  • La verità viene sempre a galla. Per questo deve subito prendere il largo.
  • Nella lotta delle idee, muoiono gli uomini.
  • Nella storia contano anche i fatti non avvenuti.
  • Quello? È di un'ignoranza enciclopedica!
  • Rifletti, prima di pensare!
  • Se sono credente? Solo Iddio lo sa.
  • Si può chiudere un occhio sulla realtà, ma non sui ricordi.
  • Soffrire di cuore e non essere poeta? Vale forse la pena?
  • Tutti vogliono il nostro bene. Non fatevelo portar via.
  • "Un domani migliore" non dà mica la certezza di "un dopodomani ancora migliore".

lunedì 24 maggio 2010

I book you

Oggi ricorre la giornata nazionale per la promozione della lettura, organizzata e promossa dal Centro per il Libro e la Lettura e dall'Associazione Italiana Editori, in collaborazione con l’Associazione Librai Italiani, Anci e Upi. Lo slogan è «Se mi vuoi bene, il 23 maggio regalami un libro»: già, si sa che un libro scelto con amore è sempre un'ottima idea regalo per le persone a cui si vuol bene... :-)
[P.S.: A pubblicare questo post mi si è fatto un po' tardino, quindi a quest'ora le librerie saranno già quasi tutte chiuse... ma, se per caso sei venuto a conoscenza di questa campagna leggendo il mio post, nulla ti vieta di aderire nei prossimi giorni, o magari di condividere con il prossimo il piacere di un libro che hai già in casa e che hai apprezzato particolarmente! ;-)]

domenica 23 maggio 2010

Le versioni precedenti sotto Windows

È proprio il caso che io mi decida una buona volta ad approfondire le peculiarità di Windows 7, a partire da quei tre link che languono (o languiscono?) ormai da settimane nei miei Segnalibri! L'altro giorno ho scoperto una funzionalità che era attiva di default (in teoria si potrebbe anche disattivare, ma io mi guarderò bene dal farlo... ;-)) e che mi ha tratto d'impaccio: le versioni precedenti. Queste sono copie di cartelle e file salvate automaticamente da Windows come parte di un punto di ripristino (creato di norma una volta al giorno) oppure create da Windows Backup, e possono essere utilizzate per ripristinare le cartelle e i file danneggiati, modificati o eliminati accidentalmente. A seconda del tipo di file o cartella, è possibile aprire, salvare in un percorso diverso o ripristinare una versione precedente.
Come forse ricorderai, ho l'abitudine di cancellare i file tenendo premuto Maiusc mentre premo Canc per saltare il passaggio dal Cestino; il problema è che, da quando sono passata a Seven, forse per una confidenza non perfetta con l'interfaccia... beh, mi è capitato più volte di eliminare file diversi da quelli che intendevo cancellare. Ed è così che l'altro giorno ho fatto sparire come se niente fosse la cartella contenente le fotografie scattate con il Nokia 3600 Slide. Calma, niente panico... ho eseguito il ripristino usando il software UndeletePlus del quale avevo parlato qui (in fondo ho una licenza valida per un anno, dovrò pur sfruttarla! ;-)). Il problema è che non tutti i file sono stati ripristinati a dovere: alcuni risultavano danneggiati o illeggibili. Smanettando un po' con Windows, però, ho trovato quasi per caso una soluzione alternativa... che vado a esporre.
Ho cliccato con il pulsante destro del mouse sulla cartella che intendevo ripristinare, ho selezionato Proprietà e poi la scheda Versioni precedenti (in alternativa, il menu a discesa presenta direttamente l'opzione Ripristina versioni precedenti). Qualche istante... e nel riquadro denominato Versioni cartella è comparso un elenco di versioni della cartella in questione, in ordine cronologico inverso. A questo punto ho selezionato la versione più recente, poi Copia... (con Ripristina... sarebbe stata sostituita la versione corrente della cartella, senza la possibilità di annullare l'operazione), ho salvato una copia della cartella sul desktop e poi ho risistemato tutte le foto al loro posto, assicurandomi che il ripristino fosse andato a buon fine. Così è stato: i file c'erano tutti, belli integri e con la data originale. Devo ammettere che mi sfuggono i dettagli implementativi di questo sistema di ripristino, e non mi è chiaro come faccia a non occupare uno spazio spropositato su disco fisso (suppongo perché le versioni precedenti sono disponibili solo per i file modificati)... però funziona, non c'è che dire, ed è questa la cosa importante! :-)

