domenica 20 settembre 2009

Radiografie all'anima

Mi sa che non è molto frequente che a chiedere di recensire un'opera sia l'autore in persona... e succede ancor più di rado che questo sia disposto a mettersi in gioco a tal punto da sollecitare una recensione il più possibile spontanea. Ciò premesso, mi accingo finalmente a cimentarmi nella stesura di una recensione di Radiografie all'anima di hermansji .:. (mettendo a tacere la fastidiosa vocina interiore che continua a ripetermi «Ma come ti è venuto in mente di proporti come recensitrice... o recensora che dir si voglia? Non ne sei all'altezza!»).
L'autore, «mettendo le mani avanti» nella prefazione, ha definito il suo libro «solo un romanzo»... e di primo acchito ho avuto l'impressione che tale definizione potesse risultare fuorviante, se non restrittiva. Mi sentirei di affermare che non si tratta di un romanzo nel senso in cui generalmente viene inteso tale termine, con una struttura narrativa ben delineata e in prosa (mentre in Radiografie all'anima si alternano lastre – non capitoli – in versi a quelle in prosa). Ma se si pensa che queste pagine raccontano episodi del percorso di un'anima, come il titolo stesso lascia intuire, si può concludere che la definizione di romanzo è più che appropriata.
Dopo aver letto le prime pagine, mi sono resa conto che non aveva senso affrontare questo libro con lo stesso approccio che solitamente adotto per i testi narrativi, cercando di associare un'immagine concreta ad ogni frase. Il lettore dovrebbe invece abbandonarsi al ritmo evocativo e a tratti onirico delle parole, alle sensazioni e agli stati d'animo che esse hanno il potere di suscitare, alla consapevolezza che quelle pagine possono richiamare un po' anche la storia della propria anima, e alla sorpresa di scoprire che ad ogni rilettura è possibile cogliere sfumature nuove e diverse: non capita tanto spesso di ricavare tutto questo dalla pagina scritta.
A questo punto vorrei riportare un paio di passi tratti dal libro, scelti fra i tanti che varrebbe la pena di citare. Il primo, tratto dalla Seconda lastra, è in versi...
Eppure la bianca sposa lunare
è l'unica dea fedele
che consola l'umanità
dal lieve inverno
donandole ancora un sogno
affinché creda
che oltre ogni confine
altro non v'è che una semplice porta
attraversata la quale
corrono come capretti altri sogni.
... mentre l'altro, tratto dalla Tredicesima lastra, è in prosa:
[L'amore] Non è perfetto ma giustifica qualcosa, vale la pena pretenderlo, cercarlo e starci male quando è troppo dentro. L'amore è imperfetto come noi che siamo tutti contenitori instabili, ha tante forme ma brilla anche quando lo chiudi a doppia mandata dentro, tanto da rischiarare un'intera notte senza ricevere nulla in cambio.
Mi auguro davvero che Radiografie all'anima continui ancora a lungo il suo viaggio, che incontri molti altri lettori disposti ad accoglierlo per farlo crescere dentro di sé ed evolvere, e che il suo autore non smetta mai di coltivare la sua passione per la scrittura caratterizzata da uno stile unico e inconfondibile.

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