mercoledì 27 agosto 2008

Un'autentica lezione di vita

Risale a qualche settimana fa la notizia della scomparsa del ricercatore americano Randy Pausch, il quale aveva commosso il mondo con la sua ultima lezione, tenuta quando già sapeva che il cancro non gli avrebbe lasciato scampo. Tale lezione ha dato origine anche a un libro che sicuramente varrà la pena di leggere.
L'altro giorno ho guardato la sintesi della "last lecture" (questa dovrebbe essere la versione integrale) proposta da Randy nel corso del talk show televisivo condotto da Oprah Winfrey: mi ha colpito così tanto che ho deciso di trascriverla io stessa, con l'aiuto dei sottotitoli in italiano. Di sicuro avrei potuto trovare in Rete il lavoro già bell'e pronto, ma ho voluto farlo da me per imprimermi meglio nella memoria ogni singola frase. Le pillole di saggezza dispensate dal professor Pausch di per sé potrebbero sembrare banali e perfino sdolcinate, ma, se si pensa che l'uomo che le pronunciava era consapevole di avere soltanto pochi mesi di vita ancora da vivere, assumono un significato incredibilmente profondo.
Di seguito riporto la trascrizione del filmato, che comunque vi invito a guardare voi stessi perché credo che l'atteggiamento e il tono di voce di Randy esprimano uno stato d'animo che le sole parole non rendono.

