giovedì 28 febbraio 2008

Addio, Ciccio e Tore

Dopo tanto c***eggio sanremese, un po' mi vergogno di passare a un argomento infinitamente più serio. Nel caso di Francesco e Salvatore Pappalardi, i due fratellini di Gravina in Puglia scomparsi il 5 giugno 2006, c'è stata una svolta tragica: i loro corpi sono stati rinvenuti in fondo a un pozzo a breve distanza da casa. Mi hanno sconvolta le probabili modalità del decesso (i due sarebbero morti di fame e di freddo dopo un'atroce agonia), ma anche le circostanze del ritrovamento: esso è avvenuto nel corso delle operazioni di salvataggio di un altro ragazzino, finito accidentalmente in quel pozzo. Se il piccolo Michele, che adesso per fortuna sta meglio, non fosse caduto lì, chissà per quanto tempo i parenti di Ciccio e Tore avrebbero continuato a sperare per il meglio. La loro mamma ha riconosciuto i resti mummificati delle sue creature (non oso immaginare lo strazio che può aver provato), mentre il padre, che è in galera da novembre con l'accusa di averli uccisi, ha chiesto la scarcerazione, dando evidentemente per scontato che gli inquirenti accolgano l'ipotesi della caduta accidentale. Non conosco bene i dettagli dell'accaduto, ma ho almeno una perplessità: se i due ragazzini non sono morti subito dopo la caduta, perché non hanno chiamato aiuto a gran voce? Se l'hanno fatto, com'è possibile che nessuno li abbia sentiti?

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