venerdì 11 luglio 2008

Difficilissimo prendere posizione

Dopo anni di battaglie legali, i giudici hanno deciso di autorizzare l'interruzione del trattamento di idratazione ed alimentazione forzato che tiene in vita Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente da oltre sedici anni. Prima non comprendevo la determinazione con la quale il padre della ragazza si è sempre battuto per porre fine all'esistenza di sua figlia, continuando a ripetere che, prima di rimanere vittima del tragico incidente stradale, Eluana aveva avuto modo di affermare chiaramente che avrebbe preferito morire qualora si fosse trovata in certe condizioni... ma, dopo aver letto le parole dell'uomo, «Dolore? Mia figlia è morta 16 anni fa», ho capito che non posso permettermi di giudicarlo.
Un atteggiamento ben diverso è stato adottato dal Vaticano, che ha paragonato la sospensione dell'alimentazione forzata all'eutanasia. A me sembra invece che il trattamento in questione sia più simile all'accanimento terapeutico, pratica della quale si parla nel Catechismo della Chiesa Cattolica (punto 2278) in questi termini:
L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'"accanimento terapeutico". Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.
Ora, alcuni affermano che smettere di alimentare Eluana equivale a condannarla a una morte atroce per fame e sete, ed io non me la sento di escluderlo, per quanto i giudici siano stati rigorosi nel compilare il paragrafo intitolato «disposizioni accessorie cui attenersi in fase attuativa»: Eluana è in grado di aprire gli occhi, chi ci assicura che non sia in condizione di provare dolore? Ma pure se il paziente è un malato terminale non è mica detto che, sospendendo terapie ormai inutili che lo tengono in vita, la morte sopraggiungerà senza terribili sofferenze, a meno che non gli venga somministrata qualche sostanza per rendere il trapasso più rapido e indolore (eventualità esplicitamente condannata dalla Chiesa). Insomma, io penso che in una vicenda così dolorosa e controversa bisognerebbe evitare di prendere posizioni troppo nette...

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