martedì 6 novembre 2007

Sbatti il mostro in prima pagina

Avvertenza: in questo post abbondano gli spoiler relativi alla fiction La terza verità, andata in onda ieri e l'altroieri sera su Raiuno; perciò, se l'avete registrata oppure vi ripromettete di guardarla in replica (personalmente vi consiglio di impiegare in modo migliore il vostro tempo), non è il caso che andiate avanti nella lettura.


La storia: Sergio Giansanti, uno stimatissimo neurochirurgo pediatrico di Perugia, in seguito ad un incredibile concatenarsi di coincidenze viene sospettato di essere Bracciodiferro, soprannome di un feroce serial killer che da anni semina il terrore in mezza Italia. Tutti i giornali sbattono il mostro in prima pagina e tutti i conoscenti di Giansanti gli voltano le spalle. Dopo la scoperta dell'ennesimo indizio a suo carico il medico viene arrestato, e trascorre un periodo in isolamento perché gli altri detenuti, in base al codice etico del carcere, l'hanno condannato a morte. Quando però Giansanti salva la vita ad un compagno di cella, rimasto gravemente ferito per difenderlo dal tentativo di giustizia sommaria messo in atto da altri detenuti durante l'ora d'aria, la sua immagine viene immediatamente riabilitata. Nel frattempo Bracciodiferro torna a colpire, fortunatamente senza riuscire ad uccidere; viene incastrato, e Giansanti può tornare dalla sua famiglia e dai suoi piccoli pazienti.


Fin qui la vicenda era perfino interessante, poiché metteva in luce il modo in cui certe dicerie infondate, soprattutto se amplificate dai media (la terza verità del titolo, che si affianca a quella dei fatti e a quella giudiziaria, è appunto quella mediatica), possono rovinare parecchie vite. Tutto questo nonostante il susseguirsi di avvenimenti sempre più improbabili che richiedevano di fare pesantemente ricorso alla cosiddetta sospensione dell'incredulità: nel corso della seconda puntata non facevo altro che chiedermi "A questo punto chissà che cosa si saranno inventati gli sceneggiatori?".
Il finale, comunque, mi ha lasciata davvero di stucco: si è scoperto che l'ultimo delitto era stato effettivamente commesso da Giansanti. Il dottore, in preda ad uno zelo professionale a dir poco inquietante, aveva individuato fra i pazienti del suo ospedale una giovane malata terminale e l'aveva uccisa per prelevarle del tessuto nervoso da impiantare nei suoi piccoli pazienti. A questo punto, ovviamente, per Giansanti si riaprono le porte del carcere.


Quando sono andata a letto ci ho messo un sacco di tempo ad addormentarmi, tanta era l'angoscia che la fiction mi aveva lasciato... ma forse la colpa era anche del caffè che avevo preso nel pomeriggio: quando mi deciderò ad accettare che non serve a scongiurare il fatidico abbiocco post-prandiale, ma soltanto a tenermi sveglia al momento sbagliato, cioè quando è ora di andare a nanna?

2 commenti:

  1. Mai vista una fiction fatta peggio e pensare che l'idea se sviluppata in altra maniera poteva essere interessante!

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  2. Verissimo... e secondo me pure il cast era all'altezza di ben altra sceneggiatura!

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