mercoledì 27 febbraio 2008

La seconda serata del Festival

Dopo il post-fiume sulla prima serata del Festival, non potevo non scrivere qualcosa anche sulla seconda!
Quando venne reso noto l'elenco dei big che avrebbero partecipato a Sanremo, io manifestai subito la mia intenzione di fare il tifo per Giò Di Tonno e Lola Ponce. Dopo aver assistito alla loro esibizione, non posso che confermare il proposito espresso a scatola chiusa. Se fossi stata in giuria ieri sera, un bel dieci non gliel'avrebbe levato nessuno! La loro è una canzone d'amore piuttosto tradizionale ma suggestiva, interpretata come si deve (la classe non è acqua! ), che mi ha un po' riportato alla mente le atmosfere del bellissimo musical Notre Dame de Paris di cui i due erano protagonisti... anche se il pezzo è stato scritto da Gianna Nannini, e originariamente faceva parte della sua opera rock Pia de' Tolomei. Nel sondaggio promosso da Corriere.it, Giò e Lola al momento si piazzano al secondo posto... ma dubito che si tratti di un sondaggio attendibile, anzi spero che non lo sia, dato che in testa c'è Loredana Bertè! Decisamente più incoraggiante è il fatto che attualmente il duo sia dato per favorito dalle agenzie di scommesse. Incrociamo le dita... e magari televotiamo! Già, anche se mi sono sempre detta contraria, mi sa che questa volta televoterò pure io: mi voglio rovinare!
A proposito della Bertè, l'imprevedibile cantante calabrese ha voluto partecipare al Festival con l'obiettivo di vincere il premio della critica intitolato a sua sorella Mia Martini... e chissà che alla fine non l'accontentino, come hanno già fatto ammettendola in gara. Sarò maliziosa ma, se non avesse tentato (o finto di tentare) il suicidio, non so se avrebbe superato tanto agevolmente le selezioni.
Alt, un momento, fermi tutti: ho appena scoperto che il brano della Bertè è stato escluso per plagio!
Confermo anche che, se avessi potuto, avrei dato il minimo dei voti ai Finley. Già non li reggo... se poi tocca ascoltarli non in un pezzo rockeggiante come quelli che li hanno portati al successo, ma in una ballad lenta alquanto moscia, mi chiedo che senso abbia la loro presenza al Festival!
Sergio Cammariere secondo me dovrebbe limitarsi a comporre, evitando di cantare, visto che ha poco più di un fil di voce. Quando cantò Tutto quello che un uomo mi fece una migliore impressione... ma mi sa che il pezzo di quest'anno non è agli stessi livelli.
Si è parlato molto del brano dei Tiromancino, presentato con un'etichetta propria perché alla Emi non era affatto piaciuto l'argomento trattato: un discografico, per salvaguardare gli interessi della casa, non si fa scrupoli di licenziare trentacinque dipendenti. Il testo è lodevole, non c'è che dire... peccato che non possa dire lo stesso della musica (di rara "mosceria") e dell'interpretazione (a Federico Zampaglione mi vien voglia di offrire un bell'ovetto sbattuto, ché magari si ripiglia un po'! ).
Più che sufficiente a Mario Venuti e soprattutto a Mietta, con un pezzo non scontato e ben interpretato. Vorrei chiederle come fa a mantenersi così bene: non che sia "vecchia" (ha 38 anni) ma, anche se non si direbbe, ha praticamente il doppio dell'età che aveva quando cantò l'indimenticabile "trottolino amoroso" insieme al suo pigmalione Amedeo Minghi. Anche quest'ultimo è in gara quest'anno... e, visto che non mi sono ancora ripresa dalla smania dei voti, non gli avrei dato più di cinque: sempre uguale a se stesso... come pure Gianluca Grignani, del resto. Mi dicono che si sia esibito anche un certo Little Tony... ma a me non risulta!
Ecco i Giovani che hanno passato il turno:

  • I La scelta erano i miei preferiti di ieri sera: hanno proposto un brano piuttosto orecchiabile dalle sonorità africaneggianti.

  • I Sonohra hanno scelto tale nome perché «ha un suono musicale e ricorda un deserto della California»; peccato per l'acca messa completamente a casaccio. Quest'anno non bastava un duo di cloni degli Zero Assoluto, ce ne hanno propinati addirittura due ("due dui"... ah ah ah! )... e il problema è che sono andati entrambi in finale!

  • Il pezzo della giovanissima e grintosa Ariel non è male.

  • L'ancor più giovane e imberbe Jacopo Troiani sembra appartenere all'inquietante categoria dei pischelli che sono stati appena scartati alle selezioni per lo Zecchino d'Oro per raggiunti limiti di età, e allora ci provano con Sanremo. Nel 2003 fu la volta della tredicenne Alina, che poi è praticamente sparita dalla circolazione; lei però la voce ce l'aveva, almeno!


Passando agli eliminati...

  • Dopo Daniele Battaglia, non ce l'ha fatta neanche l'altro figlio di papà Francesco Rapetti. Il fatto che suo padre Mogol l'abbia aiutato scrivendo il testo del suo brano non gli è bastato a passare il turno.

  • Il brano di Valeria Vaglio poteva sembrare in tutto e per tutto una canzone d'amore delle più classiche... ma un paio di versi inequivocabili («come sei bella la mattina appena sveglia», «senza lei non so più stare») l'hanno trasformata in un inno al lesbismo; perlomeno, è così che è stato percepito, viste le polemiche. Quei riferimenti all'amore tra due donne mi suscitano un duplice interrogativo. Primo: se non ci fossero stati, le giurie sarebbero state più generose? Secondo: se non ci fossero stati, la commissione selezionatrice avrebbe ammesso il brano in gara?

  • Il militare di carriera Rosario Morisco ha messo in musica le esperienze vissute in missione di pace. Secondo me il suo brano l'avrebbe meritata eccome, la finale!


Affinché le serate festivaliere durino il più a lungo possibile, vengono costellate di ospiti non sempre di altissimo livello. Ancora mi chiedo cosa abbiano invitato a fare la cosiddetta Seleçao dei sacerdoti. E poi... non sono mai stata una "duraniana", e se lo fossi stata credo che mi si sarebbe spezzato il cuore a vedere i Duran Duran oggi, a venticinque anni dai loro più grandi successi; inoltre mi pare assurdo che abbiano accettato di cantare in playback per volere degli organizzatori. Ma io dico... che se lo guadagnino, il loro cachet milionario! Ieri sera sono stati presentati anche alcuni brani dell'opera popolare Giulietta e Romeo, composta dall'autore di Notre Dame Riccardo Cocciante. Si è trattato indubbiamente di una "marketta" (per dirla con Chiambretti), però di altissima qualità. Nulla a che vedere con l'indecoroso siparietto di lunedì sera con il quale Carlo Verdone ha promosso il suo film in uscita. Se avevo voglia di andare a vederlo al cinema, mi è decisamente passata!
Questo Festival è proprio in crisi di ascolti, e Pippo Baudo ha palesemente i nervi a fior di pelle: lo testimoniano le parolacce che si è lasciato sfuggire durante la conferenza stampa di stamattina!

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