giovedì 9 luglio 2009

We were the champions!

Considerando la situazione attuale del calcio italiano, sembra impossibile che siano trascorsi "soltanto" tre anni da quel 9 luglio 2006 in cui gli azzurri sconfissero la nazionale francese a Berlino conquistando il titolo di campioni del mondo. Io a quella partita assistetti trepidante davanti a un maxischermo assieme a decine di persone... e alla fine, nell'esaltazione generale, ero lì a gridare con tutto il fiato che avevo in corpo «Campioni del mondo!!! Caaampioni del mooooondooooooo!!!!!»; per fortuna c'era troppa confusione perché qualcuno badasse a me... :-D
L'episodio più tristemente memorabile di quella partita rimane la famosa capocciata assestata a Marco Materazzi dal capitano transalpino Zinédine Zidane, il quale ha concluso una carriera straordinaria nel peggiore dei modi. Anche se il nostro difensore, tenendo fede alla propria nomea di essere "un tantino" attaccabrighe, non è stato certo un signore, ho sempre reputato spropositata e animalesca la reazione del fuoriclasse francese. E giorni fa una notizia che ho letto ha fatto sì che Zidane perdesse ulteriori punti nella mia personale stima (praticamente è finito sottozero... ;-)); l'ho trovata pubblicata nel numero di giugno di Telethon Notizie, periodico indirizzato ai sostenitori del noto progetto di ricerca sulle malattie genetiche. La riporto qui di seguito, evidenziando i passaggi salienti (qualora dovessero esserci problemi di copyright, ma spero proprio di no, fatemi sapere).
La volta che Zidane...
Fino all'ultima edizione Susanna Agnelli si è impegnata con passione nella costruzione della maratona televisiva. Era lei che, spesso, pensava agli ospiti da invitare. E quando noi collaboratori non riuscivamo a contattarli o a convincerli era lei che alzava il telefono. Così è stato per Carla Bruni, o, qualche anno fa, per Fiorello, il maestro Muti e tanti altri. Eppure, tra i tanti eventi di cui la signora Agnelli poteva vantare il copyright ce n'è uno che è rimasto un sogno. Ma che vale la pena raccontare.
Era settembre del 2006, il ricordo della vittoria degli azzurri ai mondiali di calcio era ancora fresco. Come pure quello della famosa testata di Zidane a Materazzi. Da una delle prime riunioni di preparazione della maratona di dicembre viene fuori un'idea: «Perché non approfittiamo della maratona benefica per far fare pace ai due calciatori, in diretta tv?». In fondo, pensammo, Telethon è un'iniziativa italiana e francese. E poi, di fronte ad una missione così nobile come la ricerca sulle malattie genetiche, chi potrebbe dire di no?
Pochi minuti dopo eravamo al telefono con Susanna Agnelli. «Bellissima idea - commentò - Facciamolo». Non passò neanche un giorno e la presidente ci richiamò: «Ne ho parlato col mio amico Henry Kissinger, che si è offerto di far da paciere». Vedevamo già un evento di portata mondiale. I due protagonisti di una partita vista da miliardi di persone che si stringono la mano di fronte ad uno dei più influenti personaggi della politica mondiale del ventesimo secolo. Una notizia bomba, un fatto che avrebbe occupato le prime pagine dei giornali. E chissà quanti soldi avrebbe portato alla raccolta fondi.
Invece non se ne fece niente. Nonostante l'impegno di Susanna Agnelli, che oltre a Kissinger coinvolse Lippi, Moratti (il quale ottenne il sì di Materazzi), Deschamps, Platini e, pare, perfino il presidente francese, la cosa non andò in porto perché Zidane non ne aveva voglia. Così "la pace del secolo" è rimasta nel cassetto. Ma per fortuna Telethon non ne ha risentito più di tanto.

3 commenti:

  1. Mah....
    Non è mai venuto fuori di preciso che cosa avesse detto Materazzi per far avere quell'esplosione a Zidane. Ma temo qualcosa di molto molto offensivo.

    Personalmente penso che le scuse si facciano in privato. Farle in pubblico solo per dare spettacolo verso gli spettatori (probabilmente senza nemmeno sincerità) mi sa troppo di presa in giro.

    Non è mai piaciuta nemmeno a me la reazione di Zidane, ma a scatenare l'evento per primo direi che sia stato proprio Materazzi. Io dò la colpa molto più a lui che non al francese.


    E comunque:

    "all'esaltazione generale, ero lì a gridare con tutto il fiato che avevo in corpo «Campioni del mondo!!! Caaampioni del mooooondooooooo!!!!!»;"

    Ma va... Non ci credo ;).

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  2. Zidane, da campione con anni di esperienza alle spalle, sa bene che le offese fatte sul campo sono, alla pari di altre scorrettezze, stratagemmi "sporchi" finalizzati ad influenzare le sorti di una partita... e poi, a dirla tutta, con quella testata mi pare che si possa dire accontentato :)
    [.:.]

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  3. @antmaury: non ci credi? Eppure è vero: quale miglior dimostrazione degli effetti sconvolgenti di un clima di entusiasmo collettivo? (Al punto di fare i caroselli in macchina non ci sono arrivata, comunque...) :-)
    In effetti la frase che fece imbestialire Zidane è di dominio pubblico, perché è stato lo stesso Materazzi a rivelarla. Come ho già detto, il difensore non è stato certo un signore... ma purtroppo è ben noto che certi "apprezzamenti" sono tutt'altro che rari negli incontri sportivi a tutti i livelli; sarebbe stato lecito aspettarsi che Zidane, uno che nel nostro campionato (anzi nella "mia" Juve) ci ha pure giocato, avesse imparato a non raccogliere certe provocazioni, o quantomeno a limitarsi a reagire sul piano verbale, e non con lo "stile" di un cavernicolo. Una precisazione: la mia constatazione che "così fan tutti" non significa che assolvo Materazzi (che oltretutto non mi sta per niente simpatico!), soltanto che reputo la reazione di Zidane decisamente sproporzionata.
    Su una cosa devo darti assolutamente ragione: se Zidane avesse fatto pace con Materazzi in pubblico, mi sarebbe sempre rimasto il dubbio sulla sua sincerità. Ma ha rifiutato di farlo, e quindi penso che si possa dire con ragionevole certezza che si tratta di un uomo incapace di scendere a compromessi anche per una buona causa... :-(

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