sabato 21 febbraio 2009

Dilemma risolto (un altro)

Volevo aggiungere un vecchio amico all'elenco dei miei amici su Facebook (per inciso, devo ammettere che non mi convince l'accezione vaga con la quale, nel social network del momento, si allude a un concetto impegnativo come l'amicizia). Però non riuscivo in nessun modo a trovarlo, né lui riusciva a trovare me. Allora ho provato a verificare, nelle mie impostazioni di privacy, quella relativa alla visibilità nella ricerca, scoprendo che così com'era rendeva impossibile quasi a chiunque trovarmi, e l'ho cambiata in senso meno restrittivo: problema risolto. A questo punto non avevo motivo di ripristinare la precedente impostazione... almeno così credevo: non immaginavo che, solo pochi giorni dopo, mi sarebbe arrivata una richiesta di amicizia da una persona con la quale pensavo di non dover avere più niente a che fare.
A dire il vero, un tempo la consideravo un'amica... finché non mi voltò le spalle in un momento difficile della mia vita; non si fece sentire neppure quando, qualche tempo dopo, mi accadde un fatto di ben altra natura ma decisamente più serio, e so per certo che lei ne era al corrente.
E adesso, a distanza di parecchio tempo, mi arriva questa richiesta di amicizia. Che fare? Le apro le porte della mia "casa online", permettendole di accedere a informazioni sulla mia vita attuale delle quali preferirei tenere all'oscuro una persona che ormai considero più estranea rispetto a tanti che non ho mai incontrato nella vita reale? Oppure la rifiuto? Chissà cosa prevede la netiquette in casi come questo?
Questi erano gli interrogativi che mi ponevo... finché non ho avuto una specie di illuminazione, elementare ma evidentemente non così immediata. Ho pensato: dall'epoca in cui ci frequentavamo, non ho cambiato né casa né numeri di telefono e neppure l'indirizzo e-mail (ne ho creati di nuovi, ma quelli vecchi continuo a controllarli). E 'sta tipa, dopo tutto questo tempo in cui non si è fatta viva, adesso viene a chiedermi l'amicizia su Facebook? Beh, non sai quanto è stato libbberatorio, sì, proprio con tre b, oserei dire catartico, cliccare su Ignora (la sua richiesta).
Perché il perdono è una gran bella cosa, ma anche sapere con ragionevole certezza su chi si può contare nel momento del bisogno non è male!

4 commenti:

  1. Facebook è sia divertente sia irritante, c'è tanta ipocrisia. Alcune persone fa piacere ritrovarle, ma certe dopo i primi ciao spariscono. Altre che ti avevano fatto del male le accogli lo stesso, perché pensi di aver dimenticato. E non è così. Hai fatto molto bene a ignorare. Buona giornata

    RispondiElimina
  2. sono passata in cerca di note sanremesi e trovo un dilemma..chi se ne frega della netiquette?è necessario riflettere davvero sui socialnetwork..mi hai dato un idea per i prox post..la realtà virtuale di declina in modo diverso da quella reale?è buffo vedere richieste di amicizia da persone che per strada non saluteresti nemmeno..riflettiamo. ti lascio un sorriso ps sono stupita e indignata dai risultati pilotati..non c'è llibertà in questo paese...

    RispondiElimina
  3. Beh, vedila come semplice divergenza di opinioni e non come una critica; io però mi sarei comportato diversamente. L'avrei accettata, tanto averla tra i contatti su Facebook non significa affatto "Amicizia" nel senso che la parola ha nella vita reale.

    Poi non sono un gran fanatico della privacy, almeno per quel che riguarda i miei dati che sono su Facebook. Chiunque li può trovare anche sul mio sito e sul mio blog.

    Invece, magari, il contatto su Facebook potrebbe dare occasione per chiarirsi... Non si sa mai...

    Ciao ciao :).

    RispondiElimina
  4. @Daphne76: mi fa piacere che approvi la mia decisione! :-)

    @ameya: già, il paradosso dei social network... ottimo spunto di riflessione.

    @antmaury: non posso darti torto, so bene che l'amicizia su Facebook non necessariamente ha a che vedere con l'amicizia vera, e in questa circostanza sono stata tentata di comportarmi in modo diverso, in effetti... finché non ho pensato che, se proprio ci teneva, questa persona poteva (e può ancora) contattarmi per vie tradizionali. Riguardo alla privacy, io ho sempre cercato di tenere la vita reale separata da quella virtuale (anche se, proprio per "colpa" di Facebook, temo che la situazione possa sfuggirmi di mano!). Tanto per capirci, forse ti stupirai ma non sono molti i miei conoscenti nella vita reale ai quali ho parlato del mio blog... e qualcosa mi dice che, se neppure la persona di cui ho parlato nel post ne viene a conoscenza, è meglio.

    RispondiElimina