Vi parlerò di una lezione che ho tenuto in settembre alla Carnegie Mellon University. C'è una tradizione accademica chiamata "last lecture": se ipoteticamente sapessi che stai per morire e dovessi tenere un'ultima lezione, cosa diresti ai tuoi studenti? Per me la cosa non è ipotetica: avevo sconfitto un cancro al pancreas, ma ora è tornato dopo operazioni, chemioterapia e radiazioni, e i medici mi hanno detto che non c'è più niente da fare e che ho soltanto pochi mesi di vita. Queste sono le mie TAC, e mostrano che il cancro pancreatico si è esteso al fegato con una decina di tumori. A me non piace questo, io ho tre bambini piccoli. Sia chiaro: questo fa schifo, ma non posso fare niente per evitare il fatto che morirò. Sto seguendo i trattamenti medici, ma so benissimo che questo film sta per finire, e non posso controllare le parti della storia solo muovendo le mani.
Se non vi sembro abbastanza triste per la mia situazione, mi scuso con voi, ma ho deciso di non essere oggetto di pietà. Infatti, anche se sto per morire presto, sono attualmente molto forte fisicamente, probabilmente più forte della maggior parte delle persone che sono in questa sala
(esegue alcuni piegamenti). Quindi oggi non parleremo della morte, parleremo della vita, e di come viverla; nello specifico, di sogni d'infanzia e di come fare per realizzarli.
Posso dire di aver avuto un'infanzia felicissima: riguardando gli album fotografici, non sono riuscito a trovare una foto in cui non stessi sorridendo. Ho avuto un'infanzia davvero felice. Io sognavo, sognavo sempre, era un tempo facile per sognare. Quando tu accendi la tv e vedi degli uomini atterrare sulla Luna, tutto è possibile, e non dovremmo mai perdere questo spirito.
Quali erano i miei sogni da bambino? Giocare nella National Football League: questo è uno di quei sogni che non ho realizzato, ed è importante farlo notare perché, anche se non riesci a realizzare un sogno, puoi comunque ottenere molto tentando di realizzarlo. C'è un detto che adoro: "L'esperienza è quello che ottieni, quando non ottieni quello che desideri". Giocai in un campionato per molto tempo; avevo un grande allenatore, Jim Graham, era un allenatore della vecchia scuola, e mentre ci allenavamo mi rimproverava per tutto il tempo: "Lo stai facendo male, rifallo di nuovo, sei troppo lento, più grinta". Così per tutte le due ore, e alla fine di un allenamento un suo assistente mi disse: "Il mister è molto duro con te". Io dissi: "Sì". Mi disse: "Questa è una buona cosa, vuol dire che si preoccupa". Quando fai un lavoro fatto male e nessuno te lo dice, vuol dire che si sono arresi con te. Quando qualcuno continua a correggerti per due ore, lo fa perché ci tiene che tu lo faccia meglio.
Il prossimo sogno è "Walt Disney Imagineering". Quando avevo otto anni, la mia famiglia mi portò a Disneyland, in California. Fu un'esperienza incredibile: le passeggiate, gli show, le attrazioni... Mi dissi: "Voglio costruire cose come queste quando sarò grande". Così mi laureai e cercai di far parte della gente che crea la magia: quello che ottenni fu un'amabile lettera di diniego. Guardo questa lettera tuttora, dà ispirazione. Queste cose passano, lavorai duro e diventai un giovane ingegnere di ricerca visuale nella mia facoltà. Sviluppai le abilità che erano valide per la Disney, e trovai l'opportunità di lavorare lì e fare parte del gruppo di imagineering, e lavorammo alla "Passeggiata sul tappeto magico di Aladino". Mi portò via più di quindici anni per farlo e moltissimi tentativi, e imparai che quando un muro si presenta sul nostro cammino è per una ragione: non è lì per impedirci di fare qualcosa, ma perché noi possiamo mostrare quanto vogliamo quella cosa.
Quali sogni volete realizzare? Ve ne suggerisco uno: avere dei buoni genitori. Io ho dei grandi genitori. Mio padre viveva sempre con un sentimento di felicità: la felicità è un sentimento che non dovrebbe mai andarsene. Mio papà, che uomo incredibile! Ha fatto la seconda guerra mondiale, fece parte della grande generazione. Purtroppo mio padre è morto un anno fa, e fu quando mia madre frugò tra le sue cose che scoprì che lui durante la seconda guerra mondiale aveva ricevuto una medaglia di bronzo al valore: in cinquant'anni di matrimonio, non l'aveva mai mostrata. È un grande messaggio di umiltà che ho potuto imparare da mio padre. Ora mia mamma: una madre è una persona che ti ama anche quando le tiri i capelli. Questo è il tipo di rapporto che ho avuto con mia madre, e parlando di umiltà lei era sempre lì a tenere tutto in ordine. Quando stavo per conseguire il dottorato di ricerca, avevo esami veramente difficili, e me ne stavo a casa preoccupandomi di quanto fossero dure le prove per il dottorato. Mia madre mi diceva: "Sappiamo come ti senti, ricorda soltanto che quando tuo padre aveva la tua età stava combattendo i tedeschi nella seconda guerra mondiale". Il giorno in cui conseguii il dottorato ero molto orgoglioso, e mia mamma mi presentava a tutti dicendo: "Questo è mio figlio, è un dottore, ma non quel tipo di dottori che curano la gente".
Probabilmente una delle cose più importanti che i miei genitori fecero fu quella di lasciarmi dipingere la mia camera da letto. Un giorno dissi loro che volevo dipingere le cose sulle pareti, e loro dissero: "Ok". Dipinsi una nave spaziale, vivevamo in un ranch e misi un ascensore che non portava da nessuna parte. Potete vedere che nerd fossi, misi un'equazione quadratica, ma la cosa grande fu che me lo lasciarono fare. Pensarono che lasciare che io esprimessi la mia creatività fosse più importante che avere una parete pulita. Fu una vera benedizione avere dei genitori che la pensassero così.
I miei genitori mi insegnarono l'importanza delle persone rispetto alle cose. Quando comprai la mia prima auto ero molto emozionato, brillava incredibilmente. Questi sono i miei nipotini Christopher e Lara. Ogni mese li portavo via per un weekend per dare respiro a mia sorella e a suo marito, e prima di salire sulla mia auto nuova mia sorella continuava a dirgli: "Questa è l'auto nuova dello zio Randy, non sporcatela, bla bla bla...", e loro scoppiarono a ridere, perché nel frattempo io alle sue spalle avevo aperto una lattina e la stavo rovesciando con noncuranza sui sedili posteriori. Lei corse verso di me gridandomi: "Cosa stai facendo?". Le dissi: "È una cosa, è soltanto una cosa". Ne fui molto orgoglioso perché alla fine della settimana, mentre stavamo tornando a casa, mio nipote si sentì male e vomitò tutto sui sedili posteriori della mia auto... e non mi importa quanto valore possa avere una cosa pulita e brillante, perché non è paragonabile a quanto mi sono sentito bene sapendo di non aver fatto sentire in colpa un bambino di otto anni solo perché stava male.
Il prossimo: è meglio che tu decida presto se essere Tigro o Ih-Oh. Tigro è energico, ottimista, curioso, entusiasta e si diverte... e non sottovalutare mai, mai l'importanza di divertirsi. Io sto per morire presto e ho deciso di divertirmi oggi, domani e ogni altro giorno che mi rimane.
Se vuoi realizzare i tuoi sogni è meglio che giochi onestamente con gli altri. Un consiglio che è difficile da seguire è: di' la verità. Seconda cosa: quando sbagli, chiedi scusa. Una buona richiesta di scuse è formata da tre parti: "Mi dispiace", "Era colpa mia", "Cosa posso fare per rimediare?". La maggior parte della gente salta la terza parte, questo è quello che si può chiamare "sincerità".
L'ultima cosa è che tutti abbiamo persone o cose che non ci piacciono. Io non ho mai incontrato persone che siano totalmente cattive: se aspetti a sufficienza, ti mostreranno il loro lato buono. Non puoi affrettare la cosa, ma puoi essere paziente.
Mostra la gratitudine. Quando raggiunsi i dieci anni come membro della facoltà, avevo quindici ragazzi nel mio laboratorio di ricerca, e li portai a Disneyworld per una settimana offerta da me. I miei colleghi mi dissero: "Ti sarà costato un sacco, perché l'hai fatto?". Risposi: "Questi ragazzi hanno lavorato per me giorno e notte per anni, e grazie a loro ho realizzato il miglior lavoro della mia vita... quindi, perché non avrei dovuto farlo?". La gratitudine è una cosa molto semplice e potente.
Ultima cosa: non credo che preoccuparsi di tutto risolva realmente i problemi. Nel contratto di Jackie Robinson, il primo giocatore nero della Major League, c'era scritto che non doveva preoccuparsi se la gente gli sputava addosso. Non importa se sei Jackie Robinson oppure uno come me che ha ancora pochi mesi da vivere. Puoi scegliere se sfruttare il tempo che ti rimane con energia e sforzo, o spenderlo preoccupandoti, o spenderlo giocando al gioco duro, il che probabilmente ti aiuterebbe di più.
Vi ho detto che questa era una parte della lezione dell'università, ed è importante sapere perché ho tenuto questa lezione. La lezione non parla soltanto di come realizzare i sogni d'infanzia: è molto più di questo, è su come vivere la tua vita, perché se tu vivi la tua vita nel modo giusto i risultati si prenderanno cura di sé da soli, i sogni verranno da te, se vivi come si deve i sogni verranno da te.
Sarebbe bellissimo se qualche persona traesse beneficio da questa lezione, ma la verità è che io non ho tenuto questa lezione per le quattrocento persone che sono venute all'università. Ho tenuto questa lezione soltanto per tre persone, perché quando saranno grandi possano vederla.
(Proietta una foto dei suoi tre bambini, e a questo punto scatta inevitabile la commozione) Grazie!

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