domenica 6 aprile 2008

Un istrione

Ieri sera, in una sala del Cinema Teatro Massimo praticamente gremita, ho assistito al concerto di un noto cantante napoletano. No, non sto parlando di Gigi D'Alessio, al cui spettacolo (tenutosi lunedì scorso) non avrei assistito per nessun motivo,  bensì di Massimo Ranieri: a mia madre andava di vederlo, così l'ho accompagnata... e stranamente (ma mica poi tanto) alla fine è piaciuto più a me che a lei!
Non si può negare che lo showman partenopeo sia un artista completo: è un brillante intrattenitore, ha ancora una gran voce, a parte qualche stecca di troppo (ma è pur sempre molto al di sopra della media italiana e sanremese), ed è un ballerino decisamente agile per i suoi quasi cinquantasette anni, anche se a tratti le sue movenze mi parevano un po' troppo aggraziate e lui ogni tanto si produceva in flessioni, piegamenti ed equilibrismi che sembravano semplicemente dettati dal desiderio di dimostrare il suo invidiabile stato di forma!
Ma passiamo in rassegna la scaletta della serata, che la vostra reporter di fiducia ha scrupolosamente annotato sul telefonino acceso in modalità silenziosa!  (Una trasgressione veniale, visto che la sala era piena di persone che riprendevano lo spettacolo con cellulari e videocamere, fregandosene dei divieti) Accompagnato da un'orchestra e da un corpo di ballo composti da sole donne, Giovanni Calone (così risulta all'anagrafe) ha proposto i cavalli di battaglia del proprio repertorio: Se bruciasse la città, Ti parlerò d'amore, La vestaglia, Mi troverai (uno dei miei preferiti), Erba di casa mia, 'A rumba d' 'e scugnizze (una performance molto energica che ha suscitato un'autentica ovazione), Vent'anni. Gran finale con i suoi due maggiori successi, Rose rosse e Perdere l'amore, accompagnati dal coro del pubblico; si è scatenata pure la sottoscritta, anche se sul secondo brano ho dovuto cambiare tonalità almeno quattro volte a causa della mia assolutamente inadeguata estensione vocale! Non poteva mancare il bis: Ranieri è tornato in scena per interpretare Reginella e Marechiaro... ma il pubblico che invocava a gran voce 'O surdato 'nnammurato (il cui testo era uno dei quattro stampati sull'opuscolo distribuito all'ingresso) non è stato accontentato, alla fine.
Un altro classico della canzone napoletana proposto da Ranieri è stato Luna rossa... e poi uno che non sono riuscita ad identificare.
Non altrettanto entusiasmanti, a mio parere, sono state le cover interpretate dal cantante, tutte incise nel cd Canto perché non so nuotare (omonimo del concerto di ieri sera). Da profana ho avuto l'impressione che Ranieri non abbia scelto i brani più adatti al proprio stile o che gli permettessero di dare il meglio di sé. Ieri sera ha cantato La voce del silenzio di Mina, Prendi fra le mani la testa di Lucio Battisti (ma non sono sicura che fosse lui l'interprete originale), Io che amo solo te di Sergio Endrigo, Alta marea di Antonello Venditti, L'istrione di Charles Aznavour, Se stasera sono qui di Luigi Tenco. Le ultime due, La cura di Franco Battiato e Almeno tu nell'universo di Mia Martini, mi hanno particolarmente delusa... sarà che la versione originale ce l'ho nel cuore!
C'è stato spazio anche per le esibizioni di un ragazzino di nove-dieci anni, campione del mondo di tip tap. Bravo, non c'è che dire... ma se ne poteva fare a meno.
In fin dei conti è stato uno spettacolo alquanto piacevole, anche se i prezzi dei biglietti, da un minimo di 30 euro per i posti in piedi (!) a un massimo di 63, li ho trovati francamente eccessivi... tanto più che il Massimo non è proprio un teatro degno di tale nome!

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