giovedì 6 novembre 2008

Wind of change

(qui il video della famosa canzone omonima degli Scorpions, che con il post non c'entra poi un granché... ma, siccome il titolo capitava a fagiuolo, ne ho approfittato per riproporvela! )
Quando oggi ho riaperto Google Reader, ho trovato oltre un centinaio di nuovi post. La maggior parte erano di Luca Sofri, il quale ha seguito passo passo lo storico trionfo elettorale di Barack Obama, primo afroamericano a conquistare la presidenza del Paese più potente al mondo. Dopo aver concesso addirittura due mandati consecutivi a Giòrg Dàbliu, finalmente il popolo statunitense ha scelto il cambiamento... e l'effetto Bradley non si è manifestato. A questo punto Beppe Severgnini può anche "rilassarsi"!
Moltissimi blogger si sono espressi sull'esito delle elezioni americane: per citare solo alcuni post tra i meno banali, Spinoza ha commentato l'election day con la consueta arguzia, Daria Bignardi per l'entusiasmo si è lasciata scappare una parolaccia, Selvaggia Lucarelli ha osservato che il neoeletto è «clamorosamente gnocco» (elegante e distinto come pochi, è vero... ma all'epoca mi affascinava di più quel gran marpione di Bill Clinton!). Ciò che accomuna praticamente tutti i commenti che ho letto, comunque, è la soddisfazione per l'esito del voto americano; in Italia uno stato d'animo paragonabile a questo non l'ho mica percepito all'indomani delle ultime elezioni politiche, e neppure di tutte quelle precedenti. Sono molto contenta anch'io, a differenza di qualcuno, sia ben chiaro... ma ho la sensazione che molta gente da Obama si aspetti una sorta di miracolo che rimetta in sesto la situazione mondiale, mentre ovviamente lui non potrà fare più di quello che la sua natura umana (e non "supereroica") gli permette. Comunque spero, anzi sono convinta, che nei prossimi quattro anni molte cose cambieranno in meglio!
Tre particolarità delle elezioni d'oltreoceano mi hanno lasciata un pochino perplessa.

  • Non mi convince il sistema elettorale basato sui grandi elettori: «il Presidente che poi verrà eletto (cioè colui che raccoglie il consenso di almeno 270 grandi elettori) potrebbe non essere quello a favore del quale si sono espressi la maggioranza degli elettori. Questa ipotesi si è storicamente realizzata in alcune occasioni, l'ultima delle quali nel 2000 quando il candidato democratico Al Gore ottenne circa mezzo milione di voti in più rispetto al candidato repubblicano George W. Bush, ma tali consensi erano distribuiti in modo più uniforme sul territorio della Federazione così che il numero di grandi elettori democratici fu inferiore a quello dei repubblicani». Va comunque detto che un sistema basato sul suffragio universale diretto non avrebbe garantito a Obama una vittoria altrettanto netta: il suo vantaggio sul rivale McCain, schiacciante in termini di delegati (349 a 163), risulta essere assai meno marcato dal punto di vista del voto popolare (52% contro 46%).

  • Mentre in Italia non si possono divulgare i risultati di sondaggi politici nei giorni che precedono il voto e per rendere noti gli exit poll bisogna aspettare la chiusura delle urne, negli USA l'intera giornata di ieri è stata scandita dai sondaggi e persino da un po' di risultati diffusi in tempo reale.

  • Com'è possibile tenere adeguatamente sotto controllo l'esito del voto, dal momento che se ho ben capito non esiste una modalità unitaria definita con un certo rigore come da noi? Ma, probabilmente, porsi questa domanda avrebbe senso solamente se dalle urne fosse uscito un esito completamente inaspettato... e non è proprio questo il caso.

2 commenti:

  1. Dovendo scegliere tra la vittoria di Veltroni e quella di Obama avrei scelto Barack perché il vecchio Walter non ha carisma e si è presentato copiando il motto di Obama:" Yes, we can".

    Il solo impegno proclamato è stato quello del dialogo con Berlusconi.

    Invece, avrebbe dovuto dire agli italiani che il suo antagonista non aveva i requisiti per aspirare alla carica di Capo del governo perché sommerso in un mastodontico conflitto di interessi. Un'anomalia italiana che non esiste nemmeno nel paese più antidemocratico del mondo.

    Avrebbe dovuto dire che Berlusconi era un uomo di Cosa Nostra come dimostrato nel processo dell'Utri.

    Doveva dire che la condanna di Previti lo coinvolgeva in prima persona.

    Avrebbe dovuto dire che era sfuggito alle condanne della Giustizia grazie agli imbrogli dei suoi avvocati.

    Avrebbe dovuto dire che quando governava aveva imposto al Parlamento solo leggi ad personam.

    Non lo ha fatto. Veltroni è una caricatura.

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  2. Accidenti, qua mi sta davvero crollando il "mito" della sinistra che è impareggiabile nel fare opposizione! :-(

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