venerdì 21 maggio 2010

Robin Hood begins

Martedì sono andata al cinema a vedere Robin Hood. Inevitabile porre questo film a confronto con Il gladiatore, grande successo della premiata ditta Scott-Crowe ("soci" anche in Un'ottima annata, American Gangster e Nessuna verità)... e altrettanto inevitabile, almeno per me, constatare che il parallelo si risolve indubbiamente a sfavore della pellicola appena uscita. Avevo preferito un "sano" film d'avventura a Draquila perché non mi sentivo in vena di demoralizzarmi... ma, dopo aver letto il post di Simone, mi ripropongo di vedere quanto prima il documentario curato da Sabina Guzzanti.
Due parole sulla trama del film che ho visto. Robin Longstride (ché non faceva mica Hood di cognome! ;-)), interpretato appunto da Russell Crowe, è un prode e abilissimo arciere dell'esercito di re Riccardo Cuor di Leone. Alla morte di quest'ultimo, per onorare la promessa fatta a Robert Loxley, un commilitone caduto in battaglia, Robin parte alla volta di Nottingham per riconsegnare all'anziano padre del soldato la spada, prezioso cimelio di famiglia. Sarà l'occasione per fare la conoscenza di Lady Marian (o Marion?), la vedova di Loxley, nonché per fingersi suo marito. [A proposito... bisogna dire che dietro l'aspetto etereo et leggiadro la damigella celava un temperamento mica male; pur non avendo mai avuto velleità recitative, un po' invidio Cate Blanchett per aver potuto impersonare una tipa così tosta... :-)] Nel seguito del racconto scopriamo come fece il nostro eroe a meritarsi da parte di re Giovanni Senzaterra, il quale non era poi l'innocuo "bamboccione" che poteva sembrare, il poco invidiabile titolo di fuorilegge (ma sempre pronto a rubare ai ricchi per dare ai poveri) noto ai più grazie agli innumerevoli film dedicati al popolare personaggio per metà storico e per metà leggendario.
In teoria la natura di prequel sarebbe potuta bastare a dare un senso a questa storia... che invece, se mi è permesso esprimere il mio modesto parere, tutto sommato «un senso non ce l'ha», per dirla con Vasco. Chissà, forse sarebbe stato meglio se, come si era pensato inizialmente, la trama fosse stata incentrata sulla figura dello sceriffo di Nottingham (un irriconoscibile Matthew Macfadyen, già Mr Darcy in Orgoglio e pregiudizio), che invece ricopre un ruolo marginale a vantaggio del vero antagonista, Sir Godfrey (Mark Strong, il Lord Blackwood di Sherlock Holmes). Nulla da eccepire sull'accuratezza della ricostruzione storica – dieci e lode a scenografi e costumisti oltre che ai responsabili della fotografia – e sull'indubbia maestria di Ridley Scott nel dirigere le scene più spettacolari e complesse. Ma, nelle due ore e venti di film (troppe), di rado l'azione viene accompagnata dall'emozione, come mi sarei aspettata ricordando i "lucciconi" che avevo sul finale del Gladiatore. A proposito, adesso che ci penso, quel film lo vidi una sola volta, ai tempi della prima visione televisiva in chiaro, e poi non più... una lacuna decisamente da colmare, dal momento che mi piacque così tanto! :-)
P.S.: Il trailer è doppiato da Luca Ward, voce ufficiale di Russell Crowe celebre per aver "prestato" l'epico «Al mio segnale scatenate l'inferno!» a Massimo Decimo Meridio; poi, però, lui ha dovuto rinunciare a doppiare anche il film in seguito all'infortunio occorsogli durante il programma L'isola dei famosi. Io non mi ero nemmeno accorta che nel film Robin parlasse con un'altra voce, per la precisione quella di Fabrizio Pucci. Strano, di solito ho un certo orecchio per queste cose... :-S

venerdì 14 maggio 2010

To make it short, to make it end...

Se c'è una cosa che mi diverte almeno quanto le parodie di canzoni famose in stile Gem Boy, sono le traduzioni dei classici della musica leggera italiana in lingua straniera (purché a me nota, ovviamente). Ad esempio The society of big eaters, versione inglese di un classico in dialetto romanesco, La società dei magnaccioni (esiste anche una versione in francese, La société des mangiateurs, ma personalmente la trovo meno efficace).


