mercoledì 24 febbraio 2010

Moi, je suis le hérisson

Negli ultimi tre giorni sono andata al cinema per ben due volte, evitando accuratamente il weekend perché... sono fatta così, ecco. ;-) Devo dire che i film che ho visto, tutti e due trasposizioni di romanzi famosi, mi sono piaciuti parecchio entrambi: considerando certe altre deludenti esperienze cinematografiche delle ultime settimane, non è cosa da poco. Ma andiamo con ordine (cronologico), cominciando con il film che ho visto lunedì al cinema Sant'Andrea nell'ambito della rassegna Gli imperdibili organizzata dall'associazione culturale Movimentazioni (ricordi?). A proposito, ecco il programma per il mese di marzo: Bella (giorno 1), Caramel (8), Le tredici rose (15), Look both ways - Amori e disastri (22).
Ma, tornando a noi.. stavo parlando de Il riccio, titolo originale Le hérisson (qui il trailer), «liberamente ispirato» a L'eleganza del riccio di Muriel Barbery; è stata la stessa autrice del romanzo francese a pretendere che non venisse usata la dicitura «tratto da», avendo preso le distanze dalla pellicola (secondo alcuni, comunque, je rode di aver ceduto a una regista semisconosciuta come Mona Achache i diritti della sua opera ancor prima che questa diventasse un bestseller ;-)). La trama del libro la conoscevo per sommi capi, ma pur avendo da tempo intenzione di leggerlo non l'ho ancora fatto... e a questo punto non sono più così convinta di volerlo fare: il film di per sé in effetti mi è piaciuto, e non mi ha dato l'impressione di "qualcosa da cui è il caso di dissociarsi".
La trama in sintesi, senza dilungarmi troppo per non rischiare lo spoiler. :-)
La piccola Paloma Josse (interpretata da Garance Le Guillermic), dotata di un'intelligenza fuori dal comune, cela un profondo disagio: basti dire che ha programmato nei minimi dettagli il suicidio, da attuare nel giorno del suo dodicesimo compleanno. Attenta osservatrice del mondo dei "grandi", afferma di non voler finire "come un pesce rosso nella boccia". La concierge del lussuoso palazzo parigino dove abita la famiglia di Paloma è la cinquantaquattrenne vedova Renée Michel (un'eccellente Josiane Balasko). La donna sembra incarnare lo stereotipo della portinaia umile e sciatta, con in più dei modi bruschi e sgarbati che tengono il prossimo a distanza... ma in realtà nasconde una cultura notevole acquisita da autodidatta: nel suo appartamentino custodisce una libreria da far invidia a tanti bibliofili. L'incontro fra due persone così diverse come Renée e Paloma sarà per entrambe l'occasione per riconsiderare il loro atteggiamento nei confronti del mondo. Paloma, con l'intuito che solo i bambini hanno, percepisce che, sotto l'apparenza ispida del riccio mostrata da Renée, si cela in realtà un'anima elegante.
Sulle prime l'atteggiamento di Renée mi sembrava un po' assurdo: che senso ha fingersi più semplici di quello che si è...? Ma poi mi sono resa conto che il mio comportamento nella vita quotidiana è molto più simile al suo di quanto non volessi ammettere (escluse le situazioni, tipo prove d'esame e simili, in cui una riservatezza eccessiva sarebbe decisamente deleteria, vabbe'). Pur non possedendo un bagaglio culturale paragonabile a quello di Madame Michel, anch'io non di rado nelle discussioni evito di manifestare apertamente i miei punti di vista e le mie conoscenze... con il risultato che probabilmente appaio più noiosa e meno interessante di quello che potrei. Il blog ha rappresentato per me l'opportunità di esprimermi più liberamente, non senza tanti, troppi vincoli (per dirne uno, finora sono pochissimi i conoscenti che ho messo al corrente dell'esistenza de La curiosona)... e non è affatto detto che questo sia un bene per la blogosfera, ma per me lo è stato senz'altro: oltretutto mi rendo conto che pian piano sto imparando ad adottare lo stesso approccio nella vita di tutti giorni e, incredibile!, sembra che io non abbia ancora combinato nessun disastro... :-)

4 commenti:

  1. Mi ha straziato il cuore...
    Trovo molto bella la scena della prima uscita insieme quando lei dice: «non mi ha riconosciuta... non mi ha riconosciuta!»
    «perché non l'ha mai vista!»
    :)

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  2. Vero, quella scena è stata molto toccante, oltre che significativa. Credo che di questi tempi l'"invisibilità" sia una condizione abbastanza comune: è piuttosto facile avere la sensazione di passare inosservati... e d'altra parte è altrettanto frequente dimostrarsi fin troppo indifferenti nei confronti del prossimo, e senza neanche rendersene conto.

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  3. E' sicuramente un bene per la blogosfera la tua presenza, al pari dell'esistenza di un fiore che spicca nei colori dal grigio e arido terreno.

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  4. Che dire... questo è uno dei commenti più graditi che io abbia mai ricevuto, e non solo limitatamente all'aspetto "blogghereccio". Grazie di cuore! :-)

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