domenica 30 agosto 2009

Il ponte sullo Stretto

Per raggiungere la Sicilia lo scorso mese di maggio sono atterrata all'aeroporto di Reggio Calabria, poi ho preso il pullman per Villa San Giovanni e da lì mi sono imbarcata sul traghetto per Messina. Non ne sono sicura, ma credo che durante il giorno di traghetti ne partano più spesso di quanto passino gli autobus urbani sotto casa mia a Pescara. Un tragitto tranquillo, non troppo lungo e che offre un panorama notevole... anche se probabilmente chi percorre tutti i giorni quella tratta per motivi di lavoro non sarà altrettanto entusiasta, fra ritardi, disservizi e disagi vari.
Com'è noto, per agevolare l'attraversamento dello Stretto di Messina è in programma la costruzione di un ponte. I lavori dovrebbero cominciare il prossimo anno, almeno secondo il gruppo appaltatore, lo stesso che costruì il tristemente famoso ospedale de L'Aquila, come risulta dal sito dell'impresa stessa (la circostanza era talmente nota che dissimularla sarebbe stato controproducente) e da un articolo di approfondimento di PeaceReporter il cui link attualmente dà luogo al laconico messaggio «Articolo 15084 non pubblicato. Siamo spiacenti, l'errore è stato segnalato» (comunque se ne può trovare una copia qui). Sta di fatto che non è un mistero l'elevata sismicità dell'area dello Stretto: giusto ieri è stata registrata una scossa di magnitudo 2,6 Richter. Poca roba, dici? Già, ma il terremoto che un secolo fa distrusse Messina e Reggio Calabria, facendo qualcosa come centomila vittime, era di magnitudo 7,1... ed è noto che certi fenomeni geologici si ripetono, in maniera non rigorosamente periodica ma inesorabile.
All'indomani del terremoto de L'Aquila era assai facile sentir dire che tali eventi non si possono prevedere, ma in compenso si può (e anzi si deve) evitare di costruire, o tutt'al più adottare opportuni accorgimenti, nelle zone ad elevato rischio sismico. Molti ipotizzano che un progetto così monumentale come il ponte sullo Stretto denoti il desiderio di passare alla storia (in una regione che avrebbe bisogno di infrastrutture ben più essenziali, peraltro)... ma, se la natura tornerà a risvegliarsi in maniera devastante, non ci sarà da essere granché fieri di una simile impresa. Qualcuno che abbia studiato Scienza delle Costruzioni vorrebbe cortesemente spiegarmi come si può sperare che un ponte lungo chilometri e chilometri e sospeso sul vuoto regga ad una scossa paragonabile a quella del 1908? Non mi aspetto una risposta dall'Ingegner Cane...


(Si ride... per non piangere! :'-()

3 commenti:

  1. MA QUELLI CHE LAVORANO AI TRAGHETTI, SENZA PIU' OCCUPAZIONE, EMIGRERANNO AL NORD. BOSSI LA PAGHERA' CARA

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  2. immagino che i soldi li metterà il premier....dove pensano di prenderli sennò?
    a parte l'assurdità del progetto.

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  3. Con una scossa di 7.1 neanche un viadotto autostradale avrebbe scampo, cmq il ponte sullo stretto dovrà per forza avere una struttura flessibile per adattarsi alle raffiche di vento, alle maree etc.. quindi sarà antisismo per forza, l'importante è che venga costruito senza risparmiare sui materiali, come già accaduto in altre opere!

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