And here is (are...?) the lyrics! :-)
Clear the way because we all are coming
These beautiful boys of this beautiful Rome
We are boys painted like a drawer
And all the women fall in love with us
And all the women fall in love with us
We do not matter, we do not mind
If the barman mixed water and wine
And we will say him, we will reply him
You put the water, now we won't pay and then
We are those one(s)
Answering in a big chorus
It's better the wine of Roman castles
Of this dirt(y) society
We do love to eat chickens
We do love to eat lambs
Because their meat does not stink
They are not like the codfish
The society of big eaters
The society of our youth
And we do love to eat and drink
We do not love to go to work
Bring us another bottle
We are going to drink it
And then we will reply him
What's up?!
What's up?!
What's up?!
And when the wine – What's up
Gets through the neck – What's up
To our throat – What's up
Make a big bump – What's up
To make it short, to make it end
My dear barman, bring us all more wine
More wine, more wine!
Come si può notare confrontando il testo con l'originale, la traduzione è abbastanza letterale... con qualche piccola "licenza poetica", diciamo! ;-)
Avevo pensato di giocare a fare qualcosa di simile con il testo di un altro popolare classico romano, sia pure di genere piuttosto diverso, ben più romantico e meno goliardico: la suggestiva Roma nun fa' la stupida stasera, tratta dalla commedia musicale Rugantino... ma poi ci ho rinunciato perché era pressoché impossibile conciliare la metrica dei versi con la melodia, e così mi sono limitata ad adattare un frammento di traduzione trovato qui.
Rome don't be stupid tonight
Give me a helping hand to let her say yes
Choose all the stars that you have... the brightest ones
Give me a small flash of the moon, only for us
Let her feel that springtime is arriving
Send me your very best crickets to sing to her...
[Uhm, chissà come si tradurrà «reggere il moccolo»? Ah, ecco: «to play gooseberry» :-)]

Tutto un magna magna

Questa sera mi limito a proporti un piccolo quesito... che oserei definire sempreverde! ;-)
A un congresso partecipano cento uomini politici. Ciascuno di loro è corrotto oppure onesto. Noi sappiamo che:
  1. Almeno uno dei politici è onesto.
  2. Presi due politici qualunque, almeno uno dei due è corrotto.
Si può determinare da queste premesse quanti sono i politici onesti e quanti i corrotti?

mercoledì 12 maggio 2010

La libertà è partecipazione informata

Oggi Sara ha segnalato su FriendFeed l'intervento del giurista e politico Stefano Rodotà nel corso della puntata di ieri sera della trasmissione Parla con me condotta da Serena Dandini. L'ex Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, in parole semplici «garante per la privacy», ha parlato del discusso (in tutti i sensi) disegno di legge sulle intercettazioni... e di come sarebbe possibile tutelare la sacrosanta riservatezza dei cittadini senza pregiudicare il buon andamento delle indagini, se soltanto lo si volesse. Credo che valga la pena di guardare per intero il video dell'intervista (notevole soprattutto la citazione «La luce del sole è il miglior disinfettante») e di leggere l'articolo scritto dal professor Rodotà sull'argomento.
Già che ci sono, segnalo pure i link ad alcuni articoli (uno, due e tre) pubblicati l'estate scorsa sul blog de Il Fatto Quotidiano, i quali illustrano le possibili ricadute pratiche della legge-bavaglio basandosi su esempi ipotetici... ma non troppo. Forse, a distanza di quasi un anno, quell'analisi necessiterebbe in qualche misura di un aggiornamento, ma io la trovo comunque molto istruttiva.
Non di rado capita che la descrizione di determinati fatti di cronaca sia accompagnata da commenti del tipo «Questa circostanza è emersa in seguito alle intercettazioni», oppure «Se la legge sulle intercettazioni attualmente in discussione in Parlamento fosse già in vigore, di questa storia nessuno avrebbe mai saputo nulla» (e indovina un po' chi ne avrebbe tratto vantaggio...? :-S). Ultimo caso in ordine di tempo, la vicenda che ha costretto per la seconda volta alle dimissioni l'ormai ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola.
In questa sede vale la pena di aggiungere che il ddl Alfano coinvolge pure l'informazione amatoriale e dei blog, introducendo l'obbligo di rettifica.
Infine... contro la legge-bavaglio sono nati una pagina su Facebook e un sito dove è possibile firmare una petizione (a volte risulta inaccessibile per il troppo traffico... tu però insisti! ;-)).

