venerdì 2 aprile 2010

Un anno dopo

Il 31 marzo 2009, su richiesta del capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, si riunì a L'Aquila la Commissione Grandi Rischi per affrontare la questione dello sciame sismico che stava interessando la zona da mesi. L'esito della breve discussione fu contraddittorio: «se da una parte si ribadiva l'impossibilità di prevedere un terremoto, dall'altra si dava spazio ad un messaggio rassicurante». Sei giorni dopo, però, come tutti ricordano, alle ore 3:32 una scossa di magnitudo Richter 5,8 mise in ginocchio la città.
Ieri sera, in occasione del primo anniversario di quella riunione, ho assistito presso il Multiplex Arca di Spoltore a Radon 222 – La storia che non si deve raccontare (qui il promo), prima e unica opera teatrale ispirata al sisma aquilano, scritta, diretta e interpretata da Silvio Sarta con la consulenza scientifica della sismologa Mirta Morrone e l'accompagnamento musicale dei Vientovivo. A quasi un anno dal debutto presso il teatro Franco Parenti di Milano, lo spettacolo è finalmente approdato nella regione in cui aveva avuto origine, a quanto pare non senza varie vicissitudini.
[Se ti stai domandando il significato di quel numero... 222 è la massa atomica dell'isotopo più stabile dell'elemento chimico radon, un gas nobile la cui funzione di precursore sismico è sostanzialmente riconosciuta, anche se non ancora accertata in maniera rigorosa]
Il testo scritto da Silvio Sarta ruota attorno al seguente inquietante interrogativo, che i superstiti del sisma hanno avuto dolorosamente modo di porsi: se è vero che i terremoti non si possono prevedere, allora perché un anno fa le autorità si sono premurate di invitare i cittadini aquilani, molti dei quali erano intenzionati a dormire all'aperto perché spaventati dall'incombente allarme sismico, a rientrare nelle loro case rassicurandoli che non c'era alcun pericolo? Se è impossibile predire che un terremoto ci sarà, non è forse altrettanto improbabile garantire che non avverrà? :-S
Prima dello spettacolo vero e proprio si è svolto un breve dibattito al quale ha partecipato pure Giampaolo Giuliani (non so bene cosa dire a proposito del suo intervento... se non che le sue affermazioni saranno anche fondate, ma lui le porge con un atteggiamento polemico e sensazionalista che mi induce alla diffidenza).

P.S.: Devo ammettere che il monologo è una forma espressiva che non trovo particolarmente congeniale... comunque Silvio Sarta, conosciuto soprattutto come giornalista sportivo, mi ha favorevolmente colpita per il modo in cui ha interpretato il suo testo: dizione impeccabile, voce splendida e modulata con grande espressività. Continuo a frequentare il corso di dizione, quest'anno incentrato sulle tecniche di lettura espressiva, perciò a questi aspetti ci faccio abbastanza caso...

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