mercoledì 6 febbraio 2008

Se voto deve essere, sia!

E così ci tocca andare a votare, il 13 e 14 aprile. Di sicuro non faccio i salti di gioia per queste elezioni anticipate, ma non per questo intendo astenermi dal fare il mio dovere di cittadina: ogni singolo voto sottratto al centrodestra avrà la sua importanza per scongiurare una débâcle totale ai danni dell'attuale (cosiddetta) maggioranza. Il governo è propenso ad organizzare un election day, accorpando cioè nella stessa data le elezioni politiche e quelle amministrative. A me sembra una scelta molto saggia ai fini del contenimento dei costi... ma, tanto per non smentirsi, nell'opposizione c'è chi si dichiara contrario perché «si rischierebbe di indurre in confusione gli elettori, soprattutto quelli più anziani». Suvvia, ma considerano gli italiani così stupidi da non riuscire a gestire più di due schede? Che dire allora di quando ci sono i referendum e a volte bisogna raccapezzarsi con una decina di quesiti sì-no? I referendum, beh... altro tasto dolente: quelli sì che sono uno spreco di soldi. Non ricordo a quanti anni fa risalga l'ultimo referendum che non sia fallito a causa del mancato raggiungimento del quorum. Io trovo che il requisito del quorum sarebbe bene abolirlo: in tal caso anche i fautori del no non potrebbero più limitarsi a propagandare uno sterile astensionismo, ma dovrebbero darsi da fare per convincere la popolazione ad andare alle urne ed esprimere il proprio intendimento.

5 commenti:

  1. si va a votare senza prima fare la riforma elettorale? Bene, Sarebbe come, dire messa senza aver ricevuto prima i voti pe il sacerdozio. Un atto al limite del tafazismo. buonagirnata,s.

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  2. Per samu80: non hai tutti i torti... ma siccome, che lo vogliamo o no, le elezioni ci saranno, tanto vale andarci anche noi, alle urne: perché lasciare soltanto agli altri l'opportunità di godere del diritto di scegliere? (!?!?) Speriamo almeno che i propositi di riformare al più presto la legge elettorale non verranno messi in naftalina dopo il voto. Ciao!

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  3. Sono d'accordo con te per quanto riguarda l'accorpamento delle varie elezioni... invece mi trovi in disaccordo sui referendum... il quorum ha una sua ragion d'essere... essendo infatti referundum abrogativi di leggi fatte dal Parlamento si presuppone che la maggioranza sia a favore della legge promulgata dal parlamento che rappresenta il popolo. Tocca ai referendari dimostrare che così non è raggiungendo il 50+1 degli italiani...
    Un abbraccione grande
    marco

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  4. Sul referendum non hai tutti i torti... Però, se quelli che si astengono per esprimere il loro no si sommano alla percentuale sempre consistente di persone che non vanno a votare perché non interessate, il quorum diventa difficilissimo da raggiungere. Io credo che l'assenza del requisito del quorum potrebbe essere un incentivo così efficace ad esprimere la propria preferenza... che alla fine per assurdo il quorum verrebbe raggiunto!

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