martedì 11 maggio 2010

Qualcosa di dolce

Il post di questa sera è ad alto tasso di zucchero (oltre che di calorie) per addolcire... me stessa, in primis, dopo una giornata alquanto impegnativa! :-S
Ieri mi sono voluta cimentare nella preparazione dei tortini di cioccolato con cuore fondente, seguendo la ricetta pubblicata su GialloZafferano.it e corredata da un video esplicativo. Ecco un paio di istantanee scattate da me prima...


... e dopo l'"assalto" col cucchiaino (spiacente per la qualità delle foto, fatte con il telefonino da distanza troppo ravvicinata).


E al palato, come sono sembrati? Modestia a parte... una delizia!  :-P Perfino l'ipercritica Chef Titolare di Casa Mia si è complimentata... pur ammettendo che sapevano un pochino troppo di burro, per i suoi gusti. :-S Ma sono difficili da cucinare? Sarebbe bello poter dire di sì, per sostenere l'innato talento culinario della sottoscritta... ma la verità è che sono tutt'altro che elaborati. Ecco come prepararli (dosi per quattro).
Metti 150 grammi di cioccolato fondente tagliato grossolanamente a sciogliere in un pentolino a bagnomaria, poi aggiungi 80 grammi di burro tagliato a pezzetti. Nel frattempo poni in una capiente ciotola le uova (due intere più un tuorlo) con 90 grammi di zucchero a velo (avevo pensato di usare lo zucchero comune, ma poi ho preferito rispettare le istruzioni... ed è andato tutto bene!) e una bustina di quella misteriosa sostanza chiamata vanillina ;-) e sbattile con lo sbattitore elettrico, finché il composto non diventerà chiaro, gonfio e denso (circa 10 minuti). Togli dal fuoco il composto di cioccolato e burro e, sempre sbattendo, incorporalo al composto di uova; in ultimo unisci 20 grammi di farina e 10 grammi di cacao amaro in polvere setacciati (io, in mancanza di setaccio, mi sono limitata a dargli una mescolatina...). Quando gli ingredienti saranno ben amalgamati, imburra e ricopri di cacao amaro in polvere gli stampini in alluminio, poi riempili per tre quarti e infornali nel forno già caldo a 180°C. Dopo 13-15 minuti (non uno di più) togli i tortini dal forno, lasciali intiepidire leggermente e poi capovolgili su un piatto da dessert; cospargili di zucchero a velo e servili ancora caldi, guarnendoli magari con del gelato alla panna (la morte sua! :-P).
Per una buona riuscita del "magico" effetto cuore fondente, lo chef consiglia di provare a cuocere prima un solo tortino per testare il calore del forno e stabilire il tempo di cottura ottimale (io ho "rischiato" cuocendoli tutti insieme per tredici minuti esatti, e ho avuto fortuna). Sappi infine che l'impasto, appena messo negli stampini, può essere congelato e tenuto in freezer per diverso tempo; al momento buono non dovrai far altro che tirar fuori i tortini dal frigo per scongelarli un paio d'ore prima di cuocerli.

domenica 9 maggio 2010

Trentadue anni fa

Esattamente trentadue anni fa fu scritta una delle pagine più buie della storia recente del nostro Paese: il 9 maggio del 1978, infatti, fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro e venne assassinato Peppino Impastato, la cui lotta contro la mafia è stata ricordata in un film diretto da Marco Tullio Giordana, I cento passi, e nell'omonimo brano dei Modena City Ramblers (quest'ultimo puoi ascoltarlo accedendo al post che Chit ha pubblicato in occasione dell'odierno anniversario). Anche se da qui la mafia può sembrare una realtà lontana, è doveroso esserne consapevoli e cercare di sostenere in qualche modo coloro che ogni giorno la combattono mettendo anche a rischio la propria incolumità.

