sabato 23 gennaio 2010

Di ritorno da Pandora

Indovina quale film sono andata a vedere ieri sera? Dai che è facile: se anche non l'avessi preannunciato e non avessi inserito la locandina qui accanto, indubbiamente è Avatar (qui il trailer) il film del momento... nonché il genere di pellicola che non potevo non godermi sul grande schermo! :-)
Che dire? Mai visto niente di simile, in senso buono: sono stati sette euro (di norma il giovedì all'Arca il biglietto per il 3D costa meno ;-)) più un irrisorio sovrapprezzo per la prenotazione online (caldamente consigliabile, visto che nel primo pomeriggio di ieri la sala era già quasi tutta prenotata per lo spettacolo delle 21:10) decisamente ben spesi.
Poiché l'hanno già fatto svariati blogger, sicuramente meglio di quanto potrei fare io, eviterò di menzionare gli straordinari effetti speciali (era stato stimato che la computer grafica avrebbe rappresentato il 60% del film... ma francamente mi è sembrato di più), in particolare un 3D realistico e coinvolgente come mai prima d'ora che nessuna versione pirata potrà mai eguagliare, tali da far scivolare via come se niente fosse due ore e quaranta minuti di pellicola (mi sa che ho appena fornito un perfetto esempio di preterizione ;-)). Sorvolerò anche sulla morale della storia: il rispetto per le culture e le tradizioni di altri popoli e per la natura e l'ambiente che ci circonda (aridaje! ;-)).
Molto altro ci sarebbe da non dire... ;-) ma per non farla troppo lunga mi limiterò a segnalare la favorevole impressione che mi ha fatto Sam Worthington, il (finora) non proprio famosissimo attore scelto dal regista James Cameron (il quale "rischia" di scavalcare sé stesso in cima alla classifica dei film di maggiore incasso nella storia del cinema) per interpretare il ruolo del protagonista Jake Sully. L'hanno paragonato a Leonardo DiCaprio... ma dal mio punto di vista l'attore australiano è anche più affascinante.
Passiamo infine al titolo del film. Il termine sanscrito avatar, dal significato originario di «assunzione di un corpo fisico» che è più o meno l'accezione utilizzata da Cameron, com'è noto è passato a denotare «un'immagine scelta per rappresentare la propria utenza in comunità virtuali, luoghi di aggregazione, discussione, o di gioco on-line». Il mio, di avatar, l'ho creato tre anni fa quando mi sono registrata su Yahoo! Answers, e tale è rimasto.


All'epoca non mi corrispondeva più di tanto, se non nel modo di vestire, poi però mi sono fatta crescere i capelli... per assomigliargli! ;-) Eccone un'"inquadratura" a figura intera, dalla quale si nota l'ambientazione che ho scelto: un'aula di informatica.


P.S.: Probabilmente ben pochi sanno che la primissima pellicola intitolata Avatar fu prodotta nel nostro Paese, con la regia di Carmine Gallone, nel lontano 1915: Wikipedia non dice nulla sulla trama, ma a quanto pare essa era ispirata all'omonimo romanzo breve dello scrittore francese Théophile Gautier. Ovviamente l'Avatar "vintage de noantri" era muto (il primo film sonoro in assoluto fu Il cantante di jazz del 1927) e in bianco e nero (il primo lungometraggio italiano a colori fu, appunto, Totò a colori del 1952): insomma, un abisso lo separa dal tripudio di effetti visivi e sonori del suo lontano parente più giovane di novantaquattro anni (in effetti l'ultimo Avatar è uscito a fine 2009 in tutto il mondo tranne che da noi... ed ecco perché! :-S).

3 commenti:

  1. E non scordiamoci tutte le scopiazz... pardon, le citazioni (da Nausicaa a Guerre Stellari) di cui è pieno il film! Ma si sa, hanno speso così tanto per gli effetti speciali, che per la sceneggiatura erano rimasti solo 100 dollari.

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  2. Mah, tuttosommato le "scopiazz..." sono talmente evidenti che sarei tentato di pensare ad una effettiva coincidenza (cosa ormai normalissima, tra l'altro).

    Curiosona, ti invito comunque a vedere Laputa, il Castello nel Cielo e La Principessa Mononoke, entrambi di Hayao Miyazaki.
    Così poi ci dici anche tu la tua sui parallelismi ;).

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  3. @Baris: pur non conoscendo tutte le opere che Cameron avrebbe "scopiazz...", sarei dell'idea che, se una citazione è così palese, deve per forza essere stata pensata come un omaggio...

    @antmaury: grazie per la dritta, colmerò al più presto le mie imperdonabili lacune! :-)

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