sabato 8 maggio 2010

Lucid Lynx sul mio Eee PC 901

IMMAGINATE un nuovo sistema operativo con il quale non serva installare alcun software social network, né una suite per ufficio, né un editing video né tutto quello che serve per usare il proprio computer. Perché ci sono già. Questo sistema esiste, ed è pure open source (quindi con codice libero) e non costa nulla.
Con queste invitanti parole (le evidenziazioni sono mie) Repubblica dà il giusto risalto a un sistema operativo mai abbastanza diffuso come Ubuntu Linux (a proposito, la filosofia Ubuntu te la spiega qui Nelson Mandela in persona).
Il mio netbook ASUS Eee PC 901 l'ho "convertito" a Ubuntu, abbandonando l'insoddisfacente distro Xandros preinstallata, pochi mesi dopo l'acquisto... e ieri sera sono finalmente passata alla versione 10.04, di tipo LTS (Long Term Support), denominata Lucid Lynx e rilasciata il 29 aprile scorso, avendo trovato un po' di tempo per farlo. Beh, in fin dei conti non è che ci abbia messo poi tanto, anzi. Ecco le fasi salienti della semplice procedura che ho seguito, sostanzialmente analoga a quella descritta qui per l'installazione della versione 9.10 Karmic Koala.
  1. Ho scaricato l'immagine .iso in versione 32-bit da qui: 699 MB. Questa è la fase che dura di più, probabilmente... :-)).
  2. Il netbook è privo di lettore dvd, inoltre non dispongo di un'unità esterna, quindi non avrebbe avuto molto senso masterizzare il file appena scaricato... ma per fortuna si può utilizzare UNetbootin per creare a partire dalla .iso suddetta una pendrive di installazione, dopo averla formattata in FAT32.
  3. Ho inserito la pendrive in una delle porte USB, ho riavviato il sistema e ho premuto il tasto Esc quando è comparsa la schermata con la scritta «Eee PC». Dall'elenco di periferiche che è stato visualizzato ho selezionato la pendrive in questione.
  4. Una volta apparso il desktop, ho cliccato sull'icona Install Ubuntu 10.04 LTS. A questo punto è prevista la possibilità di selezionare la lingua, la località e la disposizione della tastiera; cliccando ogni volta su Avanti, si passa alla finestra successiva.
  5. Questo è il momento del passaggio relativamente più delicato, quello della preparazione dello spazio su disco. Volendo effettuare l'installazione da zero senza "coabitazione" di più sistemi operativi, ho selezionato «Specifica manualmente le partizioni (avanzato)», impostato «/» come punto di mount sul disco da 4 GB (quello che mi rimane sempre a corto di spazio libero :-S) e «/home» come punto di mount sul disco da 16 GB, ho scelto di formattare entrambi in EXT3 e ho cliccato su Avanti, ignorando il suggerimento di selezionare una partizione da usare come area di swap. (Occhio che in questo modo il sistema viene resettato completamente, perciò non dimenticare di fare un bel backup dei tuoi dati! Se ho ben capito, comunque, si può evitare di formattare il disco da 16 GB, preservandone così il contenuto)
  6. A questo punto il sistema è pronto per l'installazione: dopo aver dato un'occhiata al riepilogo delle impostazioni prescelte, si può dare il via alla procedura... che dura abbastanza poco, dieci minuti/un quarto d'ora al massimo (di preciso non saprei dirlo perché nel frattempo mi ero messa a fare altro).
  7. Al termine si riavvia il sistema... e si è pronti a partire, o quasi: per quanto mi riguarda, finora mi sono limitata a reinstallare il supporto per la lingua italiana, il software Adobe Reader (scaricato da qui nel pratico formato .deb) e qualche estensione di Firefox, mentre eee-control, indispensabile con le precedenti versioni, non ho ancora ritenuto di doverlo installare perché questa volta i tasti di scelta rapida per attivare/disattivare il wi-fi e regolare il volume funzionano perfettamente.
Segnalo le prime differenze di qualche rilievo, dal punto di vista pratico, che ho notato rispetto a Karmic Koala. Una in peggio: chissà se mi abituerò mai allo spostamento in alto a sinistra dei pulsanti per chiudere, ridurre a icona e massimizzare le finestre. :-S E l'altra in meglio: finalmente posso selezionare più file usando solo il mouse, senza dover tenere premuto Ctrl o Maiusc... :-)

Update [10/5]: dal momento che in ambiente Linux si può configurare praticamente ogni cosa, doveva esistere un modo per riportare i pulsanti sulla barra del titolo dov'erano prima, in alto a destra. E infatti... eccolo:
  • si apre l'editor di configurazione premendo Alt + F2 e lanciando l'applicazione gconf-editor,
  • si va in apps –> metacity –> general,
  • come valore della chiave button_layout si sostituisce maximize,minimize,close: con :minimize,maximize,close.
... e adesso va meglio! :-) (grazie a hermansji .:.)

venerdì 7 maggio 2010

PostaCertificat@

Dal sito del CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione)...
La Posta Elettronica Certificata (PEC) è un sistema di posta elettronica nel quale è fornita al mittente documentazione elettronica, con valenza legale, attestante l'invio e la consegna di documenti informatici.
Inoltre, da Wikipedia...
La posta elettronica certificata (PEC) è uno strumento che permette di dare ad un messaggio di posta elettronica, lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ricevimento tradizionale.
Come forse saprai, dal 26 aprile scorso tutti i cittadini maggiorenni che lo desiderino possono richiedere un account di PostaCertificat@ gratuito. In realtà non si tratta di PEC vera e propria, quanto di una casella di tipo CEC-PAC, che sta per «Comunicazione Elettronica Certificata tra la Pubblica Amministrazione e il Cittadino». A differenza della PEC, offerta a pagamento da provider abilitati, che consente la comunicazione con qualsiasi altro indirizzo omologo, la versione CEC-PAC permette di comunicare "solamente" con la Pubblica Amministrazione, in modo sicuro.
Vabbe', per farla breve... dalla richiesta all'attivazione, ecco tutti i passaggi che ho fatto per ottenere la mia casella di PostaCertificat@.
  • 28 aprile, sera – Ho raggiunto il sito www.postacertificata.gov.it e ho cliccato sul pulsante Richiedila ora presente sotto la scritta Attiva la tua casella. Nella pagina che si è aperta ho compilato il form con i miei dati anagrafici: nome, cognome, codice fiscale, sesso, data di nascita, nazione di nascita, comune di nascita (i campi sono tutti obbligatori tranne l'ultimo, facoltativo per chi non è nato in Italia). Dopo aver cliccato su Salva occorre riempire un altro form, con gli estremi del proprio documento di riconoscimento (tipo, numero, data di scadenza, ente rilasciante, data e luogo del rilascio), almeno un recapito fra numero di telefono, numero di cellulare e indirizzo e-mail personale, eventualmente un numero di fax, residenza (nazione, CAP, provincia, comune, indirizzo, numero civico, eventualmente scala e interno), domicilio e recapito ai fini delle comunicazioni (se diversi dalla residenza), un indirizzo e-mail con possibilità di attivare su di esso la notifica con posta elettronica ordinaria e scelta delle tipologie di notifica desiderate (dell'avvenuta accettazione, dell'avvenuta consegna, della presenza di un messaggio)... infine ovviamente una password (da digitare due volte) che deve rispondere a determinati requisiti di sicurezza, e tre domande segrete (con le relative risposte) alle quali ricorrere nel caso in cui ci si dimentichi la password. Dopo aver accettato le condizioni contrattuali e dato il mio consenso al trattamento dei dati personali, ho cliccato di nuovo su Salva. A questo punto è comparso l'avviso che la mia richiesta era stata presa in carico, con indicazione del mio Codice Richiesta.
  • 4 maggio – Mi è arrivato un e-mail contenente il mio nuovo indirizzo @postacertificata.gov.it (attenzione, lo userid è l'intero indirizzo, non solo la parte che precede la chiocciolina! Prima di rendermene conto ho temuto di aver dimenticato la password, perché non riuscivo ad accedere :-S), il codice cliente a me assegnato e l'invito a recarmi nell'ufficio postale abilitato a me più comodo per completare l'attivazione del servizio. È quello che ho fatto questa mattina, presentando la carta d'identità i cui estremi avevo indicato nella fase precedente, la tessera sanitaria (ché ormai il codice fiscale l'ho "sfrattato" dal portafoglio), una fotocopia dei due documenti e una stampa dell'e-mail suddetto. Nel giro di mezz'ora o forse anche meno, sul mio indirizzo di posta elettronica personale è giunta conferma dell'avvenuta attivazione.
[Per la verità non è che sia andato tutto così liscio... Al primo tentativo (27 aprile) sono stata avvisata che «È stato raggiunto il numero massimo di connessioni. Riprovare più tardi. Grazie».

Successivamente (28 aprile, pomeriggio) la tipa (in effetti il file JPEG di cui sopra si chiamava proprio tipa.jpg :-)) mi informava più dettagliatamente che era in corso un potenziamento del sistema per garantire un più veloce smaltimento delle richieste.]


E adesso? Cosa mi permetterà di fare il mio nuovo account, esattamente? Beh, questo lo scoprirò solo vivendo... ma mi auguro che molte delle pratiche per le quali finora sarebbe stato inevitabile recarsi negli uffici pubblici, potrò sbrigarle comodamente da casa tramite pc.

giovedì 6 maggio 2010

I grandi misteri di Kazzenger

L'anno scorso segnalai le prime due puntate della serie Avoyager, parodie del programma di divulgazione pseudo-scientifica Voyager che purtroppo non hanno avuto un seguito. Oggi, anche se arrivo un po' tardi (preceduta fra gli altri da Paolo Attivissimo), non posso fare a meno di parlare di Kazzenger, «la trasmissione che insegue il mistero ma si fa seminare alla prima curva», oppure «dove scienza e storia si incontrano... ma non si salutano per una brutta vicenda di eredità contesa». ;-) Trattasi di una parodia proposta da Maurizio Crozza nel corso della trasmissione Crozza Alive in onda su La7. Nella sua imitazione del giornalista e conduttore televisivo Roberto Giacobbo, il comico risulta abbastanza somigliante... più per merito della mimica e del truccatore che non della voce, per essere pignoli, ma pur sempre spassosissimo! :-)
L'enigma più inspiegabile in assoluto? Questo: «Com'è possibile che io (Giacobbo, ovviamente) sia vicedirettore di Raidue?!». :-D

Update del 19 marzo 2012: a quanto pare i video che avevo inserito a suo tempo, «I misteri della fede», «I Maya e i Pooh» e «Misteri d'Egitto», sono stati rimossi dall'utente che li aveva caricati su YouTube... :-/

domenica 2 maggio 2010

L'arte storpionomastica

Hai già sentito parlare di Storpionimi.it? Se no... beh, sappi che si tratta di un blog, "figlio" dell'omonima stanza di FriendFeed, che raccoglie divertenti e a volte geniali giochi di parole proposti dagli utenti e catalogati da Sba. Ecco alcuni esempi, fra gli innumerevoli che potrei fare, tratti dai titoli dei post più recenti:
Inventori del cinema de Noantri: I fratelli Salumière
Il miglior master MBA: Cristo si è formato a Eboli
Quando il problema è molto, molto serio: Guttalax cavat lapidem
Per saperne di più su com'è nata l'idea, puoi leggere le relative info.
Ma... c'è un motivo per cui ne parlo proprio oggi? Ebbene sì: l'altroieri ho avuto il piacere di vedere ben tre fra i miei non proprio numerosissimi contributi pubblicati in un post monotematico sulla geografia :-) (singolare, proprio adesso che sto scoprendo di avere qualche piccola lacuna in materia... :-S). Li riporto qui di seguito:
I'ndostan: regione geografica della quale non è nota con esattezza la collocazione
Macchina di Touring: dispositivo che permette di visitare virtualmente località turistiche lontane
Massaciuccoli Institute of Technology: progetto di un istituto di ricerca da costruire lungo le rive di un lago toscano
Ecco invece due mie proposte che non sono passate: «Ponzio Pilates: attività ginnica della quale mi disinteresso totalmente» (onestamente, trovo più efficace la versione di Elena Senzablog: «ginnastica soft, in pratica ci si deve solo lavare bene le mani») e «Brocardi Breezer: bevanda alcolica dissetante molto apprezzata dai giuristi» (troppo settoriale, forse... fino a poco tempo fa il termine brocardo non l'avevo mai sentito nominare neppure io; la macchina di Turing invece sì, eccome... :-)).

Update [5/5]: ieri, in un post in gran parte dedicato al mondo degli animali, è comparso un altro mio contributo... :-)
Koalizzarsi: assumere un atteggiamento simile a quello del simpatico marsupiale australiano